Si formò in una bottega d’oreficeria e forse si trasferì presto a Pisa divenendo allievo di Giovanni Pisano, con cui divenne scultore. Giunto a Firenze realizzò come prima opera un tabernacolo con San Giovanni e due angeli per il Battistero e alcune statue per la facciata di Santa Maria del Fiore. Il suo primo grande capolavoro fu la Porta di bronzo per il Battistero (1330-36), in cui fuse 28 riquadri con le Storie di San Giovanni Battista e le Virtù, all’interno di formelle a quadrilobi. Nata come porta principale, fu poi spostata dopo la realizzazione della Porta del Paradiso di Ghiberti. Dopo la morte di Giotto (†1337) divenne capomastro del campanile del Duomo fino al 1347 e scolpì molti rilievi disegnati dal grande predecessore (gli originali sono oggi nel Museo dell’Opera).
Tornato a Pisa, fu attivo nell’oratorio di Santa Maria della Spina, e con la sua bottega fu impegnato nel San Martino e il povero per la chiesa di San Martino; nella Madonna col Bambino per la Cattedrale e per il Monumento funebre dell’arcivescovo Saltarelli in Santa Caterina. Nel 1347 divenne capomastro del Duomo di Orvieto, ma dopo due anni la carica era già del figlio Nino, segno della morte sopraggiunta di Andrea.
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