L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi
Dal 17 Dicembre 2016 al 25 Marzo 2017
Santa Maria Capua Vetere | Caserta
Luogo: Museo archeologico dell'antica Capua e Mitreo
Indirizzo: via Roberto d'Angiò 48
Curatori: Irene Zambon
Enti promotori:
- Regione Campania
- Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
- Polo museale della Campania
- Scabec Spa
- Società Geografica Italiana onlus
- Festival della Letteratura di Viaggio
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0823.844206
E-Mail info: sar-cam.smariacapua@beniculturali.it
Fa tappa in Campania la mostra fotografica, documentaria e multimediale dal titolo “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi”, una mostra che riscopre e racconta il percorso della prima grande via europea, da Roma a Brindisi, percorsa a piedi nell'estate 2015 da Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon.
Inaugurata a Roma nell’Auditorium, la mostra è ospitata nel Museo Archeologico dell’antica Capua dal 17 dicembre 2016 al 25 marzo 2017, rievocando la prima tappa del percorso della Regina viarum. La via consolare fu il tramite per diffondere i principi della civiltà romana, lo strumento che fisicamente collegò il “centro del Potere” con i luoghi strategici della penisola. Appio Claudio nei cinque anni della sua censura tracciò la via da Roma a Capua per 132 miglia. L’Appia fu la linea lungo la quale marciò il temuto esercito romano, ma anche la via della condivisione, degli scambi culturali, dei traffici. La triste strada lungo la quale giungevano a Capua gli schiavi e i gladiatori, dove i 6.000 compagni di Spartaco vennero crocifissi atrocemente e simbolicamente esposti a mo’ di monito. Il selciato calcato da Paolo di Tarso e dai primi apostoli che, con la loro testimonianza, segneranno la fine dei culti pagani e delle religioni misteriche.
Un ulteriore invito a visitare la mostra è offerto da una selezione di iscrizioni, rilievi e sculture provenienti dalla città. Tra questi spicca la statua del Trittolemo, l’eroe ateniese che dispenserà il dono dell’agricoltura all’umanità, unico esemplare a tutto tondo finora noto, a simboleggiare la straordinaria fertilità dell’Ager Campanus.
Paolo Rumiz e compagni hanno intrapreso il loro viaggio - conclusosi il 13 giugno 2015 dopo 611 chilometri, 29 giorni di cammino e circa un milione di passi - con l'idea di tracciare finalmente il percorso integrale della madre di tutte le vie, dimenticata in secoli di dilapidazione, incuria e ignoranza. L’Appia.
Ora sono essi stessi a raccontare un’avventura che definiscono "magnifica e terribile, terrena e visionaria, vissuta attraverso meraviglie ma anche devastazioni, sbattendo talvolta il naso contro l’indifferenza di un Paese cinico e prono ai poteri forti, ma capace di grandi slanci ospitali e di straordinari atti di resistenza “partigiana” contro lo sfacelo".
"È compito di ciascuno di noi, come cittadini, - spiegano - restituire alla Res Publica questo bene scandalosamente abbandonato, ma ancora capace - dopo ventitré secoli - di riconnettere il Sud al resto del Paese e di indicare all’Italia il suo ruolo mediterraneo. Appia è anche un marchio, un “brand” di formidabile richiamo internazionale. Un portale di meraviglie nascoste decisamente più vario e di gran lunga più antico del Cammino di Santiago.
La mostra ci accompagna sui Colli Albani, sotto i Monti Lepini con le fortezze preromane sugli strapiombi, lungo i boscosi Ausoni che hanno dato all'Italia il nome antico e ai piedi dei cavernosi Aurunci dalle spettacolari fioriture a picco sul mare. Ci guida nella Campania Felix, sui monti del Lupo e del Picchio e gli altri della costellazione sannitica, nell'Italia dimenticata degli Osci, degli Enotri e degli Japigi fino all'Apulia della grande sete.
In questo itinerario, Paolo Rumiz e compagni non sono stati soli, ma hanno avuto altri compagni d'avventura, da citare in ordine di chilometri percorsi: Marco Ciriello, Sandra Lo Pilato, Michaela Molinari, Mari Moratti, Barsanofio Chiedi, Settimo Cecconi, Giulio e Giuseppe Cederna, Giovanni Iudicone, Franco Perrozzi, Cataldo Popolla, Andrea Goltara e Giuseppe Dodaro,con la partecipazione straordinaria di Vinicio Capossela.
La mostra consente di rivivere questa affascinante riscoperta attraverso le fotografie di Riccardo Carnovalini integrate da un reportage di Antonio Politano realizzato per il National Geographic Italia e da istantanee estratte dai filmati "on the road" di Alessandro Scillitani.
Nel percorso espositivo, curato da Irene Zambon, con testi e didascalie di Paolo Rumiz, anche alcune immagini dei viaggi di Luigi Ottani sui confini dei migranti e dei sopralluoghi di Sante Cutecchia sulla Regina Viarum, oltre ai filmati di Alessandro Scillitani e le musiche e le installazioni audio di Alfredo Lacosegliaz. Completano il percorso un apparato cartografico curato da Riccardo Carnovalini e Cesare Tarabocchia e il materiale documentario conservato negli Archivi della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area Archeologica di Roma - Capo di Bove e della Società Geografica Italiana, come fotografie, cartoline d'epoca, mappe antiche e moderne.
La mostra è a cura della Regione Campania, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Polo museale della Campania, Scabec Spa, Società Geografica Italiana onlus e Festival della Letteratura di Viaggio. La mostra e le attività connesse, che interesseranno anche ulteriori siti lungo il percorso campano dell'antica Appia, sono realizzate nell'ambito del progetto "Itinerari culturali e religiosi" programmato e finanziato dalla Regione Campania con fondi POC.
Orario: 9-19.30 (ultimo ingresso: ore 18.30); lunedì chiuso
Visite guidate alle ore 12 a partire dal 7 gennaio ogni sabato e domenica (prenotazioni a info@lenuvole.com oppure 081 2395653)
Lunedì 20 marzo alle 10.30 appuntamento della serie di iniziative realizzate nell’ambito della mostra.
Un incontro dedicato ai giovani per riscoprire la Via Appia, lunga 611 km e immersa in un paesaggio in continua trasformazione, dove si riconoscono alcuni tratti e monumenti antichi. Si parlerà sia dei viaggiatori di ieri, che hanno visitato l’antica Capua sin dalla metà del Quattrocento, sia di quelli di oggi di cui parla questa mostra.
L’antica Via infatti ha fatto da guida per secoli ad artisti e intellettuali che la percorrevano per incontrare l’antico, imprimendo fortemente l’immagine di quei luoghi nella storia. Ancora oggi la Regina Viarum è fonte di ispirazione per nuovi viaggiatori che stanno ripercorrendo l’Appia sulle orme di Rumiz e compagni, generando racconti e interesse verso i luoghi della memoria, amplificandone la conoscenza e gettando le basi per la conservazione dei monumenti antichi attraversato dalla prima strada d’Europa.
Interverranno:
Ida Gennarelli, direttore del Museo dell’antica Capua; Stefania Quilici Gigli, direttore della Scuola di specializzazione di Archeologia\Università degli studi “Luigi Vanvitelli”; Cinzia Rosa, docente del Liceo Classico S. Pizzi di Capua; Maria Carmela Caiola, docente del Liceo C. Nevio di Santa Maria Capua Vetere; Valentina Barile, autrice di ”Mine Vaganti”.
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