Luciano Maciotta. Energy is in the air
Dal 30 Aprile 2022 al 26 Giugno 2022
Biella
Luogo: M.A.C.I.S.T. Museum
Indirizzo: Via Costa di Riva 9
Orari: sabato e domenica 15.00-19.15
Curatori: Mark Bertazzoli
Costo del biglietto: ingresso libero con offerta
Telefono per informazioni: +39 338 8772385
E-Mail info: info@macist.it
Sito ufficiale: http://www.macist.it
Luciano Maciotta, artista guidato dalla ragione e scienziato incline all’immaginazione, presenta al MACIST una serie di innovativi progetti estetico-ambientali. Il risultato è un’appassionata riflessione, logica ed ecosostenibile, sulle energie invisibili che si nascondono nell’atmosfera. Una visione illuminante sospesa tra arte e scienza.
La ricerca artistica di Luciano Maciotta prende inizio dai laboratori di ricerca, dove - come ingegnere - si occupava di luce e fenomeni elettrici. Dopo la fascinazione giovanile per le opere di Castellani e la realizzazione dei primi lavori pittorici, Maciotta si rende conto che servirsi dell’energia è per lui un’esigenza indispensabile. Energia intesa non solo come argomento di studio scientifico ma anche come soggetto di ricerca artistica personale. Il suo lavoro si trasforma così in una “rappresentazione”, a volte più vicina all’estetica a volte preminentemente concettuale, di fenomeni naturali e scientifici; ogni opera costituisce, infatti, un’integrazione, un tentativo di sviluppo nel dialogo intrinseco tra arte e scienza. Esemplare, in tal senso, era stato l’imponente lavoro Lightning Field, realizzato da Walter De Maria nel 1971 nel deserto del Nuovo Messico.
Dopo molteplici e affascinanti installazioni luminose a LED - come quella monumentale del 2010 presso la Rotonda della Besana, a Milano -, Maciotta si allontana gradualmente dall’elemento luminoso fine a sé stesso, così come si distacca anche dal concetto di quadro o scultura. Le sue opere diventano dei sistemi raffinati e ingegnosi, strumento utile per sensibilizzare il pubblico sul tema delle energie invisibili che governano il pianeta. Secondo l’artista, difatti, l’arte dovrebbe quasi sempre erigere un “ponte” verso la scienza, divenendo un mezzo per diffondere nuove conoscenze scientifiche e educare a sane e intelligenti nuove possibilità energetiche.
Le installazioni proposte da Luciano Maciotta si avvalgono, quindi, di appurate ricerche scientifiche, già note agli addetti ai lavori, ma le cui potenzialità devono tuttora essere riesaminate, alla luce dei profondi cambiamenti dello scenario globale. Questi dispositivi, che presentano in ogni caso anche una pregevole valenza estetica, stimolano particolarmente il fruitore e lo costringono a ragionare, per comprendere meglio gli stratagemmi che si nascondono - citando Lucio Fontana - nei «mezzi nuovi che la tecnica mette a disposizione». Il nuovo codice artistico proposto da Maciotta non è solamente visivo o concettuale, ma profondamente etico, nel suggerirci nuove vie che possiamo percorrere sulle energie, per un approccio più consapevole e ecosostenibile.
Il percorso espositivo ha inizio con la grande installazione Energia dall’atmosfera, che peraltro porge anche il titolo alla mostra. Si tratta di un’installazione prettamente teorica, seppur supportata da diversi anni di sperimentazione in laboratorio, e costituisce un’esemplificazione sul tema dell’energia atmosferica. Un’antenna di captazione, agganciata a un prototipo di pallone aerostatico, cattura l’energia presente nell’aria e la convoglia - attraverso un cavo di rame isolato - a un motore elettrostatico a “effetto corona”, che trascina a sua volta un generatore che produce energia elettrica. La corrente, generata a bassa tensione, alimenta i led nascosti all’interno di una singolare mappa celeste, composta da costellazioni, stelle e buchi neri. Per questa realizzazione Luciano Maciotta si è ispirato, concretamente, agli esperimenti con palloni aerostatici condotti da Hermann Plauson prima (alla fine degli anni venti del XX secolo) e dal professor Oleg Jefimenko successivamente (nel 1970). La possibilità, per gli esseri viventi, di trarre energia elettrica anche dall’atmosfera è meno utopistica di quanto possa sembrare.
Un’altra ragguardevole opera sul tema dell’energia “ambientale” è la suggestiva e colorata No wires: energia radiante. Cinque vivaci lampade al neon senza fili, disposte in diagonale su sfondo nero, sono alimentate dalle onde elettromagnetiche prodotte da una bobina di rame, posta nel retro. In questo caso l’idea proviene direttamente da quel genio visionario che per primo scrisse a proposito di un’energia “libera” e wireless: Nikola Tesla. Lo scienziato statunitense scrisse nel 1904: «É solo questione di tempo perché l’uomo abbia successo nella realizzazione del collegamento delle sue macchine al rotismo della natura».
La mostra si conclude con Black Hole Orange, un avvincente acrilico su tela che illustra una vorticosa e geometrica spirale dai toni arancioni. Al centro del gorgo, proprio all’interno di un esagono, è situato un seducente buco nero. In opposizione a quanto compiuto per decenni, attraverso un lungo processo di ricerca e interpretazione della luce, Luciano Maciotta si lascia ora attirare dagli agenti dell’universo e in particolare si abbandona ai buchi neri, assenza totale di ogni luce.
Luciano Maciotta è nato a Milano nel 1943; vive e lavora tra Monza e Villasanta.
Artista ed ingegnere, il suo progetto artistico è da sempre articolato su Arte e Scienza, lungo i percorsi dell’astrazione geometrica con inserimento di LED dietro la superficie dipinta o, nelle sculture, come proiezione nello spazio. Ha praticato a lungo lo spazialismo con l’inserzione di LED e batterie. La conoscenza dei fenomeni luminosi, dei LED e dei tessuti stretch, lo ha portato a far interagire la luce artificiale che filtra dal tessuto con la pittura “vera e propria” con cui ha realizzato in particolare le serie dei Veli, Spirali, Spazio Energia ecc. Dal primo decennio del nuovo secolo ha realizzato installazioni e opere concettuali di Environmental Art, basate su studi e ricerche condotte nel laboratorio-officina di Villasanta per produrre energia elettrica da Aria, Acqua di mare e frutti della Terra (limoni, ecc.). Da questi è possibile ricavare, a costi minimi, energia elettrica per migliorare la condizione in cui si trovano ancora oggi un miliardo di abitanti nel mondo senza accesso all’energia elettrica. Organizza e partecipa a dibattiti su Arte e Scienza e sulle FreeEnergy. Collabora con la rivista-contenitore dell’Associazione Viareggina BAU e con la Fondazione tedesca Plant for the Planet. È membro dell’Associazione AIAP (Association Internationale des Arts Plastiques).
Vernissage: sabato 30 aprile 2022, ore 17.00
In occasione dell’inaugurazione della mostra personale l’artista donerà l’opera «Black Hole Orange» (2020) alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia Valenta per la lotta contro i tumori, che entrerà così a far parte della collezione museale.
La ricerca artistica di Luciano Maciotta prende inizio dai laboratori di ricerca, dove - come ingegnere - si occupava di luce e fenomeni elettrici. Dopo la fascinazione giovanile per le opere di Castellani e la realizzazione dei primi lavori pittorici, Maciotta si rende conto che servirsi dell’energia è per lui un’esigenza indispensabile. Energia intesa non solo come argomento di studio scientifico ma anche come soggetto di ricerca artistica personale. Il suo lavoro si trasforma così in una “rappresentazione”, a volte più vicina all’estetica a volte preminentemente concettuale, di fenomeni naturali e scientifici; ogni opera costituisce, infatti, un’integrazione, un tentativo di sviluppo nel dialogo intrinseco tra arte e scienza. Esemplare, in tal senso, era stato l’imponente lavoro Lightning Field, realizzato da Walter De Maria nel 1971 nel deserto del Nuovo Messico.
Dopo molteplici e affascinanti installazioni luminose a LED - come quella monumentale del 2010 presso la Rotonda della Besana, a Milano -, Maciotta si allontana gradualmente dall’elemento luminoso fine a sé stesso, così come si distacca anche dal concetto di quadro o scultura. Le sue opere diventano dei sistemi raffinati e ingegnosi, strumento utile per sensibilizzare il pubblico sul tema delle energie invisibili che governano il pianeta. Secondo l’artista, difatti, l’arte dovrebbe quasi sempre erigere un “ponte” verso la scienza, divenendo un mezzo per diffondere nuove conoscenze scientifiche e educare a sane e intelligenti nuove possibilità energetiche.
Le installazioni proposte da Luciano Maciotta si avvalgono, quindi, di appurate ricerche scientifiche, già note agli addetti ai lavori, ma le cui potenzialità devono tuttora essere riesaminate, alla luce dei profondi cambiamenti dello scenario globale. Questi dispositivi, che presentano in ogni caso anche una pregevole valenza estetica, stimolano particolarmente il fruitore e lo costringono a ragionare, per comprendere meglio gli stratagemmi che si nascondono - citando Lucio Fontana - nei «mezzi nuovi che la tecnica mette a disposizione». Il nuovo codice artistico proposto da Maciotta non è solamente visivo o concettuale, ma profondamente etico, nel suggerirci nuove vie che possiamo percorrere sulle energie, per un approccio più consapevole e ecosostenibile.
Il percorso espositivo ha inizio con la grande installazione Energia dall’atmosfera, che peraltro porge anche il titolo alla mostra. Si tratta di un’installazione prettamente teorica, seppur supportata da diversi anni di sperimentazione in laboratorio, e costituisce un’esemplificazione sul tema dell’energia atmosferica. Un’antenna di captazione, agganciata a un prototipo di pallone aerostatico, cattura l’energia presente nell’aria e la convoglia - attraverso un cavo di rame isolato - a un motore elettrostatico a “effetto corona”, che trascina a sua volta un generatore che produce energia elettrica. La corrente, generata a bassa tensione, alimenta i led nascosti all’interno di una singolare mappa celeste, composta da costellazioni, stelle e buchi neri. Per questa realizzazione Luciano Maciotta si è ispirato, concretamente, agli esperimenti con palloni aerostatici condotti da Hermann Plauson prima (alla fine degli anni venti del XX secolo) e dal professor Oleg Jefimenko successivamente (nel 1970). La possibilità, per gli esseri viventi, di trarre energia elettrica anche dall’atmosfera è meno utopistica di quanto possa sembrare.
Un’altra ragguardevole opera sul tema dell’energia “ambientale” è la suggestiva e colorata No wires: energia radiante. Cinque vivaci lampade al neon senza fili, disposte in diagonale su sfondo nero, sono alimentate dalle onde elettromagnetiche prodotte da una bobina di rame, posta nel retro. In questo caso l’idea proviene direttamente da quel genio visionario che per primo scrisse a proposito di un’energia “libera” e wireless: Nikola Tesla. Lo scienziato statunitense scrisse nel 1904: «É solo questione di tempo perché l’uomo abbia successo nella realizzazione del collegamento delle sue macchine al rotismo della natura».
La mostra si conclude con Black Hole Orange, un avvincente acrilico su tela che illustra una vorticosa e geometrica spirale dai toni arancioni. Al centro del gorgo, proprio all’interno di un esagono, è situato un seducente buco nero. In opposizione a quanto compiuto per decenni, attraverso un lungo processo di ricerca e interpretazione della luce, Luciano Maciotta si lascia ora attirare dagli agenti dell’universo e in particolare si abbandona ai buchi neri, assenza totale di ogni luce.
Luciano Maciotta è nato a Milano nel 1943; vive e lavora tra Monza e Villasanta.
Artista ed ingegnere, il suo progetto artistico è da sempre articolato su Arte e Scienza, lungo i percorsi dell’astrazione geometrica con inserimento di LED dietro la superficie dipinta o, nelle sculture, come proiezione nello spazio. Ha praticato a lungo lo spazialismo con l’inserzione di LED e batterie. La conoscenza dei fenomeni luminosi, dei LED e dei tessuti stretch, lo ha portato a far interagire la luce artificiale che filtra dal tessuto con la pittura “vera e propria” con cui ha realizzato in particolare le serie dei Veli, Spirali, Spazio Energia ecc. Dal primo decennio del nuovo secolo ha realizzato installazioni e opere concettuali di Environmental Art, basate su studi e ricerche condotte nel laboratorio-officina di Villasanta per produrre energia elettrica da Aria, Acqua di mare e frutti della Terra (limoni, ecc.). Da questi è possibile ricavare, a costi minimi, energia elettrica per migliorare la condizione in cui si trovano ancora oggi un miliardo di abitanti nel mondo senza accesso all’energia elettrica. Organizza e partecipa a dibattiti su Arte e Scienza e sulle FreeEnergy. Collabora con la rivista-contenitore dell’Associazione Viareggina BAU e con la Fondazione tedesca Plant for the Planet. È membro dell’Associazione AIAP (Association Internationale des Arts Plastiques).
Vernissage: sabato 30 aprile 2022, ore 17.00
In occasione dell’inaugurazione della mostra personale l’artista donerà l’opera «Black Hole Orange» (2020) alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia Valenta per la lotta contro i tumori, che entrerà così a far parte della collezione museale.
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