Da Giotto a Morandi. Tesori d'arte di Fondazioni e Banche italiane

Matteo da Gualdo, Madonna Assunta tra San Tommaso e San Sebastiano, tempera su tavola, cm 115 x 107, 1495. Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia

 

Dal 11 Aprile 2017 al 05 Novembre 2017

Perugia

Luogo: Palazzo Baldeschi al Corso

Indirizzo: corso Pietro Vannucci 66

Curatori: Vittorio Sgarbi

Enti promotori:

  • Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia

Sito ufficiale: http://www.fondazionecariperugiaarte.it/



“Non chiamiamola mostra, sarà come varcare le porte di un grande museo nazionale, come visitare la Galleria degli Uffizi di Firenze o il Museo di Capodimonte di Napoli”. Vittorio Sgarbi evoca le raccolte di due prestigiosi musei italiani per descrivere la mostra “Da Giotto a Morandi. Tesori d’arte di Fondazioni e Banche italiane” che si terrà dall’11 aprile al 15 settembre 2017 a Palazzo Baldeschi, edificio storico di proprietà della Fondazione perugina.

Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte, la mostra è realizzata con l’importante contributo di Unicredit, la società che ha assorbito la Banca dell’Umbria, della quale la Fondazione deteneva la proprietà. Tra i principali gruppi bancari italiani ed europei Unicredit, insieme agli altri due partners del progetto Augustum Opus SIM e Nextam Partners SIM SpA, ha condiviso l’idea della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia di devolvere parte dei proventi a favore degli interventi di recupero del patrimonio storico-artistico umbro danneggiato dai recenti eventi sismici.

Come annuncia il titolo, la mostra intende valorizzazione lo straordinario patrimonio artistico dalle Fondazioni di origine bancaria e delle Banche italiane. Si tratta di un patrimonio ampio che, per la varietà della sua composizione e per la sua stratificazione temporale, può essere considerato il volto storico e culturale dei diversi territori della nostra penisola. Questa particolare attività collezionista è un aspetto del più complessivo atto culturale delle Banche e delle Fondazioni, in una dimensione più ampia di attività e di impegno verso la comunità di riferimento: acquisto, recupero, restauro e quindi tutela e valorizzazione di opere che altrimenti andrebbero disperse. La maggior parte delle opere in mostra sono catalogate in Raccolte, la banca dati consultabile online realizzata dall’Acri, l’Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio che ha concesso il suo patrocinio, insieme alla Regione Umbria e al Comune di Perugia.

Come sostiene il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Giampiero Bianconi: “L’iniziativa assume ancor più valore in quanto proprio quest’anno si celebrano i 25 anni dalla nascita delle Fondazioni di origine bancaria. Abbiamo sempre investito importanti risorse per la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro territorio e siamo orgogliosi di poter portare proprio nella nostra città alcuni esempi che testimoniano come in tutto il territorio nazionale Fondazioni e Banche abbiano operato in questa direzione, permettendo di salvaguardare un patrimonio artistico di grande valore che merita di essere messo a disposizione del pubblico”. “Un patrimonio privato messo a disposizione del pubblico in un’ottica non privatistica, ad integrazione di una attività culturale che i musei pubblici nazionali non potrebbero permettersi” aggiunge il curatore Vittorio Sgarbi.
La mostra perugina proporrà dunque un avvincente percorso lungo sette secoli di storia dell’arte e al contempo consentirà di verificare la pluralità degli orientamenti che stanno alla base del fenomeno del collezionismo bancario. Questo prezioso tesoro diffuso – e in parte ancora poco conosciuto dal grande pubblico – sarà raccontato attraverso 90 opere, da Giotto, l’artista che ha rinnovato la pittura, così come Dante, suo contemporaneo, è ritenuto il “Padre” della lingua italiana, a Giorgio Morandi che, guidato da una sorvegliatissima coscienza formale, fu capace di infondere una solennità pacata e austera ai semplici oggetti del quotidiano.

Tra questi due poli, il visitatore potrà ammirare le opere di maestri, più o meno noti, appartenenti alle principali “scuole” che compongono la peculiare e complessa “geografia artistica” della nostra nazione: Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Matteo da Gualdo, Dosso Dossi, Ludovico Carracci, Giovanni Francesco Guerreri, Ferraù Fanzoni, Giovanni Lanfranco, Guercino, Guido Cagnacci, Pietro Novelli, Giovanni Domenico Cerrini, Mattia Preti, Luca Giordano, Antonio Balestra, Gaspar van Wittel, Giovanni Antonio Pellegrini, Bernardo Bellotto, Corrado Giaquinto, Pompeo Batoni, Angelica Kauffmann, Giovanni Fattori, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini, Giuseppe Pelizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Medardo Rosso, Leonardo Bistolfi, Carlo Carrà, Filippo de Pisis, per citare solo i nomi più noti. Così intesa la mostra darà conto dell’evoluzione degli stili ed offrirà un’ampia panoramica sui soggetti affrontati dagli artisti, dal tema sacro alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche, dal genere del ritratto a quelli del paesaggio e della natura morta.

Il catalogo della mostra, curato da Vittorio Sgarbi e Pietro Di Natale, è edito da Fabrizio Fabbri Editori. La mostra conta sulla partnership tecnica di De Marinis Fine Art.

La Sibilla del Guercino

Una donna fasciata da un enorme turbante colta nel momento in cui sta ponendo a confronto il testo di un libro con l’iscrizione incisa sulla lastra di pietra alla sua destra: ecco la “Sibilla”, capolavoro databile al 1620 di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. L'’opera, in mostra fino a qualche giorno fa a Palazzo Farnese di Piacenza, è arrivata il 7 giugno a Palazzo Baldeschi, dove è entrata a far parte del percorso espositivo “Da Giotto a Morandi” che racchiude circa 100 opere provenienti dalle prestigiose collezioni d’arte delle Fondazioni e delle Banche italiane. 
Così malinconica e meditativa Vittorio Sgarbi, il curatore, l’ha inserita sin dall’'inizio nel suo progetto perché espressione di uno “dei momenti più intensi e più vivi del pittore emiliano”. L’'ha pretesa nonostante ci fosse da attendere circa due mesi prima del suo ingresso nell’esposizione voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e organizzata dalla Fondazione CariPerugia Arte inaugurata lo scorso 9 aprile e aperta fino al prossimo 15 settembre. 
Prelevata a Piacenza nella mattinata di ieri, la “Sibilla” ha fatto ingresso in Corso Vannucci verso le 14.00 all’interno di un furgone blu dalla De Marinis Fine Art, ed è stata accolta a Palazzo Baldeschi dal Segretario Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia Fabrizio Stazi e dal Presidente della Fondazione CariPerugia Arte, Giuseppe Depretis. 
Inusuali le procedure di rito effettuate dalla restauratrice Carla Mancini, che insieme alla Soprintendenza dell’Umbria ha seguito sin dall’inizio le operazioni di allestimento della mostra e il controllo delle opere provenienti da tutta Italia. La Mancini ha infatti svolto una sorta di lezione sul campo ad alcuni studenti universitari di Storia dell’Arte e del Liceo Artistico Bernardino di Betto che, partecipando all’iniziativa, hanno potuto assistere a tutte le operazioni, dall’apertura della cassa al controllo minuzioso del dipinto fino alla successiva redazione del “condition report” - documento che certifica lo stato di salute dell’opera – e al posizionamento del dipinto nello spazio espositivo. Gli studenti hanno manifestato grande interesse e curiosità a fronte della rara opportunità che è stata loro offerta. 
La giornata è stata anche l’occasione per presentare i due accordi per il trasporto siglati proprio in questi giorni con Trenitalia e Busitalia, quest’'ultima presente all’evento di ieri nella persona di Gabriella Bianconi: coloro che raggiungono la mostra in treno o in bus, presentando il titolo di viaggio alla biglietteria della mostra potranno usufruire di sconti sul biglietto di ingresso e sull’acquisto del catalogo edito da Fabrizio Fabbri Editore. Tali agevolazioni, che si aggiungono a quelle per il parcheggio di Piazza Partigiani ottenute in seguito all’accordo siglato con la Saba-Sipa, rappresentano un ulteriore incentivo a visitare la mostra e l’'Umbria.
Nel ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, che ha dato in prestito il dipinto insieme ad altre tre opere, Fabrizio Stazi ha voluto ricordare che il progetto espositivo è stato organizzato in occasione dei 25 anni dalla nascita delle Fondazioni di origine bancaria e che è stato reso possibile proprio grazie alla collaborazione delle varie Fondazioni e Banche che hanno concesso i propri “tesori” permettendo di realizzare un allestimento che copre sette secoli di storia dell’arte con nomi di grande rilievo, tra cui appunto il Guercino, che vanno da Giotto a Morandi, come recita il titolo stesso della mostra. Un ringraziamento particolare è stato poi rivolto a tutti i partner che hanno sostenuto l’iniziativa - Unicredit, Augustum Opus SIM e Nextam Partners SIM SpA – e a tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione della stessa. 
Giuseppe Depretis ha poi evidenziato il grande consenso che “Da Giotto a Morandi” ha ottenuto in questi mesi, con tanti visitatori provenienti anche da fuori regione: “Uno dei nostri obiettivi – ha detto - era anche quello di richiamare turisti nel nostro territorio purtroppo ingiustamente penalizzato dagli ultimi eventi sismici e ci sembra che ci stiamo riuscendo. Ma ci preme altrettanto che le nostre iniziative continuino ad esse uno stimolo per avvicinare i giovani al mondo dell’arte, e la presenza di questi giovani studenti oggi qui ne è una testimonianza”. 

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