Jacopo del Casentino e la pittura a Pratovecchio nel secolo di Giotto
Dal 14 Giugno 2014 al 19 Ottobre 2014
Pratovecchio | Arezzo
Luogo: Teatro degli Antei
Indirizzo: via Giuseppe Verdi
Curatori: Daniela Parenti, Sara Ragazzini
Enti promotori:
- Comune di Pratovecchio Stia
- Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
- Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico della Provincia di Arezzo
- Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico
- Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
- Provincia di Arezzo
- Diocesi di Fiesole
- Proloco Pratovecchio
- Galleria degli Uffizi
Telefono per informazioni: +39 055 290383
E-Mail info: s.laspina@operalaboratori.com
Sito ufficiale: http://www.teatrocasentino.it
L’edizione del 2014 de “La città degli Uffizi” – la quattordicesima di una fortunata serie espositiva, ideata e fortemente sostenuta dal direttore della Galleria degli Uffizi Antonio Natali – ha scelto il Casentino come sede e territorio con il quale ritessere e riproporre al pubblico gli antichi legami con Firenze all’insegna della storia, della cultura e dell’arte.
Luogo ricco di storia, oltre che di bellezze naturali, il Casentino conserva ancora oggi molti capolavori d’arte medievale e rinascimentale che attestano i suoi stretti legami con Firenze, in virtù dei floridi commerci e dell’appartenenza dell’intera regione alla vasta diocesi di Fiesole.
Come ogni mostra della collana “La città degli Uffizi” anche questa si prefigge di portare all’attenzione del pubblico lo straordinario patrimonio d’arte della provincia italiana, dialogando con i capolavori conservati nella Galleria degli Uffizi.
L’esposizione, che ha sede Teatro degli Antei a Pratovecchio Stia, prende spunto dalla figura mitica del pittore Iacopo di Landino, che una consolidata tradizione vuole originario di Pratovecchio e cheGiorgio Vasari identificava con quel Iacopo del Casentino, contemporaneo di Giotto, di cui la Galleria degli Uffizi possiede l’unica opera firmata, il piccolo trittico donato da Guido Cagnola al museo nel 1947.
Sebbene nel territorio non sussistano dipinti del maestro, la mostra ha voluto documentare attraverso opere come la tavola della Madonna col Bambino di Romena (oggi nella Chiesa del SS. Nome di Gesù a Pratovecchio) del Maestro di Varlungo, il polittico murale di Taddeo Gaddi di Poppi raffigurante la Madonna col Bambino e santi, il Graduale miniato verso il 1330-1340, l’esistenza di una fervente vita artistica locale che ebbe inizio già alla fine del XIII secolo e che proseguì nella seconda metà del Trecento con il trittico datato 1357 nella chiesa di Pagliericcio del Maestro di Barberino e le opere di Giovanni del Biondo, anch’egli di probabile origine casentinese, seppure formatosi a Firenze nella bottega di Nardo di Cione.
Agli anni a cavallo fra la fine del '300 e l’inizio del ‘400 risalgono in questo stesso territorio numerose testimonianze di pittura tardogotica riconducibili a maestri affascinanti e sofisticati come il Maestro della Madonna Straus, il Maestro di Borgo alla Collina - recentemente identificato con Scolaio di Giovanni - Giovanni Toscani, pittori che portano in Casentino le tendenze più aggiornate ed alla moda della pittura fiorentina dell'epoca rappresentate da Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina.
I polittici di Bicci di Lorenzo presenti in varie chiese del territorio, fra i quali è in mostra quello commissionato nel 1414 dal conte Neri della casata dei Guidi, signore di Porciano, e il finto trittico di Poppiena dipinto da Giovanni dal Ponte, che per la chiesa delle monache camaldolesi di Pratovecchio aveva eseguito una pala d’altare oggi alla National Gallery a Londra, ci testimoniano l’esistenza di rapporti privilegiati fra i committenti del territorio e alcune botteghe fiorentine, concludendo agli albori del Rinascimento il percorso espositivo, prima tappa di un iter artistico che prosegue nei decenni seguenti con documenti figurativi altrettanto straordinari.
L'esposizione, attraverso il catalogo che la correda, è stata occasione per riproporre al pubblico le illustri personalità che al Casentino, dove agli inizi del XIV secolo ricevette ospitalità l'esule Dante Alighieri, devono la loro origine: letterati come Donato Albanzani da Pratovecchio, amico di Petrarca e Boccaccio che insegnò retorica e grammatica a Venezia; Francesco Landini, figlio del pittore Jacopo, detto anche Francesco degli Organi uno dei più grandi organisti e compositori di musiche del Medioevo; fino all'umanista Cristoforo Landino.
Luogo ricco di storia, oltre che di bellezze naturali, il Casentino conserva ancora oggi molti capolavori d’arte medievale e rinascimentale che attestano i suoi stretti legami con Firenze, in virtù dei floridi commerci e dell’appartenenza dell’intera regione alla vasta diocesi di Fiesole.
Come ogni mostra della collana “La città degli Uffizi” anche questa si prefigge di portare all’attenzione del pubblico lo straordinario patrimonio d’arte della provincia italiana, dialogando con i capolavori conservati nella Galleria degli Uffizi.
L’esposizione, che ha sede Teatro degli Antei a Pratovecchio Stia, prende spunto dalla figura mitica del pittore Iacopo di Landino, che una consolidata tradizione vuole originario di Pratovecchio e cheGiorgio Vasari identificava con quel Iacopo del Casentino, contemporaneo di Giotto, di cui la Galleria degli Uffizi possiede l’unica opera firmata, il piccolo trittico donato da Guido Cagnola al museo nel 1947.
Sebbene nel territorio non sussistano dipinti del maestro, la mostra ha voluto documentare attraverso opere come la tavola della Madonna col Bambino di Romena (oggi nella Chiesa del SS. Nome di Gesù a Pratovecchio) del Maestro di Varlungo, il polittico murale di Taddeo Gaddi di Poppi raffigurante la Madonna col Bambino e santi, il Graduale miniato verso il 1330-1340, l’esistenza di una fervente vita artistica locale che ebbe inizio già alla fine del XIII secolo e che proseguì nella seconda metà del Trecento con il trittico datato 1357 nella chiesa di Pagliericcio del Maestro di Barberino e le opere di Giovanni del Biondo, anch’egli di probabile origine casentinese, seppure formatosi a Firenze nella bottega di Nardo di Cione.
Agli anni a cavallo fra la fine del '300 e l’inizio del ‘400 risalgono in questo stesso territorio numerose testimonianze di pittura tardogotica riconducibili a maestri affascinanti e sofisticati come il Maestro della Madonna Straus, il Maestro di Borgo alla Collina - recentemente identificato con Scolaio di Giovanni - Giovanni Toscani, pittori che portano in Casentino le tendenze più aggiornate ed alla moda della pittura fiorentina dell'epoca rappresentate da Lorenzo Monaco e Gherardo Starnina.
I polittici di Bicci di Lorenzo presenti in varie chiese del territorio, fra i quali è in mostra quello commissionato nel 1414 dal conte Neri della casata dei Guidi, signore di Porciano, e il finto trittico di Poppiena dipinto da Giovanni dal Ponte, che per la chiesa delle monache camaldolesi di Pratovecchio aveva eseguito una pala d’altare oggi alla National Gallery a Londra, ci testimoniano l’esistenza di rapporti privilegiati fra i committenti del territorio e alcune botteghe fiorentine, concludendo agli albori del Rinascimento il percorso espositivo, prima tappa di un iter artistico che prosegue nei decenni seguenti con documenti figurativi altrettanto straordinari.
L'esposizione, attraverso il catalogo che la correda, è stata occasione per riproporre al pubblico le illustri personalità che al Casentino, dove agli inizi del XIV secolo ricevette ospitalità l'esule Dante Alighieri, devono la loro origine: letterati come Donato Albanzani da Pratovecchio, amico di Petrarca e Boccaccio che insegnò retorica e grammatica a Venezia; Francesco Landini, figlio del pittore Jacopo, detto anche Francesco degli Organi uno dei più grandi organisti e compositori di musiche del Medioevo; fino all'umanista Cristoforo Landino.
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