Andrea Nicodemo. Vuoto
Dal 30 Gennaio 2014 al 03 Marzo 2014
Campobasso
Luogo: Aratro - Archivio delle arti elettroniche
Indirizzo: via Francesco De Sanctis
Curatori: Lorenzo Canova, Piernicola Maria Di Iorio
Telefono per informazioni: +39 0874 404476/ 338 5912482
E-Mail info: aratrounimol@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.unimol.it/
L’Aratro inaugura la stagione 2014 con una nuova mostra personale di Andrea Nicodemo (Termoli 1976, vive a Roma), artista che ha al suo attivo un curriculum significativo di mostre nazionali e internazionali e tra i vincitori del Premio Termoli 2011.
Nicodemo conduce da molti anni una ricerca che riesce a fondere con efficacia il dato iconico e il minimalismo, la pittura a un elemento concettuale, lavorando spesso sull’ambiguità della percezione e sul sovvertimento delle certezze dello sguardo.
Le opere recenti esposte sono, come dichiara l’artista stesso, sono dedicate al “fascino del poco e dell’essenziale” dove “con il poco si può immaginare tutto” e compiere anche una riflessione sul mondo contemporaneo, dove il vuoto, che dà il titolo alla mostra, si pone anche “come sensazione , come mancanza di ideali e valori. Vuoto lo spazio, vuoto dovuto al troppo.”
Così ogni opera in mostra all’Aratro “presenta un’assenza, elementi mancanti, alleggerimento, sospensione. Quando si parla degli ovali in bianco e nero i vuoti presenti, così come i puzzle mancanti si materializzano, ritornano struttura ma solo nella mente di chi osserva.”
L’allestimento stesso della mostra rifletterà questa idea di vuoto, in una vera e propria installazione formata da un numero serrato di opere in dialogo con le pareti bianche dell’Aratro, invitando lo spettatore ad avvicinarsi per coglierne le strutture sfuggenti fondate su un rigoroso metodo costruttivo che dà vita a un rinnovato enigma della visione che mette in gioco i meccanismi della mente.
Nicodemo conduce da molti anni una ricerca che riesce a fondere con efficacia il dato iconico e il minimalismo, la pittura a un elemento concettuale, lavorando spesso sull’ambiguità della percezione e sul sovvertimento delle certezze dello sguardo.
Le opere recenti esposte sono, come dichiara l’artista stesso, sono dedicate al “fascino del poco e dell’essenziale” dove “con il poco si può immaginare tutto” e compiere anche una riflessione sul mondo contemporaneo, dove il vuoto, che dà il titolo alla mostra, si pone anche “come sensazione , come mancanza di ideali e valori. Vuoto lo spazio, vuoto dovuto al troppo.”
Così ogni opera in mostra all’Aratro “presenta un’assenza, elementi mancanti, alleggerimento, sospensione. Quando si parla degli ovali in bianco e nero i vuoti presenti, così come i puzzle mancanti si materializzano, ritornano struttura ma solo nella mente di chi osserva.”
L’allestimento stesso della mostra rifletterà questa idea di vuoto, in una vera e propria installazione formata da un numero serrato di opere in dialogo con le pareti bianche dell’Aratro, invitando lo spettatore ad avvicinarsi per coglierne le strutture sfuggenti fondate su un rigoroso metodo costruttivo che dà vita a un rinnovato enigma della visione che mette in gioco i meccanismi della mente.
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