Bruno Gorgone. L’infinito viaggiare nel segno - Opere 1980/2014
Dal 06 Giugno 2014 al 29 Giugno 2014
Cuneo
Luogo: Palazzo Samone
Indirizzo: via Amedeo Rossi 4
Orari: venerdì, sabato e domenica 16-19
Curatori: Giorgio Barberis, Gabriele Simongini
Enti promotori:
- Regione Piemonte
- Comune di Cuneo - Assessorato alla Cultura e della Provincia di Cuneo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 347 0116058
E-Mail info: info.brunogorgone@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.brunogorgone.com
Si inaugura venerdì 6 giugno 2014 alle ore 18, nelle sale del settecentesco Palazzo Samone, nel centro storico di Cuneo, l’ampia mostra retrospettiva di Bruno Gorgone “L’infinito viaggiare nel segno – Opere 1980/2014”, con il Patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Cuneo – Assessorato alla Cultura e della Provincia di Cuneo.
L’esposizione a cura di Giorgio Barberis e Gabriele Simongini documenta, attraverso una settantina di opere, il percorso dell’artista cuneese, esponente dell’astrazione italiana, a iniziare dal ciclo dei “Giardini” degli anni Ottanta, dominati dai colori primari e dall’unidimensionalità della linea matissiana, per proseguire con le opere caratterizzate dal “pattern” quale reciproco scambio tra figurazione e astrazione (anni Novanta) e con le successive “Texture” (anni 2005- 2010) sino alle opere più recenti “Atlanti di stelle”, contrassegnate da una propensione alla essenzialità e alla dialettica fra bidimensionalità e tridimensionalità che dialoga con l’ambiente. A contrappunto dei dipinti sono presentati alcuni lavori su carta ispirati ai “Licheni” di Camillo Sbarbaro e ad alcune poesie inedite di Andrea Zanzotto pubblicate per la prima volta nel 1996 in occasione di una mostra di Gorgone a Milano. Sono inoltre esposte alcune opere in vetro di Murano nelle quali l’autore incide i segni e le simbologie ricorrenti della sua pittura. Il suggestivo percorso espositivo tratteggia la coerente e personalissima ricerca di Gorgone, caratterizzata dalla sintesi fra segno – luce – colore.
I curatori della mostra hanno scritto di lui nei testi critici introduttivi:
“Seguendo il percorso creativo di questo pittore del tutto originale, si vede immediatamente il talento di un “iniziato”, di una sorta di caposcuola fuori dai canoni di una certa critica che, di volta in volta, lo ha avvicinato al decorativismo di Matisse, Kandinskij, Mondrian, Burri, e quanti altri ancora, nel segno del “pattern”o di una nuova concezione della contemporaneità artistica. Certo Bruno Gorgone, come ogni artista di cultura, non può dirsi estraneo agli influssi della Storia dell’Arte ma,al pari di un novello Monet, va visto come un agnostico cultore della musealità, libero da ogni influsso precursore ed al massimo collegabile alla rimozione onirica di Sigmund Freud”. Giorgio Barberis
“La vocazione astratta del nostro artista fiorisce sempre dal reale visibile e sensibile, non è mai fine a se stessa ed è dotata di una malia quasi fiabesca, incantata, forse nel desiderio di un ritorno all’infanzia, all’alba primigenia della vita, una vita che deve prendere forma … Nelle opere di Gorgone il dinamico flusso della vita è stato purificato da qualsiasi nevrosi frenetica ed ossessiva e portato in una dimensione più distesa ed interiore, vicina alla musica ed alla poesia per i suoi ritmi quasi sonori. Così il suo astrattismo empatico e contemplativo evoca anche un’inesauribile proliferazione generativa, una piena armonia che lega l’Uno al Tutto e al Molteplice”. Gabriele Simongini
Questa mostra realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Alpi del Mare – “Saona” – Mediterraneo costituisce la prima esposizione ad ampio respiro presentata dall’artista nella sua città natale.
Bruno Gorgone (Cuneo, 1958). Artista esponente dell’Astrazione italiana è presente nel panorama internazionale dell’arte contemporanea dai primi anni Ottanta. E’ noto per la sua personale pittura di “pattern” e per le opere in vetro di Murano incise su lamina d’oro. Laureato in Architettura all’Università di Genova, ha proseguito la sua formazione artistica a Venezia attraversando varie forme di espressione creativa. Il critico francese Pierre Restany, teorico del “Nouveau Réalisme”, si è interessato al suo lavoro e alle sue sperimentazioni nell’uso dei nuovi media. Il suo percorso è segnato da oltre cinquanta personali in gallerie, spazi pubblici e museali sotto l’egida di prestigiose istituzioni. Nel 2010 si è tenuta alla Pinacoteca Civica di Savona – Palazzo Gavotti l’ampia mostra retrospettiva “Bruno Gorgone. Giardino mentale – Opere 1980/2010, a cura di Germano Beringheli. E’ invitato a partecipare a importanti esposizioni nazionali ed internazionali tra cui il Salone Europeo d’Autunno di Parigi, le edizioni di Ligne et Couleur di Parigi del 1992 (Orangerie des Jardins du Luxembourg) e del 1996 (Ecole Nationale Supérieure des Beaux – Arts); la Mostra Alive, The White Box Gallery di New York, 2001; “Savona ‘900 – Un secolo di pittura scultura ceramica, Fortezza Monumentale del Priamar, 2008; il Festival dei Due Mondi di Spoleto 2010; La 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale Padiglione Tibet, evento parallelo alla 55. Biennale di Venezia. Attualmente espone alla Triennale di Arti Visive di Roma, a cura di Daniele Radini Tedeschi, inaugurata da Achille Bonito Oliva ed è stato invitato al Premio Vasto “L’icona ibrida”, a cura di Gabriele Simongini (luglio/ottobre 2014). Hanno scritto del suo lavoro Pierre Restany, Vittorio Sgarbi, Germano Beringheli, Tommaso Trini, Costanzo Costantini, Milena Milani, Edoardo Di Mauro, Giorgio Seveso e molti altri critici e intellettuali. Vive ed opera tra Spotorno (Savona) e Venezia.
L’esposizione a cura di Giorgio Barberis e Gabriele Simongini documenta, attraverso una settantina di opere, il percorso dell’artista cuneese, esponente dell’astrazione italiana, a iniziare dal ciclo dei “Giardini” degli anni Ottanta, dominati dai colori primari e dall’unidimensionalità della linea matissiana, per proseguire con le opere caratterizzate dal “pattern” quale reciproco scambio tra figurazione e astrazione (anni Novanta) e con le successive “Texture” (anni 2005- 2010) sino alle opere più recenti “Atlanti di stelle”, contrassegnate da una propensione alla essenzialità e alla dialettica fra bidimensionalità e tridimensionalità che dialoga con l’ambiente. A contrappunto dei dipinti sono presentati alcuni lavori su carta ispirati ai “Licheni” di Camillo Sbarbaro e ad alcune poesie inedite di Andrea Zanzotto pubblicate per la prima volta nel 1996 in occasione di una mostra di Gorgone a Milano. Sono inoltre esposte alcune opere in vetro di Murano nelle quali l’autore incide i segni e le simbologie ricorrenti della sua pittura. Il suggestivo percorso espositivo tratteggia la coerente e personalissima ricerca di Gorgone, caratterizzata dalla sintesi fra segno – luce – colore.
I curatori della mostra hanno scritto di lui nei testi critici introduttivi:
“Seguendo il percorso creativo di questo pittore del tutto originale, si vede immediatamente il talento di un “iniziato”, di una sorta di caposcuola fuori dai canoni di una certa critica che, di volta in volta, lo ha avvicinato al decorativismo di Matisse, Kandinskij, Mondrian, Burri, e quanti altri ancora, nel segno del “pattern”o di una nuova concezione della contemporaneità artistica. Certo Bruno Gorgone, come ogni artista di cultura, non può dirsi estraneo agli influssi della Storia dell’Arte ma,al pari di un novello Monet, va visto come un agnostico cultore della musealità, libero da ogni influsso precursore ed al massimo collegabile alla rimozione onirica di Sigmund Freud”. Giorgio Barberis
“La vocazione astratta del nostro artista fiorisce sempre dal reale visibile e sensibile, non è mai fine a se stessa ed è dotata di una malia quasi fiabesca, incantata, forse nel desiderio di un ritorno all’infanzia, all’alba primigenia della vita, una vita che deve prendere forma … Nelle opere di Gorgone il dinamico flusso della vita è stato purificato da qualsiasi nevrosi frenetica ed ossessiva e portato in una dimensione più distesa ed interiore, vicina alla musica ed alla poesia per i suoi ritmi quasi sonori. Così il suo astrattismo empatico e contemplativo evoca anche un’inesauribile proliferazione generativa, una piena armonia che lega l’Uno al Tutto e al Molteplice”. Gabriele Simongini
Questa mostra realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Alpi del Mare – “Saona” – Mediterraneo costituisce la prima esposizione ad ampio respiro presentata dall’artista nella sua città natale.
Bruno Gorgone (Cuneo, 1958). Artista esponente dell’Astrazione italiana è presente nel panorama internazionale dell’arte contemporanea dai primi anni Ottanta. E’ noto per la sua personale pittura di “pattern” e per le opere in vetro di Murano incise su lamina d’oro. Laureato in Architettura all’Università di Genova, ha proseguito la sua formazione artistica a Venezia attraversando varie forme di espressione creativa. Il critico francese Pierre Restany, teorico del “Nouveau Réalisme”, si è interessato al suo lavoro e alle sue sperimentazioni nell’uso dei nuovi media. Il suo percorso è segnato da oltre cinquanta personali in gallerie, spazi pubblici e museali sotto l’egida di prestigiose istituzioni. Nel 2010 si è tenuta alla Pinacoteca Civica di Savona – Palazzo Gavotti l’ampia mostra retrospettiva “Bruno Gorgone. Giardino mentale – Opere 1980/2010, a cura di Germano Beringheli. E’ invitato a partecipare a importanti esposizioni nazionali ed internazionali tra cui il Salone Europeo d’Autunno di Parigi, le edizioni di Ligne et Couleur di Parigi del 1992 (Orangerie des Jardins du Luxembourg) e del 1996 (Ecole Nationale Supérieure des Beaux – Arts); la Mostra Alive, The White Box Gallery di New York, 2001; “Savona ‘900 – Un secolo di pittura scultura ceramica, Fortezza Monumentale del Priamar, 2008; il Festival dei Due Mondi di Spoleto 2010; La 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e la Mostra Internazionale Padiglione Tibet, evento parallelo alla 55. Biennale di Venezia. Attualmente espone alla Triennale di Arti Visive di Roma, a cura di Daniele Radini Tedeschi, inaugurata da Achille Bonito Oliva ed è stato invitato al Premio Vasto “L’icona ibrida”, a cura di Gabriele Simongini (luglio/ottobre 2014). Hanno scritto del suo lavoro Pierre Restany, Vittorio Sgarbi, Germano Beringheli, Tommaso Trini, Costanzo Costantini, Milena Milani, Edoardo Di Mauro, Giorgio Seveso e molti altri critici e intellettuali. Vive ed opera tra Spotorno (Savona) e Venezia.
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