Selma Alaçam | Nicolò Degiorgis
Selma Alaçam | Nicolò Degiorgis - Ar/Ge Kunst Galleria Museo - Bolzano
Dal 17 Giugno 2011 al 30 Luglio 2011
Bolzano
Luogo: Ar/Ge Kunst Galleria Museo
Indirizzo: Via Museo 29, Bolzano
Orari: Martedì - venerdì 10-13 / 15-19
Curatori: Luigi Fassi
Costo del biglietto: Ingresso libero
Telefono per informazioni: +39 0471 971601
E-Mail info: info@argekunst.it
Sito ufficiale: http://www.argekunst.it
Selma Alaçam (1980, vive e lavora a Karlsruhe, Germania) e Nicolò Degiorgis (1985, vive e lavora a Bolzano) analizzano nei loro lavori il tema cruciale del rapporto tra la cultura islamica e la modernità occidentale nell’Europa contemporanea. Che conoscenza ha l’opinione pubblica media in Europa dell’immigrazione islamica nel continente, della vita delle famiglie miste e delle prospettive di integrazione di chi proviene dai paesi mussulmani? Muovendo ciascuno dalla particolarità della propria prospettiva nazionale e culturale, Alaçam e Degiorgis mettono in atto delle strategie di riflessione artistica finalizzate a portare in primo piano una molteplicità di elementi rimossi dal dibattito pubblico in Europa, contribuendo in tal modo a rendere possibile una riflessione più complessa e articolata del tema trattato.
Hidden Islam (2009-11) è un progetto fotografico condotto da Degiorgis alla scoperta dei luoghi di culto islamici in nord Italia. A tutt’oggi sono solo due le moschee ufficiali in Italia, a fronte di una popolazione mussulmana di oltre un milione di residenti. L’artista ha così fotografato i luoghi di culto improvvisati in cui i mussulmani esercitano il loro culto nell’Italia contemporanea, alla periferia delle grandi città e in luoghi precari e abbandonati, come ex-garage, capannoni e cantine. L’artista ha intrattenuto un rapporto continuativo e consolidato con diversità comunità islamiche sino ad aver accesso ai momenti di preghiera collettiva e agli aspetti più intimi della ritualità islamica. Dal Veneto al Friuli Venezia Giulia al Sudtirolo, Degiorgis restituisce il ritratto inedito di una parte d’Italia rimossa e marginale. Se così la sua opera invita a riflettere sulla situazione di disagio a cui è costretta la comunità islamica oggi nel Paese, Hidden Islam traccia anche, indirettamente, un’immagine complessa e problematica dell’Italia contemporanea e della sua continua difficoltà di sapersi collocare in una modernità di progresso civile pienamente compiuta.
Selma Alaçam analizza in molteplici modi nel suo lavoro il rapporto con la propria doppia identità di cittadina tedesca e turca, cresciuta in Germania secondo i modelli dell’educazione mussulmana. Isolated and Protected (2009) è una video installazione di sette monitor in cui l’artista presenta alcune scene domestiche di una famiglia turco-mussulmana in Germania. La piena visibilità dei monitor è tuttavia impedita da una pannellatura che riprende i modelli decorativi della tradizione araba per proteggere le abitazioni private dagli sguardi esterni. Lo spettatore ha così accesso limitato e parziale a quanto succede, una visibilità interrotta che “isola e protegge” le immagini dallo sguardo estraneo, simbolo del difficile rapporto di comunicazione e scambio tra la cultura occidentale e quella islamica oggi in Europa.
In Haare (2009) l’artista stessa appare impegnata pettinarsi sino a poter indossare una parrucca identica ai propri capelli. La scena allude alla strategia messa in atto da molte giovani donne in Turchia per poter rimanere fedeli alla regola islamica - che vieta di mostrare i propri capelli - senza per questo dover rinunciare alla propria bellezza.
Turkish National Anthem (2010) mostra alcuni spezzoni di video scaricati dall’artista da Youtube in cui alcuni bambini di pochi anni in Turchia sono ripresi in contesti privati e domestici mentre cantano con grande emotività e trasporto l’inno nazionale del proprio Paese. Senza commenti e alterazioni, l’opera insinua un senso di disagio e inquietudine, alludendo ai rischi del nazionalismo e delle manipolazioni ideologiche operate dagli adulti verso i bambini.
Hidden Islam (2009-11) è un progetto fotografico condotto da Degiorgis alla scoperta dei luoghi di culto islamici in nord Italia. A tutt’oggi sono solo due le moschee ufficiali in Italia, a fronte di una popolazione mussulmana di oltre un milione di residenti. L’artista ha così fotografato i luoghi di culto improvvisati in cui i mussulmani esercitano il loro culto nell’Italia contemporanea, alla periferia delle grandi città e in luoghi precari e abbandonati, come ex-garage, capannoni e cantine. L’artista ha intrattenuto un rapporto continuativo e consolidato con diversità comunità islamiche sino ad aver accesso ai momenti di preghiera collettiva e agli aspetti più intimi della ritualità islamica. Dal Veneto al Friuli Venezia Giulia al Sudtirolo, Degiorgis restituisce il ritratto inedito di una parte d’Italia rimossa e marginale. Se così la sua opera invita a riflettere sulla situazione di disagio a cui è costretta la comunità islamica oggi nel Paese, Hidden Islam traccia anche, indirettamente, un’immagine complessa e problematica dell’Italia contemporanea e della sua continua difficoltà di sapersi collocare in una modernità di progresso civile pienamente compiuta.
Selma Alaçam analizza in molteplici modi nel suo lavoro il rapporto con la propria doppia identità di cittadina tedesca e turca, cresciuta in Germania secondo i modelli dell’educazione mussulmana. Isolated and Protected (2009) è una video installazione di sette monitor in cui l’artista presenta alcune scene domestiche di una famiglia turco-mussulmana in Germania. La piena visibilità dei monitor è tuttavia impedita da una pannellatura che riprende i modelli decorativi della tradizione araba per proteggere le abitazioni private dagli sguardi esterni. Lo spettatore ha così accesso limitato e parziale a quanto succede, una visibilità interrotta che “isola e protegge” le immagini dallo sguardo estraneo, simbolo del difficile rapporto di comunicazione e scambio tra la cultura occidentale e quella islamica oggi in Europa.
In Haare (2009) l’artista stessa appare impegnata pettinarsi sino a poter indossare una parrucca identica ai propri capelli. La scena allude alla strategia messa in atto da molte giovani donne in Turchia per poter rimanere fedeli alla regola islamica - che vieta di mostrare i propri capelli - senza per questo dover rinunciare alla propria bellezza.
Turkish National Anthem (2010) mostra alcuni spezzoni di video scaricati dall’artista da Youtube in cui alcuni bambini di pochi anni in Turchia sono ripresi in contesti privati e domestici mentre cantano con grande emotività e trasporto l’inno nazionale del proprio Paese. Senza commenti e alterazioni, l’opera insinua un senso di disagio e inquietudine, alludendo ai rischi del nazionalismo e delle manipolazioni ideologiche operate dagli adulti verso i bambini.
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