Veronica Montanino. Meshwork
Dal 13 Maggio 2022 al 15 Maggio 2022
Bologna
Luogo: Palazzo Hercolani
Indirizzo: Via Santo Stefano 30
Orari: Sabato 14 maggio dalle ore 15 alle 24 (Art White Night). Domenica 15 maggio dalle ore 11 alle 17.30
Curatori: Olivia Spatola e Manuela Valentini
Dal 13 al 15 maggio 2022 nel prestigioso Palazzo Hercolani di Bologna, negli spazi di Zefyro e Silaw Tax & Legal, in occasione dell’edizione 2022 di Arte Fiera Bologna, si terrà la mostra Meshwork di Veronica Montanino a cura di Manuela Valentini e Olivia Spatola.
La natura ed il concetto di reticolarità sono le tematiche indagate dall’artista attraverso le opere proposte.
Per Veronica Montanino, ricreare la natura attraverso l'arte, mediante l'elaborazione del rapporto tra apparenza, realtà ed illusione, significa tentare di definire l'esistenza di un pensiero “altro” in grado di andare oltre a quello logico e razionalistico di stampo cartesiano esaltato dalla cultura occidentale. E' necessario, oggi, accettare la crisi di questo pensiero palesemente non più utile alla comprensione del mondo.
L'evento pandemico contro cui ancora stiamo lottando, sta evidenziando quanto il destino dell’uomo sia intrinsecabilmente connesso a quello dell’ambiente naturale che lo ospita e quanto l’uomo, a discapito del suo antropocentrismo, sia del tutto fragile ed in balia di un contesto naturale molto più complesso e ingovernabile di quanto si fosse pensato. Tuttavia, la consapevolezza della necessità di preservare l’ambiente naturale non basta a definire una nuova prospettiva filosofica. Quello che chiede l’artista è radicale: bisogna elaborare il fatto di essere parte integrata e integrante di un sistema complesso e interconnesso in continuo mutamento. L'arte è un fatto cognitivo che consente a ciascuno, attraverso il confronto tra visione e immaginazione, di entrare in relazione con la dinamica reticolare e metamorfica del reale, che prevede il superamento tanto del sistema classificatorio di conoscenza, che del principio di non contraddizione su cui il sistema razionale del pensiero si fonda.
Meshwork è costituito da due tipi diversi di progettualità: una è Colture – una grande installazioneche comprende il“Tavolo scientifico” e “Mappe-mondi”; l’altra è una serie pittorica dal titolo “Escursioni”, con la quale l’artista definisce in modo particolarissimo il rapporto tra l’uomo e la natura e soprattutto tra la natura e la cultura.
La prima installazione “Tavolo Scientifico” è composta da una moltitudine di contenitori trasparenti in vetro di diverse dimensioni, al cui interno si trovano elementi naturali e artificiali declinati in differenti forme e materiali. “Mappe-mondi” è composta da una serie di volumi dell'Enciclopedia Treccani che assumono una struttura circolare e le cui pagine, investite di colori e segni in una sorta di reticoli cartografici, e integrate con inserti spuri, lasciano ancora trasparire - in una forma remota e sommersa - testo e pagina stampata.
L'Enciclopedia di scienze, lettere ed arti, è un riferimento alla settecentesca creazione di un compendio universale del sapere, della stessa epoca di Palazzo Hercolani. Le coperture in vetro alludono, invece, ad una strumentazione scientifica e sperimentale, come la provetta utilizzata per analizzare e differenziare le sostanze, e la piastra o capsula di Petri che è strumento di lavoro in molti campi della biologia per la crescita di colture cellulari.
La mostra si articola inoltre con le “Escursioni”: una serie di lavori dipinti su fogli acetati che, grazie alla trasparenza, vanno a sovrapporsi e dialogare con i motivi ornamentali delle sale nelle quali verranno collocati.
I soggetti sono ripresi da tavole dell'Enciclopedia che illustrano animali e piante, abitanti di giardini, boschi, mari e habitat di diversa natura che vengono sovrapposti e stratificati in un intreccio: una trama visiva reticolare e multipla.
Le “Escursioni” intendono essere un omaggio ai famosi affreschi del palazzo nel “Giardino d'Inverno”, detto anche sala “Boschereccia”. Anche qui, la linearità e la classificazione, lasciano il posto ad una reticolarità magmatica che sfida l'occhio a orientarsi nella dimensione della complessità della fusione.
L’opera d’arte di Veronica Montanino vuole essere uno spazio ambientale avvolgente in grado di attivare dinamiche introspettive e psicologie individuali. Le installazioni dell’artista “invadono” lo spazio riconfigurandolo per germinazione, come una pianta infestante che ingloba l’ambiente circostante rendendolo parte di un continuum in cui il dettaglio è solo una parte relativa ad un tutto potenzialmente in divenire.
La mostra è supportata da ZEFYRO - merchant holding indipendente fondata da Alessandro Tempera, che investe nel settore dell’ambiente e dell’energia e da Silaw Tax & Legal, studio legale con sedi a Bologna, Roma e Milano nelle persone dei partner bolognesi Avv. Marco Caroppo, Avv. Laura Recchioni e Avv. Matteo Sapienza.
Veronica Montanino (1973) è artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. I suoi lavori site specific prendono forma in un profondo dialogo con l'ambiente e l'architettura. Ha partecipato alla Biennale di Venezia e realizzato diversi interventi ambientali permanenti in musei e spazi istituzionali e pubblici, come per esempio la Casa dell’Architettura, ex Acquario Romano, Palazzo Collicola a Spoleto, MARCA Museo delle arti di Catanzaro, MAAM Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz e Ospedale Policlinico Gemelli a Roma.
Nel 2020-21 il Casino Nobile dei Musei di Villa Torlonia ospita la sua personale “Rami”, una mostra che interagisce con tutto lo spazio creando un dialogo serrato tra antico e contemporaneo. Al suo lavoro sono state dedicate diverse pubblicazioni e video come quello di Rai Arte Cultura, a cura di Christina Clausen, che mette in evidenza in particolare la centralità del colore nel suo lavoro.
Dal 2016 conduce, con la storica dell’arte Anna Maria Panzera, il progetto “Per una ricerca sulla specificità dell’arte [eventualmente] femminile”, divenuto oggetto di una pubblicazione per i tipi Bordeaux, dal titolo FEMM[E] – Arte [eventualmente] femminile.
È attiva, inoltre, nella produzione di diversi contributi teorici per libri e riviste.
Inaugurazione venerdì 13 maggio dalle ore 17.30 alle 20 su invito
Per Veronica Montanino, ricreare la natura attraverso l'arte, mediante l'elaborazione del rapporto tra apparenza, realtà ed illusione, significa tentare di definire l'esistenza di un pensiero “altro” in grado di andare oltre a quello logico e razionalistico di stampo cartesiano esaltato dalla cultura occidentale. E' necessario, oggi, accettare la crisi di questo pensiero palesemente non più utile alla comprensione del mondo.
L'evento pandemico contro cui ancora stiamo lottando, sta evidenziando quanto il destino dell’uomo sia intrinsecabilmente connesso a quello dell’ambiente naturale che lo ospita e quanto l’uomo, a discapito del suo antropocentrismo, sia del tutto fragile ed in balia di un contesto naturale molto più complesso e ingovernabile di quanto si fosse pensato. Tuttavia, la consapevolezza della necessità di preservare l’ambiente naturale non basta a definire una nuova prospettiva filosofica. Quello che chiede l’artista è radicale: bisogna elaborare il fatto di essere parte integrata e integrante di un sistema complesso e interconnesso in continuo mutamento. L'arte è un fatto cognitivo che consente a ciascuno, attraverso il confronto tra visione e immaginazione, di entrare in relazione con la dinamica reticolare e metamorfica del reale, che prevede il superamento tanto del sistema classificatorio di conoscenza, che del principio di non contraddizione su cui il sistema razionale del pensiero si fonda.
Meshwork è costituito da due tipi diversi di progettualità: una è Colture – una grande installazioneche comprende il“Tavolo scientifico” e “Mappe-mondi”; l’altra è una serie pittorica dal titolo “Escursioni”, con la quale l’artista definisce in modo particolarissimo il rapporto tra l’uomo e la natura e soprattutto tra la natura e la cultura.
La prima installazione “Tavolo Scientifico” è composta da una moltitudine di contenitori trasparenti in vetro di diverse dimensioni, al cui interno si trovano elementi naturali e artificiali declinati in differenti forme e materiali. “Mappe-mondi” è composta da una serie di volumi dell'Enciclopedia Treccani che assumono una struttura circolare e le cui pagine, investite di colori e segni in una sorta di reticoli cartografici, e integrate con inserti spuri, lasciano ancora trasparire - in una forma remota e sommersa - testo e pagina stampata.
L'Enciclopedia di scienze, lettere ed arti, è un riferimento alla settecentesca creazione di un compendio universale del sapere, della stessa epoca di Palazzo Hercolani. Le coperture in vetro alludono, invece, ad una strumentazione scientifica e sperimentale, come la provetta utilizzata per analizzare e differenziare le sostanze, e la piastra o capsula di Petri che è strumento di lavoro in molti campi della biologia per la crescita di colture cellulari.
La mostra si articola inoltre con le “Escursioni”: una serie di lavori dipinti su fogli acetati che, grazie alla trasparenza, vanno a sovrapporsi e dialogare con i motivi ornamentali delle sale nelle quali verranno collocati.
I soggetti sono ripresi da tavole dell'Enciclopedia che illustrano animali e piante, abitanti di giardini, boschi, mari e habitat di diversa natura che vengono sovrapposti e stratificati in un intreccio: una trama visiva reticolare e multipla.
Le “Escursioni” intendono essere un omaggio ai famosi affreschi del palazzo nel “Giardino d'Inverno”, detto anche sala “Boschereccia”. Anche qui, la linearità e la classificazione, lasciano il posto ad una reticolarità magmatica che sfida l'occhio a orientarsi nella dimensione della complessità della fusione.
L’opera d’arte di Veronica Montanino vuole essere uno spazio ambientale avvolgente in grado di attivare dinamiche introspettive e psicologie individuali. Le installazioni dell’artista “invadono” lo spazio riconfigurandolo per germinazione, come una pianta infestante che ingloba l’ambiente circostante rendendolo parte di un continuum in cui il dettaglio è solo una parte relativa ad un tutto potenzialmente in divenire.
La mostra è supportata da ZEFYRO - merchant holding indipendente fondata da Alessandro Tempera, che investe nel settore dell’ambiente e dell’energia e da Silaw Tax & Legal, studio legale con sedi a Bologna, Roma e Milano nelle persone dei partner bolognesi Avv. Marco Caroppo, Avv. Laura Recchioni e Avv. Matteo Sapienza.
Veronica Montanino (1973) è artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. I suoi lavori site specific prendono forma in un profondo dialogo con l'ambiente e l'architettura. Ha partecipato alla Biennale di Venezia e realizzato diversi interventi ambientali permanenti in musei e spazi istituzionali e pubblici, come per esempio la Casa dell’Architettura, ex Acquario Romano, Palazzo Collicola a Spoleto, MARCA Museo delle arti di Catanzaro, MAAM Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz e Ospedale Policlinico Gemelli a Roma.
Nel 2020-21 il Casino Nobile dei Musei di Villa Torlonia ospita la sua personale “Rami”, una mostra che interagisce con tutto lo spazio creando un dialogo serrato tra antico e contemporaneo. Al suo lavoro sono state dedicate diverse pubblicazioni e video come quello di Rai Arte Cultura, a cura di Christina Clausen, che mette in evidenza in particolare la centralità del colore nel suo lavoro.
Dal 2016 conduce, con la storica dell’arte Anna Maria Panzera, il progetto “Per una ricerca sulla specificità dell’arte [eventualmente] femminile”, divenuto oggetto di una pubblicazione per i tipi Bordeaux, dal titolo FEMM[E] – Arte [eventualmente] femminile.
È attiva, inoltre, nella produzione di diversi contributi teorici per libri e riviste.
Inaugurazione venerdì 13 maggio dalle ore 17.30 alle 20 su invito
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