Paolo Maggis. Roots
Dal 10 Novembre 2012 al 09 Dicembre 2012
Como
Luogo: Spazio Culturale Ratti (Ex Chiesa di san Francesco)
Indirizzo: viale Lorenzo Spallino
Orari: da martedì a domenica 15-19; sabato 11-19
Curatori: Chiara Canali
Telefono per informazioni: +39 031 252352
E-Mail info: cultura@comune.como.it
Sito ufficiale: http://www.marcorossiartecontemporanea.com
Con la personale ROOTS, Paolo Maggis, artista lombardo, giovane ma già affermato in Italia e in Europa, che da alcuni anni soggiorna e vive all’estero, si propone di ritrovare le immagini che hanno cambiato il senso della sua vita e che sono diventate pilastri fondamentali dell’esistenza umana.
In particolare l’artista esplora le immagini che hanno a che vedere con la relazione dell’uomo con la natura, la terra, la poesia e la ricerca del senso dell’infinito, simboleggiato dalle stelle.
Scrive Chiara Canali, curatrice della mostra: “Le immagini di Maggis non sono soggetti neutri ma potenti strumenti conoscitivi. Così accade anche nel caso delle “radici”, da cui il titolo della mostra. Il ricorso alla metafora arboricola delle “radici” punta a costruire un vero e proprio dispositivo che, attraverso i contenuti evocati dalle immagini, si alimenta di nuclei semantici forti quali la vita, la natura e le sue necessità biologiche ed esistenziali(...). Il rizoma, parte del sistema delle radici, è uno stelo sotterraneo, orizzontale, che connette imprevedibilmente elementi eterogenei, così come la pittura di Paolo Maggis sembra mettere in connessione, in libera associazione creativa, immagini mistiche e simboliche, esplorando il senso dell’infinito.”
Immagini rizomatiche, dunque, quelle di Maggis, spesso ispirate alle narrazioni cinematografiche, fotografiche e letterarie del nostro recente passato o che prendono spunto dalla lettura di classici quali “La Luna e il falò” di Pavese, “Ossi di seppia” di Montale, o dalla visione di film che fanno parte dell’immaginario Felliniano e Pasoliniano.
Nella Ex Chiesa di san Francesco, Maggis espone una Via Crucis, laica e profana, 10 immagini, poste nelle dieci cappelle delle navate laterali, che incarnano la necessità atavica ed ancestrale dell’umanità di costruire una impossibile relazione tra uomo-terra-cielo-cosmo-natura, “una relazione poetica di luminosità in una notte nera che nera non é e dove il nero non é il vuoto ma un pieno” (Paolo Maggis).
Le opere pittoriche presenti in mostra, dall’intensa e grumosa trama cromatica, sono visioni che lasciano trasparire e prendere forma, dallo sfondo cupo e monocromatico, figure e fantasmi del passato, quali spettri magici e surreali che incarnano un’atmosfera da "realismo magico".
Sono opere che respirano energia vitale e afflato universale, epifanie e illuminazioni che pongono l’uomo e l’artista di fronte alla scoperta dell’assoluto.
Fra tutte spicca la grande tela centrale, intitolata “Fantastic”, pensata appositamente per l’abside della Chiesa di San Francesco di Como, il cui soggetto è tratto da un film di Fellini: quando passa la nave "Rex”, il primo ad accorgersene è un bambino, colui che, nella sua ingenuità e nel suo candore, sa riconoscersi parte del cosmo e sa amplificare i propri desideri ed emozioni.
Questa mostra, organizzata in collaborazione con la Galleria Marcorossi artecontemporanea di Milano, rappresenta la terza tappa del progetto “Terra e stelle”, iniziato nel maggio 2012 allo Spinnerei di Lipsia, alla quale è seguita Sketches from life, al Circolo artistico e culturale di Ortisei e che terminerà nella primavera del 2013 con una personale a Pietrasanta.
Note Biografiche
Paolo Maggis nasce nel 1978 a Milano, oggi, dopo un lungo soggiorno a Berlino, vive e lavora a Barcellona.
Laureato all’Accademia di Brera, allestisce nel 2000 la sua prima personale, intitolata I volti neri, curata da Mimmo di Marzio allo Spazio Obraz di Milano. Tra il 2000 e il 2001 ristruttura personalmente un seminterrato che diventerà il suo studio; intanto insegna in un liceo artistico, e comincia a lavorare con Giovanni Frangi, dal quale impara come un allievo dal maestro. Da allora la parabola della sua carriera espositiva è in rapida ascesa. Partecipa a varie fiere e mostre collettive in Italia e all’estero, tra cui Il Premio Durini e l’Accademia di Brera, a cura di Alessandro Riva al Museo della Permanente (2002), Cluedo Assassinio in cattedrale, curata da Maurizio Sciaccaluga alla Galleria Comunale d’arte contemporanea di Arezzo, Italian Factory alla 50°Biennale Internazionale d’Arte di Venezia a cura di Alessandro Riva (2003), Anteprima XVI Quadriennale alla Palazzina della Promotrice di Torino (2004) e New Thing, ideata da Luca Beatrice per Spirale Arte.
Maggis utilizza immagini tratte da diversi media - cinema, tv, internet - sfruttando tutta la loro forza istantanea, la confusione dei loro messaggi. Il suo è un linguaggio veloce, potente, che assale l’osservatore con molti strati di colori pastoso che si sovrappongono sulle grandi tele. Tra le mostre personali ricordiamo nel 2003 Notizie su di noi, a cura di Beatrice Buscaroli per Spirale Arte a Pietrasanta, e nel 2004 Dream on alla Beaker Gallery di
Tampa, Gita al lago, alla Binz&Kraemer di Colonia, The Dreamers a cura di Marco Meneguzzo, ispirata al film di Bertolucci e allestita alla galleria Spirale Arte di Milano ora Marcorossi artecontemporanea. Nel 2005 Maggis è protagonista di Monito-r, allestita a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto, curata da Vladek Cwalinski e corredata da catalogo Skira, con testi di Cwalinski, Luca Beatrice e Luca Doninelli. Dello stesso anno anche la personale Paolo Maggis, a cura di Gianluca Marziani per la galleria Spirale Arte di Verona e l’installazione alla Permamente di Milano intitolata 10 di te, a cura di Marco Meneguzzo. Nel 2006, alla galleria Allegretti Contemporanea di Torino, Maggis inaugura un progetto di Luca Beatrice dedicato a tre giovani pittori italiani, presentando un ciclo di quindici opere dal titolo Siamo fatti così. Nel 2006 si trasferisce a Berlino entrando in contatto con molti giovani artisti tedeschi. Dal 2007 al 2010 espone mostre personali alla Galleria Metropolitana di Barcellona, alla GFJK a Baden Baden, a Vicenza da Andrea artecontemporanea, a Torino da Marena e a Milano alla Galleria Marcorossi artecontemporanea. Nel 2008 vince il Premio Euromobil under 30 in Arte Fiera, Bologna e partecipa a mostre collettive a Pechino, Colonia, Roma, Madrid e Milano. Nel 2011 una sua opera è stata esposta al Padiglione Lombardia della 54° Biennale di Venezia, curato da Vittorio Sgarbi e ha partecipato alla rassegna curata da Andrea Bruciati The Gentlemen of Verona a Palazzo Forti.
Un volume su dieci anni di pittura (Carlo Cambi editore, con testi di M. Meneguzzo, L. Doninelli, A. Picca e C. Cosmo) è stato presentato al PAN di Napoli, città dove ha esposto, nel 2011, una personale alla Galleria The Apartment. Nel 2012 é protagonista di un ampio progetto, intitolato Terra e stelle, che racchiude cinque mostre pensate per diversi spazi espositivi, in Italia e in Europa, tra cui White ashes esposta a Spinnerei, Lipsia e Sketches from life, al Circolo artistico e culturale di Ortisei.
In particolare l’artista esplora le immagini che hanno a che vedere con la relazione dell’uomo con la natura, la terra, la poesia e la ricerca del senso dell’infinito, simboleggiato dalle stelle.
Scrive Chiara Canali, curatrice della mostra: “Le immagini di Maggis non sono soggetti neutri ma potenti strumenti conoscitivi. Così accade anche nel caso delle “radici”, da cui il titolo della mostra. Il ricorso alla metafora arboricola delle “radici” punta a costruire un vero e proprio dispositivo che, attraverso i contenuti evocati dalle immagini, si alimenta di nuclei semantici forti quali la vita, la natura e le sue necessità biologiche ed esistenziali(...). Il rizoma, parte del sistema delle radici, è uno stelo sotterraneo, orizzontale, che connette imprevedibilmente elementi eterogenei, così come la pittura di Paolo Maggis sembra mettere in connessione, in libera associazione creativa, immagini mistiche e simboliche, esplorando il senso dell’infinito.”
Immagini rizomatiche, dunque, quelle di Maggis, spesso ispirate alle narrazioni cinematografiche, fotografiche e letterarie del nostro recente passato o che prendono spunto dalla lettura di classici quali “La Luna e il falò” di Pavese, “Ossi di seppia” di Montale, o dalla visione di film che fanno parte dell’immaginario Felliniano e Pasoliniano.
Nella Ex Chiesa di san Francesco, Maggis espone una Via Crucis, laica e profana, 10 immagini, poste nelle dieci cappelle delle navate laterali, che incarnano la necessità atavica ed ancestrale dell’umanità di costruire una impossibile relazione tra uomo-terra-cielo-cosmo-natura, “una relazione poetica di luminosità in una notte nera che nera non é e dove il nero non é il vuoto ma un pieno” (Paolo Maggis).
Le opere pittoriche presenti in mostra, dall’intensa e grumosa trama cromatica, sono visioni che lasciano trasparire e prendere forma, dallo sfondo cupo e monocromatico, figure e fantasmi del passato, quali spettri magici e surreali che incarnano un’atmosfera da "realismo magico".
Sono opere che respirano energia vitale e afflato universale, epifanie e illuminazioni che pongono l’uomo e l’artista di fronte alla scoperta dell’assoluto.
Fra tutte spicca la grande tela centrale, intitolata “Fantastic”, pensata appositamente per l’abside della Chiesa di San Francesco di Como, il cui soggetto è tratto da un film di Fellini: quando passa la nave "Rex”, il primo ad accorgersene è un bambino, colui che, nella sua ingenuità e nel suo candore, sa riconoscersi parte del cosmo e sa amplificare i propri desideri ed emozioni.
Questa mostra, organizzata in collaborazione con la Galleria Marcorossi artecontemporanea di Milano, rappresenta la terza tappa del progetto “Terra e stelle”, iniziato nel maggio 2012 allo Spinnerei di Lipsia, alla quale è seguita Sketches from life, al Circolo artistico e culturale di Ortisei e che terminerà nella primavera del 2013 con una personale a Pietrasanta.
Note Biografiche
Paolo Maggis nasce nel 1978 a Milano, oggi, dopo un lungo soggiorno a Berlino, vive e lavora a Barcellona.
Laureato all’Accademia di Brera, allestisce nel 2000 la sua prima personale, intitolata I volti neri, curata da Mimmo di Marzio allo Spazio Obraz di Milano. Tra il 2000 e il 2001 ristruttura personalmente un seminterrato che diventerà il suo studio; intanto insegna in un liceo artistico, e comincia a lavorare con Giovanni Frangi, dal quale impara come un allievo dal maestro. Da allora la parabola della sua carriera espositiva è in rapida ascesa. Partecipa a varie fiere e mostre collettive in Italia e all’estero, tra cui Il Premio Durini e l’Accademia di Brera, a cura di Alessandro Riva al Museo della Permanente (2002), Cluedo Assassinio in cattedrale, curata da Maurizio Sciaccaluga alla Galleria Comunale d’arte contemporanea di Arezzo, Italian Factory alla 50°Biennale Internazionale d’Arte di Venezia a cura di Alessandro Riva (2003), Anteprima XVI Quadriennale alla Palazzina della Promotrice di Torino (2004) e New Thing, ideata da Luca Beatrice per Spirale Arte.
Maggis utilizza immagini tratte da diversi media - cinema, tv, internet - sfruttando tutta la loro forza istantanea, la confusione dei loro messaggi. Il suo è un linguaggio veloce, potente, che assale l’osservatore con molti strati di colori pastoso che si sovrappongono sulle grandi tele. Tra le mostre personali ricordiamo nel 2003 Notizie su di noi, a cura di Beatrice Buscaroli per Spirale Arte a Pietrasanta, e nel 2004 Dream on alla Beaker Gallery di
Tampa, Gita al lago, alla Binz&Kraemer di Colonia, The Dreamers a cura di Marco Meneguzzo, ispirata al film di Bertolucci e allestita alla galleria Spirale Arte di Milano ora Marcorossi artecontemporanea. Nel 2005 Maggis è protagonista di Monito-r, allestita a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto, curata da Vladek Cwalinski e corredata da catalogo Skira, con testi di Cwalinski, Luca Beatrice e Luca Doninelli. Dello stesso anno anche la personale Paolo Maggis, a cura di Gianluca Marziani per la galleria Spirale Arte di Verona e l’installazione alla Permamente di Milano intitolata 10 di te, a cura di Marco Meneguzzo. Nel 2006, alla galleria Allegretti Contemporanea di Torino, Maggis inaugura un progetto di Luca Beatrice dedicato a tre giovani pittori italiani, presentando un ciclo di quindici opere dal titolo Siamo fatti così. Nel 2006 si trasferisce a Berlino entrando in contatto con molti giovani artisti tedeschi. Dal 2007 al 2010 espone mostre personali alla Galleria Metropolitana di Barcellona, alla GFJK a Baden Baden, a Vicenza da Andrea artecontemporanea, a Torino da Marena e a Milano alla Galleria Marcorossi artecontemporanea. Nel 2008 vince il Premio Euromobil under 30 in Arte Fiera, Bologna e partecipa a mostre collettive a Pechino, Colonia, Roma, Madrid e Milano. Nel 2011 una sua opera è stata esposta al Padiglione Lombardia della 54° Biennale di Venezia, curato da Vittorio Sgarbi e ha partecipato alla rassegna curata da Andrea Bruciati The Gentlemen of Verona a Palazzo Forti.
Un volume su dieci anni di pittura (Carlo Cambi editore, con testi di M. Meneguzzo, L. Doninelli, A. Picca e C. Cosmo) è stato presentato al PAN di Napoli, città dove ha esposto, nel 2011, una personale alla Galleria The Apartment. Nel 2012 é protagonista di un ampio progetto, intitolato Terra e stelle, che racchiude cinque mostre pensate per diversi spazi espositivi, in Italia e in Europa, tra cui White ashes esposta a Spinnerei, Lipsia e Sketches from life, al Circolo artistico e culturale di Ortisei.
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