Giuliano Gresleri. Disegno e Pittura
![Giuliano Gresleri, Proposta grafica per il Club des Nouvelles Images di Parigi, anni Sessanta del XX secolo Giuliano Gresleri, Proposta grafica per il Club des Nouvelles Images di Parigi, anni Sessanta del XX secolo](http://www.arte.it/foto/600x450/43/104073-Giuliano_Gresleri_Proposta_grafica_per_il_Club_des_Nouvelles_Images_di_Parigi_anni_Sessanta_del_XX_secolo.jpg)
Giuliano Gresleri, Proposta grafica per il Club des Nouvelles Images di Parigi, anni Sessanta del XX secolo
Dal 11 Giugno 2020 al 31 Luglio 2020
Bologna
Luogo: Raccolta Lercaro
Indirizzo: via Riva di Reno 57
Orari: da lunedì a mercoledì 9-13 senza prenotazione; giovedì 14-18; venerdì 10-18 con prenotazione o preavviso telefonico almeno 15 minuti prima dell’arrivo in struttura
Curatori: Paolo Capponcelli
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 051 6566210
E-Mail info: segreteria@raccoltalercaro.it
Sito ufficiale: http://www.raccoltalercaro.it
La mostra Giuliano Gresleri. Disegno e Pittura – aperta presso la Raccolta Lercaro dal 12 giugno 31 luglio 2020 e realizzata grazie al contributo della Fondazione Carisbo – vuole essere un omaggio a Giuliano Gresleri, noto architetto e docente di storia dell'architettura moderna, figura di spicco del panorama culturale bolognese del secondo Novecento, legato al programma di costruzione delle nuove chiese della periferia cittadina durante l’episcopato del cardinale Giacomo Lercaro.
L’obiettivo dell’esposizione non è ripercorrere il ruolo di Gresleri all’interno di quella stagione sperimentale, ma svelare la sua opera grafica e figurativa: dimensione intima meno nota, culla per la comprensione del suo riconosciuto e rinomato apporto intellettuale e professionale in architettura.
Il linguaggio delle arti visive, infatti, emerge con forza in moltissimi suoi lavori pubblici e s'intreccia inequivocabilmente con le modalità espressive adottate in privato per dare voce a esigenze intime e personali. Ecco quindi che, accanto alle decorazioni per chiese e luoghi aperti alla devozione, si colloca una vasta produzione di pittura realizzata per puro piacere, per urgenza espressiva o per necessità di sperimentazione, oltre a numerosi e piacevolissimi “taccuini di viaggio” tracciati col segno rapido e sicuro della mano d’architetto-artista.
La mostra si apre con il richiamo alle realizzazioni pubbliche più note, come l’altorilievo in cemento raffigurante la Veronica – il volto di Cristo impresso nel lino – realizzato per la chiesa della Beata Vergine Immacolata di Bologna progettata dal fratello Glauco di cui, in mostra, è esposta la matrice di legno o le vetrate colorate progettate per la chiesa di Cristo Re, documentate dai grandi bozzetti al vero su carta velina.
Prosegue poi con la presentazione di una selezione di dipinti realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta utilizzando anche materiali poveri (come juta e impasti di sabbia), sotto l’influsso delle tendenze informali.
Infine, una sequenza di coloratissimi lavori degli ultimi anni, in cui il cromatismo acceso, si coniuga alla geometria delle forme per restituire una personalissima interpretazione neopurista in cui si fondono echi della pittura di Fernand Léger, di Amédée Ozenfant e delle nature morte di Le Corbusier.
Gresleri si presenta oggi in un’inedita veste: quella dell'artista desideroso di tradurre, di volta in volta in grafica o su tela, le proprie “architetture interiori”. Nell’intimità del suo studio, rimedita e affina la lezione dei Maestri, misurandosi con i reperti fisici che lo circondano, le persone care e le memorie dei luoghi, ricavandone così originali combinazioni figurative e compositive che giocano sui contorni delle forme, liberandone l’essenza più profonda attraverso il colore. In un momento storico nel quale le identità individuali e collettive sono in profonda crisi, Gresleri ci insegna a recuperare il valore della creatività spontanea, del coraggio di osare, di osservare il proprio “dentro” traducendolo in forme concrete col linguaggio dell’arte. Non per un mero esercizio di libertà, ma come momento profondo di conoscenza di sé.
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