The Yearning For The Irrational, 10 installazioni in un edificio del '700
![Alice Sheppard, Fidler Public Intervention no 4, The Rule, 2020 Alice Sheppard, Fidler Public Intervention no 4, The Rule, 2020](http://www.arte.it/foto/600x450/7a/119787-Alice_Sheppard_Fidler_Public_Intervention_no_4_The_Rule_2020_CASA_REGIS_copy.jpg)
Alice Sheppard, Fidler Public Intervention no 4, The Rule, 2020
Dal 22 Agosto 2021 al 10 Ottobre 2021
Biella
Luogo: Casa Regis - Center for culture and contemporary art
Indirizzo: Frazione Marchetto 18, Valdilana
Orari: Visite guidate alle ore 16 e alle ore 17 ogni domenica (limitato a 6 persone al turno e suggerito prenotazioni) e su appuntamento negli altri giorni
Curatori: L. Mikelle Standbridge
Telefono per informazioni: + 39 333 1995 123
E-Mail info: infocasaregis@gmai.com
Sito ufficiale: http://www.casaregis.org
Gli artisti sono spesso chiamati a rivolgere il proprio sguardo verso tematiche di giustizia, pace, uguaglianza, benessere del pianeta ed altre questioni legate ad aspetti socio-politici e del vivere, la loro risposta ha prodotto ottime proposte visive, e di questo gliene siamo tutti grati. La mostra collettiva "The Yearning For The Irrational" (IL Desiderio Per l'Irrazionale) invita, invece, lo spettatore ad abbassare, solo per un momento, il livello di vigilanza nei confronti della “responsabilità” che continuamente ci richiama all’ordine, al programmato, al funzionale.
Volendo dunque esaltare una delle più rilevanti caratteristiche dell' Arte, quella di mantenere in vita la “libertà mentale” alla quale ogni individuo ha costante diritto di accesso, questa mostra mette in luce il personale mondo interiore, spesso illogico e al contempo coinvolgente, mettendo in risalto il momento in cui la logica si scontra con l’assurdo.
I lavori sono stati scelti, infatti, proprio per la loro capacità di raggiungere l'area dell'irraggiungibile, dell'irrazionale, dell'ipotetico, del visionario, del paradossale, ma anche del sarcastico, del provocatorio, dell’umoristico.
La ceramista italiana Barbara Matilde Aloisio, utilizzando la tecnica della terra semirefrattaria Naked raku, realizza scarpe che eludono ogni uso pratico perché sostenute da pali rialzati, rendendo impossibile l'equilibrio. Nella stessa serie, "Prendo le misure del mio passo", monta delle forbici sul davanti delle scarpe che tentano di tagliare lo spazio ad ogni passo.
La fiber artist italiana Michela Cavagna, nella sua installazione "The Impossible Tea Party" di tazze da tè deliziosamente allettanti, elimina la possibilità di godersi la porcellana fine, scopo per cui è progetta, poiché le tazze non solo hanno buchi ma sono attraversate da fili colorati aggrovigliati.
Innescata da un anno di lockdown, l'artista concettuale inglese Alice Sheppard Fidler ha prodotto una serie di fotografie in bianco e nero che in uno stile impassibile e documentaristico portano umorismo e ironia alla regola del distanziamento sociale di due metri, giustamente intitolato "The Rule"(La Regola/Il Righello). Generato dal lockdown anche il video loop "Movement Recycled" (Il Movimento Riciclato) e le relative stills, un'indagine arguta sugli spazi riutilizzati all'interno del proprio confine domestico ristretto.
Spinta a riconnettersi a distanza con i suoi cari nel 2020 attraverso una metafora letteraria di Virginia Woolf (“E tutte le vite che abbiamo vissuto e quelle che dobbiamo ancora vivere, sono piene di alberi e foglie"), la fiber artist italiana Lisa Fontana, nella sua installazione "Il Tempo E La Distanza", rappresenta ciascuno dei membri della sua famiglia sotto forma di una foglia racchiusa nel feltro.
La serie ironica dell'artista di mixed media italiana Eleonora Gugliotta "Non si accettano caramelle dagli sconosciuti” è stata prodotta con il coinvolgimento del pubblico, invitato ad accettare delle gomme da masticare con cui realizzare insieme all’artista delle divertenti micro-sculturine da attaccare sotto il fondo di sedie di scuola. Presenti anche una serie di lavori realizzati con capelli e peli umani in una ricerca visiva che produce nuovi coinvolgenti microcosmi.
Nata in Cina ma residente da lungo tempo in Italia, la mixed media artist Chen Li, riesce, attraverso la lingua cinese, ad accedere ad un concept non presente in inglese: "Jia” o “ 家". "Jia” o “ 家" è anche il titolo del suo pezzo, che significa “casa” e “famiglia” in un unico ideogramma. La sua scultura è fatta di uova di argilla bianca che rappresentano i componenti della famiglia, che vivono in una casa futuristica in plexiglass, trasparente, così il mondo può vedere all’interno e la famiglia può vedere all’esterno.
"Oculo Magico", della fotografa concettuale italiana Sara Munari, riguarda la riscrittura della storia, inventando documenti accuratamente fasulli che si presentano come "la prova" che Leonardo Da Vinci è stato il vero inventore della fotografia.
Greg Smith, designer/artista americano, trasporta i cimeli di famiglia nell'arena dell'arte contemporanea attraverso la ricontestualizzazione, trasformando la valigietta della bisnonna.
Lavorando spesso con cera, stoffa e carta, l'artista italiana di tecniche miste Giulia Spernazza crea metafore sottili di irraggiungibilità, non conformando i suoi materiali con il loro scopo predestinato. “Tessuti inglobati” è una micro installazione di stoffa inglobata nella cera, rimuovendo così la natura utilitaristica della stoffa.
Originaria del Giappone ma, avendo adottato l'Italia come casa perché era "italiana nella vita precedente", la mixed media artist yukoh Tsukamoto porta ancora con sé le influenze dello shintoismo dove presenze ariose, benigne, ed energiche popolano il paesaggio e dirigono la sua delicata serie di stampe alla maniera nera, "Gli Spiriti Della Foresta".
La mostra si sviluppa su i due piani dell'edificio settecentesco, integrando gli allestimenti contemporanei con gli storici pavimenti in cotto, i soffitti affrescati e le antiche mura. Ogni visitatore è assistito in una visita guidata dal curatore, che incoraggia anche la prenotazione di visite al di fuori degli orari regolari.
Volendo dunque esaltare una delle più rilevanti caratteristiche dell' Arte, quella di mantenere in vita la “libertà mentale” alla quale ogni individuo ha costante diritto di accesso, questa mostra mette in luce il personale mondo interiore, spesso illogico e al contempo coinvolgente, mettendo in risalto il momento in cui la logica si scontra con l’assurdo.
I lavori sono stati scelti, infatti, proprio per la loro capacità di raggiungere l'area dell'irraggiungibile, dell'irrazionale, dell'ipotetico, del visionario, del paradossale, ma anche del sarcastico, del provocatorio, dell’umoristico.
La ceramista italiana Barbara Matilde Aloisio, utilizzando la tecnica della terra semirefrattaria Naked raku, realizza scarpe che eludono ogni uso pratico perché sostenute da pali rialzati, rendendo impossibile l'equilibrio. Nella stessa serie, "Prendo le misure del mio passo", monta delle forbici sul davanti delle scarpe che tentano di tagliare lo spazio ad ogni passo.
La fiber artist italiana Michela Cavagna, nella sua installazione "The Impossible Tea Party" di tazze da tè deliziosamente allettanti, elimina la possibilità di godersi la porcellana fine, scopo per cui è progetta, poiché le tazze non solo hanno buchi ma sono attraversate da fili colorati aggrovigliati.
Innescata da un anno di lockdown, l'artista concettuale inglese Alice Sheppard Fidler ha prodotto una serie di fotografie in bianco e nero che in uno stile impassibile e documentaristico portano umorismo e ironia alla regola del distanziamento sociale di due metri, giustamente intitolato "The Rule"(La Regola/Il Righello). Generato dal lockdown anche il video loop "Movement Recycled" (Il Movimento Riciclato) e le relative stills, un'indagine arguta sugli spazi riutilizzati all'interno del proprio confine domestico ristretto.
Spinta a riconnettersi a distanza con i suoi cari nel 2020 attraverso una metafora letteraria di Virginia Woolf (“E tutte le vite che abbiamo vissuto e quelle che dobbiamo ancora vivere, sono piene di alberi e foglie"), la fiber artist italiana Lisa Fontana, nella sua installazione "Il Tempo E La Distanza", rappresenta ciascuno dei membri della sua famiglia sotto forma di una foglia racchiusa nel feltro.
La serie ironica dell'artista di mixed media italiana Eleonora Gugliotta "Non si accettano caramelle dagli sconosciuti” è stata prodotta con il coinvolgimento del pubblico, invitato ad accettare delle gomme da masticare con cui realizzare insieme all’artista delle divertenti micro-sculturine da attaccare sotto il fondo di sedie di scuola. Presenti anche una serie di lavori realizzati con capelli e peli umani in una ricerca visiva che produce nuovi coinvolgenti microcosmi.
Nata in Cina ma residente da lungo tempo in Italia, la mixed media artist Chen Li, riesce, attraverso la lingua cinese, ad accedere ad un concept non presente in inglese: "Jia” o “ 家". "Jia” o “ 家" è anche il titolo del suo pezzo, che significa “casa” e “famiglia” in un unico ideogramma. La sua scultura è fatta di uova di argilla bianca che rappresentano i componenti della famiglia, che vivono in una casa futuristica in plexiglass, trasparente, così il mondo può vedere all’interno e la famiglia può vedere all’esterno.
"Oculo Magico", della fotografa concettuale italiana Sara Munari, riguarda la riscrittura della storia, inventando documenti accuratamente fasulli che si presentano come "la prova" che Leonardo Da Vinci è stato il vero inventore della fotografia.
Greg Smith, designer/artista americano, trasporta i cimeli di famiglia nell'arena dell'arte contemporanea attraverso la ricontestualizzazione, trasformando la valigietta della bisnonna.
Lavorando spesso con cera, stoffa e carta, l'artista italiana di tecniche miste Giulia Spernazza crea metafore sottili di irraggiungibilità, non conformando i suoi materiali con il loro scopo predestinato. “Tessuti inglobati” è una micro installazione di stoffa inglobata nella cera, rimuovendo così la natura utilitaristica della stoffa.
Originaria del Giappone ma, avendo adottato l'Italia come casa perché era "italiana nella vita precedente", la mixed media artist yukoh Tsukamoto porta ancora con sé le influenze dello shintoismo dove presenze ariose, benigne, ed energiche popolano il paesaggio e dirigono la sua delicata serie di stampe alla maniera nera, "Gli Spiriti Della Foresta".
La mostra si sviluppa su i due piani dell'edificio settecentesco, integrando gli allestimenti contemporanei con gli storici pavimenti in cotto, i soffitti affrescati e le antiche mura. Ogni visitatore è assistito in una visita guidata dal curatore, che incoraggia anche la prenotazione di visite al di fuori degli orari regolari.
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chen li ·
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