IL MONDO DELL’ASTRATTISMO

kandiskij
 

30/04/2002

Nel ricchissimo panorama culturale del Novecento l’avanguardia artistica dell’Astrattismo è stata forse, più di ogni altro movimento, l’evento più gravido di conseguenze per gli esiti estetici dell’arte contemporanea. Già nel primo decennio dello scorso secolo alcuni artisti iniziarono a riflettere sulle ragioni della ricerca formale e della percezione visiva: gradualmente si innescò un processo di sempre più radicale semplificazione e scomposizione delle forme. Il concetto di mimesi della natura abbandonava ormai il campo di ricerca degli artisti, i quali cominciarono a misurarsi con i coevi studi di filosofia e gli importanti raggiungimenti della psicanalisi. Attorno al 1910 due diverse tendenze astratte si cominciarono a sviluppare nell’ambito dei movimenti d’avanguardia russo, tedesco, ceco e ungherese; fauves e cubisti i loro antecedenti più immediati. Entrambe le posizioni mirarono a restituire un’immagine del mondo non più vicina alla realtà percettiva quanto piuttosto capace di afferrare le “forze creative”, le strutture portanti dell’universo intorno all’uomo. La prima, appoggiandosi ai percorsi interiori delle emozioni, all’influenza della musica, arriva a sperimentare la funzione espressiva del colore e delle forme libere. Il suo massimo esponente e teorizzatore fu V. Kandiskij, il quale presto continuò la ricerca con il gruppo Der Blaue Reiter (1911) e dopo la guerra propose il suoi esiti teorici e pittorici al Bauhaus assieme a P. Klee. La seconda tendenza dell’Astrattismo mirò invece a trascrivere i dati del mondo reale attraverso le forme astratte derivate dalla scienza matematica e geometrica: i più importanti raggiungimenti di questa teorizzazione artistica ed estetica si ebbero grazie al gruppo olandese De Stijl, nel quale militò P. Mondrian. Seppur le più importanti, queste due linee di pensiero non esaurirono tutti gli apporti riconducibili al movimento dell’Astrattismo; altre esperienze contribuirono alla scoperta di un “linguaggio non oggettivo” con cui rappresentare un mondo ormai troppo diverso da quello dei secoli passati. La produzione dei futuristi italiani, il suprematismo russo, le ardite ricerche di Delaunay ampliarono l’orizzonte di una poetica di respiro mondiale, che arrivò a segnare i sentieri dell’arte fino all’avvento della seconda guerra mondiale, quando a raccogliere l’eredità del linguaggio “non figurativo” arrivano l’action painting e l’informale.

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