A Perugia dal 13 ottobre al 19 gennaio
La Galleria Nazionale dell'Umbria omaggia Dottori, divisionista, futurista, aeropittore
Gerardo Dottori, Motociclista, 1914, Olio su tela, 50 x 35 cm, Collezione privata M. Carpi
Samantha De Martin
08/10/2024
Perugia - Gerardo Dottori torna a Perugia. La città umbra nella quale nel 1914 l’esponente di spicco del Futurismo fin dal 1912 aveva organizzato una memorabile Serata Futurista con Marinetti e altri protagonisti della prima stagione eroica del Movimento, celebra il pittore perugino a 140 anni dalla nascita, nel contesto che più gli appartiene.
Dal 13 ottobre al 19 gennaio la Galleria Nazionale dell’Umbria rende omaggio al “futurista di transito” dalla prima alla successiva stagione insieme a Enrico Prampolini e Fortunato Depero - avendo realizzato opere di dinamismo meccanico e della natura già dal 1912-1913-1914 - ripercorrendone l’itinerario artistico.
Al centro della mostra intitolata Omaggio a Dottori. Divisionista, futurista e aeropittore. 1906-1942 si collocano opere selezionate e poco note al grande pubblico, per lo più provenienti da collezioni private italiane, a cura degli Archivi Dottori nelle persone di Massimo Duranti, Andrea Baffoni, Francesca Duranti e con la collaborazione di Beatrice Falcione.
Dottori è il primo protagonista di una serie di approfondimenti che la GNU ha voluto dedicare ai movimenti e agli artisti che hanno segnato il “secolo breve”.
Gerardo Dottori, Esplosione, 1916-17, Olio su tela, 50 x 45 cm, Collezione privata
In mostra il visitatore è invitato a ripercorrere tutti i linguaggi affrontati dall’artista nel corso del suo itinerario espressivo, dal divisionismo-pointillisme della prima decade del Novecento, al dinamismo del mezzo meccanico dei primi anni Dieci, dalle sensazioni visive-uditive della metà dei Dieci fino agli sviluppi dell’Aeropittura dell’inizio dei Venti, fino ad arrivare ai primi Quaranta, poco prima della fine storica del movimento marinettiano avvenuta con la morte del suo fondatore nel 1944.
Attivo a Roma dal 1926 al 1939 - prima di far ritorno a Perugia per ricoprire la cattedra di Pittura dell’Accademia di Belle Arti e poi dirigerla - nella capitale Dottori divenne di fatto il portavoce di Marinetti, scrivendo costantemente su quotidiani e riviste.
Presente a dodici Biennali di Venezia, a tutte le Quadriennali di Roma prima del 1950 e alle principali esposizioni in Italia e all’estero alle quali parteciparono i futuristi, emarginato con la caduta del regime - nel quale fu coinvolto senza manifestare alcun fanatismo anzi, vicino a Marinetti nello sventare l’operazione “arte degenerata” nazista anche in Italia - Dottori continuò in silenzio a dipingere, fino a quando fu riscoperto, alla fine degli anni Sessanta, da critici come Guido Ballo, Enrico Crispolti e Maurizio Calvesi.
Gerardo Dottori, Tramonto lunare, 1930, Crediti fotografici Haltadefinizione, Galleria Nazionale dell'Umbria
All’interno del percorso perugino incontriamo Visione, del 1906, opera rinvenuta a Milano nei primi anni Sessanta, l’unica firmata con il monogramma delle iniziali dell’artista. Realizzata mentre Dottori soggiornava nel capoluogo lombardo, quest’opera rivela, in particolare nella tecnica a pennellate filamentose, l’influenza della pittura divisionista di artisti come Giovanni Segantini e Gaetano Previati.
Un motociclista avvolto dal paesaggio domina invece Motociclista, del 1914, olio su tela esposto presso la Casa d’Arte Bragaglia e donato con dedica a Marinetti, legato agli esordi futuristi dell’artista suggestionato dal fascino per la velocità.
Connessa agli esordi dell’Aeropittura è invece Primavera umbra, del 1923. In quest’opera, che non viene esposta da decenni, la visione dall’alto del lago Trasimeno, con le colline umbre a fare da sfondo, colloca idealmente l’osservatore al centro della scena, estendendo la percezione dello spazio e conferendo al quadro una qualità lirica.
Analogo dipinto era presente alla Biennale di Venezia del 1924 alla quale Dottori, primo dei futuristi, fu ammesso a concorso. L’esposizione - che vuole proporre al pubblico un’approfondita conoscenza di Dottori - esce idealmente dalla Galleria per raggiungere il territorio, accompagnata da un itinerario “dottoriano” in Umbria, che si snoda attraverso i luoghi che conservano le opere dell'artista, dal Museo civico di Palazzo della Penna a Perugia fino a Tuoro sul Trasimeno.
Gerardo Dottori, Laghi italiani, 1938, Tempera su tavola, 102 x 152 cm, Collezione privata
Ad arricchire l’esposizione sarà un apparato didattico che illustrerà le motivazioni scientifiche alla base del progetto, la biografia dell’artista, il legame con il territorio, e un piccolo catalogo, per i tipi di Silvana Editoriale. Conferenze, proiezioni, visite guidate approfondiranno ulteriormente la conoscenza di Gerardo Dottori svelandone aspetti inediti o poco conosciuti.
Dal 13 ottobre al 19 gennaio la Galleria Nazionale dell’Umbria rende omaggio al “futurista di transito” dalla prima alla successiva stagione insieme a Enrico Prampolini e Fortunato Depero - avendo realizzato opere di dinamismo meccanico e della natura già dal 1912-1913-1914 - ripercorrendone l’itinerario artistico.
Al centro della mostra intitolata Omaggio a Dottori. Divisionista, futurista e aeropittore. 1906-1942 si collocano opere selezionate e poco note al grande pubblico, per lo più provenienti da collezioni private italiane, a cura degli Archivi Dottori nelle persone di Massimo Duranti, Andrea Baffoni, Francesca Duranti e con la collaborazione di Beatrice Falcione.
Dottori è il primo protagonista di una serie di approfondimenti che la GNU ha voluto dedicare ai movimenti e agli artisti che hanno segnato il “secolo breve”.
Gerardo Dottori, Esplosione, 1916-17, Olio su tela, 50 x 45 cm, Collezione privata
In mostra il visitatore è invitato a ripercorrere tutti i linguaggi affrontati dall’artista nel corso del suo itinerario espressivo, dal divisionismo-pointillisme della prima decade del Novecento, al dinamismo del mezzo meccanico dei primi anni Dieci, dalle sensazioni visive-uditive della metà dei Dieci fino agli sviluppi dell’Aeropittura dell’inizio dei Venti, fino ad arrivare ai primi Quaranta, poco prima della fine storica del movimento marinettiano avvenuta con la morte del suo fondatore nel 1944.
Attivo a Roma dal 1926 al 1939 - prima di far ritorno a Perugia per ricoprire la cattedra di Pittura dell’Accademia di Belle Arti e poi dirigerla - nella capitale Dottori divenne di fatto il portavoce di Marinetti, scrivendo costantemente su quotidiani e riviste.
Presente a dodici Biennali di Venezia, a tutte le Quadriennali di Roma prima del 1950 e alle principali esposizioni in Italia e all’estero alle quali parteciparono i futuristi, emarginato con la caduta del regime - nel quale fu coinvolto senza manifestare alcun fanatismo anzi, vicino a Marinetti nello sventare l’operazione “arte degenerata” nazista anche in Italia - Dottori continuò in silenzio a dipingere, fino a quando fu riscoperto, alla fine degli anni Sessanta, da critici come Guido Ballo, Enrico Crispolti e Maurizio Calvesi.
Gerardo Dottori, Tramonto lunare, 1930, Crediti fotografici Haltadefinizione, Galleria Nazionale dell'Umbria
All’interno del percorso perugino incontriamo Visione, del 1906, opera rinvenuta a Milano nei primi anni Sessanta, l’unica firmata con il monogramma delle iniziali dell’artista. Realizzata mentre Dottori soggiornava nel capoluogo lombardo, quest’opera rivela, in particolare nella tecnica a pennellate filamentose, l’influenza della pittura divisionista di artisti come Giovanni Segantini e Gaetano Previati.
Un motociclista avvolto dal paesaggio domina invece Motociclista, del 1914, olio su tela esposto presso la Casa d’Arte Bragaglia e donato con dedica a Marinetti, legato agli esordi futuristi dell’artista suggestionato dal fascino per la velocità.
Connessa agli esordi dell’Aeropittura è invece Primavera umbra, del 1923. In quest’opera, che non viene esposta da decenni, la visione dall’alto del lago Trasimeno, con le colline umbre a fare da sfondo, colloca idealmente l’osservatore al centro della scena, estendendo la percezione dello spazio e conferendo al quadro una qualità lirica.
Analogo dipinto era presente alla Biennale di Venezia del 1924 alla quale Dottori, primo dei futuristi, fu ammesso a concorso. L’esposizione - che vuole proporre al pubblico un’approfondita conoscenza di Dottori - esce idealmente dalla Galleria per raggiungere il territorio, accompagnata da un itinerario “dottoriano” in Umbria, che si snoda attraverso i luoghi che conservano le opere dell'artista, dal Museo civico di Palazzo della Penna a Perugia fino a Tuoro sul Trasimeno.
Gerardo Dottori, Laghi italiani, 1938, Tempera su tavola, 102 x 152 cm, Collezione privata
Ad arricchire l’esposizione sarà un apparato didattico che illustrerà le motivazioni scientifiche alla base del progetto, la biografia dell’artista, il legame con il territorio, e un piccolo catalogo, per i tipi di Silvana Editoriale. Conferenze, proiezioni, visite guidate approfondiranno ulteriormente la conoscenza di Gerardo Dottori svelandone aspetti inediti o poco conosciuti.
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