ARTE.it Viaggio in Lombardia
Da Milano a Lecco sulle tracce di Manzoni
Veduta del lago di Como da Villa del Balbianello. Courtesy of © Franco Vannini, via Flikr
Samantha De Martin
11/11/2016
La chiesa di Don Abbondio, la culla di Alessandro Manzoni e ancora i salotti di villa Balbianello che ebbero, tra i suoi illustri ospiti, anche l'autore dei "Promessi Sposi". Un itinerario fatto di arte, storia e letteratura corre da Milano alle ville del Lago di Como, dove quel famoso “ramo” è ancora lì, a regalare poesia ai viaggiatori.
A Milano e a Lecco, sulle tracce di Manzoni
Un letto, un piccolo crocifisso, un tavolino in noce, il caminetto, la spazzola per la barba. Nel centro storico di Milano al numero 1 di via Morone, un edificio ospita la casa nella quale Alessandro Manzoni trascorse gli ultimi anni di vita.
Al piano terra del palazzo - che accoglie oggi il Museo Casa del Manzoni, oggetto, lo scorso anno, di un'importante opera di ristrutturazione - presero nome e voce Renzo, Lucia, la monaca di Monza, l'Innominato. Un filo sottile lega queste stanze ai luoghi del poeta, a quella scenografia lombarda scolpita tra le pagine dei “Promessi Sposi”. Dal Castello di Somasca, rocca dell'Innominato, a Pescarenico, rione in cui Manzoni colloca il convento dei Cappuccini, c'è un itinerario artistico, fiore all'occhiello della Lombardia, che passa per ville, borghi, castelli.
A Lecco, “quel ramo del lago di Como” sembra ancora oggi esser testimone delle peripezie di Renzo e Lucia. Villa Manzoni, un edificio neoclassico nel quale lo scrittore trascorse l'infanzia e l'adolescenza, ospita il Museo Civico Manzoniano dove è custodita anche la culla del poeta, oltre ad alcuni arredi originali, risalenti al 1818, a scritti autografi e all'iconografia classica dei luoghi manzoniani.
Nel piccolo rione di Pescarenico “un gruppetto di case abitate la più parte da pescatori” - come lo descriveva lo stesso poeta - la tradizione letteraria pone il convento dei Cappuccini, in cui vivevano Cristoforo e fra Galdino. La presunta chiesa di don Abbondio - molto probabilmente la quattrocentesca chiesa dei Santi Vitale e Valeria - si troverebbe invece a Olate, insieme alla casa di Lucia. La tradizione colloca tra i ruderi del Castello di Somasca, a cavallo di Lecco e Vercurago, la rocca dell'Innominato, fortezza della quale si conservano ancora intatti il muro perimetrale, parte dei bastioni difensivi e alcune torri. Con il tabernacolo di fronte al quale i bravi incontrano don Abbondio, oggi identificato con una targa che reca il testo manzoniano, il Palazzotto di Don Rodrigo, una residenza privata sul promontorio dello Zucco, e il monte Resegone, Lecco è una preziosa pagina di letteratura.
I protagonisti del romanzo di Manzoni compaiono anche nei quattro medaglioni posti su uno dei soffitti di Palazzo Belgiojoso, il complesso architettonico settecentesco che ospita, a Lecco, il Museo di Storia Naturale, il Museo Archeologico, il Planetario Civico e il Museo Storico.
I gioielli del Lago di Como: dall'ex villa di Plinio alle stanze di Luchino Visconti
Il lago di Como ospita località interessanti, caratterizzate da prestigiose ville.
A Varenna, sulle rive del lago, si trova Villa Monastero. In questa storica casa-museo che accoglie un giardino botanico, il Premio Nobel Enrico Fermi nel 1954 teneva le sue lezioni di Fisica. I visitatori potranno muoversi tra i ricchi arredi che caratterizzano i 14 ambienti frequentati, a partire dall'Ottocento, da personaggi di spicco del panorama artistico e culturale europeo.
Fino al 31 dicembre la Villa accoglierà la mostra-dossier “Villa Monastero, tra Shakespeare e Manzoni”, nel corso della quale verrà presentato anche un inedito ritratto di Manzoni del pittore Stefano Galli.
Caro a Virgilio, che lo ricorda nelle Georgiche, amato da Plinio il Giovane che possedeva una villa sulle sue sponde, il Lario - come lo chiamavano i Romani - custodisce ville sontuose e piazze animate. Arroccato su un promontorio al centro del Lago, Bellagio ospita Villa Melzi d'Eril e Villa Serbelloni, antiche dimore nobiliari aperte al pubblico. Di Villa Serbelloni, oggi sede di soggiorni di studio della fondazione Rockefeller, si possono visitare - su prenotazione - soltanto i giardini. Si tratta di un dedalo di vialetti immersi in una vegetazione esotica, tra statue e grotte artificiali, dove, secondo la tradizione, sorgeva la villa di Plinio il Giovane, detta Tragoedia.
A Villa Melzi si può invece accedere esclusivamente al piccolo museo e alla Cappella neoclassica. Un'urna etrusca del III secolo a.C. e due sculture egizie ne impreziosiscono il parco. Tra gli oggetti curiosi spicca una statua di Dante e Beatrice che ispirò al compositore Franz Liszt una celebre sonata.
A Villa Erba, gioiello architettonico ottocentesco di Cernobbio, il regista Luchino Visconti trascorse numerose estati. Molti ambienti dell'edificio - arricchiti da preziosi soffitti intarsiati - ispirarono a Visconti alcune scenografie di celebri capolavori. In questa dimora, di proprietà della famiglia Erba, il regista ultimò il montaggio di “Ludwig”. La vicina Villa d'Este, residenza patrizia rinascimentale, è invece la sede di un albergo di lusso.
Con le sue case di sassi rannicchiate sul litorale comasco e il suo vecchio ponte in pietra, l'antico borgo medievale di Arsegno è un'altra imperdibile tappa nell'itinerario artistico lungo il Lago di Como. Segue Menaggio, con la seicentesca chiesa di Santo Stefano, il Castello del X secolo e la preziosa Villa Mylius, oggi sede del Centro italo-tedesco.
Lenno di Tremezzina sfoggia la meravigliosa Villa del Balbianello. Questo edificio settecentesco che ebbe nei suoi salotti anche Alessandro Manzoni, è oggi di proprietà del Fondo Ambiente Italiano. Fino all'8 gennaio, in giorni stabiliti, i giardini e la Villa saranno aperti al pubblico e, nel periodo natalizio, sarà possibile ammirare anche un suggestivo presepe con la riproduzione in stile ottocentesco di Villa del Balbianello.
Nel comune di Tremezzina si trova anche il lembo di terra circondato dal lago, che racchiude l'Isola Comacina. Con la chiesetta barocca di San Giovanni - che conserva anche resti di murature romane e tardoromane - con i ruderi della basilica di Sant'Eufemia e della chiesa dei santi Faustino e Giovita, l'isola si erge dal lago con il suo glorioso passato.
Como è adagiata sulla punta del ramo occidentale del Lario. Fino al 30 dicembre ospita “365 giorni d'arte a Como”, un ricco calendario di eventi artistici distribuiti tra i musei, biblioteche e ville. Fino al 27 novembre, la città stretta tra le mura - le cui torri sono ancora oggi visibili - fatte costruire nel XII secolo da Federico Barbarossa, ospiterà l'8208 Lighting Design Festival. Un'iniziativa gratuita che si articola in 5 installazioni luminose tra Palazzo del Broletto, il Teatro Sociale e Porta Torre, eventi e mostre.
I “tesori” di Villa Carlotta: dal giardino di Flaubert all'Ultimo bacio di Hayez
Il raffinato edificio settecentesco, che sorge a Tremezzo, ospita un ricco giardino all'italiana che guarda al Lario. Durante il suo soggiorno sul lago, nel 1845, Gustave Flaubert ebbe modo di apprezzarne la scalinata in pietra, ma anche “i grandi alberi, e le rose che spuntano su una fontana”. Le terrazze regalano una generosa vista sul giardino con la balaustra in pietra a dodici pilastri che sorreggono statue di divinità mitologiche e figure allegoriche.
Grazie a uno dei suoi proprietari, Gian Battista Sommariva, politico e collezionista d'arte, la sontuosa dimora divenne uno scrigno impreziosito da capolavori. Opere di Canova e di Thorvaldsen, come il fregio con l'Ingresso di Alessandro Magno a Babilonia, ne abbelliscono le stanze. Ma è soprattutto L'Ultimo bacio di Romeo e Giulietta, dipinto da Hayez e commissionato dal conte Sommariva, a rappresentare una dei gioielli più preziosi di Villa Carlotta. Un dipinto che impose l'artista veneziano come caposcuola della nascente pittura romantica italiana.
Una rarissima collezione di cammei in gesso, eseguita intorno al 1830 dall'incisore romano Giovanni Liberotti, è un altro importante documento per la storia della Villa.
Fino al 19 novembre Villa Carlotta aderisce al progetto Boschi incantati di Husqvarna, un romantico itinerario dedicato al foliage, un'occasione per immergersi nella magia di questa storica residenza.
A Milano e a Lecco, sulle tracce di Manzoni
Un letto, un piccolo crocifisso, un tavolino in noce, il caminetto, la spazzola per la barba. Nel centro storico di Milano al numero 1 di via Morone, un edificio ospita la casa nella quale Alessandro Manzoni trascorse gli ultimi anni di vita.
Al piano terra del palazzo - che accoglie oggi il Museo Casa del Manzoni, oggetto, lo scorso anno, di un'importante opera di ristrutturazione - presero nome e voce Renzo, Lucia, la monaca di Monza, l'Innominato. Un filo sottile lega queste stanze ai luoghi del poeta, a quella scenografia lombarda scolpita tra le pagine dei “Promessi Sposi”. Dal Castello di Somasca, rocca dell'Innominato, a Pescarenico, rione in cui Manzoni colloca il convento dei Cappuccini, c'è un itinerario artistico, fiore all'occhiello della Lombardia, che passa per ville, borghi, castelli.
A Lecco, “quel ramo del lago di Como” sembra ancora oggi esser testimone delle peripezie di Renzo e Lucia. Villa Manzoni, un edificio neoclassico nel quale lo scrittore trascorse l'infanzia e l'adolescenza, ospita il Museo Civico Manzoniano dove è custodita anche la culla del poeta, oltre ad alcuni arredi originali, risalenti al 1818, a scritti autografi e all'iconografia classica dei luoghi manzoniani.
Nel piccolo rione di Pescarenico “un gruppetto di case abitate la più parte da pescatori” - come lo descriveva lo stesso poeta - la tradizione letteraria pone il convento dei Cappuccini, in cui vivevano Cristoforo e fra Galdino. La presunta chiesa di don Abbondio - molto probabilmente la quattrocentesca chiesa dei Santi Vitale e Valeria - si troverebbe invece a Olate, insieme alla casa di Lucia. La tradizione colloca tra i ruderi del Castello di Somasca, a cavallo di Lecco e Vercurago, la rocca dell'Innominato, fortezza della quale si conservano ancora intatti il muro perimetrale, parte dei bastioni difensivi e alcune torri. Con il tabernacolo di fronte al quale i bravi incontrano don Abbondio, oggi identificato con una targa che reca il testo manzoniano, il Palazzotto di Don Rodrigo, una residenza privata sul promontorio dello Zucco, e il monte Resegone, Lecco è una preziosa pagina di letteratura.
I protagonisti del romanzo di Manzoni compaiono anche nei quattro medaglioni posti su uno dei soffitti di Palazzo Belgiojoso, il complesso architettonico settecentesco che ospita, a Lecco, il Museo di Storia Naturale, il Museo Archeologico, il Planetario Civico e il Museo Storico.
I gioielli del Lago di Como: dall'ex villa di Plinio alle stanze di Luchino Visconti
Il lago di Como ospita località interessanti, caratterizzate da prestigiose ville.
A Varenna, sulle rive del lago, si trova Villa Monastero. In questa storica casa-museo che accoglie un giardino botanico, il Premio Nobel Enrico Fermi nel 1954 teneva le sue lezioni di Fisica. I visitatori potranno muoversi tra i ricchi arredi che caratterizzano i 14 ambienti frequentati, a partire dall'Ottocento, da personaggi di spicco del panorama artistico e culturale europeo.
Fino al 31 dicembre la Villa accoglierà la mostra-dossier “Villa Monastero, tra Shakespeare e Manzoni”, nel corso della quale verrà presentato anche un inedito ritratto di Manzoni del pittore Stefano Galli.
Caro a Virgilio, che lo ricorda nelle Georgiche, amato da Plinio il Giovane che possedeva una villa sulle sue sponde, il Lario - come lo chiamavano i Romani - custodisce ville sontuose e piazze animate. Arroccato su un promontorio al centro del Lago, Bellagio ospita Villa Melzi d'Eril e Villa Serbelloni, antiche dimore nobiliari aperte al pubblico. Di Villa Serbelloni, oggi sede di soggiorni di studio della fondazione Rockefeller, si possono visitare - su prenotazione - soltanto i giardini. Si tratta di un dedalo di vialetti immersi in una vegetazione esotica, tra statue e grotte artificiali, dove, secondo la tradizione, sorgeva la villa di Plinio il Giovane, detta Tragoedia.
A Villa Melzi si può invece accedere esclusivamente al piccolo museo e alla Cappella neoclassica. Un'urna etrusca del III secolo a.C. e due sculture egizie ne impreziosiscono il parco. Tra gli oggetti curiosi spicca una statua di Dante e Beatrice che ispirò al compositore Franz Liszt una celebre sonata.
A Villa Erba, gioiello architettonico ottocentesco di Cernobbio, il regista Luchino Visconti trascorse numerose estati. Molti ambienti dell'edificio - arricchiti da preziosi soffitti intarsiati - ispirarono a Visconti alcune scenografie di celebri capolavori. In questa dimora, di proprietà della famiglia Erba, il regista ultimò il montaggio di “Ludwig”. La vicina Villa d'Este, residenza patrizia rinascimentale, è invece la sede di un albergo di lusso.
Con le sue case di sassi rannicchiate sul litorale comasco e il suo vecchio ponte in pietra, l'antico borgo medievale di Arsegno è un'altra imperdibile tappa nell'itinerario artistico lungo il Lago di Como. Segue Menaggio, con la seicentesca chiesa di Santo Stefano, il Castello del X secolo e la preziosa Villa Mylius, oggi sede del Centro italo-tedesco.
Lenno di Tremezzina sfoggia la meravigliosa Villa del Balbianello. Questo edificio settecentesco che ebbe nei suoi salotti anche Alessandro Manzoni, è oggi di proprietà del Fondo Ambiente Italiano. Fino all'8 gennaio, in giorni stabiliti, i giardini e la Villa saranno aperti al pubblico e, nel periodo natalizio, sarà possibile ammirare anche un suggestivo presepe con la riproduzione in stile ottocentesco di Villa del Balbianello.
Nel comune di Tremezzina si trova anche il lembo di terra circondato dal lago, che racchiude l'Isola Comacina. Con la chiesetta barocca di San Giovanni - che conserva anche resti di murature romane e tardoromane - con i ruderi della basilica di Sant'Eufemia e della chiesa dei santi Faustino e Giovita, l'isola si erge dal lago con il suo glorioso passato.
Como è adagiata sulla punta del ramo occidentale del Lario. Fino al 30 dicembre ospita “365 giorni d'arte a Como”, un ricco calendario di eventi artistici distribuiti tra i musei, biblioteche e ville. Fino al 27 novembre, la città stretta tra le mura - le cui torri sono ancora oggi visibili - fatte costruire nel XII secolo da Federico Barbarossa, ospiterà l'8208 Lighting Design Festival. Un'iniziativa gratuita che si articola in 5 installazioni luminose tra Palazzo del Broletto, il Teatro Sociale e Porta Torre, eventi e mostre.
I “tesori” di Villa Carlotta: dal giardino di Flaubert all'Ultimo bacio di Hayez
Il raffinato edificio settecentesco, che sorge a Tremezzo, ospita un ricco giardino all'italiana che guarda al Lario. Durante il suo soggiorno sul lago, nel 1845, Gustave Flaubert ebbe modo di apprezzarne la scalinata in pietra, ma anche “i grandi alberi, e le rose che spuntano su una fontana”. Le terrazze regalano una generosa vista sul giardino con la balaustra in pietra a dodici pilastri che sorreggono statue di divinità mitologiche e figure allegoriche.
Grazie a uno dei suoi proprietari, Gian Battista Sommariva, politico e collezionista d'arte, la sontuosa dimora divenne uno scrigno impreziosito da capolavori. Opere di Canova e di Thorvaldsen, come il fregio con l'Ingresso di Alessandro Magno a Babilonia, ne abbelliscono le stanze. Ma è soprattutto L'Ultimo bacio di Romeo e Giulietta, dipinto da Hayez e commissionato dal conte Sommariva, a rappresentare una dei gioielli più preziosi di Villa Carlotta. Un dipinto che impose l'artista veneziano come caposcuola della nascente pittura romantica italiana.
Una rarissima collezione di cammei in gesso, eseguita intorno al 1830 dall'incisore romano Giovanni Liberotti, è un altro importante documento per la storia della Villa.
Fino al 19 novembre Villa Carlotta aderisce al progetto Boschi incantati di Husqvarna, un romantico itinerario dedicato al foliage, un'occasione per immergersi nella magia di questa storica residenza.
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