Hiroshi Sugimoto. Opera House. Una selezione per Bergamo
Dal 04 Dicembre 2023 al 25 Febbraio 2024
Bergamo
Luogo: Accademia Carrara
Indirizzo: Piazza G. Carrara 82
Curatori: Filippo Maggia
Enti promotori:
- Comune di Bergamo
Sito ufficiale: http://lacarrara.it
Il racconto della musica lirica prosegue in Accademia Carrara e da Tutta in voi la luce mia. Pittura di Storia e Melodramma, la mostra in corso dedicata all’Ottocento romantico tra pittura e melodramma: si arriva ora, grazie a Hiroshi Sugimoto e alla fotografia, fino dentro ai teatri, immaginando la magia del cinema.
Non esiste in Italia un luogo senza una via, una piazza intitolata ai grandi protagonisti del melodramma, così come sono moltissime le città con teatri lirici a loro dedicati, molti di questi sono oggetto della ricerca di Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948), poliedrico artista giapponese, che presenta in Accademia Carrara una selezione della serie Opera House realizzata in diverse istituzioni del nostro paese. Fotografie in cui lo spazio fisico dei palcoscenici e il rapporto con la luce sono protagonisti
Architetto, designer e fotografo, in Opera House Sugimoto condensa due delle sue più grandi passioni, il teatro e il cinema, attraverso scatti con palchi che ospitano, in molti casi, schermi bianchi, frutto della deflagrante visione dell’intero flusso di fotogrammi di una pellicola filmica.
Una ricerca tra spazio, luce e immagine che ha inizio nel 1978, dapprima nei teatri americani degli anni Venti e Trenta e quelli architettonicamente più ricercati degli anni Cinquanta, per poi proseguire nei cinema all’aperto, i tradizionali drive-in, le cui immagini hanno dato origine alla serie Theathers.
A distanza di anni, Sugimoto ha ripreso l’indagine fotografica in Europa, dove, a partire dal 2013, è nata Opera House.L’attenzione dell’artista giapponese si è poi concentra sul Nord e Centro Italia in teatri di grandi città e di piccoli centri, in cui vengono montati schermi raffiguranti i grandi classici del cinema italiano – Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Vittorio De Sica, Federico Fellini – catturando l’intero film in un'unica esposizione. Lo schermo si trasforma così in una luce bianca incandescente che suggerisce una sorta di epifania.
Dieci le opere in mostra in Carrara, un progetto che omaggia Tutta in voi al luce mia (in corso fino al 24 febbraio 2024) dedicate a teatri con architetture tra le più innovative e affascinanti in Italia e nel mondo, realizzati da straordinari progettisti quali Andrea Palladio, Giovan Battista Aleotti, Vincenzo Scamozzi, Francesco Tadolini, Leopoldo Pollack, chiamati a soddisfare i desideri di esigenti e colti committenti.
In alcune fotografie, oltre alla visione frontale del palcoscenico, del sipario aperto e dello schermo luminescente, viene offerta anche una veduta della platea e della galleria, come nel caso del Teatro di Villa Mazzacorati a Bologna, i cui ordini di palchi sono caratterizzati dalla presenza di cariatidi o, ancora, del cinquecentesco Teatro all’Antica di Sabbioneta, con il suo inconfondibile peristilio corinzio.
In Opera House è il senso del tempo a regolare il rapporto tra fotografo e soggetto, spettatore e opera. Un tempo in apparenza sospeso, annegato nel bianco dello schermo posto al centro dell’immagine, un bianco abbacinante dentro al quale si è consumata la narrazione cinematografica. Un’esplosione di luce che accende la nostra fantasia, illuminando contestualmente lo scheletro del teatro vuoto, senza pubblico. Una visione più che una rappresentazione: il flusso di fotogrammi come proiezione del tempo che scorre, dentro al quale ognuno può inventare la propria storia.
Filippo Maggia curatore
La mostra sul melodramma continua e si approfondisce in Ala Vitali attraverso il linguaggio contemporaneo della fotografia, in un dialogo continuo tra ieri e oggi. La serie Opera House immerge il pubblico nello spazio affascinante, e a tratti inquietante, di tanti teatri italiani, tra i quali si riconosce il nostro Teatro Sociale, opera ottocentesca costruita su progetto di Leopoldo Pollack. È interessante vedere come un artista giapponese, ben lontano dalla nostra cultura, abbia scelto come soggetto privilegiato delle sue ricerche proprio il teatro, confermando il suo ruolo di luogo per eccellenza dell’espressione culturale di ogni città. Gli spazi sono interpretati in un connubio che unisce anche il tema del cinema e della luce, che abbaglia lo spettatore e concentra la sua attenzione sul palco, luogo in cui accade il momento magico della rappresentazione, lirica o prosa che sia.
Nadia Ghisalberti assessore alla cultura Comune di Bergamo
Il teatro, entrato in Carrara con la mostra Tutta in voi la luce mia, ci ha portato a coinvolgere in questo racconto uno tra i più formidabili interpreti contemporanei della fotografia, Hiroshi Sugimoto. Con il suo lavoro di ricerca nelle immagini di teatri lirici, e non solo, ferma il tempo, quello della proiezione di un film, nello spazio tra palchi, poltrone e proscenio, dove le luci si adagiano a fissarne i tratti. Hiroshi Sugimoto ha accolto il nostro invito onorando la Carrara, Bergamo e l’anno della Capitale della Cultura.
Gianpietro Bonaldi General Manager Accademia Carrara
Catalogo Skira Editore a cura di Filippo Maggia
Non esiste in Italia un luogo senza una via, una piazza intitolata ai grandi protagonisti del melodramma, così come sono moltissime le città con teatri lirici a loro dedicati, molti di questi sono oggetto della ricerca di Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948), poliedrico artista giapponese, che presenta in Accademia Carrara una selezione della serie Opera House realizzata in diverse istituzioni del nostro paese. Fotografie in cui lo spazio fisico dei palcoscenici e il rapporto con la luce sono protagonisti
Architetto, designer e fotografo, in Opera House Sugimoto condensa due delle sue più grandi passioni, il teatro e il cinema, attraverso scatti con palchi che ospitano, in molti casi, schermi bianchi, frutto della deflagrante visione dell’intero flusso di fotogrammi di una pellicola filmica.
Una ricerca tra spazio, luce e immagine che ha inizio nel 1978, dapprima nei teatri americani degli anni Venti e Trenta e quelli architettonicamente più ricercati degli anni Cinquanta, per poi proseguire nei cinema all’aperto, i tradizionali drive-in, le cui immagini hanno dato origine alla serie Theathers.
A distanza di anni, Sugimoto ha ripreso l’indagine fotografica in Europa, dove, a partire dal 2013, è nata Opera House.L’attenzione dell’artista giapponese si è poi concentra sul Nord e Centro Italia in teatri di grandi città e di piccoli centri, in cui vengono montati schermi raffiguranti i grandi classici del cinema italiano – Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini, Vittorio De Sica, Federico Fellini – catturando l’intero film in un'unica esposizione. Lo schermo si trasforma così in una luce bianca incandescente che suggerisce una sorta di epifania.
Dieci le opere in mostra in Carrara, un progetto che omaggia Tutta in voi al luce mia (in corso fino al 24 febbraio 2024) dedicate a teatri con architetture tra le più innovative e affascinanti in Italia e nel mondo, realizzati da straordinari progettisti quali Andrea Palladio, Giovan Battista Aleotti, Vincenzo Scamozzi, Francesco Tadolini, Leopoldo Pollack, chiamati a soddisfare i desideri di esigenti e colti committenti.
In alcune fotografie, oltre alla visione frontale del palcoscenico, del sipario aperto e dello schermo luminescente, viene offerta anche una veduta della platea e della galleria, come nel caso del Teatro di Villa Mazzacorati a Bologna, i cui ordini di palchi sono caratterizzati dalla presenza di cariatidi o, ancora, del cinquecentesco Teatro all’Antica di Sabbioneta, con il suo inconfondibile peristilio corinzio.
In Opera House è il senso del tempo a regolare il rapporto tra fotografo e soggetto, spettatore e opera. Un tempo in apparenza sospeso, annegato nel bianco dello schermo posto al centro dell’immagine, un bianco abbacinante dentro al quale si è consumata la narrazione cinematografica. Un’esplosione di luce che accende la nostra fantasia, illuminando contestualmente lo scheletro del teatro vuoto, senza pubblico. Una visione più che una rappresentazione: il flusso di fotogrammi come proiezione del tempo che scorre, dentro al quale ognuno può inventare la propria storia.
Filippo Maggia curatore
La mostra sul melodramma continua e si approfondisce in Ala Vitali attraverso il linguaggio contemporaneo della fotografia, in un dialogo continuo tra ieri e oggi. La serie Opera House immerge il pubblico nello spazio affascinante, e a tratti inquietante, di tanti teatri italiani, tra i quali si riconosce il nostro Teatro Sociale, opera ottocentesca costruita su progetto di Leopoldo Pollack. È interessante vedere come un artista giapponese, ben lontano dalla nostra cultura, abbia scelto come soggetto privilegiato delle sue ricerche proprio il teatro, confermando il suo ruolo di luogo per eccellenza dell’espressione culturale di ogni città. Gli spazi sono interpretati in un connubio che unisce anche il tema del cinema e della luce, che abbaglia lo spettatore e concentra la sua attenzione sul palco, luogo in cui accade il momento magico della rappresentazione, lirica o prosa che sia.
Nadia Ghisalberti assessore alla cultura Comune di Bergamo
Il teatro, entrato in Carrara con la mostra Tutta in voi la luce mia, ci ha portato a coinvolgere in questo racconto uno tra i più formidabili interpreti contemporanei della fotografia, Hiroshi Sugimoto. Con il suo lavoro di ricerca nelle immagini di teatri lirici, e non solo, ferma il tempo, quello della proiezione di un film, nello spazio tra palchi, poltrone e proscenio, dove le luci si adagiano a fissarne i tratti. Hiroshi Sugimoto ha accolto il nostro invito onorando la Carrara, Bergamo e l’anno della Capitale della Cultura.
Gianpietro Bonaldi General Manager Accademia Carrara
Catalogo Skira Editore a cura di Filippo Maggia
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