Gaetano Orazio. Il Belvedere del Trovante
Dal 30 Novembre 2022 al 15 Dicembre 2022
Erba | Como
Luogo: Lariofiere
Indirizzo: Viale Resegone
Orari: 3-4 E 10-11 DICEMBRE ORE 10-12.30 / 15-19; 15 DICEMBRE ORE 15-19
Dalla ricerca artistica e spirituale di Gaetano Orazio prende vita “Il Belvedere del Trovante”
Un progetto di valorizzazione culturale del territorio della Brianza lecchese concepito dall’artista caro a Philippe Daverio.
Un percorso in dieci tappe e una mostra-evento a Lariofiere di Erba.
“Quando l’ho visto, sul fianco della montagna, dopo averlo dipinto infinite volte, ho compreso che la mia ricerca era conclusa: quello lassù era il mio daimon, era quello che avevo cercato nel doppio respiro della salamandra, nel profilo della castagna d’acqua, nei sassi del torrente, nell’acqua, ritrovato liquido amniotico”. Gaetano Orazio, pittore e poeta campano innamorato della Brianza dove da anni vive e lavora, descrive così l’incontro visivo con la figura del Trovante, la sagoma che si staglia per un gioco di luci ed ombre sul fianco del Corno Birone - l’imponente sperone roccioso che si erge nel Triangolo Lariano a pochi chilometri da Lecco - e che ha segnato la sua pittura per oltre 20 anni. Visibile da molteplici località di quella Brianza lecchese di cui Orazio è uno dei cantori più puri, questa figura assume la valenza di elemento identitario e nume protettore di reminiscenze ancestrali, evocando valori riconducibili al “genius loci”, sintesi della forza e della persistenza della natura e della creatività umana.
Il Trovante diviene, in questa accezione, un elemento aggregante per i dieci comuni del territorio da cui si può osservare: Annone Brianza, Barzago, Bosisio Parini, Bulciago, Civate, Costamasnaga, Cremella, Garbagnate Monastero, Molteno e Monticello Brianza.
Nasce da questa “rivelazione” l’intuizione delle Amministrazioni di questi Comuni di realizzare “Il Belvedere del Trovante”, un progetto di valorizzazione artistico culturale del territorio della Brianza lecchese che ha proprio nel Trovante il suo minimo comune denominatore e che si articola nella creazione di un percorso che collega i diversi comuni coinvolti.
In ciascun comune è posizionata una scultura di Gaetano Orazio, la sagoma in metallo del Trovante, con una fessura all’altezza del cuore da cui è possibile, nell’ora indicata, scorgere la stessa figura sulla montagna, annullando lo spazio ed il tempo in una sintesi perfetta tra la rappresentazione e l’originale. Un qrcode consente di individuare e geolocalizzare le altre sculture del percorso e di approfondirne i contenuti.
“Il Trovante è il cuore pulsante di un percorso che ci offre l’opportunità di promuovere i nostri comuni in chiave culturale, artistica e paesaggistica. – spiega Giuseppe Chiarella, sindaco di Molteno e coordinatore dei Comuni coinvolti nel progetto – In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una riscoperta del turismo di prossimità, un tema su cui è indispensabile fare squadra. Il Belvedere del Trovante è un’occasione in questa direzione, unendo arte e natura. Siamo convinti che l’arte e la natura siano elementi capaci di dare valore aggiunto al territorio: per questo motivo, attraverso le opere di Gaetano, ciascuno potrà stabilire il proprio legame con il Trovante, con ciò che rappresenta e con il territorio di cui è espressione”
In coincidenza con l’inaugurazione del percorso, il 30 novembre prossimo alle ore 18:00 si inaugurerà anche al centro espositivo Lariofiere di Erba (sala Porro) una mostra personale dell’artista che fu scoperto e valorizzato da Philippe Daverio. La mostra – che sarà accompagnata da un importante catalogo - sarà l’occasione per approfondire il percorso di ricerca artistica e spirituale che ha portato Gaetano Orazio ad imbattersi nel Trovante e ad esserne letteralmente catturato. Inoltre una delle statue raffiguranti il Trovante sarà posizionata in allestimento permanente nel piazzale posto all’ingresso dei padiglioni espositivi.
Gaetano Orazio
Di origini campane, nato ad Agri in provincia di Salerno nel 1954, Gaetano Orazio appena quindicenne si trasferisce per necessità al Nord dove ancora giovanissimo entra in fabbrica. Ed è qui, avvolto nelle nebbie lombarde che non aveva mai visto prima, che scopre la sua naturale inclinazione alla pittura ed alla poesia e si innamora perdutamente della Brianza che elegge sua terra d’adozione. Sperimenta da autodidatta un percorso artistico che sfugge ad ogni definizione e che ha per tutti gli anni Ottanta come oggetti di ricerca il lavoro, la fabbrica, le periferie industriali. Negli anni Novanta si trasferisce in Brianza e l’incontro con la natura ed in particolare con il Rio Toscio, il torrente che scorre a fianco dell’Abazia di San Pietro al Monte, ha la potenza di colpo di fulmine. Trasforma il suo sentire e dà vita ad alcuni suoi cicli pittorici più noti, quali Paesaggi Interiori, Teschi e farfalle, Salamandre, Fabule, Due respiri e soprattutto Trovante. L’aria e l’acqua sembrano essere i suoi riferimenti in quegli anni e nei successivi: del resto i due elementi fusi nell’aeraulica sono anche quelli con cui si misura al lavoro. Nascono così i cicli Come la neve sui Pomodori (2000), De-sidero (2009), Passeggieri della terra (2010), Centauri (2010) e Aurora (2011). Ed ancora dal 2013 Quadri da un’esposizione (2013), Piacenza Biffi Arte e Per l’arte (2014), A Grandi Bracciate nell’oscurità (2016). Nel 2015 l’amicizia con il videomaker Moreno Pirovano e con l’agenzia Zampediverse si trasforma anche in un sodalizio artistico da cui scaturiscono happening singolari come Soggiorni Contemplativi (2017), Salone di Bellezza (2018), Indicazioni (2021). Nel 2019 il Trovante, finalmente svelato, è protagonista di Someanza, una mostra itinerante. La sua prima personale è datata 1992, ma nonostante le numerose mostre non si è mai lasciato tentare delle sirene del mercato dell’arte: ha sempre dipinto e scritto – è infatti un poeta di rara profondità – solo seguendo il suo personale istinto ad abbandonarsi ad una dimensione primigenia, alla ricerca di profonde “somiglianze” con ogni materia. Philippe Daverio, intellettuale e critico d’arte, rimane folgorato dal “caso Orazio”, a cui dedica uno spazio in Passepartout su Rai3, definendolo “artista sciamano”. Tra i due nasce una profonda amicizia destinata a durare sino alla scomparsa di Daverio nel 2020. Gaetano Orazio vive a Barzago dove ha anche lo studio: un capannone industriale dismesso, sintesi perfetta del suo sentire e della sua vita, divenuto luogo di incontri e serate in compagnia all’insegna del buon cibo, della poesia e dell’arte quotidiana di osservare il mondo e ritrarlo in un eterno dormiveglia, luogo privilegiato della verità.
Un progetto di valorizzazione culturale del territorio della Brianza lecchese concepito dall’artista caro a Philippe Daverio.
Un percorso in dieci tappe e una mostra-evento a Lariofiere di Erba.
“Quando l’ho visto, sul fianco della montagna, dopo averlo dipinto infinite volte, ho compreso che la mia ricerca era conclusa: quello lassù era il mio daimon, era quello che avevo cercato nel doppio respiro della salamandra, nel profilo della castagna d’acqua, nei sassi del torrente, nell’acqua, ritrovato liquido amniotico”. Gaetano Orazio, pittore e poeta campano innamorato della Brianza dove da anni vive e lavora, descrive così l’incontro visivo con la figura del Trovante, la sagoma che si staglia per un gioco di luci ed ombre sul fianco del Corno Birone - l’imponente sperone roccioso che si erge nel Triangolo Lariano a pochi chilometri da Lecco - e che ha segnato la sua pittura per oltre 20 anni. Visibile da molteplici località di quella Brianza lecchese di cui Orazio è uno dei cantori più puri, questa figura assume la valenza di elemento identitario e nume protettore di reminiscenze ancestrali, evocando valori riconducibili al “genius loci”, sintesi della forza e della persistenza della natura e della creatività umana.
Il Trovante diviene, in questa accezione, un elemento aggregante per i dieci comuni del territorio da cui si può osservare: Annone Brianza, Barzago, Bosisio Parini, Bulciago, Civate, Costamasnaga, Cremella, Garbagnate Monastero, Molteno e Monticello Brianza.
Nasce da questa “rivelazione” l’intuizione delle Amministrazioni di questi Comuni di realizzare “Il Belvedere del Trovante”, un progetto di valorizzazione artistico culturale del territorio della Brianza lecchese che ha proprio nel Trovante il suo minimo comune denominatore e che si articola nella creazione di un percorso che collega i diversi comuni coinvolti.
In ciascun comune è posizionata una scultura di Gaetano Orazio, la sagoma in metallo del Trovante, con una fessura all’altezza del cuore da cui è possibile, nell’ora indicata, scorgere la stessa figura sulla montagna, annullando lo spazio ed il tempo in una sintesi perfetta tra la rappresentazione e l’originale. Un qrcode consente di individuare e geolocalizzare le altre sculture del percorso e di approfondirne i contenuti.
“Il Trovante è il cuore pulsante di un percorso che ci offre l’opportunità di promuovere i nostri comuni in chiave culturale, artistica e paesaggistica. – spiega Giuseppe Chiarella, sindaco di Molteno e coordinatore dei Comuni coinvolti nel progetto – In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una riscoperta del turismo di prossimità, un tema su cui è indispensabile fare squadra. Il Belvedere del Trovante è un’occasione in questa direzione, unendo arte e natura. Siamo convinti che l’arte e la natura siano elementi capaci di dare valore aggiunto al territorio: per questo motivo, attraverso le opere di Gaetano, ciascuno potrà stabilire il proprio legame con il Trovante, con ciò che rappresenta e con il territorio di cui è espressione”
In coincidenza con l’inaugurazione del percorso, il 30 novembre prossimo alle ore 18:00 si inaugurerà anche al centro espositivo Lariofiere di Erba (sala Porro) una mostra personale dell’artista che fu scoperto e valorizzato da Philippe Daverio. La mostra – che sarà accompagnata da un importante catalogo - sarà l’occasione per approfondire il percorso di ricerca artistica e spirituale che ha portato Gaetano Orazio ad imbattersi nel Trovante e ad esserne letteralmente catturato. Inoltre una delle statue raffiguranti il Trovante sarà posizionata in allestimento permanente nel piazzale posto all’ingresso dei padiglioni espositivi.
Gaetano Orazio
Di origini campane, nato ad Agri in provincia di Salerno nel 1954, Gaetano Orazio appena quindicenne si trasferisce per necessità al Nord dove ancora giovanissimo entra in fabbrica. Ed è qui, avvolto nelle nebbie lombarde che non aveva mai visto prima, che scopre la sua naturale inclinazione alla pittura ed alla poesia e si innamora perdutamente della Brianza che elegge sua terra d’adozione. Sperimenta da autodidatta un percorso artistico che sfugge ad ogni definizione e che ha per tutti gli anni Ottanta come oggetti di ricerca il lavoro, la fabbrica, le periferie industriali. Negli anni Novanta si trasferisce in Brianza e l’incontro con la natura ed in particolare con il Rio Toscio, il torrente che scorre a fianco dell’Abazia di San Pietro al Monte, ha la potenza di colpo di fulmine. Trasforma il suo sentire e dà vita ad alcuni suoi cicli pittorici più noti, quali Paesaggi Interiori, Teschi e farfalle, Salamandre, Fabule, Due respiri e soprattutto Trovante. L’aria e l’acqua sembrano essere i suoi riferimenti in quegli anni e nei successivi: del resto i due elementi fusi nell’aeraulica sono anche quelli con cui si misura al lavoro. Nascono così i cicli Come la neve sui Pomodori (2000), De-sidero (2009), Passeggieri della terra (2010), Centauri (2010) e Aurora (2011). Ed ancora dal 2013 Quadri da un’esposizione (2013), Piacenza Biffi Arte e Per l’arte (2014), A Grandi Bracciate nell’oscurità (2016). Nel 2015 l’amicizia con il videomaker Moreno Pirovano e con l’agenzia Zampediverse si trasforma anche in un sodalizio artistico da cui scaturiscono happening singolari come Soggiorni Contemplativi (2017), Salone di Bellezza (2018), Indicazioni (2021). Nel 2019 il Trovante, finalmente svelato, è protagonista di Someanza, una mostra itinerante. La sua prima personale è datata 1992, ma nonostante le numerose mostre non si è mai lasciato tentare delle sirene del mercato dell’arte: ha sempre dipinto e scritto – è infatti un poeta di rara profondità – solo seguendo il suo personale istinto ad abbandonarsi ad una dimensione primigenia, alla ricerca di profonde “somiglianze” con ogni materia. Philippe Daverio, intellettuale e critico d’arte, rimane folgorato dal “caso Orazio”, a cui dedica uno spazio in Passepartout su Rai3, definendolo “artista sciamano”. Tra i due nasce una profonda amicizia destinata a durare sino alla scomparsa di Daverio nel 2020. Gaetano Orazio vive a Barzago dove ha anche lo studio: un capannone industriale dismesso, sintesi perfetta del suo sentire e della sua vita, divenuto luogo di incontri e serate in compagnia all’insegna del buon cibo, della poesia e dell’arte quotidiana di osservare il mondo e ritrarlo in un eterno dormiveglia, luogo privilegiato della verità.
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