Fragmentart: l’arte di far vivere i muri
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Fragmentart
25/02/2004
Sono ragazzi di poche parole. Quando li ho sentiti per telefono mi hanno confessato la loro timidezza. Si chiamano Dario e Oronzo Decataldo, due fratelli che più di un anno fa, nella terra degli ulivi, hanno concepito un nuovo modo di fare e di intendere il mosaico, racchiudendo il loro pensiero in “Fragmentart”. Una denominazione che sa tanto di corrente artistica e che, forse, tale intendono farla diventare.
Definite i vostri mosaici “non tradizionali”. Partiamo dalla tecnica usata…
D.D. e O.D. “L’unica tecnica adottata, visto che siamo autodidatti, è un misto di ispirazione e di fantasia che sfocia in forme e colori. E che questi colori provengano da ceramiche o da specchi rotti non c’è differenza, basta saperli collocare al punto giusto nel mosaico giusto.”
Come è nata la passione per questo tipo particolare di arte e quando avete pensato di chiamarla Fragmentart?
D.D. e O.D. “Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di pensarci. In meno di un anno siamo diventati mente e corpo di un qualcosa che non è solo un lavoro a tempo pieno ma è un modo, il più semplice per noi, di respirare.”
Dall’interpretazione della Guernica di Picasso alle opere “Prime Visioni” e “Alcune visioni”: come arrivate ad elaborare il soggetto dell’opera?
D.D. e O.D. “Il soggetto dell’opera è solo un sentimento più forte degli altri che trova la forza di emergere. È un misto tra sentimento e caso e può partire da una foto particolare o da una musica particolare.”
Fratelli-colleghi: siete perfettamente combinabili, come due tasselli di mosaico?
D.D. e O.D. “Credo di no, forse per questo riusciamo nella maggior parte dei casi a far sì che tutto ciò che viene fuori sia semplicemente un pugno in un occhio della società che ci circonda.”
In genere “parli di mosaico, pensi a Ravenna”. Parlando di Fragmentart….
D.D. e O.D. “Penso che non ci sia un luogo preciso a cui far riferimento e che non vogliamo neanche trovarlo, perché cerchiamo solo e semplicemente una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio in cui creare e disfare, creare e disfare ed amare.”
Cosa vedremo nei prossimi mosaici?
D.D. e O.D. “Ci sarà poesia, musica, storia e arte, arte, arte: d’altronde questo è ciò in cui crediamo.”
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