Salvatore Lanzafame. Ambiens. La natura ci circonda
Dal 05 Luglio 2014 al 26 Luglio 2014
Catania
Luogo: latienda di TRIBEART
Indirizzo: piazza Manganelli 14
Orari: da martedì a sabato 10-13 / 18-21.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 339 5626111
E-Mail info: latienda@tribeart.it
Sito ufficiale: http://shop.tribeart.it/
Sabato 5 luglio alle ore 19 presso latienda di TRIBEART – spazio culturale in pieno centro storico dedicato all'arte contemporanea e dotato di shop «ad alto contenuto siciliano e a basso impatto ambientale» – verrà inaugurata "Ambiens. La natura ci circonda", personale di Salvatore Lanzafame (Catania, 1973). La mostra, che raccoglie alcuni degli ultimi lavori dell'artista, è accompagnata da un breve testo di Vanessa Viscogliosi, giornalista e responsabile del progetto latienda. Ventitré le tele esposte che ben sintetizzano l'iconografia pittorica di Lanzafame: campi lavici, saline, laghi, montagne; paesaggi che «bruciano di rosso i notturni e spettinano di vento le scorticature della terra».
Inserita nella programmazione di centrocontemporaneo, l'esposizione sarà visitabile fino al 26 luglio, dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 21.30.
“Il verbo ambire in latino corrisponde all’italiano circondare. Ambiens, ambiente era ciò che stava intorno, il circostante. Non è più così, ora ambiens, l’ambiente è circondato da noi. Aria, acqua, suolo, sono sotto assedio e si restringono. Circondati, si arrenderanno”.
(Erri De Luca, Alzaia, 2004)
L’iconografia pittorica di Salvatore Lanzafame attinge da sempre al mondo della natura. Campi lavici, saline, laghi, montagne. La sua tela è un ventre che accoglie lo spettacolo del creato. I suoi occhi gusci aperti che bruciano di rosso i notturni e spettinano di vento le scorticature della terra.
Paesaggi come versi fulminei, pennellate come falcate nelle viscere. Lanzafame respira a pieni polmoni l'ambiente che lo circonda – che ci circonda – ma tralascia la vergogna e dipinge la leggenda. Del cemento, gramigna che tutto inghiotte, e dell'indolenza, fango che tutto lacera, non vi è traccia. I suoi territori sono riserve naturali dell'anima, spazi chiusi alle intemperie di un'umanità incosciente. Qui tutto è inviolato. Lode e meraviglia si fanno largo fra lande e serali sulle saline.
Eppure, oggi, passeggeri ostili concimiamo di morte la verità della bellezza. Dalla cima del cielo alla polvere delle radici infettiamo ecosistemi, avveleniamo campi, seminiamo distruzione. Teniamo sotto scatto il mondo. Lanzafame nonassedia ma si lascia circondare. L'aria, l'acqua, il suolo, la lava diventano strati di colore che ribaltano presenti ammaccati. La densità cromatica diviene spessore emotivo, partecipazione. La tavolozza terreno incontaminato e la pittura antidoto alle barbarie.
Vanessa Viscogliosi
Inserita nella programmazione di centrocontemporaneo, l'esposizione sarà visitabile fino al 26 luglio, dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 18 alle 21.30.
“Il verbo ambire in latino corrisponde all’italiano circondare. Ambiens, ambiente era ciò che stava intorno, il circostante. Non è più così, ora ambiens, l’ambiente è circondato da noi. Aria, acqua, suolo, sono sotto assedio e si restringono. Circondati, si arrenderanno”.
(Erri De Luca, Alzaia, 2004)
L’iconografia pittorica di Salvatore Lanzafame attinge da sempre al mondo della natura. Campi lavici, saline, laghi, montagne. La sua tela è un ventre che accoglie lo spettacolo del creato. I suoi occhi gusci aperti che bruciano di rosso i notturni e spettinano di vento le scorticature della terra.
Paesaggi come versi fulminei, pennellate come falcate nelle viscere. Lanzafame respira a pieni polmoni l'ambiente che lo circonda – che ci circonda – ma tralascia la vergogna e dipinge la leggenda. Del cemento, gramigna che tutto inghiotte, e dell'indolenza, fango che tutto lacera, non vi è traccia. I suoi territori sono riserve naturali dell'anima, spazi chiusi alle intemperie di un'umanità incosciente. Qui tutto è inviolato. Lode e meraviglia si fanno largo fra lande e serali sulle saline.
Eppure, oggi, passeggeri ostili concimiamo di morte la verità della bellezza. Dalla cima del cielo alla polvere delle radici infettiamo ecosistemi, avveleniamo campi, seminiamo distruzione. Teniamo sotto scatto il mondo. Lanzafame nonassedia ma si lascia circondare. L'aria, l'acqua, il suolo, la lava diventano strati di colore che ribaltano presenti ammaccati. La densità cromatica diviene spessore emotivo, partecipazione. La tavolozza terreno incontaminato e la pittura antidoto alle barbarie.
Vanessa Viscogliosi
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