Giovanni Leto. Orizzonte in Orizzonte (1985/2016)
Dal 03 Dicembre 2016 al 29 Gennaio 2017
Agrigento
Luogo: Fabbriche Chiaramontane
Indirizzo: via S. Francesco d'Assisi 1
Curatori: Lorenzo Bruni
Sito ufficiale: http://www.fabbrichechiaramontane.com
Tra monumento e disegno astratto, “Spazio (Orizzonti) 2016”, scultura inedita in carta stampata - concepita in esclusiva per lo spazio delle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento e metafora della dispersione della conoscenza nell’era del web - sarà l’opera-guida attorno alla quale si dipanerà il percorso espositivo di “Orizzonte in Orizzonte, 1985/2016”, mostra personale di Giovanni Leto a cura di Lorenzo Bruni, ospitata nelle sale delle Fabbriche Chiaramontane dal 3 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017.
Inaugurazione sabato 3, ore 18.30.
La mostra, organizzata dagli Amici della Pittura Siciliana dell'Ottocento,– è costituita dalle opere “pittoriche” più rappresentative realizzate da Giovanni Leto (Monreale, 1946) dal 1985 ad oggi: dai quadri su tela alle opere su carta, dagli interventi scultorei con pagine di giornali ai libri d'artista. Su tutte svetta “Spazio (Orizzonti) 2016” installazione inedita e realizzata site-specific per questa personale alle Fabbriche Chiaramontane. La compongono volumi di carta stampata trasformati in corde che si dipanano nello spazio fisico dall'alto: un dialogo tra il concetto di monumento e quello di disegno astratto, tra la diffusione della conoscenza oltre i confini nazionali - permessa dall'invenzione di Gutenberg dei caratteri mobili - e la sua attuale dispersione - per mezzo dei touch screen e dei codici elettronici – nell'etere. Un progetto che, come spiega il curatore “trasforma in una chiave di lettura stimolante la particolare attitudine dell'artista di indagare le potenzialità della pittura e dell'immagine del paesaggio a non essere solo spazio illusorio ma di farsi presenza fisica e viceversa”.
“La mostra 'Orizzonte in orizzonte' – scrive Bruni nel catalogo - è un’occasione unica per osservare come la ricerca di Giovanni Leto in questi ultimi trentuno anni (da quando nel 1985 ha inglobato l'uso semantico e materico della carta dei “quotidiani” nel “fare” della pittura) si è sviluppata con coerenza, pur proponendo sempre soluzioni concettuali e formali inedite. Ri-percorrere oggi la sua ricerca, dal mondo smaterializzato dei social network e del presente espanso, conduce inevitabilmente lo spettatore a confrontarsi su come il concetto di new media e di comunità siano mutati rispetto alle premesse del Novecento e di conseguenza su come lo siano anche il ruolo del politico, di audience, oltre che quello della memoria collettiva e del concetto di storia [...]”.
Il catalogo ragionato, pubblicato dall’Edizione Amici della Pittura Siciliana dell'Ottocento, permette di indagare da punti di vista differenti il lungo percorso introspettivo che Leto ha intrapreso tra il mezzo della pittura (il colore) e il medium della comunicazione di massa (la carta stampata). Al suo interno, oltre al saggio del curatore, è riunita una selezione di scritti storici: Filiberto Menna (1989), Vittoria Coen (1990), Enrico Crispolti (2003) e Davide Lacagnina (2004).
Giovanni Leto
Nasce a Monreale (PA) nel 1946. Attualmente, vive a Bagheria.
Inizia i suoi studi artistici all’Istituto Statale d’Arte di Palermo. Nel 1964 parte per Milano, e frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Motivi economici lo costringono ben presto a rientrare in Sicilia e a proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, fino al conseguimento, nel 1968, del diploma di laurea. Gli anni di formazione sono vissuti nel clima dell’arte informale e Leto è attratto dalle opere di Burri e di Dubuffet, come evidenziano i primi lavori degli anni ’60, si fa riferimento a opere come La Notte, Paesaggio Urbano, Composizione ed una serie di altre creazioni con cui l’artista inizia ad essere presente in diverse mostre collettive. Il 1968 è l’anno in cui, ancora studente, l’artista sente forte l’attrazione verso le nuove spinte politiche dell’epoca, prende parte alle contestazioni studentesche e quindi trascura, per qualche tempo, la passione per la pittura e le ricerche iniziate in
precedenza che lo avevano portato all’uso di materiali poveri e grezzi. Gli anni Settanta sono connotati da un alternarsi di vicende personali ed artistiche che intrecciandosi s’influenzano vicendevolmente. Dopo il matrimonio con Eva Bosco, Leto si trasferisce a Bagheria. Qui stringe amicizia con il poeta
Ignazio Buttitta, con il figlio Pietro e con il poeta futurista Giacomo Giardina. Nel 1979 la morte del padre segna i temi della sua ricerca; realizza le opere Memorie al presente e Come segni di un
diario che riprendono le sperimentazioni iniziate durante gli anni Sessanta e che delineano l’interesse di Leto per il collage. Nel 1984 la sua azione è tesa a dare alla pittura una nuova spazialità. Dopo la serie di opere de “L’eros del tatto” che espone alla Galleria Ezio Pagano, è la volta, infatti, di Elementi in Superficie, delle Cornici dipinte e fasciate e di Corda, opere significative per gli sviluppi futuri della sua ricerca spaziale. L’anno di svolta è il 1985. E’ qui che Leto realizza i suoi primi Orizzonti, pagine di giornale attorcigliate e incollate sul piano dell’opera a formare serrate stratificazioni orizzontali.
Così, con queste nuove opere, partecipa alla X Expo-Arte di Bari, nello stand Ezio Pagano e suscita l’interesse di critici prestigiosi come Enrico Crispolti, Filiberto Menna, Giorgio Di Genova Pier Restany, Francesco Vincitorio, Giuseppe Frazzetto, Lia De Venere. Il critico Giorgio Di Genova lo invita alla Salerniana di Erice per la mostra “Ricognizione anni 1980-85”; Giuseppe Frazzetto lo inserisce nella mostra “Corde dell’arpa” all’Università di Catania e nella mostra “De la Séduction”, sempre a Catania, insieme a Hsiao Chin e Michele Cossyro.
Dopo averlo segnalato tra “I dodici artisti più interessanti della X Expo-Arte di Bari” nella rivista Flash Art, il critico Marcello Venturoli cura una sua personale a Messina alla galleria Hobelix. E’ presente nella rassegna “Arte e Territorio ’86” in Abruzzo ed espone anche nella rassegna “Momenti d’Arte Contemporanea”, a Niscemi (Caltanissetta). Leto in questo suo percorso coglie forti segnali positivi che lo motivano. Così il suo impegno nel lavoro si fa sempre più intenso, come anche la sua attività espositiva. Nel 1987 espone alla Galleria Pancheri di Rovereto; partecipa a Venezia nella Rassegna “Aspetti della ricerca artistica Giovanile” alla Fondazione “Bevilacqua La Masa” e a Taranto nella mostra “Mare Nostrum” al Castello Aragonese. Nel 1988, la Galleria Civica di Monreale promuove una antologica dell’artista curata da Giorgio Di Genova. Nello stesso anno, l’Atelier-arti visive di Carrara, ospita una sua personale e successivamente, la stessa galleria presenta i sui lavori all’Arte Fiera di Bologna. Partecipa alla Biennale del Sud, Rassegna d’Arte Contemporanea, tenutasi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, curata da Michele Bonuomo, Vitaliano Corbi, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, Pierre Restany e Lea Vergine. In questa occasione presenta tre grandi opere e riceve gli apprezzamenti di Lucio Amelio.
Espone a Bagdad, nei padiglioni dell’International Festival of Art 1988 come artista rappresentante l’Italia, insieme a Giovanni Barucchello, Pasquale di Fabio e Walter Valentini; le sue opere riscuotono un notevole successo e l’artista è segnalato da Sausen Faisal el Samir nel quotidiano “The Bagdad Observer”. In questo periodo, crea una serie di triangoli, rombi, cerchi, opere i cui formati rimettono ulteriormente in discussione l’idea di pittura intesa come “finestra ritagliata sul mondo”. Sono le opere che nel 1989 troviamo nella mostra Sottosuolo del linguaggio-Scrittura Pittura Scultura, curata da Filiberto Menna alla Galleria Ezio Pagano (mostra in cui insieme a Leto espongono Tomaso Binga, Vitaldo Conte, Silvio Guardì e William Xerra) e anche nella rassegna Esaedro, del 1991 alla Galleria Civica di Termoli. All’Arte Fiera di Bologna, Giovanni Leto si lega anche alla galleria Barbierato Arte Contemporanea di Asiago che ne promuove il lavoro sia in ambito nazionale sia internazionale. Inizia il decennio successivo con la personale “Vulcanica”, allo Studio Cavalieri di Bologna, presentata in catalogo da Vittoria Coen. Poi soggiorna a Carrara dove realizza, per conto della Galleria Atelier, le opere della personale, “Il tempo cartificato”, curata da Guglielmo Gigliotti.
A Roma espone nella collettiva “Ausonia”, curata da Enzo Santese al Centro Di Sarro; a Torino nel 1991 tiene la personale “Paesaggi in (de)finiti”, alla Galleria Free Art, curata da Monica Mantelli; a Siracusa partecipa alla 2a Biennale D’arte Sacra, nell’Ex Chiesa dei Cavalieri di Malta, curata da Enrico Crispolti e Daniela Fileccia. Sempre a Roma espone nella rassegna “La Sicilia è un arcipelago”, allestita a, all’Acquario Romano e successivamente al Citizens Columbus Foundation di New York e al Palazzo Reale dei Normanni a Palermo. A Gibellina partecipa alla Rassegna Il Canto della Terra, curata da Aurelio Pes, al Centro Esposizioni, Catalogo Ed. Regione Siciliana, 1993 Palermo. Le sue opere, ora, sono sempre più presenti anche in Europa ed in America. Partecipa al Solentuna Fair a Stoccolma, nello stand Barbierato Arte contemporanea; alla Rassegna all’Intrepid Sea-Air-Space Museum di New York e alla Rassegna Multimediale all’Università degli Studi di Sidney. In questo nuovo decennio, accanto a nuovi orizzonti e a creazioni più pittoriche come Racconti Aniconici e Contrappunto, realizza anche una nutrita serie di opere oggettuali ed installative tra cui quelle presentate nel 1992 nella personale “Il corpo a corpo con lo spazio della pittura reificata” alla Galleria Ezio Pagano a Bagheria; nel 1994, le installazioni Povera e leggera, a Petralia Soprana; nel 1998, l’opera ”Monolito” per gli spazi all’aperto di Museum a Bagheria e “Liane” del 2002.
Nel 1996 è nell’elenco degli invitati alla XII Quadriennale, ma l’evento non si realizzerà. Nel 1999, entra a far parte del GAD (Gruppo Aniconismo Dialettico), fondato da Giorgio Di Genova, ed espone alla Palazzina Azzurra a San Benedetto del Tronto. Il suo lavoro, ormai, è sempre più apprezzato dalla critica. Nel 1999 è nella classifica “I migliori 100 artisti italiani degli ultimi quarant’anni”, pubblicata dalla rivista Flash Art, n. 215 di aprile 1999, in compagnia di Piero Manzoni, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Luigi Ontani, Jannis Kounellis, Maurizio Cattelan ed altri artisti di rilievo internazionale. È inserito nell’elenco degli artisti “Il Meglio del 2000”, pubblicato nel Giornale dell’Arte n. 195, gennaio 2001, insieme a Jeff Koons, Fausto Melotti, Ed Templeton, Luciano Fabro, Marisa Merz, Odd Nerdrum. Nel 2000, Luciano Caramel lo inserisce nella rassegna “Arte come comunicazione di vita”, 6° Montenapoleone a Milano e Toti Carpentieri lo include nella rassegna “Oltre & Ovunque” alla Fondazione Memo di Lecce.
L’attività espositiva con il Gruppo GAD prosegue esponendo a Palazzo Ducale, Revere (Mantova) nel 2001 e nel 2002 con una sala personale al Museo Michetti a Francavilla. Nel 2004 gli viene organizzata un’antologica al Museo di Villa Cattolica a Bagheria, presentata in catalogo da Enrico Crispolti; e poi partecipa insieme a Carla Accardi, Renato Guttuso, Antonietta Raphael Mafai, Mario Schifano,
Pippo Rizzo e il fotografo Ferdinando Scianna, alla mostra “L’Echange – 3° Salone Internazionale di Arti Plastiche e Figurative”, realizzata a Parigi in collaborazione con il “Museo Guttuso” di Bagheria. Nel 2010 partecipa alla mostra “Genius Loci”, alla GalerieMiejsce/derort, a Berlino; alla mostra “Parva Naturalia, annotation en marge d’Aristote”, curata da Antonina Greco e presentata in vari spazi espositivi tra cui la Bibliothèque de Caen in Francia e la Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 2011 inizia una serie di opere ambientali che si sviluppano nello spazio calpestabile. Tra queste è l’opera “Made in Italy” con cui partecipa all’Iniziativa Speciale della Biennale di Venezia “Lo stato dell’Arte”, al Palazzo delle Esposizioni - Sala Nervi, a Torino. Il 2016 è la volta della retrospettiva “Racconti di carte”, alla Galleria Adalberto Catanzaro, presentata in catalogo da Valentino Catricalà. Leto, è inoltre presente nella mostra “Vite da gallerista / Ezio Pagano”, curata da Marco Meneguzzo, e nella mostra “Arte in Sicilia negli anni ‘70”, entrambe alle Fabbriche Chiaramontane ad Agrigento.
Nel dicembre di questo stesso anno, le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento dedicano a Leto una retrospettiva dal titolo “Orizzonte in Orizzonte 1985/2016”, curata da Lorenzo Bruni. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private, tra cui: il Museo di Villa Cattolica a Bagheria, la Pinacoteca d’Arte Moderna e Contemporanea di Sulmona, il Museo Bargellini a Pieve di Cento (Bologna), il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Riso” di Palermo, la Pinacoteca Civica d’Arte Contemporanea di Marsala, il Museo Bilotti a Rende, il Museo di Gibellina, Museum di Bagheria, la Galleria Civica di San Felice Sul Panaro, il Museo Civico d’Arte Contemporanea di Messina, il Museo Civico “F. Carbone” a Godrano.
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