I Tarocchi, palcoscenico dell’universo

Renata Solimini, Il Matto, 2021, inchiostro pastelli acquerelli e pennarelli su carta, cm. 21x29,7

 

Dal 01 Marzo 2021 al 17 Marzo 2021

Roma

Luogo: Galleria Vittoria

Indirizzo: Via Margutta 103

Orari: tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19, per appuntamento sul sito della Galleria Vittoria

Curatori: Tiziana Todi

Telefono per informazioni: +39 06.36001878

E-Mail info: info@galleriavittoria.com

Sito ufficiale: http://www.galleriavittoria.com


Lunedì 1 marzo 2021 la Galleria Vittoria è lieta di presentare al pubblico la mostra “I Tarocchi, palcoscenico dell’universo” a cura di Tiziana Todi e presentata da uno scritto di Giulia Trapuzzano. 

Le artiste in mostra sono: Amalia Cavallaro, Cristina D’Ambrosio, Sonia De Rossi, Roberta Di Sarra, Alba Gonzales, Luminita, Flaviana Pesce, Liana Santuccio, Renata Solimini e Federica Zuccheri

In un periodo incerto come quello che stiamo vivendo, pensare che esista il soprannaturale diventa rassicurante e da qui, dopo aver esorcizzato la situazione attuale attraverso la mostra Zona Rossa, Galleria Vittoria esorcizza il futuro con una mostra sui tarocchi tutta al femminile. Partendo dalle immagini esoteriche dei tarocchi, le artiste in esposizione rivisitano, attraverso il loro personale linguaggio artistico, la complessa simbologia di queste carte, in un viaggio che porterà il fruitore alla scoperta del loro affascinante universo. 

Dall’origine tuttora incerta e dibattuta, il gioco dei tarocchi in Italia nasce al Nord ai primi del 400, alla corte del Duca di Milano Filippo Maria Visconti, come passatempo per i ceti più elevati; oggi il gioco è spesso usato come strumento narrativo nella storia e nelle arti. 

I tarocchi, essendo chiavi di accesso al mondo magico, scrutano l'ignoto e contemporaneamente aiutano a guardare dentro se stessi senza paura; al di là del punto di partenza, delle ispirazioni e delle reinterpretazioni, “I tarocchi, palcoscenico dell’universo” è destinata a un pubblico vario, che potrà mettere in gioco il proprio io a disposizione dell’immaginazione e dell’onirico in mostra.



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