Dall’8 novembre al VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia

“Vedere l’invisibile”: 150 anni di Guglielmo Marconi in mostra a Roma

Marconi mentre legge un libro a bordo dell’Elettra, circa 1930 (Bettmann / Getty Images)
 

Francesca Grego

06/11/2024

Roma - Era un giorno d’estate del 1895 quando il ventunenne Guglielmo Marconi riuscì per la prima volta a trasmettere un segnale senza fili dalla soffitta della sua casa nei dintorni di Bologna. Nel 1909 gli fu conferito il Premio Nobel, ma fu solo nel 1912, quando un suo trasmettitore radio contribuì a salvare la vita a oltre 700 passeggeri a bordo del Titanic, che il grande pubblico realizzò la portata dell’invenzione di Marconi. A 150 anni dalla nascita dello scienziato, una mostra gli rende omaggio nel cuore di Roma, negli spazi dell’Istituto VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia. 

Realizzata da Cinecittà e Archivio Luce, dall’8 novembre Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile racconterà l’avventura dell’inventore bolognese attraverso documenti originali, foto d’epoca, reperti appartenuti alla Marconi’s Wireless Telegraph Company, filmati riuniti da prestigiosi archivi italiani e internazionali come quelli delle Bodleian Libraries di Oxford, dell’Accademia dei Lincei, dell’Aeronautica e della Marina militare o del MAECI, il Museo Storico della Comunicazione di Roma. “Un tributo che celebra non solo il signore del wireless e il padre della radio, ma anche il giovane curioso e visionario”, scrivono gli organizzatori: “Dalla gioventù alla conquista transatlantica, l’esposizione ne mette in luce il profilo di startupper e quello di uomo di stato, esplorando i capitoli che lo portarono alla ribalta internazionale e quelli più privati, senza tralasciare il suo legame con il mare né la straordinaria eredità, ancora oggi così palpabile”. 


Fotografia dimostrativa del 1912 di un veicolo a motore (probabilmente lo stesso dell’immagine precedente) dotato di una grande antenna (Oxford, Bodleian Libraries, MarconiArchives)

Contenuti multimediali avanzati affiancheranno i documenti d’epoca rendendo la narrazione ancora più coinvolgente, oltre al documentario Elettra, la nave laboratorio di Marconi, realizzato da Fondazione Leonardo. "Mio padre amava il mare, e viveva per buona parte dell’anno a bordo della nave cui diede il mio nome”, racconta Elettra Marconi, tra le poche testimoni viventi delle imprese del padre. Come e forse più di Thomas Edison, Marconi può essere considerato il primogrande imprenditore dell’innovazione, una figura che nell’era digitale si incarnerà in personaggi come Steve Jobs o Bill Gates: cervelli non solo matematici, ma anche commerciali e politici, in grado, proprio come il padre della radio, di rappresentare lo spirito di un’epoca dando forma a invenzioni affermatesi poi sui mercati di tutto il mondo. A lungo si è dibattuto sulla reale paternità della comunicazione senza fili, contesa a Marconi da Lodge e Popov, e non è un caso che nel 1909 lo scienziato italiano abbia dovuto dividere il Nobel con il tedesco Braun. La realtà è che solo Marconi seppe far funzionare questa strepitosa invenzione, collegando i punti estremi del mondo in una successione elettrizzante di sperimentazioni che accrebbero la sua celebrità e il suo fascino presso le folle.


Guglielmo Marconi con moglie e figlia sul panfilo Elettra nel 1935 (Foto Farabola)

Promossa dal Ministero della Cultura, realizzata con il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale Marconi 150, con la collaborazione sella Fondazione Guglielmo Marconi, con il supporto di Enel, Fincantieri, Terna e Fondazione Leonardo, la mostra Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile sarà aperta presso la Sala Zanardelli e la Sala Regia del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia fino al prossimo 25 aprile, anniversario ufficiale della nascita della radio.  






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