Carlo Carrà 1881-1966
Carlo Carrà 1881-1966, Fondazione Ferrero, Alba (Cuneo)
Dal 27 Ottobre 2012 al 27 Gennaio 2013
Alba | Cuneo
Luogo: Fondazione Ferrero
Indirizzo: Strada di Mezzo 44
Curatori: Maria Cristina Bandera
Enti promotori:
- Fondazione Ferrero di Alba
Telefono per informazioni: +39 049 663499
E-Mail info: gestione1@studioesseci.net
Sito ufficiale: http://www.fondazioneferrero.it
La Fondazione Ferrero di Alba, in collaborazione con la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e con la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte - dopo lo straordinario successo di pubblico e critica della mostra Morandi. L’essenza del paesaggio, sempre a cura di Maria Cristina Bandera - si prepara a rendere omaggio, nell’autunno del 2012, ad uno degli artisti piemontesi più famosi, Carlo Carrà (Quargnento [Alessandria], 1881 – Milano, 1966) con una mostra antologica volta ad una lettura completa della sua opera.
Come per le precedenti esposizioni, Dal Duecento a Caravaggio a Morandi: la collezione di Roberto Longhi (2007-8) e Morandi. L’essenza del paesaggio (2010-11), anche in questa occasione il legame tra il pittore e la città di Alba si concretizza attraverso la figura del grande storico dell’arte albese Roberto Longhi, che diede una lettura fondamentale dell’opera di Carlo Carrà a partire dal pionieristico saggio del 1913, Pittori Futuristi, per continuare con la monografia del 1937 e i saggi su «Paragone» e con le mostre a lui dedicate alla Biennale di Venezia (1948 e 1950) e a Milano, Palazzo Reale nel 1962. Un’analisi che si presta oggi ad una rilettura.
Sono passati ormai quasi vent’anni dall’ultima retrospettiva di rilievo dedicata a Carlo Carrà. Fu quella allestita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1994. In questi due decenni, la figura di Carrà è stata molto approfondita sul piano storico e critico, ma mancava ancora un momento che riuscisse a fare sintesi di tutto lo spessore di un artista che, come pochi altri tra gli italiani del Novecento, ha attraversato e interpretato con indipendenza creativa le diverse vicende artistiche di gran parte di quel secolo.
Questo vuoto è colmato dalla retrospettiva monografica Carlo Carrà 1881-1966 curata da Maria Cristina Bandera e promossa dalla Fondazione Ferrero di Alba dal 27 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013, che si avvale della collaborazione istituzionale della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, e del sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
L’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, così come il Patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Alba, sono stati richiesti per la mostra, che fa seguito a quella sui paesaggi di Giorgio Morandi, sempre a cura di Maria Cristina Bandera, presentata dalla Fondazione Ferrero nel 2010 con il favore del pubblico e della critica.
L’esposizione Carlo Carrà 1881-1966 si propone come un omaggio, criticamente ineccepibile, al pittore piemontese (Quargnento [Alessandria], 1881 – Milano, 1966), seguendo un criterio antologico che favorisca una lettura completa della sua opera.
Come per le precedenti Dal Duecento a Caravaggio a Morandi: la collezione di Roberto Longhi (2007-8) e Morandi. L’essenza del paesaggio (2010-11), anche in quest’occasione il legame tra il pittore e la città di Alba si concretizza attraverso la figura del grande storico dell’arte Roberto Longhi (Alba, 1890 – Firenze, 1970), che dell’opera di Carrà diede una lettura fondamentale, a partire dal pionieristico saggio del 1913, Pittori Futuristi, per continuare con la monografia del 1937, con i contributi sulla rivista «Paragone» e con le mostre a lui dedicate alla Biennale di Venezia (1948 e 1950) e a Palazzo Reale a Milano (1962).
Il percorso artistico di Carlo Carrà è testimoniato in ogni sua fase: le prime prove divisioniste, i capolavori del Futurismo, la parentesi dell’ ‘Antigrazioso’, la Metafisica e il ‘Realismo mitico’, i paesaggi (dagli anni Venti in poi), le composizioni monumentali di figura degli anni Trenta e una selezione di nature morte, così da arrivare agli ultimi anni della sua attività.
Negli eleganti spazi della Fondazione Ferrero saranno dunque riuniti più di 70 dipinti conservati nelle più prestigiose istituzioni pubbliche nazionali e internazionali, oltre che presso importanti collezioni private. Il visitatore avrà modo di ammirare opere come Uscita da teatro della Estorick Collection di Londra, Ciò che mi ha detto il tram e Le figlie di Loth del Mart di Rovereto, Ritmi di Oggetti e La musa metafisica della Pinacoteca di Brera, Composizione del Museo Puškin di Mosca, Penelope, Il pino sul mare, L’attesa di collezione privata.
«Attraverso una rigorosa selezione delle opere in mostra, molte delle quali ormai vere e proprie icone dell’arte del ’900 – afferma Maria Cristina Bandera – il pubblico potrà tornare a scoprire il lungo percorso compiuto da Carlo Carrà, protagonista dei grandi movimenti delle avanguardie italiane e interprete di un nuovo linguaggio altamente narrativo e di grande suggestione.»
Come per le precedenti esposizioni, Dal Duecento a Caravaggio a Morandi: la collezione di Roberto Longhi (2007-8) e Morandi. L’essenza del paesaggio (2010-11), anche in questa occasione il legame tra il pittore e la città di Alba si concretizza attraverso la figura del grande storico dell’arte albese Roberto Longhi, che diede una lettura fondamentale dell’opera di Carlo Carrà a partire dal pionieristico saggio del 1913, Pittori Futuristi, per continuare con la monografia del 1937 e i saggi su «Paragone» e con le mostre a lui dedicate alla Biennale di Venezia (1948 e 1950) e a Milano, Palazzo Reale nel 1962. Un’analisi che si presta oggi ad una rilettura.
Sono passati ormai quasi vent’anni dall’ultima retrospettiva di rilievo dedicata a Carlo Carrà. Fu quella allestita alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1994. In questi due decenni, la figura di Carrà è stata molto approfondita sul piano storico e critico, ma mancava ancora un momento che riuscisse a fare sintesi di tutto lo spessore di un artista che, come pochi altri tra gli italiani del Novecento, ha attraversato e interpretato con indipendenza creativa le diverse vicende artistiche di gran parte di quel secolo.
Questo vuoto è colmato dalla retrospettiva monografica Carlo Carrà 1881-1966 curata da Maria Cristina Bandera e promossa dalla Fondazione Ferrero di Alba dal 27 ottobre 2012 al 27 gennaio 2013, che si avvale della collaborazione istituzionale della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte, e del sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
L’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, così come il Patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Alba, sono stati richiesti per la mostra, che fa seguito a quella sui paesaggi di Giorgio Morandi, sempre a cura di Maria Cristina Bandera, presentata dalla Fondazione Ferrero nel 2010 con il favore del pubblico e della critica.
L’esposizione Carlo Carrà 1881-1966 si propone come un omaggio, criticamente ineccepibile, al pittore piemontese (Quargnento [Alessandria], 1881 – Milano, 1966), seguendo un criterio antologico che favorisca una lettura completa della sua opera.
Come per le precedenti Dal Duecento a Caravaggio a Morandi: la collezione di Roberto Longhi (2007-8) e Morandi. L’essenza del paesaggio (2010-11), anche in quest’occasione il legame tra il pittore e la città di Alba si concretizza attraverso la figura del grande storico dell’arte Roberto Longhi (Alba, 1890 – Firenze, 1970), che dell’opera di Carrà diede una lettura fondamentale, a partire dal pionieristico saggio del 1913, Pittori Futuristi, per continuare con la monografia del 1937, con i contributi sulla rivista «Paragone» e con le mostre a lui dedicate alla Biennale di Venezia (1948 e 1950) e a Palazzo Reale a Milano (1962).
Il percorso artistico di Carlo Carrà è testimoniato in ogni sua fase: le prime prove divisioniste, i capolavori del Futurismo, la parentesi dell’ ‘Antigrazioso’, la Metafisica e il ‘Realismo mitico’, i paesaggi (dagli anni Venti in poi), le composizioni monumentali di figura degli anni Trenta e una selezione di nature morte, così da arrivare agli ultimi anni della sua attività.
Negli eleganti spazi della Fondazione Ferrero saranno dunque riuniti più di 70 dipinti conservati nelle più prestigiose istituzioni pubbliche nazionali e internazionali, oltre che presso importanti collezioni private. Il visitatore avrà modo di ammirare opere come Uscita da teatro della Estorick Collection di Londra, Ciò che mi ha detto il tram e Le figlie di Loth del Mart di Rovereto, Ritmi di Oggetti e La musa metafisica della Pinacoteca di Brera, Composizione del Museo Puškin di Mosca, Penelope, Il pino sul mare, L’attesa di collezione privata.
«Attraverso una rigorosa selezione delle opere in mostra, molte delle quali ormai vere e proprie icone dell’arte del ’900 – afferma Maria Cristina Bandera – il pubblico potrà tornare a scoprire il lungo percorso compiuto da Carlo Carrà, protagonista dei grandi movimenti delle avanguardie italiane e interprete di un nuovo linguaggio altamente narrativo e di grande suggestione.»
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