Nina Carini. Mani come rami che toccano cielo
Dal 05 Febbraio 2025 al 09 Febbraio 2025
Bologna
Luogo: Oratorio dello Spirito Santo
Indirizzo: Via Val d'Aposa 6
Orari: 5 febbraio 2025: 15:00 - 21:00 (Opening) 6-7-9 febbraio 2025: 12:00 - 19:00 8 febbraio 2025: 12:00 - 24:00
Sito ufficiale: http://www.artcitybologna.it
Dal 6 al 9 febbraio, nell’ambito di ART CITY Bologna 2025 in occasione di ARTEFIERA, Nina Carini presenta la mostra Mani come rami che toccano cielo (2024) all’interno dell’Oratorio dello Spirito Santo di Bologna. È la prima volta che un luogo così straordinario, nel cuore della città, accoglie una mostra di arte contemporanea.
In questo splendido gioiello d’arte e di architettura bolognese costruito dai monaci celestini nel tardo Quattrocento, Mani come rami che toccano cielo sembra radicarsi profondamente, come se fosse sempre stata lì, in sintonia con la sua storia e la sua spiritualità. Le braccia, sottili e altissime, si alzano verso l’alto, come a voler toccare qualcosa che non è visibile ma che è sempre presente.
La mostra presenta un’unica opera, ma di grande impatto per la sua carica spirituale, collocata nell’abside della chiesa. Composta da due sculture in bronzo lucidato a specchio, è il risultato di un processo di creazione che ha avuto luogo tra settembre e novembre 2024 presso la Fonderia Artistica Battaglia. Le sculture, con le mani tese verso il cielo, evocano un gesto di metamorfosi e di tensione verso l'infinito, un tema centrale nella ricerca dell’artista.
Nina Carini, partendo da uno schizzo nel suo diario, dà vita a un’installazione che unisce il desiderio di raggiungere l’oltre con la difficoltà della realizzazione materiale. Il bronzo, materiale per natura grave, viene qui risolto in una forma aerea che invita il visitatore a riflettere sulla fragilità dell’essere umano e sulla sua tensione verso qualcosa di immenso e eterno.
«I due rami che si protendono verso il cielo, modellandosi in linee morbide, sembrano danzare nell’aria – sottolinea la curatrice, Rischa Paterlini -. Ogni movimento di queste forme naturali riflette un delicato equilibrio tra la materia e l'invisibile, tra il tangibile e il desiderio. L’opera va oltre la semplice forma fisica; è un'energia che si manifesta, raccontando di un cambiamento profondo, di una tensione che spinge oltre la superficie e invita a guardare ciò che è al di là di ciò che vediamo. Quest’opera non si limita a essere una semplice rappresentazione del corpo, ma diventa un’azione che attraversa i confini della percezione, un richiamo a qualcosa di più grande, un’aspirazione che non può essere colta. Questa scultura è una preghiera non verbale, un desiderio di comprensione che attraversa il tempo e lo spazio, senza mai arrivare a una risposta definitiva».
«Ho immaginato queste due braccia molto sottili appoggiate al muro, così da vedere una fessura nello spazio, due linee sottilissime di luce», scrive Carini nel suo diario. Le mani scolpite con precisione – che sono quelle dell’artista - non cercano solo il cielo, ma tentano di afferrare qualcosa di più vasto, di diventare parte di un tutto che non può essere definito. Le braccia, impossibili nella loro lunghezza, non sono il punto centrale dell’opera, ma il loro slancio, il desiderio di andare oltre, di sfidare il limite umano.
Accanto alla scultura, Nina Carini presenta Ende beginnt, un’azione poetica che invita il pubblico a una riflessione profonda sul tempo. Ogni giorno alle 18:00, un poeta insieme all’artista leggeranno versi tratti dalla bibliografia di Rainer Maria Rilke, incentrati sulla figura dell'Angelo e sul desiderio di metamorfosi. Il pubblico sarà invitato a sperimentare autonomamente l’ascolto e la lettura, creando un momento di contemplazione e introspezione.
La scena poetica bolognese contribuirà all’evento, con la partecipazione di poeti come Riccardo Frolloni, Franca Mancinelli, Diletta D’Angelo, Marilina Ciaco, Eleonora Negrisoli, Giorgio Zavagli, Mariagiorgia Ulbar, Beatrice Magoga e Luciano Mazziotta.
L’esposizione rappresenta un’occasione unica per esplorare il rapporto tra arte, tempo e metamorfosi, dove ogni gesto e ogni parola diventano un invito a superare i limiti del visibile, cercando tracce di infinito nel presente in un luogo intenso permeato da profonda spiritualità.
La mostra è accompagnata dai testi critici di Rischa Paterlini, e Pina De Luca.
Si ringrazia l’Ordine di Malta, Fonderia Artistica Battaglia, partner tecnico della mostra e Art Defender.
In questo splendido gioiello d’arte e di architettura bolognese costruito dai monaci celestini nel tardo Quattrocento, Mani come rami che toccano cielo sembra radicarsi profondamente, come se fosse sempre stata lì, in sintonia con la sua storia e la sua spiritualità. Le braccia, sottili e altissime, si alzano verso l’alto, come a voler toccare qualcosa che non è visibile ma che è sempre presente.
La mostra presenta un’unica opera, ma di grande impatto per la sua carica spirituale, collocata nell’abside della chiesa. Composta da due sculture in bronzo lucidato a specchio, è il risultato di un processo di creazione che ha avuto luogo tra settembre e novembre 2024 presso la Fonderia Artistica Battaglia. Le sculture, con le mani tese verso il cielo, evocano un gesto di metamorfosi e di tensione verso l'infinito, un tema centrale nella ricerca dell’artista.
Nina Carini, partendo da uno schizzo nel suo diario, dà vita a un’installazione che unisce il desiderio di raggiungere l’oltre con la difficoltà della realizzazione materiale. Il bronzo, materiale per natura grave, viene qui risolto in una forma aerea che invita il visitatore a riflettere sulla fragilità dell’essere umano e sulla sua tensione verso qualcosa di immenso e eterno.
«I due rami che si protendono verso il cielo, modellandosi in linee morbide, sembrano danzare nell’aria – sottolinea la curatrice, Rischa Paterlini -. Ogni movimento di queste forme naturali riflette un delicato equilibrio tra la materia e l'invisibile, tra il tangibile e il desiderio. L’opera va oltre la semplice forma fisica; è un'energia che si manifesta, raccontando di un cambiamento profondo, di una tensione che spinge oltre la superficie e invita a guardare ciò che è al di là di ciò che vediamo. Quest’opera non si limita a essere una semplice rappresentazione del corpo, ma diventa un’azione che attraversa i confini della percezione, un richiamo a qualcosa di più grande, un’aspirazione che non può essere colta. Questa scultura è una preghiera non verbale, un desiderio di comprensione che attraversa il tempo e lo spazio, senza mai arrivare a una risposta definitiva».
«Ho immaginato queste due braccia molto sottili appoggiate al muro, così da vedere una fessura nello spazio, due linee sottilissime di luce», scrive Carini nel suo diario. Le mani scolpite con precisione – che sono quelle dell’artista - non cercano solo il cielo, ma tentano di afferrare qualcosa di più vasto, di diventare parte di un tutto che non può essere definito. Le braccia, impossibili nella loro lunghezza, non sono il punto centrale dell’opera, ma il loro slancio, il desiderio di andare oltre, di sfidare il limite umano.
Accanto alla scultura, Nina Carini presenta Ende beginnt, un’azione poetica che invita il pubblico a una riflessione profonda sul tempo. Ogni giorno alle 18:00, un poeta insieme all’artista leggeranno versi tratti dalla bibliografia di Rainer Maria Rilke, incentrati sulla figura dell'Angelo e sul desiderio di metamorfosi. Il pubblico sarà invitato a sperimentare autonomamente l’ascolto e la lettura, creando un momento di contemplazione e introspezione.
La scena poetica bolognese contribuirà all’evento, con la partecipazione di poeti come Riccardo Frolloni, Franca Mancinelli, Diletta D’Angelo, Marilina Ciaco, Eleonora Negrisoli, Giorgio Zavagli, Mariagiorgia Ulbar, Beatrice Magoga e Luciano Mazziotta.
L’esposizione rappresenta un’occasione unica per esplorare il rapporto tra arte, tempo e metamorfosi, dove ogni gesto e ogni parola diventano un invito a superare i limiti del visibile, cercando tracce di infinito nel presente in un luogo intenso permeato da profonda spiritualità.
La mostra è accompagnata dai testi critici di Rischa Paterlini, e Pina De Luca.
Si ringrazia l’Ordine di Malta, Fonderia Artistica Battaglia, partner tecnico della mostra e Art Defender.
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