Enchanted: the poetics of wonder
Dal 24 Maggio 2014 al 19 Luglio 2014
Arezzo
Luogo: Chiesa della Madonna del Duomo - Furini Arte
Indirizzo: via Oberdan 61
Orari: mar-ven 15.30-19.30; sab 16-19.30
Curatori: Ilaria Gianni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0575 401389 / 348 7071943
E-Mail info: info@furiniartecontemporanea.it
Sito ufficiale: http://www.furiniartecontemporanea.it
Enchant and wonder – incanto e meraviglia: due parole troppo spesso associate con l'innocenza e l'infanzia, in realtà da sempre portatrici di saggezza e cultura. L'atto della narrazione e le strutture significanti di miti, leggende, fiabe, racconti folclorici rivestono un ruolo molto profondo nella sfera sociale. Queste storie hanno sempre avuto il potere di trasmettere qualche verità universale sulla natura e il comportamento umano e di tramandare la saggezza di generazione in generazione.
Tutto nasce dalla propensione dell'uomo verso la creazione di trame fantastiche, verso il regno della meraviglia, il racconto magico o il mito: in poche parole, nei riguardi di tutti quei territori che sembrano evanescenti ma si dimostrano più potenti della realtà.
Enchanted: the poetics of wonder è una mostra collettiva che indaga le narrazioni dal punto di vista del contenuto e della forma, ponendo attenzione sul modo in cui la struttura plasma il significato (Propp), sul rapporto tra stimolo e interazione simbolica, e soprattutto sulla capacità dell'arte di ri-organizzare i fili di una storia potenziale e mutare le condizioni per cui le immagini sono vissute come portatrici di significati alternativi.
Nonsotante l'atteggiamento materialistico dominante abbia ridotto le potenzialità inerenti alla magia, all'invenzione e all'immaginazione, queste sfere nel corso dei secoli hanno fatto da ricettacolo a un messaggio etico, morale, politico e sociale. Il sognatore poetico (e politico) è sempre stato un narratore poco rispettato e forse oggi, in un momento in cui i codici di comportamento vengono sottilmente imposti, il diktat del quotidiano ingabbia il regno del meraviglioso e i parametri etici sono messi in discussione, è venuto il tempo di svelare strutture alternative e modi inediti di percepire il mondo.
Nell'affascinante ed enigmatico scenario della nuova sede di Furini Contemporary, la chiesa sconsacrata della Madonna del Duomo Vecchio nel centro di Arezzo, i lavori di Jean-Baptiste Bernadet, Thomas Braida, Ulla von Brandenburg, Daniel Gustav Cramer, Anna Franceschini portano lo spettatore in territori inesplorati che attendono di essere visitati.
Interagendo con lo spazio, i diversi lavori aprono modi alternativi e sottili di percepire la storia, i dettagli del mondo, le inclinazioni comportamentali e i ruoli sociali, svelando racconti che non sono ancora stati scritti, che cambiano di significato ogni volta che vengono trasmessi e sperimentati, e sono in grado di rimandare lo spettatore alla memoria di un immaginario e a una nuova interpretazione della sfera contemporanea.
In Jean-Baptiste Bernadet la percezione è libera e i lavori suggeriscono narrazioni senza imporre una trama. I suoi quadri offrono l'occasione di indugiare e girovagare in paesaggi visionari che possono essere collocati in qualsiasi dimensione, trasformandosi in uno spazio di scoperta che è possibile sperimentare da diverse prospettive.
I quadri di Thomas Braida, invece, ci dicono di più di quello che viene rappresentato, e si fanno specchio della sfera oscura che, per le esigenze sociali, l'umanità si trova a dover domare. Figure tra il mostruoso e il mitologico raccontano necessità primordiali e denunciano segrete fantasie, coinvolgendo lo spettatore in un percorso introspettivo di ricerca.
Le narrazioni ambigue e a volte oscure di Ulla von Brandeburg imbastiscono trame oniriche popolate da presenze bizzarre che affondano le radici nella storia. Un'iconografia riconducibile al carnevale, al circo, al teatro, porta lo spettatore a confrontarsi con lo spazio dell'illusione.
Daniel Gustav Cramer fa nascere una nuova dimensione poetica che, attraverso le parole e le immagini, cattura l'essenza astratta della narrazione, preparando la scena allo svolgersi di una rappresentazione nuova, e alla relativa interpretazione. Nuove forze e ricordi atavici interagiscono in scene spiazzanti e tuttavia familiari.
Giocando imparzialmente con la costruzione di nuovi significati, l'immaginario di Anna Franceschini rende possibile una nuova visione del mondo, affinando il nostro sguardo. Una volta registrati sulla pellicola, oggetti dall'apparenza ordinaria sono caricati di narrazioni impreviste, e al tempo stesso conducono le loro autentiche e dormienti esistenze parallele.
Ora lasciate che l'incantesimo abbia inizio e abbandonatevi senza esitazioni alla poetica della meraviglia.
Tutto nasce dalla propensione dell'uomo verso la creazione di trame fantastiche, verso il regno della meraviglia, il racconto magico o il mito: in poche parole, nei riguardi di tutti quei territori che sembrano evanescenti ma si dimostrano più potenti della realtà.
Enchanted: the poetics of wonder è una mostra collettiva che indaga le narrazioni dal punto di vista del contenuto e della forma, ponendo attenzione sul modo in cui la struttura plasma il significato (Propp), sul rapporto tra stimolo e interazione simbolica, e soprattutto sulla capacità dell'arte di ri-organizzare i fili di una storia potenziale e mutare le condizioni per cui le immagini sono vissute come portatrici di significati alternativi.
Nonsotante l'atteggiamento materialistico dominante abbia ridotto le potenzialità inerenti alla magia, all'invenzione e all'immaginazione, queste sfere nel corso dei secoli hanno fatto da ricettacolo a un messaggio etico, morale, politico e sociale. Il sognatore poetico (e politico) è sempre stato un narratore poco rispettato e forse oggi, in un momento in cui i codici di comportamento vengono sottilmente imposti, il diktat del quotidiano ingabbia il regno del meraviglioso e i parametri etici sono messi in discussione, è venuto il tempo di svelare strutture alternative e modi inediti di percepire il mondo.
Nell'affascinante ed enigmatico scenario della nuova sede di Furini Contemporary, la chiesa sconsacrata della Madonna del Duomo Vecchio nel centro di Arezzo, i lavori di Jean-Baptiste Bernadet, Thomas Braida, Ulla von Brandenburg, Daniel Gustav Cramer, Anna Franceschini portano lo spettatore in territori inesplorati che attendono di essere visitati.
Interagendo con lo spazio, i diversi lavori aprono modi alternativi e sottili di percepire la storia, i dettagli del mondo, le inclinazioni comportamentali e i ruoli sociali, svelando racconti che non sono ancora stati scritti, che cambiano di significato ogni volta che vengono trasmessi e sperimentati, e sono in grado di rimandare lo spettatore alla memoria di un immaginario e a una nuova interpretazione della sfera contemporanea.
In Jean-Baptiste Bernadet la percezione è libera e i lavori suggeriscono narrazioni senza imporre una trama. I suoi quadri offrono l'occasione di indugiare e girovagare in paesaggi visionari che possono essere collocati in qualsiasi dimensione, trasformandosi in uno spazio di scoperta che è possibile sperimentare da diverse prospettive.
I quadri di Thomas Braida, invece, ci dicono di più di quello che viene rappresentato, e si fanno specchio della sfera oscura che, per le esigenze sociali, l'umanità si trova a dover domare. Figure tra il mostruoso e il mitologico raccontano necessità primordiali e denunciano segrete fantasie, coinvolgendo lo spettatore in un percorso introspettivo di ricerca.
Le narrazioni ambigue e a volte oscure di Ulla von Brandeburg imbastiscono trame oniriche popolate da presenze bizzarre che affondano le radici nella storia. Un'iconografia riconducibile al carnevale, al circo, al teatro, porta lo spettatore a confrontarsi con lo spazio dell'illusione.
Daniel Gustav Cramer fa nascere una nuova dimensione poetica che, attraverso le parole e le immagini, cattura l'essenza astratta della narrazione, preparando la scena allo svolgersi di una rappresentazione nuova, e alla relativa interpretazione. Nuove forze e ricordi atavici interagiscono in scene spiazzanti e tuttavia familiari.
Giocando imparzialmente con la costruzione di nuovi significati, l'immaginario di Anna Franceschini rende possibile una nuova visione del mondo, affinando il nostro sguardo. Una volta registrati sulla pellicola, oggetti dall'apparenza ordinaria sono caricati di narrazioni impreviste, e al tempo stesso conducono le loro autentiche e dormienti esistenze parallele.
Ora lasciate che l'incantesimo abbia inizio e abbandonatevi senza esitazioni alla poetica della meraviglia.
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daniel gustav cramer ·
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