This is my mother
Dal 25 Novembre 2016 al 06 Gennaio 2017
Catania
Luogo: Palazzo della Cultura
Indirizzo: via Vittorio Emanuele II 121
Curatori: Domenico Amoroso
Enti promotori:
- Con il Patrocinio del Comune di Catania
Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare. (Andy Warhol)
This is my mother, vuole essere un’ occasione di confronto tra artisti individuati in nome di un comune sentimento verso la terra intesa come materia e spirito di un percorso esistenziale oltre che artistico. Il rapporto dell’uomo con la natura, soprattutto in Occidente, è sempre stato caratterizzato da violenze e barbarie. Oggi non esistono quasi più zone non contaminate, per questo, negli ultimi anni, è maturata sempre più la coscienza del grave danno che la società industrializzata e ipertecnologica sta causando alla Terra. E’ dunque comprensibile, e quasi inevitabile, che l’artista contemporaneo senta l’esigenza di raccontare la natura attraverso una ricerca che prevede l’opera fatta di “natura” o comunque a partire da essa, e nello stesso tempo denunciare e spingere alla risoluzione dei problemi ambientali, stabilendo un rapporto più equilibrato fra gli uomini ed il mondo. I quattro artisti protagonisti della mostra, in proporzioni diverse e declinando in modo assolutamente personale il proprio rapporto con la natura, positivamente sollecitati e condizionati da fattori generazionali, contesti sociali e territoriali, si relazionano tra loro, costruendo un articolato e affascinante colloquio con la propria Madre Terra.
Pietra, marmo, il biondo calcare della ricostruzione della Sicilia orientale dopo il terremoto del 1693, per Laura D’Andrea Petrantoni; e la lava dell’Etna che prima fu caos, magma incandescente che scorre e brucia, dalla cima del vulcano al mare che divide e unisce popoli, culture e religioni destinati a confrontarsi per sempre, di cui la D’Andrea studia le scritture, interpreta i simboli.
Angelo Ciotti che cresce in Pennsylvania, affascinato dalle grandi discariche minerarie di carbone che punteggiavano il paesaggio, ha sempre tenuto questa immagine come un segno indelebile della sua personalità e impulso per la sua immaginazione. L’esperienza negativa della trasformazione della crosta terrestre, lo spinge però alla ricerca artistica di un approccio alternativo positivo che restituisca alla terra, dignità e bellezza.
Eugenia Beck Lefebvre, nel chiuso nucleo della sua sensibilità - in cui attraverso una serrata autorappresentazione di sé indaga le radici dell’esistenza e la condizione moderna dell’uomo - vede nel paesaggio, nella terra, nella scarna e minimale condizione minerale, un alter ego, ma anche l’esplicitazione sofferta e densa di una natura madre.
Innocenzo Carbone - artista caratterizzato dall’ attenzione e dall’ espressività segnica– scompone gli elementi originari della materia con atteggiamento mistico e alchemico, ritrovando nella terra un primitivo sogno di armonia. (dal testo critico di D. Amoroso)
Inaugurazione venerdì 25 novembre h 18
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