Appunti per una resistenza (al Covid-19 e all'inerzia)
L'arte di ripartire, con Brera
Antonio Canova, Napoleone come Marte Pacificatore, 1803-1806, Particolare | Courtesy © Pinacoteca di Brera
Piero Muscarà
27/02/2020
Milano - James Bradburne ha dato la carica per primo.
Il carismatico e simpatico direttore della Pinacoteca di Brera - mentre la politica del Belpaese ancora dibatte se lunedì 2 marzo i musei, i cinema, i teatri e i luoghi della cultura potranno riaprire dopo le improvvise ordinanze che in ragione del diffondersi nel Nord Italia del coronavirus Covid-19 ne hanno forzato la chiusura precauzionale - non ha perso tempo ed ha lanciato un suo piccolo, ma agguerrito programma di resistenza.
Dall'alto di un museo che gode di grande popolarità (lo scorso anno la Pinacoteca ha visto oltre 418.000 visitatori, piazzandosi al diciassettesimo posto nella Top 30 stilata dal Mibact) Bradburne ha pubblicato un video che sta diffondendosi velocemente tra gli addetti ai lavori e gli art lover di tutta Italia. Il titolo è già un piccolo programma Appunti per la resistenza culturale #1.
Il messaggio è chiaro e semplice. Lo stile come sempre affabile e colloquiale.
In sostanza Bradburne dice: il museo è chiuso d'accordo, ma se la città non può venire da noi, saremo noi ad andare verso i cittadini. Brera è il cuore di Milano e vuole continuare a dialogare con il proprio pubblico anche in tempi difficili, anche quando la preoccupazione, la tristezza e la paura regnano sovrane.
Arte come speranza, arte come consolazione.
Brera come luogo di dialogo, cuore della città.
Il museo milanese inizierà dunque a raccontare i propri straordinari tesori con il volto e le parole dei propri dipendenti che metteranno a punto nei prossimi giorni dei brevi video per tenere aperta la comunicazione con la città. Porte virtuali d'accordo, alimentate da Internet, dai social e dai media digitali. Ma porte aperte per ricordare a tutti che Brera c'è. Pronta a combattere per un futuro che è a portata di mano.
Questo discorso vale per Milano ma serve anche per tutto il Nord Italia e per l'intero nostro Paese.
Si stima per esempio che la chiusura di tutti musei in una città come Venezia, dove ci sono eccellenze come la Fondazione Musei Civici - MUVE, ma anche importanti altri luoghi d'arte e di cultura come la Basilica di San Marco, la Collezione Peggy Guggenheim o Palazzo Grassi, causi mancati proventi che possano facilmente superare i 7-800 mila euro a settimana. Senza contare le ricadute di sistema per l'intera città, che di turismo culturale vive. Questo è vero per Milano, per Torino, per Ferrara e Bologna, per Padova, ma riguarda l'intero Paese. Non è solo una questione di vile denaro (anche!) quello di cui stiamo parlando, ma di prospettive di sistema per l'Italia che di arte e di bellezza vive, più o meno consapevolmente.
Con ARTE.it accogliamo volentieri il messaggio di Bradburne e siamo qui pronti a mettere in gioco i nostri mezzi per lo stesso scopo. Serve dare con urgenza una risposta a questa emergenza. Dobbiamo farlo tutti con lucida tempestività.
Il carismatico e simpatico direttore della Pinacoteca di Brera - mentre la politica del Belpaese ancora dibatte se lunedì 2 marzo i musei, i cinema, i teatri e i luoghi della cultura potranno riaprire dopo le improvvise ordinanze che in ragione del diffondersi nel Nord Italia del coronavirus Covid-19 ne hanno forzato la chiusura precauzionale - non ha perso tempo ed ha lanciato un suo piccolo, ma agguerrito programma di resistenza.
Dall'alto di un museo che gode di grande popolarità (lo scorso anno la Pinacoteca ha visto oltre 418.000 visitatori, piazzandosi al diciassettesimo posto nella Top 30 stilata dal Mibact) Bradburne ha pubblicato un video che sta diffondendosi velocemente tra gli addetti ai lavori e gli art lover di tutta Italia. Il titolo è già un piccolo programma Appunti per la resistenza culturale #1.
Il messaggio è chiaro e semplice. Lo stile come sempre affabile e colloquiale.
In sostanza Bradburne dice: il museo è chiuso d'accordo, ma se la città non può venire da noi, saremo noi ad andare verso i cittadini. Brera è il cuore di Milano e vuole continuare a dialogare con il proprio pubblico anche in tempi difficili, anche quando la preoccupazione, la tristezza e la paura regnano sovrane.
Arte come speranza, arte come consolazione.
Brera come luogo di dialogo, cuore della città.
Il museo milanese inizierà dunque a raccontare i propri straordinari tesori con il volto e le parole dei propri dipendenti che metteranno a punto nei prossimi giorni dei brevi video per tenere aperta la comunicazione con la città. Porte virtuali d'accordo, alimentate da Internet, dai social e dai media digitali. Ma porte aperte per ricordare a tutti che Brera c'è. Pronta a combattere per un futuro che è a portata di mano.
Questo discorso vale per Milano ma serve anche per tutto il Nord Italia e per l'intero nostro Paese.
Si stima per esempio che la chiusura di tutti musei in una città come Venezia, dove ci sono eccellenze come la Fondazione Musei Civici - MUVE, ma anche importanti altri luoghi d'arte e di cultura come la Basilica di San Marco, la Collezione Peggy Guggenheim o Palazzo Grassi, causi mancati proventi che possano facilmente superare i 7-800 mila euro a settimana. Senza contare le ricadute di sistema per l'intera città, che di turismo culturale vive. Questo è vero per Milano, per Torino, per Ferrara e Bologna, per Padova, ma riguarda l'intero Paese. Non è solo una questione di vile denaro (anche!) quello di cui stiamo parlando, ma di prospettive di sistema per l'Italia che di arte e di bellezza vive, più o meno consapevolmente.
Con ARTE.it accogliamo volentieri il messaggio di Bradburne e siamo qui pronti a mettere in gioco i nostri mezzi per lo stesso scopo. Serve dare con urgenza una risposta a questa emergenza. Dobbiamo farlo tutti con lucida tempestività.
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