Embodied Histories
Dal 25 Maggio 2024 al 20 Luglio 2024
Venezia
Luogo: Fondazione Marta Czok
Indirizzo: Campo Rialto Novo 544
Orari: INAUGURAZIONE: Sab 25 Mag ore 16.00 in partnership con Tenuta Conte Romano | Mar - Sab 10.30 - 19.30 | Dom - Lun chiuso | 22 Giu 10.30 - 22
Curatori: Alice Montanini
Enti promotori:
- Un progetto di Zerial Art Project
- Con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica dello Zimbabwe
- Con il supporto della Fondazione Marta Czok
- Ideazione e progettazione grafica di Alice Montanini
E-Mail info: info@zerialartproject.com
Sito ufficiale: http://https://www.zerialartproject.com/
Zerial Art Project presenta, dal 25 maggio al 20 luglio 2024 presso la Fondazione Marta Czok di Venezia, la mostra Embodied Histories a cura di Alice Montanini. Con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica dello Zimbabwe, la mostra porta per la prima volta in Italia l’opera degli artisti dello Zimbabwe Peter Musami e Mukudzei Muzondo. Attraverso una selezione di opere inedite realizzate appositamente per la mostra, Embodied Histories esplora le tematiche della memoria, del trauma e dell’eredità culturale nell'intricato contesto della storia tumultuosa dello Zimbabwe, inserendosi nel contesto della 60. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia a cura di Adriano Pedrosa Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere. Sullo sfondo condiviso della cultura Shona, l’espressione artistica di Musami e Muzondo converge e diverge, delineando un discorso sul corpo come veicolo del trauma, che si configura al contempo come paesaggio cicatriziale e luogo simbolico di guarigione e riconciliazione.
L’opera di Muzondo è caratterizzata da una narrazione figurativa ricca di riferimenti sia storici che personali. Attraverso composizioni densamente stratificate, l’artista scava nella memoria di una nazione resiliente, segnata da molteplici lotte ed oppressioni, rivelando l'intricata interazione tra eventi socio-politici, memoria e tradizione, che ha plasmato l'identità culturale contemporanea dello Zimbabwe. L’eco persistente del colonialismo permea il confronto culturale con l'oppressivo sistema capitalista occidentale, dove le voci delle culture non dominanti sono soffocate dall'ombra di un passato coloniale ancora tangibile. Musami rappresenta la complessa non linearità del trauma attraverso un’astrazione dove il riferimento socio-politico riverbera come un’eco silenziosa, ma fortemente tangibile. Attraverso il collage, l’artista ci presenta un paesaggio emotivo in cui passato e presente si sovrappongono, diventando teatro di una psiche frammentata da esperienze traumatiche. In questo mosaico di memorie stratificate emerge il gesto creativo dell’artista, che attraverso l’atto dello strappare, tagliare e successivamente ricomporre ogni frammento, dà vita ad una nuova composizione. Questo processo trasmuta l'espressione artistica in un percorso simbolico di guarigione, una testimonianza visiva e palpitante della potenza rigenerativa insita in ciascuna ferita. Attraverso la convergenza del simbolismo figurativo di Muzondo e dell'espressionismo astratto di Musami, questa mostra offre una sfaccettata narrazione contemporanea, profondamente radicata nella storia politica dello Zimbabwe.
La mostra è accompagnata da un catalogo digitale con un testo critico di Alice Montanini ed interviste inedite agli artisti Peter Musami e Mukudzei Muzondo a cura di Valerie Sithole, curatrice presso la National Gallery of Zimbabwe a Mutare. La pubblicazione, riccamente illustrata, sarà in formato bilingue, italiano e inglese.
Il 22 giugno occasione dell'Art Night Venezia 2024 la mostra rimarrà aperta fino alle 22. Verrà offerto un brindisi di benvenuto dalla cantina Tenuta Conte Romano del Collio Friulano.
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Mukudzei Muzondo (Kwekwe, 1983) vive e lavora nella capitale, Harare. Ha completato i suoi studi alla Peter Brich School of Art. In seguito è stato selezionato per essere artista in residenza alla National Gallery dello Zimbabwe. Si è laureato in Belle Arti presso l’Harare Polytechnic College. Mukudzei Muzondo ha partecipato a varie mostre personali e collettive, workshop internazionali e residenze d’arte. La sua ricerca è volta ad indagare i contesti storici e contemporanei, mettendo in discussione la condizione umana nella società urbana. Attraverso la sperimentazione di vari oggetti utilizzando mezzi diversi, dalla serigrafia agli assemblaggi, le sue opere generano un’analisi sull’esistenza umana negli spazi sociali e politici. Mettendo in evidenza anche le ricerche contemporanee sull’identità e l’appartenenza, le sue opere sono un’introspezione basata sulla narrazione del corpo e della vita definita attraverso le esperienze. Le sue opere cercano di dare forma e significato all’articolarsi dello Stato dell’Essere. Le sue opere sono presenti in collezioni private, Sudafrica, Mozambico, Zambia, Stati Uniti, Germania e Francia e in collezioni pubbliche National Gallery of Zimbabwe, Harare e FBC Bank, Harare Zimbabwe.
Peter Musami (Harare, 1981) è un visual artist che lavora ad Harare, Zimbabwe, dalla fine degli anni 2000. Ha frequentato la National Gallery of Zimbabwe School of Visual Arts and Design, dal 2012 al 2013. Durante questo periodo si è perfezionato nell’assemblaggio di diversi materiali e nella pittura, sperimentando idee e tecniche di altri generi artistici affermati. Influenzato dalla natura, dalla cultura sociale e dalla musica, si è affermato come pittore e scultore il cui lavoro non è necessariamente una ricerca di nuove forme d’arte, ma piuttosto una necessità di scoprire e dimostrare dimensioni diverse rispetto ai generi artistici già stabiliti di assemblaggio e astrazione. Con una gamma cromatica vibrante di colori ad olio e linee intricate, le opere espressioniste astratte di Musami descrivono ed evocano la storia delle sue esperienze di vita e della cultura contemporanea. Le opere di Peter Musami si trovano in importanti collezioni private. Ha esposto in varie mostre personali e collettive in Zimbabwe, Sud Africa, Regno Unito, Canada e Svizzera.
Alice Montanini, curatrice d’arte contemporanea, ha consolidato la propria formazione con una Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche presso l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna e successivamente con una Laurea Magistrale in Curating the Contemporary presso London Metropolitan University. La sua carriera ha abbracciato ruoli di responsabilità in gallerie d'arte internazionali, la gestione di progetti curatoriali e la creazione di contenuti multimediali. Tra i suoi progetti recenti, ha curato la mostra collettiva Flashbacks presso BUILDINGBOX, spazio espositivo della galleria BUILDING a Milano, presentando opere di artisti come Vincenzo Agnetti, Roman Opałka e Remo Salvadori. Ha contribuito alla curatela di mostre quali Private Exposure presso il me Collectors Room di Berlino e Dialogues of Space presso il Korean Cultural Centre UK di Londra.
L’opera di Muzondo è caratterizzata da una narrazione figurativa ricca di riferimenti sia storici che personali. Attraverso composizioni densamente stratificate, l’artista scava nella memoria di una nazione resiliente, segnata da molteplici lotte ed oppressioni, rivelando l'intricata interazione tra eventi socio-politici, memoria e tradizione, che ha plasmato l'identità culturale contemporanea dello Zimbabwe. L’eco persistente del colonialismo permea il confronto culturale con l'oppressivo sistema capitalista occidentale, dove le voci delle culture non dominanti sono soffocate dall'ombra di un passato coloniale ancora tangibile. Musami rappresenta la complessa non linearità del trauma attraverso un’astrazione dove il riferimento socio-politico riverbera come un’eco silenziosa, ma fortemente tangibile. Attraverso il collage, l’artista ci presenta un paesaggio emotivo in cui passato e presente si sovrappongono, diventando teatro di una psiche frammentata da esperienze traumatiche. In questo mosaico di memorie stratificate emerge il gesto creativo dell’artista, che attraverso l’atto dello strappare, tagliare e successivamente ricomporre ogni frammento, dà vita ad una nuova composizione. Questo processo trasmuta l'espressione artistica in un percorso simbolico di guarigione, una testimonianza visiva e palpitante della potenza rigenerativa insita in ciascuna ferita. Attraverso la convergenza del simbolismo figurativo di Muzondo e dell'espressionismo astratto di Musami, questa mostra offre una sfaccettata narrazione contemporanea, profondamente radicata nella storia politica dello Zimbabwe.
La mostra è accompagnata da un catalogo digitale con un testo critico di Alice Montanini ed interviste inedite agli artisti Peter Musami e Mukudzei Muzondo a cura di Valerie Sithole, curatrice presso la National Gallery of Zimbabwe a Mutare. La pubblicazione, riccamente illustrata, sarà in formato bilingue, italiano e inglese.
Il 22 giugno occasione dell'Art Night Venezia 2024 la mostra rimarrà aperta fino alle 22. Verrà offerto un brindisi di benvenuto dalla cantina Tenuta Conte Romano del Collio Friulano.
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Mukudzei Muzondo (Kwekwe, 1983) vive e lavora nella capitale, Harare. Ha completato i suoi studi alla Peter Brich School of Art. In seguito è stato selezionato per essere artista in residenza alla National Gallery dello Zimbabwe. Si è laureato in Belle Arti presso l’Harare Polytechnic College. Mukudzei Muzondo ha partecipato a varie mostre personali e collettive, workshop internazionali e residenze d’arte. La sua ricerca è volta ad indagare i contesti storici e contemporanei, mettendo in discussione la condizione umana nella società urbana. Attraverso la sperimentazione di vari oggetti utilizzando mezzi diversi, dalla serigrafia agli assemblaggi, le sue opere generano un’analisi sull’esistenza umana negli spazi sociali e politici. Mettendo in evidenza anche le ricerche contemporanee sull’identità e l’appartenenza, le sue opere sono un’introspezione basata sulla narrazione del corpo e della vita definita attraverso le esperienze. Le sue opere cercano di dare forma e significato all’articolarsi dello Stato dell’Essere. Le sue opere sono presenti in collezioni private, Sudafrica, Mozambico, Zambia, Stati Uniti, Germania e Francia e in collezioni pubbliche National Gallery of Zimbabwe, Harare e FBC Bank, Harare Zimbabwe.
Peter Musami (Harare, 1981) è un visual artist che lavora ad Harare, Zimbabwe, dalla fine degli anni 2000. Ha frequentato la National Gallery of Zimbabwe School of Visual Arts and Design, dal 2012 al 2013. Durante questo periodo si è perfezionato nell’assemblaggio di diversi materiali e nella pittura, sperimentando idee e tecniche di altri generi artistici affermati. Influenzato dalla natura, dalla cultura sociale e dalla musica, si è affermato come pittore e scultore il cui lavoro non è necessariamente una ricerca di nuove forme d’arte, ma piuttosto una necessità di scoprire e dimostrare dimensioni diverse rispetto ai generi artistici già stabiliti di assemblaggio e astrazione. Con una gamma cromatica vibrante di colori ad olio e linee intricate, le opere espressioniste astratte di Musami descrivono ed evocano la storia delle sue esperienze di vita e della cultura contemporanea. Le opere di Peter Musami si trovano in importanti collezioni private. Ha esposto in varie mostre personali e collettive in Zimbabwe, Sud Africa, Regno Unito, Canada e Svizzera.
Alice Montanini, curatrice d’arte contemporanea, ha consolidato la propria formazione con una Laurea Magistrale in Scienze Filosofiche presso l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna e successivamente con una Laurea Magistrale in Curating the Contemporary presso London Metropolitan University. La sua carriera ha abbracciato ruoli di responsabilità in gallerie d'arte internazionali, la gestione di progetti curatoriali e la creazione di contenuti multimediali. Tra i suoi progetti recenti, ha curato la mostra collettiva Flashbacks presso BUILDINGBOX, spazio espositivo della galleria BUILDING a Milano, presentando opere di artisti come Vincenzo Agnetti, Roman Opałka e Remo Salvadori. Ha contribuito alla curatela di mostre quali Private Exposure presso il me Collectors Room di Berlino e Dialogues of Space presso il Korean Cultural Centre UK di Londra.
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