IV Biennale Gherdëina
Dal 17 Luglio 2014 al 01 Ottobre 2014
Ortisei | Bolzano
Luogo: Piccola Piazza Sant'Antonio
Indirizzo: piccola Piazza Sant'Antonio
Curatori: Luca Beatrice
Telefono per informazioni: +39 334 8602488 / 349 3411211
E-Mail info: info@biennalegherdeina.it
Sito ufficiale: http://www.biennalegherdeina.it
Espressione della tradizione culturale e creativa tipica della Val Gardena, in una stretta relazione con territorio e visitatori, ma inserita in una prospettiva sempre più ambiziosa e internazionale. La IV Biennale Gherdëina di Ortisei, promossa dall'Associazione turistica di Ortisei in collaborazione con il Comune di Ortisei, cresce e si rinnova con il progetto dal titolo Legno/Wood/Holz/Lën, a cura di Luca Beatrice (dal 18 luglio al 1 ottobre 2014, inaugurazione giovedì 17 luglio ore 18) ed è dedicata alla scultura contemporanea. I cinque artisti invitati esporranno nell'area pedonale del centro di Ortisei le loro opere, tutte realizzate esclusivamente con il materiale più tipico della zona, il legno: Chris Gilmour, Sonia Leimer, Willy Verginer, Velasco Vitali e Bruno Walpoth.
Le opere che saranno in esposizione, tutte di ampio respiro, vengono realizzate in questi mesi dagli artisti appositamente per la Biennale grazie alla collaborazione con artigiani e aziende locali, generando un vivificante cortocircuito anche sotto il profilo economico. La scelta del legno per la produzione, unico vincolo imposto agli artisti, intende creare un forte collegamento con le radici più tradizionali della Val Gardena, dando allo stesso tempo al legno dignità di elemento legato all'arte contemporanea e non solo all'artigianato.
Chris Gilmour, scultore inglese che vive a Udine, specializzato nel cartone si misurerà per la prima volta con un altro materiale e ha immaginato e progettato una sorta di ritrovamento di casse contenenti materiali archeologici sopravvissuti chissà a quale trafugamento o disastro naturale; mentre Sonia Leimer, meranese ma residente a Vienna, sarà impegnata in una rivisitazione concettuale di un tema della tradizione gardenese, quella dei banchi di lavoro. Per altri invece l'esperienza del legno è di lungo corso, come per gli artisti gardenesi ma dal riconosciuto profilo internazionale Bruno Walpoth e Willy Verginer: Walpoth installerà un grande busto in legno tagliato a metà e svuotato al suo interno mentre Verginer abbandonerà ritratti e paesaggi per realizzare una casa in legno, forse più una baracca o un rifugio, che si regge su radici d’albero. Infine Velasco Vitali, milanese, pittore e scultore famoso per i suoi branchi di cani, spesso inseriti in contesti imprevisti, proporrà una gigantesca mongolfiera in legno e ferro.
«Per la prima volta, da quando la Biennale esiste, è stato chiesto agli artisti di elaborare un progetto di scultura pubblica in grado di interagire con il centro storico di Ortisei, dialogando con cittadini e turisti senza imporsi come un segno calato dall’alto – spiega Luca Beatrice - Non c’è stato vincolo di soggetto né di tema, ma il materiale utilizzato doveva essere il legno, anche se non tutti gli artisti sono degli autentici specialisti. Il legno si porta dietro un valore aggiunto per il suo incredibile rapporto col passato, racconta delle storie, non respinge lo sguardo, incita al tatto e al calore. Sono sempre più numerosi gli artisti internazionali che lo utilizzano per le loro sculture o all’interno delle proprie installazioni. Si potrebbe addirittura parlare di “moda del legno” se il termine non contenesse una qualche ambiguità».
Le opere che saranno in esposizione, tutte di ampio respiro, vengono realizzate in questi mesi dagli artisti appositamente per la Biennale grazie alla collaborazione con artigiani e aziende locali, generando un vivificante cortocircuito anche sotto il profilo economico. La scelta del legno per la produzione, unico vincolo imposto agli artisti, intende creare un forte collegamento con le radici più tradizionali della Val Gardena, dando allo stesso tempo al legno dignità di elemento legato all'arte contemporanea e non solo all'artigianato.
Chris Gilmour, scultore inglese che vive a Udine, specializzato nel cartone si misurerà per la prima volta con un altro materiale e ha immaginato e progettato una sorta di ritrovamento di casse contenenti materiali archeologici sopravvissuti chissà a quale trafugamento o disastro naturale; mentre Sonia Leimer, meranese ma residente a Vienna, sarà impegnata in una rivisitazione concettuale di un tema della tradizione gardenese, quella dei banchi di lavoro. Per altri invece l'esperienza del legno è di lungo corso, come per gli artisti gardenesi ma dal riconosciuto profilo internazionale Bruno Walpoth e Willy Verginer: Walpoth installerà un grande busto in legno tagliato a metà e svuotato al suo interno mentre Verginer abbandonerà ritratti e paesaggi per realizzare una casa in legno, forse più una baracca o un rifugio, che si regge su radici d’albero. Infine Velasco Vitali, milanese, pittore e scultore famoso per i suoi branchi di cani, spesso inseriti in contesti imprevisti, proporrà una gigantesca mongolfiera in legno e ferro.
«Per la prima volta, da quando la Biennale esiste, è stato chiesto agli artisti di elaborare un progetto di scultura pubblica in grado di interagire con il centro storico di Ortisei, dialogando con cittadini e turisti senza imporsi come un segno calato dall’alto – spiega Luca Beatrice - Non c’è stato vincolo di soggetto né di tema, ma il materiale utilizzato doveva essere il legno, anche se non tutti gli artisti sono degli autentici specialisti. Il legno si porta dietro un valore aggiunto per il suo incredibile rapporto col passato, racconta delle storie, non respinge lo sguardo, incita al tatto e al calore. Sono sempre più numerosi gli artisti internazionali che lo utilizzano per le loro sculture o all’interno delle proprie installazioni. Si potrebbe addirittura parlare di “moda del legno” se il termine non contenesse una qualche ambiguità».
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