Domenico Canino. Naturalis Conditio
Dal 03 Luglio 2021 al 15 Settembre 2021
Bologna
Luogo: Istituto di Istruzione e Formazione Giambattista Vico
Indirizzo: Via della Ghisiliera 16/e
Orari: da lunedì a venerdì 10-19; sabato 15-21
Telefono per informazioni: +39 389 26 72 270
E-Mail info: info@istitutovico.com
Ospite nella sala espositiva dell'Istituto di Istruzione e Formazione Giambattista Vico, Domenico Canino presenta Sabato 3 Luglio NATURALIS CONDITIO.
Per la prima volta vengono presentate alla città di Bologna le due serie pittoriche ''The past, the present and the future of the human condition'' , “Hypernature” con testo critico della chief curator del C.A.R.M.A. (Centro d'Arte e Ricerca Multimediale Applicata) Veronica D'Auria.
Gli smalti sintetici contrastanti trovano sulle grandi tele attraverso una reazione chimica, indotta da un rosso solvente, una materica fusione. L'artista diviene alchimista e ci pone di fronte ai tre stadi del processo alchemico, contraddistinti dal colore assunto durante la trasmutazione dalla materia che si dissolve nel nero, si sublima nel bianco e infine si ricompone e fissa nel rosso.
E mentre i corpi si vestono così di questo nuovo incarnato emerge la loro somiglianza al resto del vivente ("About the passage of time"). Le contraddizioni trovano una soluzione, l'uomo che si era allontanato dalla natura per timore, costruendo un proprio habitat, è finito per distaccarsene ed ha perso così la propria essenza originaria che viveva in stretta connessione con l'ambiente... ma è grazie ad un processo di perdita e di uscita dal sè e dall'idea che ha di se stesso che egli può ritrovarsi, riconciliare il passato con il presente rendendo possibile il futuro. Nei dipinti "post- surreali" possiamo trovare la rinnovata naturalità dei corpi nella perdita della distinzione delle forme e delle sostanze. Questa nuova consapevolezza si manifesta negli organi umani "radicati" ("The breath", "Organ") e pulsanti linfa ("The first beat") e ancor più nel legame con l'albero ("Brother") o come in "Study for inside self portait" in cui è l'immagine tripartita dell'artista ad essere in dialogo con il tessuto plastico. L'uomo ritrova la sua appartenenza alla natura accettando che anche ciò che egli ha sviluppato, anche il "suo" mondo, è parte della natura e solo così può riuscire a percepire la sua naturalità. Solo superando l'antropocentrismo che lo ha condotto ad una schizofrenia esistenziale ("Doubling", "The fox and the anthropocentrism") che l'essere umano può ritrovare il suo posto nell'universo e tornare ad essere parte tra le parti connesse al tutto. Con una serie di dipinti misteriosi e materici Canino ci mostra una profonda verità nascosta, che "parla" della "realtà" dell'uomo e della natura come nessuna figurazione realistica potrebbe mai.
Domenico Canino
Nato a Catanzaro nel 1986 e cresciuto ad Albi tra le montagne della Sila Piccola, dove inizia i suoi primi studi artistici inserendo da subito l'estetica della natura come soggetto delle sue opere.
Per diversi ha vissuto e lavorato a Roma dove ha conseguito il diploma in Scenografia all'Accademia di Belle Arti con il progetto sulla percezione auditiva “Study on the vibration of the Iron”.
Ha collaborato con diverse compagnie Teatrali curando le scenografie e le installazioni visuali degli spettacoli, mischiando il linguaggio artistico con le tecniche scenografiche.
Dal 2009 prosegue la sua ricerca nel campo della Sound Art, nel campo dell'immagine video, senza abbandonare il segno pittorico. Le sue Opere sono di carattere progettuale. Attraverso l'azione, la pittura e le Arti elettroniche, sviluppa sperimentazioni e ricerche artistiche che hanno come anima conduttrice il concetto di "esistenza" e la sacralità di questa.
L'arte di Canino è un richiamo primordiale all' unicità della Vita, intesa come un tutto organico ma mai armonico, contrapposto alla volontà di coscienza della civiltà contemporanea. E il culto dell' inconscio, del pensiero originario, come ciclico ritorno all'origine dell'esistenza pura. Gli antieroi di Canino rompono le gabbie del tempo e dello spazio imposte dalla società meccanicizzata. Squarciano la tela per oltrepassare la dicotomia tra vita e morte, sonno e veglia, luce e ombra.
Il binomio Arte/Vita, il tempo, la natura, lo spazio, l’animale, sono aspetti ricorrenti anche nelle sue composizioni visivo/sonore, spesso elaborate negli spazi naturali e poi installate negli spazi espositivi, come “My sign and the Sign of the Earth”, un opera elaborata in due anni (2011-2012), o come “Pieces from the Sacred Tree”, “Blue Line in the Space”, “Ten Different Moments” (2010). Sempre nel 2010 continua con il linguaggio e le tecniche multimediali per realizzare le opere video “Internal Videoportrait” e “Here”, e la serie di foto surrealistiche “Pages from Life book”.
Dal 2011 lavora, utilizzando gli smalti sintetici, alle lunghissime serie pittoriche “Space, Energy, Masses” , “The Past, the Present, and the Furture of the Human Condition” e “Hypernature”, quest'ultima, cerca di definire e affermare il suo stile pittorico e il suo linguaggio visivo.
Attualmente vive e lavora a Bologna e collabora con l'Istituto Giambattista Vico comprendo il ruolo di docente in Arti figurative, progettazione multimediale e storia dell'Arte.
Opening 3 Luglio h 18:00
Live vinyl set performance di Mario Rettura
Per la prima volta vengono presentate alla città di Bologna le due serie pittoriche ''The past, the present and the future of the human condition'' , “Hypernature” con testo critico della chief curator del C.A.R.M.A. (Centro d'Arte e Ricerca Multimediale Applicata) Veronica D'Auria.
Gli smalti sintetici contrastanti trovano sulle grandi tele attraverso una reazione chimica, indotta da un rosso solvente, una materica fusione. L'artista diviene alchimista e ci pone di fronte ai tre stadi del processo alchemico, contraddistinti dal colore assunto durante la trasmutazione dalla materia che si dissolve nel nero, si sublima nel bianco e infine si ricompone e fissa nel rosso.
E mentre i corpi si vestono così di questo nuovo incarnato emerge la loro somiglianza al resto del vivente ("About the passage of time"). Le contraddizioni trovano una soluzione, l'uomo che si era allontanato dalla natura per timore, costruendo un proprio habitat, è finito per distaccarsene ed ha perso così la propria essenza originaria che viveva in stretta connessione con l'ambiente... ma è grazie ad un processo di perdita e di uscita dal sè e dall'idea che ha di se stesso che egli può ritrovarsi, riconciliare il passato con il presente rendendo possibile il futuro. Nei dipinti "post- surreali" possiamo trovare la rinnovata naturalità dei corpi nella perdita della distinzione delle forme e delle sostanze. Questa nuova consapevolezza si manifesta negli organi umani "radicati" ("The breath", "Organ") e pulsanti linfa ("The first beat") e ancor più nel legame con l'albero ("Brother") o come in "Study for inside self portait" in cui è l'immagine tripartita dell'artista ad essere in dialogo con il tessuto plastico. L'uomo ritrova la sua appartenenza alla natura accettando che anche ciò che egli ha sviluppato, anche il "suo" mondo, è parte della natura e solo così può riuscire a percepire la sua naturalità. Solo superando l'antropocentrismo che lo ha condotto ad una schizofrenia esistenziale ("Doubling", "The fox and the anthropocentrism") che l'essere umano può ritrovare il suo posto nell'universo e tornare ad essere parte tra le parti connesse al tutto. Con una serie di dipinti misteriosi e materici Canino ci mostra una profonda verità nascosta, che "parla" della "realtà" dell'uomo e della natura come nessuna figurazione realistica potrebbe mai.
Domenico Canino
Nato a Catanzaro nel 1986 e cresciuto ad Albi tra le montagne della Sila Piccola, dove inizia i suoi primi studi artistici inserendo da subito l'estetica della natura come soggetto delle sue opere.
Per diversi ha vissuto e lavorato a Roma dove ha conseguito il diploma in Scenografia all'Accademia di Belle Arti con il progetto sulla percezione auditiva “Study on the vibration of the Iron”.
Ha collaborato con diverse compagnie Teatrali curando le scenografie e le installazioni visuali degli spettacoli, mischiando il linguaggio artistico con le tecniche scenografiche.
Dal 2009 prosegue la sua ricerca nel campo della Sound Art, nel campo dell'immagine video, senza abbandonare il segno pittorico. Le sue Opere sono di carattere progettuale. Attraverso l'azione, la pittura e le Arti elettroniche, sviluppa sperimentazioni e ricerche artistiche che hanno come anima conduttrice il concetto di "esistenza" e la sacralità di questa.
L'arte di Canino è un richiamo primordiale all' unicità della Vita, intesa come un tutto organico ma mai armonico, contrapposto alla volontà di coscienza della civiltà contemporanea. E il culto dell' inconscio, del pensiero originario, come ciclico ritorno all'origine dell'esistenza pura. Gli antieroi di Canino rompono le gabbie del tempo e dello spazio imposte dalla società meccanicizzata. Squarciano la tela per oltrepassare la dicotomia tra vita e morte, sonno e veglia, luce e ombra.
Il binomio Arte/Vita, il tempo, la natura, lo spazio, l’animale, sono aspetti ricorrenti anche nelle sue composizioni visivo/sonore, spesso elaborate negli spazi naturali e poi installate negli spazi espositivi, come “My sign and the Sign of the Earth”, un opera elaborata in due anni (2011-2012), o come “Pieces from the Sacred Tree”, “Blue Line in the Space”, “Ten Different Moments” (2010). Sempre nel 2010 continua con il linguaggio e le tecniche multimediali per realizzare le opere video “Internal Videoportrait” e “Here”, e la serie di foto surrealistiche “Pages from Life book”.
Dal 2011 lavora, utilizzando gli smalti sintetici, alle lunghissime serie pittoriche “Space, Energy, Masses” , “The Past, the Present, and the Furture of the Human Condition” e “Hypernature”, quest'ultima, cerca di definire e affermare il suo stile pittorico e il suo linguaggio visivo.
Attualmente vive e lavora a Bologna e collabora con l'Istituto Giambattista Vico comprendo il ruolo di docente in Arti figurative, progettazione multimediale e storia dell'Arte.
Opening 3 Luglio h 18:00
Live vinyl set performance di Mario Rettura
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