La Ricerca della bellezza. La Collezione Cavallini Sgarbi. Da Lotto a Morandi

Guido Cagnacci, Allegoria del Tempo | Courtesy of Collezione Cavallini-Sgarbi

 

Dal 12 Giugno 2021 al 30 Settembre 2022

Ascoli Piceno

Luogo: Palazzo Dei Capitani

Indirizzo: Piazza del Popolo 10

Orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 20.00 con ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Curatori: Vittorio Sgarbi

Enti promotori:

  • Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno
  • Patrocinio di MiC - Ministero dell Cultura

Costo del biglietto: intero 10 €, ridotto 8 € (under 18, over 65, studenti universitari), ridotto scuole 5 €

Telefono per informazioni: +39 380 3784163

E-Mail info: biglietteria@contemplazioni.it


«Capolavori che rivelano la storia di una infinita e appassionante caccia amorosa.»

Una collezione d’arte privata è la fondazione di un sistema simbolico, la creazione di una palestra per l’anima, un luogo dove si materializzano scelte intime, meditate e, talvolta, sofferte. Sovente si dimentica che la sua più alta vocazione sia quella di accogliere il pubblico, di offrirsi agli sguardi, di raccontare la propria storia.

Per la Collezione Cavallini Sgarbi questo accade da maggio ad Ascoli Piceno, presso il Palazzo Dei Capitani, dentro un emozionante percorso lungo quattro secoli che, dalla seconda metà del Quattrocento, radunerà le principali opere della celebre collezione.

Un prestigioso progetto reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Carisap

L’iniziativa gode inoltre del contributo di Regione Marche e del Comune di Ascoli Piceno, oltre che della Camera di Commercio delle Marche e di Bim Tronto.

La mostra – realizzata in collaborazione con la Fondazione Cavallini Sgarbi, la Fondazione Elisabetta Sgarbi e l’Associazione Culturalmente Insieme –, è prodotta da Contemplazioni, la quale ne segue anche  la direzione artistica

All’interno della mostra si respirerà l’atmosfera intima propria di una collezione privata, frutto dell’appassionata caccia amorosa di Vittorio Sgarbi, svolta in tandem con la madre Rina Cavallini, la quale ha acquistato le opere in numerose aste in ogni angolo del mondo. Il suo “miglior uomo”, ricordata dal critico con queste parole: «si fece prolungamento del mio pensiero e della mia vita. Io indicavo il nome di un artista, il luogo, la casa d’aste. E lei puntuale prendeva la mira e colpiva».

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