Alberto Biasi. Prismi e Ombre
Dal 20 Dicembre 2012 al 03 Febbraio 2013
Molfetta | Bari
Luogo: Torrione Passari/ Chiesetta della Morte
Indirizzo: via S. Orsola 7
Orari: tutti i giorni 10-12.30/ 17.30-20.30
Curatori: Gaetano Centrone
Enti promotori:
- Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù
- ANCI
- Comune di Molfetta
- Provincia di Bari
- Regione Puglia
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: + 39 340 5190119
E-Mail info: persomi@blu.it
Sito ufficiale: http://www.torrionepassari.it
Due installazioni, “Luce di prismi” nel Torrione Passari e “Ombre” nella Chiesetta della Morte, alternate a quattro grandi opere, quali testimonianza della complessa personalità artistica di Alberto Biasi, animeranno la mostra “Prismi e ombre” che inaugura a Molfetta mercoledì 19 dicembre 2012 e sarà visitabile fino al 3 febbraio 2013.
La mostra, a cura di Gaetano Centrone, in collaborazione con Marco Meneguzzo e la galleria Allegra Ravizza di Milano, si configura come un itinerario urbano attraverso luoghi storicamente emblematici per la città di Molfetta , “illuminati di arcobaleno o di luce nera” delle opere di Alberto Biasi, uno tra i più noti artisti dell’arte cinetica e programmata. La fascinazione dell’installazione “Eco” (1974), riferita alla leggendaria Ninfa morta di consunzione per amore verso Narciso, assume un nuovo significato in rapporto alla* Chiesa dei Morti.
L’artista padovano la ripropone alla luce della leggenda secondo cui i morti in battaglia trovavano onore e degna sepoltura nella grande cripta sottostante l’attuale edificio. Successivamente, per dare spazio ai nuovi caduti, i resti venivano spostati nelle cripte più piccole fino alla totale decomposizione. Solo allora le loro reliquie venivano depositate in una fossa comune dell’ultima cripta, ubicata a stretto contatto con il mare, al quale spettava il compito di disperderle e trasformarle in polvere e sabbia. “Eco” si plasma della suggestione del luogo e assume inediti contenuti: il magnetismo del passato è riletto da Biasi come una dissoluzione visiva degli antichi eroi caduti in guerra, attraverso il movimento delle onde che li inghiotte, da cui deriva l’associazione creativa con la grande tempera fosforescente, ove le ombre contemporanee appaiono, rimangono fissate per qualche istante sul supporto per poi lentamente svanire. L’opera si compone di bianche tele fosforescenti, illuminate da luce di Wood che interagiscono con i visitatori trattenendone le ombre come un’eco, in analogia con il ricordo dei defunti e l’antica leggenda.
L’itinerario della mostra coinvolge il Torrione Passari, l’antica torre di vedetta e difensiva di Molfetta. Questa città pugliese era storicamente un ricco centro di attività agricole e pertanto teatro di aggressioni predatorie fin quando, ancor prima del ‘200, diventò luogo di insediamenti dell’Ordine dei Templari. Scendendo all’interno del Torrione Passari il visitatore, di fronte ai cinetismi del grande “Light Prisms”, potrà immaginare di “immergersi nell’arcobaleno” e averne una visione spettacolare a 360 gradi.
In “Light Prisms” la mutevole composizione di raggi, che appaiono, svaniscono e lentamente si saturano, cambiando colore attraverso l’intera scala cromatica (dal rosso al violetto) introduce il visitatore alla percezione degli “arcobaleni invisibili” presenti nella luce bianca, ma che sfuggono normalmente all’occhio, abituato a distinguerli solo se filtrati o riflessi dalla materia. Nel buio quest’opera si trasforma in metafora della conoscenza.
Biografia
Alberto Biasi, nato a Padova il 2 giugno 1937, inizia l'attività di pittore e scultore nel 1959. Nel 1960 forma il Gruppo N e nel 1961 è fra i promotori del movimento europeo Nuove Tendenze, nel '62 fra i fondatori di Arte Programmata. In quel periodo lavora collettivamente e firma Gruppo N opere come "trame", "rilievi ottico-dinamici" ottenuti per sovrapposizioni di strutture lamellari, "forme dinamiche" ottenute per torsioni, “fotoriflessioni” in movimento reale, “ambienti” a percezione instabile. Dopo lo scioglimento del Gruppo N "si riscopre solista" e inizia a lavorare sulle forme e spazialità cangianti e sui movimenti armonici realizzando un numero consistente di opere dal titolo "politipo". Negli anni settanta abbina elementi lamellari in torsione e parti in movimento reale, mentre intorno agli ottanta e novanta arricchisce ulteriormente i “politipi” con inserimenti di forme e cromatismi di forte suggestione figurale.
In questi ultimi, per contrasto tra la plasticità cangiante del minirilievo e la bidimensionalità della pittura, le nuove immagini vivono con e per chi le guarda e appaiono evocative di un continuo divenire. Nel 1988 una sua antologica al Museo Civico agli Eremitani di Padova raggiunge un'affluenza di 42.000 visitatori. Importante l’ultima evoluzione del suo lavoro: nel passaggio del 2000 Biasi elabora una sintesi delle ricerche precedenti e crea gli “assemblaggi”, soprattutto dittici e trittici prevalentemente monocromatici, d’impressionante effetto plastico e coloristico. Grande successo riscuote nel 2006 l’esposizione di trenta opere storiche nelle Sale dell’Hermitage di San Pietroburgo. Oltre a dodici esposizioni di Gruppo N, Biasi ha allestito più di novanta esposizioni personali, delle quali alcune recenti in sedi prestigiose quali il Palazzo Ducale di Urbino, la Casa del Mantegna a Mantova, Wigner Institute di Erice, il Museo della Cattedrale di Barcellona, Palazzo dei Priori a Perugia, Museo Nazionale di Villa Pisani e ultima, in ordine di tempo, Galleria Nazionale di Praga.
Ha inoltre partecipato a oltre quattrocento collettive, fra cui ITALIAN ZERO & avantgarde 60s al Museo MAAM di Mosca, la XXXII e la XLII Biennale di Venezia, la XI Biennale di San Paolo, la X, XI e XIV Quadriennale di Roma e le più note Biennali della grafica, ottenendo numerosi e importanti riconoscimenti. Sue opere si trovano al Modern Art Museum di New York, alla Galleria Nazionale di Roma e nei Musei di Belgrado, Bolzano, Bratislava, Buenos Aires, Ciudad Bolivar, Epinal, Gallarate, Guayaquil, Livorno, Lodz, Ljubljana, Middletown, Padova, Praga, Rovereto, San Francisco, Saint Louis, Tokio, Torino, Ulm, Venezia, Wroclaw, Zagabria ed in numerose collezioni italiane e straniere.
La mostra, a cura di Gaetano Centrone, in collaborazione con Marco Meneguzzo e la galleria Allegra Ravizza di Milano, si configura come un itinerario urbano attraverso luoghi storicamente emblematici per la città di Molfetta , “illuminati di arcobaleno o di luce nera” delle opere di Alberto Biasi, uno tra i più noti artisti dell’arte cinetica e programmata. La fascinazione dell’installazione “Eco” (1974), riferita alla leggendaria Ninfa morta di consunzione per amore verso Narciso, assume un nuovo significato in rapporto alla* Chiesa dei Morti.
L’artista padovano la ripropone alla luce della leggenda secondo cui i morti in battaglia trovavano onore e degna sepoltura nella grande cripta sottostante l’attuale edificio. Successivamente, per dare spazio ai nuovi caduti, i resti venivano spostati nelle cripte più piccole fino alla totale decomposizione. Solo allora le loro reliquie venivano depositate in una fossa comune dell’ultima cripta, ubicata a stretto contatto con il mare, al quale spettava il compito di disperderle e trasformarle in polvere e sabbia. “Eco” si plasma della suggestione del luogo e assume inediti contenuti: il magnetismo del passato è riletto da Biasi come una dissoluzione visiva degli antichi eroi caduti in guerra, attraverso il movimento delle onde che li inghiotte, da cui deriva l’associazione creativa con la grande tempera fosforescente, ove le ombre contemporanee appaiono, rimangono fissate per qualche istante sul supporto per poi lentamente svanire. L’opera si compone di bianche tele fosforescenti, illuminate da luce di Wood che interagiscono con i visitatori trattenendone le ombre come un’eco, in analogia con il ricordo dei defunti e l’antica leggenda.
L’itinerario della mostra coinvolge il Torrione Passari, l’antica torre di vedetta e difensiva di Molfetta. Questa città pugliese era storicamente un ricco centro di attività agricole e pertanto teatro di aggressioni predatorie fin quando, ancor prima del ‘200, diventò luogo di insediamenti dell’Ordine dei Templari. Scendendo all’interno del Torrione Passari il visitatore, di fronte ai cinetismi del grande “Light Prisms”, potrà immaginare di “immergersi nell’arcobaleno” e averne una visione spettacolare a 360 gradi.
In “Light Prisms” la mutevole composizione di raggi, che appaiono, svaniscono e lentamente si saturano, cambiando colore attraverso l’intera scala cromatica (dal rosso al violetto) introduce il visitatore alla percezione degli “arcobaleni invisibili” presenti nella luce bianca, ma che sfuggono normalmente all’occhio, abituato a distinguerli solo se filtrati o riflessi dalla materia. Nel buio quest’opera si trasforma in metafora della conoscenza.
Biografia
Alberto Biasi, nato a Padova il 2 giugno 1937, inizia l'attività di pittore e scultore nel 1959. Nel 1960 forma il Gruppo N e nel 1961 è fra i promotori del movimento europeo Nuove Tendenze, nel '62 fra i fondatori di Arte Programmata. In quel periodo lavora collettivamente e firma Gruppo N opere come "trame", "rilievi ottico-dinamici" ottenuti per sovrapposizioni di strutture lamellari, "forme dinamiche" ottenute per torsioni, “fotoriflessioni” in movimento reale, “ambienti” a percezione instabile. Dopo lo scioglimento del Gruppo N "si riscopre solista" e inizia a lavorare sulle forme e spazialità cangianti e sui movimenti armonici realizzando un numero consistente di opere dal titolo "politipo". Negli anni settanta abbina elementi lamellari in torsione e parti in movimento reale, mentre intorno agli ottanta e novanta arricchisce ulteriormente i “politipi” con inserimenti di forme e cromatismi di forte suggestione figurale.
In questi ultimi, per contrasto tra la plasticità cangiante del minirilievo e la bidimensionalità della pittura, le nuove immagini vivono con e per chi le guarda e appaiono evocative di un continuo divenire. Nel 1988 una sua antologica al Museo Civico agli Eremitani di Padova raggiunge un'affluenza di 42.000 visitatori. Importante l’ultima evoluzione del suo lavoro: nel passaggio del 2000 Biasi elabora una sintesi delle ricerche precedenti e crea gli “assemblaggi”, soprattutto dittici e trittici prevalentemente monocromatici, d’impressionante effetto plastico e coloristico. Grande successo riscuote nel 2006 l’esposizione di trenta opere storiche nelle Sale dell’Hermitage di San Pietroburgo. Oltre a dodici esposizioni di Gruppo N, Biasi ha allestito più di novanta esposizioni personali, delle quali alcune recenti in sedi prestigiose quali il Palazzo Ducale di Urbino, la Casa del Mantegna a Mantova, Wigner Institute di Erice, il Museo della Cattedrale di Barcellona, Palazzo dei Priori a Perugia, Museo Nazionale di Villa Pisani e ultima, in ordine di tempo, Galleria Nazionale di Praga.
Ha inoltre partecipato a oltre quattrocento collettive, fra cui ITALIAN ZERO & avantgarde 60s al Museo MAAM di Mosca, la XXXII e la XLII Biennale di Venezia, la XI Biennale di San Paolo, la X, XI e XIV Quadriennale di Roma e le più note Biennali della grafica, ottenendo numerosi e importanti riconoscimenti. Sue opere si trovano al Modern Art Museum di New York, alla Galleria Nazionale di Roma e nei Musei di Belgrado, Bolzano, Bratislava, Buenos Aires, Ciudad Bolivar, Epinal, Gallarate, Guayaquil, Livorno, Lodz, Ljubljana, Middletown, Padova, Praga, Rovereto, San Francisco, Saint Louis, Tokio, Torino, Ulm, Venezia, Wroclaw, Zagabria ed in numerose collezioni italiane e straniere.
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