Lamberto Pignotti. La forma della parola
Dal 08 Luglio 2021 al 28 Agosto 2021
Ancona
Luogo: Galleria d'Arte Puccini
Indirizzo: Via Matteotti 31/A
Orari: dal mercoledì al sabato dalle 17,00 alle 19,30
Curatori: Claudio Marcantoni
La programmazione espositiva della Galleria d'Arte Puccini di Via Matteotti 31/A, prosegue con la mostra sull’opera di Lamberto Pignotti, uno tra i maggiori e più autorevoli esponenti della Poesia Visiva in Italia.
Dopo aver esordito negli anni Quaranta con la sperimentazione di un'arte verbo - visiva, Pignotti successivamente si occupa di saggistica d’arte per poi teorizzare, negli anni Sessanta, le forme pionieristiche della Poesia visiva, secondo l’affermarsi del concetto di un’arte totale, che lo conduce a sfruttare, nelle sue opere, tutte le possibili capacità di riflessione della parola e delle suggestioni dell’immagine. Nel 1963, all’interno del nascente clima dell’Arte concettuale, fonda il Gruppo 70, accanto a Giuseppe Chiari (membro del Gruppo internazionale Fluxus), ed Eugenio Miccini, e con l’adesione di autorevoli artisti, che diventeranno esponenti di questa ricerca.
Con l’avvento della Poesia visiva, con la quale avviene l’ampliamento degli schemi operativi tradizionali del fare artistico, Pignotti interviene prima sul disegno e poi sulla fotografia, sia in bianco e nero che a colori, nella commistione dell’immagine con la scrittura a mano, con testi stampati, o con l’integrazione di testi ed immagini fatta anche con il collage, o con l’intervento pittorico della manualità del gesto, con forme, segni grafici colorati e testi scritti, e con collage di francobolli.
La mostra presenta una quindicina di opere dell’artista, che coprono lo spazio temporale maggiormente significativo del movimento della Poesia visiva in Italia, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta del Novecento, a partire dai primi elaborati contestuali alla costituzione del Gruppo 70. Le opere esposte sono relative alla sua migliore e definitiva autonomia espressiva, con l’affermazione della completa valenza estetica e comunicativa, sottese, da un lato, alla qualità dell’intervento pittorico, e, dall’altro, al contenuto del messaggio rappresentato.
Come si legge nel catalogo della mostra: “Nell’opera di Pignotti l’immagine non è mai “consumata” completamente, per dirla con Didi – Huberman, essa “brucia” di contrapposizioni irrisolte, secondo un ruolo ermeneutico […], per orientarci nella eterogeneità di quelle stesse immagini, al fine di comprendere sopravvivenze, anacronismi, coincidenze varie, che riguardano oggetti, avvenimenti, persone, gesti. L’immagine ora, si manifesta, non più come copia o interpretazione della realtà, ma come struttura linguistica autonoma costruita nella somma dei diversi codici espressivi, i cui segni descrittivi, ricondotti alla forma apparente del linguaggio artistico, sono stilemi che traducono qualcos’altro, descrivendo il mondo, e, allo stesso tempo, separandosi da esso.”
Dopo la mostra di Pignotti, l’attività espositiva della Galleria d'Arte Puccini di Via Matteotti 31/A continuerà con una personale di Omar Galliani ed un mostra dedicata a Claudio Cintoli.
In collaborazione con:
Regione Marche - Assessorato alla Cultura; Accademia Belle Arti Poliarte Design di Ancona
Lamberto Pignotti nasce da padre pittore nel 1926 a Firenze. Qui si laurea e risiede fino al 1968, anno in cui si trasferisce a Roma. Nel 1944, assimilata la lezione delle avanguardie, avvia sperimentazioni di arte Verbo - visiva.
Alla metà degli anni Cinquanta inizia l’attività saggistica, deliberatamente rivolta alla critica militante e all’attualità culturale. Per tali settori, regolarmente nel tempo, collaborerà con articoli e saggi a quotidiani e periodici di interesse nazionale, a varie riviste italiane e straniere, “Paese Sera”, “La Nazione”, “L’Unità”, “Rinascita”, e a programmi culturali della RAI, oltre che con svariate riviste italiane e straniere.
Nei primi anni Sessanta concepisce e teorizza le prime forme di Poesia tecnologica e Poesia visiva, di cui cura, nel 1965, la prima antologia, individuando 15 autori. Nel 1963 dà vita, con Miccini, Chiari e altri artisti e critici, al “Gruppo 70” e partecipa, pochi mesi dopo, alla formazione del “Gruppo 63”. Dal 1971 conduce alcuni Corsi (prima come professore alla Facoltà di Architettura di Firenze e poi al DAMS della Facoltà di Lettere di Bologna), sugli svariati rapporti fra avanguardie, mass - media e new - media.
La sua opera artistica procede rapportando segni e codici di diversa provenienza: linguistici, visivi, dell’udito, del gusto, dell’olfatto, del tatto, del comportamento, dello spettacolo. Sostenitore della sinestesia nelle arti, creerà performance ed eventi poetici in cui mescolerà segni linguistici verbali e gestuali che coinvolgeranno i cinque sensi: da siffatta attività multimediale e sinestetica nascono, tra happening e performance, le “Poesie e no”, le “Cine - poesie”, le cassette logo - musicali, i libri oggetto di plastica, le poesie da toccare, da bere, da mangiare, i “Chewing poems”, azioni con il gesto e con la voce, e, naturalmente, le “Poesie visive”, opere sotto forma di collage o di intervento su foto di cronaca, di moda, di pubblicità, ecc.
Come poeta visivo e lineare è incluso in molte antologie italiane e straniere ed è trattato in vari libri di saggistica e consultazione. Sue opere figurano in prestigiose sedi pubbliche e selezionate collezioni private.
Ha pubblicato vari libri (poesia, narrazione, saggistica, antologie, poesia visiva) con vari editori da Campanotto a Carucci, Dedalo, Einaudi, Empiria, Fermenti, Florida, Frullini, Gli Ori, Guaraldi, Guida, Laterza, Le impronte degli uccelli, Lerici, Manni, Marsilio, Milella, Mondadori, Morra, Peccolo, Sampietro, Tracce Vallecchi, e sulle riviste “Il Verri”, “L’Espresso”, “Meta”, con la Fondazione Berardelli, ecc.
Ha promosso, curato o organizzato, da solo o con altri, mostre di poesia visiva, rassegne d’arte inter - mediale, dibattiti, festival e convegni sulla cultura in atto. Ha partecipato intensamente a convegni, dibattiti, lezioni, conferenze, performance e festival in Italia e all’estero. Ha rivestito ruoli di prestigio in varie istituzioni universitarie, ed è stato pluripremiato in ambito accademico per la poesia e per la critica. La sua opera è stata anche oggetto di varie tesi di laurea.
Di Lamberto Pignotti si sono occupati i critici Gillo Dorfles, Giulio Carlo Argan, Umberto Eco, Achille Bonito Oliva, Renato Barilli, Gian Ruggero Manzoni, Arturo Carlo Quintavalle. Negli anni Novanta si è avvicinato al circuito dell'arte on line, partecipando con suoi lavori a vari eventi in Internet e performance nell'ambito di rassegne dei nuovi media.
Dopo aver esordito negli anni Quaranta con la sperimentazione di un'arte verbo - visiva, Pignotti successivamente si occupa di saggistica d’arte per poi teorizzare, negli anni Sessanta, le forme pionieristiche della Poesia visiva, secondo l’affermarsi del concetto di un’arte totale, che lo conduce a sfruttare, nelle sue opere, tutte le possibili capacità di riflessione della parola e delle suggestioni dell’immagine. Nel 1963, all’interno del nascente clima dell’Arte concettuale, fonda il Gruppo 70, accanto a Giuseppe Chiari (membro del Gruppo internazionale Fluxus), ed Eugenio Miccini, e con l’adesione di autorevoli artisti, che diventeranno esponenti di questa ricerca.
Con l’avvento della Poesia visiva, con la quale avviene l’ampliamento degli schemi operativi tradizionali del fare artistico, Pignotti interviene prima sul disegno e poi sulla fotografia, sia in bianco e nero che a colori, nella commistione dell’immagine con la scrittura a mano, con testi stampati, o con l’integrazione di testi ed immagini fatta anche con il collage, o con l’intervento pittorico della manualità del gesto, con forme, segni grafici colorati e testi scritti, e con collage di francobolli.
La mostra presenta una quindicina di opere dell’artista, che coprono lo spazio temporale maggiormente significativo del movimento della Poesia visiva in Italia, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta del Novecento, a partire dai primi elaborati contestuali alla costituzione del Gruppo 70. Le opere esposte sono relative alla sua migliore e definitiva autonomia espressiva, con l’affermazione della completa valenza estetica e comunicativa, sottese, da un lato, alla qualità dell’intervento pittorico, e, dall’altro, al contenuto del messaggio rappresentato.
Come si legge nel catalogo della mostra: “Nell’opera di Pignotti l’immagine non è mai “consumata” completamente, per dirla con Didi – Huberman, essa “brucia” di contrapposizioni irrisolte, secondo un ruolo ermeneutico […], per orientarci nella eterogeneità di quelle stesse immagini, al fine di comprendere sopravvivenze, anacronismi, coincidenze varie, che riguardano oggetti, avvenimenti, persone, gesti. L’immagine ora, si manifesta, non più come copia o interpretazione della realtà, ma come struttura linguistica autonoma costruita nella somma dei diversi codici espressivi, i cui segni descrittivi, ricondotti alla forma apparente del linguaggio artistico, sono stilemi che traducono qualcos’altro, descrivendo il mondo, e, allo stesso tempo, separandosi da esso.”
Dopo la mostra di Pignotti, l’attività espositiva della Galleria d'Arte Puccini di Via Matteotti 31/A continuerà con una personale di Omar Galliani ed un mostra dedicata a Claudio Cintoli.
In collaborazione con:
Regione Marche - Assessorato alla Cultura; Accademia Belle Arti Poliarte Design di Ancona
Lamberto Pignotti nasce da padre pittore nel 1926 a Firenze. Qui si laurea e risiede fino al 1968, anno in cui si trasferisce a Roma. Nel 1944, assimilata la lezione delle avanguardie, avvia sperimentazioni di arte Verbo - visiva.
Alla metà degli anni Cinquanta inizia l’attività saggistica, deliberatamente rivolta alla critica militante e all’attualità culturale. Per tali settori, regolarmente nel tempo, collaborerà con articoli e saggi a quotidiani e periodici di interesse nazionale, a varie riviste italiane e straniere, “Paese Sera”, “La Nazione”, “L’Unità”, “Rinascita”, e a programmi culturali della RAI, oltre che con svariate riviste italiane e straniere.
Nei primi anni Sessanta concepisce e teorizza le prime forme di Poesia tecnologica e Poesia visiva, di cui cura, nel 1965, la prima antologia, individuando 15 autori. Nel 1963 dà vita, con Miccini, Chiari e altri artisti e critici, al “Gruppo 70” e partecipa, pochi mesi dopo, alla formazione del “Gruppo 63”. Dal 1971 conduce alcuni Corsi (prima come professore alla Facoltà di Architettura di Firenze e poi al DAMS della Facoltà di Lettere di Bologna), sugli svariati rapporti fra avanguardie, mass - media e new - media.
La sua opera artistica procede rapportando segni e codici di diversa provenienza: linguistici, visivi, dell’udito, del gusto, dell’olfatto, del tatto, del comportamento, dello spettacolo. Sostenitore della sinestesia nelle arti, creerà performance ed eventi poetici in cui mescolerà segni linguistici verbali e gestuali che coinvolgeranno i cinque sensi: da siffatta attività multimediale e sinestetica nascono, tra happening e performance, le “Poesie e no”, le “Cine - poesie”, le cassette logo - musicali, i libri oggetto di plastica, le poesie da toccare, da bere, da mangiare, i “Chewing poems”, azioni con il gesto e con la voce, e, naturalmente, le “Poesie visive”, opere sotto forma di collage o di intervento su foto di cronaca, di moda, di pubblicità, ecc.
Come poeta visivo e lineare è incluso in molte antologie italiane e straniere ed è trattato in vari libri di saggistica e consultazione. Sue opere figurano in prestigiose sedi pubbliche e selezionate collezioni private.
Ha pubblicato vari libri (poesia, narrazione, saggistica, antologie, poesia visiva) con vari editori da Campanotto a Carucci, Dedalo, Einaudi, Empiria, Fermenti, Florida, Frullini, Gli Ori, Guaraldi, Guida, Laterza, Le impronte degli uccelli, Lerici, Manni, Marsilio, Milella, Mondadori, Morra, Peccolo, Sampietro, Tracce Vallecchi, e sulle riviste “Il Verri”, “L’Espresso”, “Meta”, con la Fondazione Berardelli, ecc.
Ha promosso, curato o organizzato, da solo o con altri, mostre di poesia visiva, rassegne d’arte inter - mediale, dibattiti, festival e convegni sulla cultura in atto. Ha partecipato intensamente a convegni, dibattiti, lezioni, conferenze, performance e festival in Italia e all’estero. Ha rivestito ruoli di prestigio in varie istituzioni universitarie, ed è stato pluripremiato in ambito accademico per la poesia e per la critica. La sua opera è stata anche oggetto di varie tesi di laurea.
Di Lamberto Pignotti si sono occupati i critici Gillo Dorfles, Giulio Carlo Argan, Umberto Eco, Achille Bonito Oliva, Renato Barilli, Gian Ruggero Manzoni, Arturo Carlo Quintavalle. Negli anni Novanta si è avvicinato al circuito dell'arte on line, partecipando con suoi lavori a vari eventi in Internet e performance nell'ambito di rassegne dei nuovi media.
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