Pietro Zuffi. Uno scenografo tra la Scala e Cinecittà
Dal 22 Novembre 2019 al 02 Febbraio 2020
Imola | Bologna
Luogo: Sedi varie
Indirizzo: sedi varie
Orari: dal martedì al venerdì 16-19; sabato e domenica 10-12 / 16-19
Enti promotori:
- Fondazione Cassa di Risparmio di Imola in collaborazione con l’Associazione Culturale Segni del Moderno
Telefono per informazioni: +39 0542 26606
E-Mail info: segreteria@fondazionecrimola.it
Sito ufficiale: http://www.fondazionecrimola.it
Inaugura venerdì 22 novembre 2019 alle ore 17,30 negli spazi di Palazzo Sersanti la mostra dal titolo “Pietro Zuffi. Uno scenografo tra la Scala e Cinecittà” che sarà aperta fino al 2 febbraio 2019 negli spazi del Teatro Comunale Ebe Stignani e del Centro Polivalente Gianni Isola.
Dedicata allo scenografo, costumista, sceneggiatore, regista, grafico, pittore, decoratore Pietro Zuffi (Imola, 28 aprile 1919 – settembre 2006), l’esposizione vuole rendere omaggio, in occasione del centenario della nascita, alla figura di un artista strordinariamente poliedrico. Lo si racconterá recuperando dalle pieghe del tempo storie dimenticate, emozionando il visitatore con l'esposizione di pezzi di grande rarità e valore lungo un percorso espositivo di circa 150 opere che rendono il giusto tributo ad un artista che mai dimenticò la sua cittá natale. La mostra è stata realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola che, oltre a produrre l’insieme di iniziative si è fatta carico dell’acquisizione dell’archivio privato di Pietro Zuffi composta da migliaia di pezzi, e a cura dell’Associazione Culturale Segni del Moderno.
Proiettando al rango che merita un incredibile artista che ha valicato ben oltre i confini nazionali, la sfida che si è voluta cogliere è stata quella di comprendere, grazie alla documentazione recentemente resa disponibile, la personalità e la dimensione umana nascosta, o meglio, sovrastata, da quella professionale. Zuffi dialogò, nel corso della sua lunga carriera, con artisti e personalità di primo piano cavalcando il mondo dello spettacolo e il panorama culturale e artistico specialmente in veste di scenografo nei teatri italiani e internazionali.
Di grande rilevanza è stato il rapporto con la scenografia teatrale. Prioritario certamente quello con il Teatro alla Scala di Milano per cui Zuffi ha firmato scenografie, disegni per abiti teatrali e la regia di rappresentazioni teatrali in importanti teatri italiani e internazionali.
Il percorso mostra inizia nel Ridotto del Teatro comunale “Ebe Stignani” di Imola dove verrà valorizzata ed evidenziata proprio l’opera intrapresa da Zuffi nel mondo del Teatro lirico. Per il Teatro alla Scala di Milano Zuffi firmò memorabili scenografie, a partire dal 1954 fino al 1966. Inoltre disegnò figurini, bozzettiprovenienti dall'Archivio storico e abiti teatraliconservati nel Magazzino – Laboratori Scala Ansaldo.
In mostra quindici vestiti di scena creati da Zuffi per le opere: Vestale (1954), Aida (1956), Il Pirata (1958) e Il ritorno di Ulisse in patria (1964), La favorita (1975), fra cui cinque abiti iconici indossati da Maria Callas ‘la divina’, dal mezzosoprano Ebe Stignani, gli abiti di Giulietta Simionato, il saio indossato per La Favorita da Luciano Pavarotti, ecc. Tutti gli abiti dialogano con i bozzetti e i figurini firmati da Zuffi esposti negli stessi spazi. Accanto, inoltre, le fotografie di scenaprovenienti dal Fondo Zuffi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola.
La mostra continua negli spazi del Centro Polivalente “Gianni Isola” doveil pubblico è accolto dal costume di scena dell’Alceste indossato da Maria Callas. Si prosegue con il materiale relativo alle rappresentazioni teatrali dell’Alceste (1954), Mosè (1965), La donna del lago (1974) anche in questo caso in uno scambio costante con i figurini e bozzetti di Zuffi provenienti dal Teatro comunale di Bologna.
In questa sede saranno in mostra anche trentacinque fotografie che svelano la straordinaria vita privata e lavorativa dell’artista imolese accanto ai personaggi illustri del mondo dello spettacolo e delle arti: da Lawrence Olivier a cui era legato da una profonda amicizia al pittore Filippo De Pisis, da Maria Callas a Isabella Rossellini, da Carmelo Bene a Michelangelo Antonioni, da Jayne Mansfield a Barbara Bouchet, da Marcello Mastroianni a Roberto Rossellini.
Il percorso mostra prosegue con un’indagine fotografica sull’attività di Zuffi nell’ambito cinematografico dove l’artista firmò significative scenografie per importanti produzioni cinematografiche dirette da registi di primo piano come “Il generale della Rovere” di Roberto Rossellini e “Le tentazioni di Antonio”, puntata di Boccaccio 70 diretto da Federico Fellini. Ha inoltre diretto una propria pellicola “Colpo rovente” e scritto diversi testi con soggetto a trattamento cine-televisivo.
Varie anche le collaborazioni di Zuffi con il mondo della moda e dei tessuti, come per l’incontro con Ottavio e Rosita Missoni che viene evidenziato in mostra con l’esposizione di dodici tavole ispirate dall’oroscopo cinese, realizzate da Pietro Zuffi con la tecnica del XXX e utilizzate negli anni ’80 da Ottavio Missoni la realizzazione della linea Missoni Horoscope Home di cui in mostra alcune immagini fotografiche.
Il rapporto con le arti applicate, specialmente in ambito architettonico e di design, ha visto Zuffi impegnato anche nella decorazione di negozi, cinema, abitazioni, studi professionali e grandi navi da crociera. Verranno fotografie dieci pezzi tra fotografie e bozzetti preparatori per gli allestimenti degli interni di importanti motonavi quali l’Andrea Doria, pubblicazioni e riviste di architettura che raccontano il rapporto tra Zuffi e importanti architetti, tra i quali Gio Ponti, Nino Zoncada, Melchiorre Bega e Ico Parisi.
La mostra si conclude con le opere che raccontano il rapporto di Zuffi con la pittura e la grafica, nello specifico con le tecniche della Xerografie e Linoleografie. Dell’artista (che nel 1948 partecipò alla Biennale di Venezia con il quadro La cartomante) verranno esposti alcune litografieprovenienti dall’archivio personale e la bella serie editoriale “Machu Picchu” che si compone di sei stampe litografiche, conservate presso l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee di Venezia.
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