Marco Citron. Utopia Urbana
Dal 29 Aprile 2016 al 17 Maggio 2016
Trieste
Luogo: Palazzo Costanzi
Indirizzo: piazza Piccola 2
Orari: da lunedì a sabato 10-12.30 / 17-19.30; domenica 10-12.30
Curatori: Daniele Capra
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39.040.311079 - 639187
Utopia Urbana di Marco Citron si apre alla Sala Veruda del Palazzo Costanzi di Trieste (piazza Piccola, 2) venerdì 29 aprile alle ore 18, a cura di Daniele Capra.
La mostra nasce da una scrupolosa analisi visiva dell’urbanistica e dell’architettonica sovietica che Citron conduce da una decina di anni, parte della quale è stata recentemente pubblicata nel libro Urbanism 1.01che ha ricevuto grande attenzione dai media europei, ma non ancora esposta in Italia. Utopia urbanaraccoglie quaranta foto della sua recente produzione tra cui una decina di scatti inediti che spaziano dalla fotografia panoramica all’impiego di cartoline vintage dell’era comunista, che Citron ha ricondotto a nuova vita.
La ricerca di Marco Citron è rivolta al paesaggio e al contesto cittadino, con particolare attenzione alle dinamiche di antropizzazione e agli sviluppi dei complessi urbani. Le sue immagini analizzano le volumetrie delle grandi strutture abitative e i particolari rapporti tra i pieni e vuoti che si innescano nella grande scala. Gli scatti di Utopia urbana si misurano in particolare con l’edilizia popolare, le infrastrutture stradali e gli edifici pubblici costruiti, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta, in alcune città che costituivano le ex Repubbliche Sovietiche.
Citron nei suoi scatti racconta un’architettura modernista e spigolosa, a tratti apertamente brutalista, ritratta però a decenni di distanza dalle condizioni storico-sociali che l’hanno prodotta. Le sue immagini non indugiano in alcuna forma di malinconia per il passato o di rimpianto per l’utopia politica, ed estetica, dei paesi del socialismo reale. Riflettono invece sul Novecento e su come in sostanza sia stato fortemente caratterizzato dalle istanze di miglioramento e di rinnovamento sociale. Ad una fotografia di architettura che è sovente costituita di narrazioni basate su elementi descrittivi concreti, egli sembra così contrapporre una visione teorica dell’urbanistica e degli spazi, che vengono quasi completamente privati dalle connotazioni accidentali, temporali e topologiche. Prive di ogni riferimento che ci consenta di identificare un luogo determinato, le viste di Citron (che appaiono realistiche benché spesso generino il sospetto di non essere compiutamente reali) sembrano città ideali, contraddistinte da una forte tensione filosofica e razionale, pur nella consapevolezza di un’utopia che è stata superata e forse dimenticata.
Non sfugga però l’ironia delle sue immagini. Ludicamente chiamate Boring Landscapes, in un omaggio a Martin Parr e alle serie delle sue Boring Postcards, sono un conte philosophique in cui il passato, l’utopia novecentesca, il moderno (che è ormai pratica vintage) si misurano e discutono animosamente su quello che non è stato certo «il migliore dei mondi possibili».
Utopia urbana è un progetto dell’Associazione Culturale L’Officina di Trieste; si avvale del contributo del Comune di Trieste, della collaborazione di Trieste Contemporanea, dell’adesione della Casa dell’Arte di Trieste; è reso possibile grazie al generoso sostegno di tante persone che hanno contribuito alla sua realizzazione con una donazione ricevendo in cambio un’opera appositamente realizzata dall’artista.
Una conversazione pubblica tra Marco Citron e il curatore è prevista sabato 14 maggio alle ore 18.30. In occasione di questo incontro una visita guidata della mostra sarà dedicata a tutti quelli che hanno contribuito alla sua realizzazione.
Marco Citron (Pordenone, 1974) ha esposto le sue fotografie in Italia, Austria, Francia, Germania, Lituania, Polonia, Slovenia, Spagna e Stati Uniti. Tra le personali: nel 2014 presso Izolyatsia Gallery a Kiev (UA), nel 2008 alla DesignHaus di Darmstadt (D) e nel 2007 alla IX Biennale di Fotografia di Tenerife (E). Nel 2014 ha pubblicato per Danilo Montanari il libro fotografico Urbanism 1.01. Nel 2011 è stato selezionato dalla Fondazione Izolyatsia in Ucraina per una residenza sotto la curatela di Boris Mikhailov e nel 2009 è tra i vincitori del Portfolio Review al 40° Rencontres di Arles. Tra gli altri, hanno scritto del suo lavoro Martin Parr, Gerry Badger ed Irina Tchmyreva.
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