Lionel Abrial. Identità [sonore] sotto cieli increspati
![Lionel Abrial. Identità [sonore] sotto cieli increspati, InLimbo, Brescia Lionel Abrial. Identità [sonore] sotto cieli increspati, InLimbo, Brescia](http://www.arte.it/foto/600x450/bf/21285-inlimbo-05.jpg)
Lionel Abrial. Identità [sonore] sotto cieli increspati, InLimbo, Brescia
Dal 21 Marzo 2014 al 12 Aprile 2014
Brescia
Luogo: InLimbo
Indirizzo: via Porta Pile 27
Orari: dal mercoledi al sabato 16:30 - 19:30 / o su appuntamento
Curatori: Alberto Petrò
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 348 1222121
E-Mail info: info@lionelabrial.com
Sito ufficiale: http://identitasonore.it
Di fronte ad Identità [sonore] ci si sente trasportati in una dimensione parallela.
Lionel sembra offrirci cartoline di un viaggio metafisico nelle quali lo spettatore si immerge immediatamente, quasi per rubare le sensazioni del soggetto ritratto, spettatore anch'esso, sospeso in un'estasi di fronte al proprio panorama. Questi personaggi sembrano essersi presi una pausa, impressionati davanti ad una visione fisica, ma soprattutto di fronte ad un infinito panorama interiore, come se fatalmente si fossero accorti di averne un estremo bisogno, noncuranti di quello che stavano facendo fino ad un attimo prima.
Come spettatori vittime di uno straniamento siamo trascinati a guardare quello spettacolo senza percepire la distanza, che si assottiglia fino a diventare inesistente, tra noi e la persona che realmente è stata ritratta. Siamo penetrati nell'opera e anche se non indossavamo quegl'abiti, possiamo dire con certezza di aver subìto, anche solo per un attimo, un'illuminazione.
Ogni viaggio ha un suo cielo da catturare. Ammirati lo si fotografa, rubandone un riflesso che l'immagine stampata non potrà mai restituire appieno.
L'occhio è abituato a decifrare immagini ininterrottamente, ma solo pochi istanti bastano a ricostruire una vita, alcune immagini residue: un distillato essenziale che permette al cervello di spiccare il volo pindarico che ricongiunge ogni fotogramma fino a ritrovarne una forma.
Lionel Abrial è sempre pronto a viaggiare e ricercare e le sue fotografie ne sono la testimonianza.
Sotto cieli increspati prosegue la sua interminabile ricerca dell'identità, il suo percorso, che mai giunge ad una meta. Essa non si visualizza in un risultato, bensì nell'interezza del proprio viaggio personale. Si fa di una ricerca il proprio viaggio. Inutile ricostruirne tutti i dettagli.
Le fotografie di Abrial lasciano infatti ampi spazi per respirare e soltanto l'intimo ascolto della sua musica suggerisce atmosfere che aiutano i nostri occhi a ricostruire i dettagli celati.
La musica non è di Lionel Abrial, eppure è profondamente intrecciata a questo viaggio; il viaggio invece è di Abrial, eppure sembra il mio.
Ad ognuno il suo viaggio, unico. Il viaggio è di tutti.
Alberto Petrò
Nato a Lione (Francia) nel 1972 Lionel vive e lavora a Brescia, sua città d'adozione.
Il suo rapporto con la fotografia inizia nel 2006 quando riceve in regalo un libro di Arno Rafael Minkinnen. Rimane folgorato dalla bellezza compositiva delle sue fotografie e intravede quello di cui non si era mai accorto finora: il sottile confine tra immagine e immaginario.
Durante tutti questi anni Lionel non ha smesso di perseguire questa stessa ricerca, aggiungere dell'extra all'ordinario.
Lionel sembra offrirci cartoline di un viaggio metafisico nelle quali lo spettatore si immerge immediatamente, quasi per rubare le sensazioni del soggetto ritratto, spettatore anch'esso, sospeso in un'estasi di fronte al proprio panorama. Questi personaggi sembrano essersi presi una pausa, impressionati davanti ad una visione fisica, ma soprattutto di fronte ad un infinito panorama interiore, come se fatalmente si fossero accorti di averne un estremo bisogno, noncuranti di quello che stavano facendo fino ad un attimo prima.
Come spettatori vittime di uno straniamento siamo trascinati a guardare quello spettacolo senza percepire la distanza, che si assottiglia fino a diventare inesistente, tra noi e la persona che realmente è stata ritratta. Siamo penetrati nell'opera e anche se non indossavamo quegl'abiti, possiamo dire con certezza di aver subìto, anche solo per un attimo, un'illuminazione.
Ogni viaggio ha un suo cielo da catturare. Ammirati lo si fotografa, rubandone un riflesso che l'immagine stampata non potrà mai restituire appieno.
L'occhio è abituato a decifrare immagini ininterrottamente, ma solo pochi istanti bastano a ricostruire una vita, alcune immagini residue: un distillato essenziale che permette al cervello di spiccare il volo pindarico che ricongiunge ogni fotogramma fino a ritrovarne una forma.
Lionel Abrial è sempre pronto a viaggiare e ricercare e le sue fotografie ne sono la testimonianza.
Sotto cieli increspati prosegue la sua interminabile ricerca dell'identità, il suo percorso, che mai giunge ad una meta. Essa non si visualizza in un risultato, bensì nell'interezza del proprio viaggio personale. Si fa di una ricerca il proprio viaggio. Inutile ricostruirne tutti i dettagli.
Le fotografie di Abrial lasciano infatti ampi spazi per respirare e soltanto l'intimo ascolto della sua musica suggerisce atmosfere che aiutano i nostri occhi a ricostruire i dettagli celati.
La musica non è di Lionel Abrial, eppure è profondamente intrecciata a questo viaggio; il viaggio invece è di Abrial, eppure sembra il mio.
Ad ognuno il suo viaggio, unico. Il viaggio è di tutti.
Alberto Petrò
Nato a Lione (Francia) nel 1972 Lionel vive e lavora a Brescia, sua città d'adozione.
Il suo rapporto con la fotografia inizia nel 2006 quando riceve in regalo un libro di Arno Rafael Minkinnen. Rimane folgorato dalla bellezza compositiva delle sue fotografie e intravede quello di cui non si era mai accorto finora: il sottile confine tra immagine e immaginario.
Durante tutti questi anni Lionel non ha smesso di perseguire questa stessa ricerca, aggiungere dell'extra all'ordinario.
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