Franca Pisani. Prima guardia
Dal 05 Dicembre 2021 al 09 Gennaio 2022
Soresina | Cremona
Luogo: DAV – Dipartimento di Arti Visive
Indirizzo: Via Matteotti 2/4
Orari: SA e DO 10-12 / 16-19. Giorni feriali su appuntamento. Chiusure straordinarie: 25-26 dicembre 2021, 01 gennaio 2022
Curatori: Francesco Mutti
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 340 5419476
E-Mail info: comunicazione@dav.comune.soresina.cr.it
Dopo le esplorazioni degli archetipi del “segno”, dopo aver ridato vita a dei reperti antichi e omaggiato l’universo femminile, l’artista toscana Franca Pisani ha deciso ancora una volta di guardare al passato. Ma stavolta si tratta del proprio passato, intriso di sogni e di segni, di arte e di femminismo, di speranze e voglia di riscatto.
Nasce così “Prima guardia”, la mostra curata da Francesco Mutti che sarà inaugurata domenica 5 dicembre alle ore 17 al DAV (Dipartimento Arti Visive) di Soresina, in provincia di Cremona, alla presenza del Sindaco Diego Vairani, del direttore artistico Riccardo Bonfadini, oltre che del Curatore e dell’Artista.
Fino al 9 gennaio 2022 la mostra testimonierà gli esordi artistici della Pisani, del suo avvicinamento alla poesia visiva, prodromo dell’arte concettuale che poi l’ha accompagnata per tutta la vita. Tra l’altro si tratta della prima mostra in assoluto che Franca Pisani dedica alle sue “origini” artistiche, avvenute in un ambiente particolarmente effervescente e in un periodo di grandi cambiamenti socioeconomici, oltre che politici.
Quello che vede insieme Mutti e Pisani è un progetto storico-artistico e didattico che origina dalla volontà di recuperare alla memoria collettiva e alla storia dell'arte in generale un periodo della vita dell’Artista particolarmente fertile di innovazioni e sperimentazioni, di collaborazioni, di incontri e di legami di cui non è traccia nei libri di storia e nella linea del tempo a causa di alcuni gravissimi fatti politici avvenuti nel pieno di quegli anni Settanta di grande fermento ai quali, proprio l'artista appena ventenne, venne purtroppo ingiustamente accostata.
Nonostante tutto, Franca Pisani inseguì i propri sogni dando vita a fondamentali programmi espositivi (in spazi di Milano e di Firenze) e corporativi, soprattutto ideando e sviluppando Album Operozio del 1976 e Manumissio, manifesto della nuova “arte concettuale” del 1977, due progetti che si vedranno in mostra. Entrambi rappresentano la summa dell'ideale di condivisione di quegli anni, sia dal punto di vista ideologico sia pratico e comprendono nomi di assoluto rilievo, tra cui Eugenio Miccini, Ketty la Rocca, Enrico Crispolti, Paolo Masi, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Rebecca Horn, Hervé Fischer e molti altri. I due progetti editoriali chiariscono, oggi come un tempo, di quali rispetto e fiducia la giovanissima e talentuosa artista godesse negli ambienti dell'arte contemporanea.
In tutto al DAV di Soresina sarà visibile un centinaio di opere originali realizzate tra il 1972 e il 1977: bozzetti, disegni, foto, ferri, cartoni, cui si aggiungono 13 placche originali per produrre timbri e i relativi timbri; inoltre saranno proiettati i video di performance scritte da Franca Pisani: saranno quattro, tutte interpretate dalle attrici Giulia File e Alessia Mori.
Innamorata di questa particolare forma d’espressione nella sua declinazione italiana e alla ricerca di un'arte a misura d'uomo, Franca Pisani si dimostra attiva e propositiva per tutto il periodo che va tra il 1975 e il maggio del 1978, quando tutto finisce senza possibilità di appello.
Nel nuovo spazio della provincia cremonese dedicato all’arte contemporanea, il curatore Mutti cercherà di raccontare le vicende, le amicizie, i pensieri, i brani di vita vissuta di un'artista che aveva tutte le carte in regola per stravolgere il suo mondo, ma che venne travolta da eventi molto più grandi di lei.
Per l’occasione sarà realizzato il catalogo della mostra con testi del curatore Francesco Mutti,
A mezzo secolo dai sogni
Quegli irripetibili anni Settanta, si trovano concentrati in pochi metri quadrati, quelli che accolgono le opere di Franca Pisani: «Noi ragazze raccogliemmo lo scontento delle nostre madri - ricorda l’artista - e concordammo un'azione radicale per le artiste. La cultura, e in particolare l’arte, era l'arma della rivincita; il Femminismo il pane e il sale della cultura stessa. Sognavamo viaggi verso gli atelier-studi dei colleghi, programmavamo mostre, opere e il fermento era continuo grazie all’inarrestabile sovrapporsi e confrontarsi di idee di storie e di speranze. Noi sognavamo che il mondo cambiasse in meglio per l'arte e che questa fosse lo strumento essenziale per la nuova rinascita. Ma nonostante le nostre comuni volontà, come donne non potevamo avere il nostro giusto posto nel mondo se non rappresentate dai soliti mercanti. Non vedevamo l'arte come bene commerciale, ma sognavamo come molti nostri colleghi che l'arte fosse patrimonio universale, che appartenesse a tutti. Oggi le donne non sono ancora dove compete loro, ma lentamente e duramente, con forza, urlando e strepitando ce la stanno lentamente facendo. Sono fiera nel vederle nei grandi Musei, non solo come guide, ma sulle pareti delle sale più importanti, a cominciare da coloro che ci hanno preceduto: da Artemisia Gentileschi, alla Tintoretta, sino ad arrivare alla Kusama, a Louise Bourgeois, alla Accardi. Tutte mi stanno a cuore. La dimensione verbale è una caratteristica del mio lavoro dagli anni settanta - conclude Franca Pisani -, quando in pieno clima di ricerche concettuali, ero tra le pochissime operatrici visive a misurarsi con la relazione tra spazio, immagine, parola, segno e significato».
Nasce così “Prima guardia”, la mostra curata da Francesco Mutti che sarà inaugurata domenica 5 dicembre alle ore 17 al DAV (Dipartimento Arti Visive) di Soresina, in provincia di Cremona, alla presenza del Sindaco Diego Vairani, del direttore artistico Riccardo Bonfadini, oltre che del Curatore e dell’Artista.
Fino al 9 gennaio 2022 la mostra testimonierà gli esordi artistici della Pisani, del suo avvicinamento alla poesia visiva, prodromo dell’arte concettuale che poi l’ha accompagnata per tutta la vita. Tra l’altro si tratta della prima mostra in assoluto che Franca Pisani dedica alle sue “origini” artistiche, avvenute in un ambiente particolarmente effervescente e in un periodo di grandi cambiamenti socioeconomici, oltre che politici.
Quello che vede insieme Mutti e Pisani è un progetto storico-artistico e didattico che origina dalla volontà di recuperare alla memoria collettiva e alla storia dell'arte in generale un periodo della vita dell’Artista particolarmente fertile di innovazioni e sperimentazioni, di collaborazioni, di incontri e di legami di cui non è traccia nei libri di storia e nella linea del tempo a causa di alcuni gravissimi fatti politici avvenuti nel pieno di quegli anni Settanta di grande fermento ai quali, proprio l'artista appena ventenne, venne purtroppo ingiustamente accostata.
Nonostante tutto, Franca Pisani inseguì i propri sogni dando vita a fondamentali programmi espositivi (in spazi di Milano e di Firenze) e corporativi, soprattutto ideando e sviluppando Album Operozio del 1976 e Manumissio, manifesto della nuova “arte concettuale” del 1977, due progetti che si vedranno in mostra. Entrambi rappresentano la summa dell'ideale di condivisione di quegli anni, sia dal punto di vista ideologico sia pratico e comprendono nomi di assoluto rilievo, tra cui Eugenio Miccini, Ketty la Rocca, Enrico Crispolti, Paolo Masi, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Rebecca Horn, Hervé Fischer e molti altri. I due progetti editoriali chiariscono, oggi come un tempo, di quali rispetto e fiducia la giovanissima e talentuosa artista godesse negli ambienti dell'arte contemporanea.
In tutto al DAV di Soresina sarà visibile un centinaio di opere originali realizzate tra il 1972 e il 1977: bozzetti, disegni, foto, ferri, cartoni, cui si aggiungono 13 placche originali per produrre timbri e i relativi timbri; inoltre saranno proiettati i video di performance scritte da Franca Pisani: saranno quattro, tutte interpretate dalle attrici Giulia File e Alessia Mori.
Innamorata di questa particolare forma d’espressione nella sua declinazione italiana e alla ricerca di un'arte a misura d'uomo, Franca Pisani si dimostra attiva e propositiva per tutto il periodo che va tra il 1975 e il maggio del 1978, quando tutto finisce senza possibilità di appello.
Nel nuovo spazio della provincia cremonese dedicato all’arte contemporanea, il curatore Mutti cercherà di raccontare le vicende, le amicizie, i pensieri, i brani di vita vissuta di un'artista che aveva tutte le carte in regola per stravolgere il suo mondo, ma che venne travolta da eventi molto più grandi di lei.
Per l’occasione sarà realizzato il catalogo della mostra con testi del curatore Francesco Mutti,
A mezzo secolo dai sogni
Quegli irripetibili anni Settanta, si trovano concentrati in pochi metri quadrati, quelli che accolgono le opere di Franca Pisani: «Noi ragazze raccogliemmo lo scontento delle nostre madri - ricorda l’artista - e concordammo un'azione radicale per le artiste. La cultura, e in particolare l’arte, era l'arma della rivincita; il Femminismo il pane e il sale della cultura stessa. Sognavamo viaggi verso gli atelier-studi dei colleghi, programmavamo mostre, opere e il fermento era continuo grazie all’inarrestabile sovrapporsi e confrontarsi di idee di storie e di speranze. Noi sognavamo che il mondo cambiasse in meglio per l'arte e che questa fosse lo strumento essenziale per la nuova rinascita. Ma nonostante le nostre comuni volontà, come donne non potevamo avere il nostro giusto posto nel mondo se non rappresentate dai soliti mercanti. Non vedevamo l'arte come bene commerciale, ma sognavamo come molti nostri colleghi che l'arte fosse patrimonio universale, che appartenesse a tutti. Oggi le donne non sono ancora dove compete loro, ma lentamente e duramente, con forza, urlando e strepitando ce la stanno lentamente facendo. Sono fiera nel vederle nei grandi Musei, non solo come guide, ma sulle pareti delle sale più importanti, a cominciare da coloro che ci hanno preceduto: da Artemisia Gentileschi, alla Tintoretta, sino ad arrivare alla Kusama, a Louise Bourgeois, alla Accardi. Tutte mi stanno a cuore. La dimensione verbale è una caratteristica del mio lavoro dagli anni settanta - conclude Franca Pisani -, quando in pieno clima di ricerche concettuali, ero tra le pochissime operatrici visive a misurarsi con la relazione tra spazio, immagine, parola, segno e significato».
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