Paolo Spoltore. Una vita per l'arte. Opere 2007-2014

Paolo Spoltore. Una vita per l'arte. Opere 2007-2014

 

Dal 14 Giugno 2014 al 27 Luglio 2014

Chieti

Luogo: Camera di Commercio

Indirizzo: corso Marrucino

Orari: dal lunedì al giovedì 17-20; dal venerdì alla domenica 10-13 e 17-20; dal 15 al 21 luglio 19 alle 24

Telefono per informazioni: +39 0871 354308 / 0871 354318

E-Mail info: relazioni.esterne@ch.camcom.it

Sito ufficiale: http://www.ch.camcom.it


La Camera di Commercio di Chieti inaugura sabato 14 Giugno 2014 alle ore 18 una mostra personale dedicata allo scultore Paolo Spoltore dal titolo UNA VITA PER L’ARTE
La mostra, ospitata nei rinnovati spazi della Camera di Commercio di Chieti a Corso Marrucino, si articola  in 5 sezioni: Metafore, Totem, Bestiario, Cuori pietrificati, Volti di pietra, offrendo al pubblico un selezionato numero di sculture realizzate dal Maestro abruzzese tra il 2007 e il 2014: uno straordinario insieme di  opere  in legno, pietra, ferro, bronzo che ben documentano i traguardi più recenti raggiunti dalla sua ricerca plastica sempre tenace nella sperimentazione e  fervida nell’inventiva. 
“Prosegue l’impegno della Camera di Commercio di Chieti nella promozione culturale, spiega Silvio Di Lorenzo presidente dell’ente camerale - l’investimento in cultura permette di dotarsi di quegli strumenti utili a fare economia, nuova economia; non c’è Made in Italy senza cultura. Proprio ieri la presenza in Italia del Presidente di Google ha confermato l’assoluta necessità di promuovere innovazione nelle forme di comunicazione dell’arte, la prima vera risorsa italiana”. 
La mostra che resterà aperta al pubblico sino al 27 Luglio,  partecipando, con sculture  a tema musicale, agli eventi promossi a Chieti nell’ambito della Settimana Mozartiana, è accompagnata da un accurato catalogo a cura di Maria Cristina Ricciardi che afferma: “Paolo Spoltore è senza alcun dubbio una delle personalità  più interessanti del panorama artistico abruzzese; appartiene a quella generazione di artisti italiani che si forma, alla metà degli anni Sessanta, sull’insegnamento di quanti avevano già operato nella direzione di un profondo  rinnovamento dei linguaggi espressivi. Nelle saldature, nelle chiodature, nei bulloni e nelle finiture dei metalli, sottratti a trascorsi meccanici ed industriali, nelle tensioni dei ferri e nell’incastro dei legni, - continua la Ricciardi - le sue sculture riferiscono il valore antropologico del “fare”, l’azione prodotta dalle mani dello scultore che, lontano dai facili nichilismi, non si risolve nel solo concettualismo ma porta dentro l’operazione artistica, parimenti al pensiero, il  lavoro e l’impronta dell’agire umano”.

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