Una donazione dell'ingegnere Aldo Bassetti per ricordare i massacri del nazifascismo
Alla Pinacoteca di Brera le Fantasie di Mario Mafai, un dono per non dimenticare
Mario Mafai, Corteo (la guerra è finita), Fantasia n. 22, Olio su tela, 54,7 x 34,5 cm, Pinacoteca di Brera, Sala 18
.
.
Samantha De Martin
18/02/2021
Milano - Erano state dipinte da Mario Mafai per denunciare i massacri della guerra e del nazifascismo e, nel 2018, sono state donate alla Pinacoteca di Brera dall’inegnere Aldo Bassetti affinché i drammi della storia venissero ricordati per sempre.
Adesso i visitatori potranno ammirarle in attesa di vederle sbarcare sulla piattaforma Brera Plus+ e poi a Palazzo Citterio, futuro Brera Modern.
Sono le Fantasie di Mario Mafai, ventidue dipinti di piccole dimensioni, realizzati tra il 1939 e il 1944 come atto di denuncia della guerra e del nazifascismo, dove grida, massacri, colpevoli silenzi sembrano sprigionarsi dai colori allucinati e di forte matrice espressionista.
Attualmente si trovano nella Sala 18 della Pinacoteca di Brera, visibili al pubblico grazie a un progetto a cura di Alessandra Quarto e Marco Carminati.
Mario Mafai, Interrogatorio (Fantasia n. 7), Olio su tavola 47 x 36,5 cm, Pinacoteca di Brera Sala 18
“Il mio acquisto e il mio regalo - spiega Bassetti - hanno un significato strettamente politico. Questi lavori rappresentano un uomo, Mario Mafai, che come artista aveva avuto la priorità di descrivere le tristezze e le infamie dei campi di concentramento. Io desidero che si conosca quanto è accaduto nella storia, affinché sia ricordato per sempre”.
La complessa storia delle Fantasie ha inizio nel 1939, durante il soggiorno del pittore a Genova, dove si era trasferito da Roma con la famiglia per timore delle discriminazioni nei confronti della moglie Antonietta Raphaël, ebrea, all’indomani dell’approvazione delle leggi razziali del 1938.
Nel 1957 i dipinti verranno acquistati da Giovanni Pirelli, figlio primogenito dell’industriale, che aveva scelto di rinunciare a un destino nell’impresa di famiglia per diventare comandante partigiano e scrittore.
Le piccole tavole donate da Aldo Bassetti, colto e sensibile presidente degli Amici di Brera dal 2007 fino allo scorso anno, sono emotivamente legate alla sua vita. Nel 1943, quando aveva 14 anni, un episodio drammatico, la strage dell’Hotel Meina sul Lago Maggiore, lo segnò profondamente. Tra le sedici vittime di una retata tedesca, compiuta su tutta la costa novarese del Lago Maggiore - tra gli ospiti dell’Albergo Meina - figurava Lotte Froehlich Mazzucchelli, zia di Aldo Bassetti, che fu chiamato a riconoscerne il cadavere.
"È stata un’esperienza che ha cambiato completamente la mia sensibilità morale, politica e sociale racconta -. Ecco allora che Mafai diventa un simbolo della mia vita".
Mario Mafai, Fucilazione (Fantasia n. 1), Olio su tavola, 52,5 x 38,5 cm, Pinacoteca di Brera Sala 18
Leggi anche:
• Brera guarda al 2021 "con coraggio": da Picasso a Mafai gli appuntamenti in vista della ripartenza
Adesso i visitatori potranno ammirarle in attesa di vederle sbarcare sulla piattaforma Brera Plus+ e poi a Palazzo Citterio, futuro Brera Modern.
Sono le Fantasie di Mario Mafai, ventidue dipinti di piccole dimensioni, realizzati tra il 1939 e il 1944 come atto di denuncia della guerra e del nazifascismo, dove grida, massacri, colpevoli silenzi sembrano sprigionarsi dai colori allucinati e di forte matrice espressionista.
Attualmente si trovano nella Sala 18 della Pinacoteca di Brera, visibili al pubblico grazie a un progetto a cura di Alessandra Quarto e Marco Carminati.
Mario Mafai, Interrogatorio (Fantasia n. 7), Olio su tavola 47 x 36,5 cm, Pinacoteca di Brera Sala 18
“Il mio acquisto e il mio regalo - spiega Bassetti - hanno un significato strettamente politico. Questi lavori rappresentano un uomo, Mario Mafai, che come artista aveva avuto la priorità di descrivere le tristezze e le infamie dei campi di concentramento. Io desidero che si conosca quanto è accaduto nella storia, affinché sia ricordato per sempre”.
La complessa storia delle Fantasie ha inizio nel 1939, durante il soggiorno del pittore a Genova, dove si era trasferito da Roma con la famiglia per timore delle discriminazioni nei confronti della moglie Antonietta Raphaël, ebrea, all’indomani dell’approvazione delle leggi razziali del 1938.
Nel 1957 i dipinti verranno acquistati da Giovanni Pirelli, figlio primogenito dell’industriale, che aveva scelto di rinunciare a un destino nell’impresa di famiglia per diventare comandante partigiano e scrittore.
Le piccole tavole donate da Aldo Bassetti, colto e sensibile presidente degli Amici di Brera dal 2007 fino allo scorso anno, sono emotivamente legate alla sua vita. Nel 1943, quando aveva 14 anni, un episodio drammatico, la strage dell’Hotel Meina sul Lago Maggiore, lo segnò profondamente. Tra le sedici vittime di una retata tedesca, compiuta su tutta la costa novarese del Lago Maggiore - tra gli ospiti dell’Albergo Meina - figurava Lotte Froehlich Mazzucchelli, zia di Aldo Bassetti, che fu chiamato a riconoscerne il cadavere.
"È stata un’esperienza che ha cambiato completamente la mia sensibilità morale, politica e sociale racconta -. Ecco allora che Mafai diventa un simbolo della mia vita".
Mario Mafai, Fucilazione (Fantasia n. 1), Olio su tavola, 52,5 x 38,5 cm, Pinacoteca di Brera Sala 18
Leggi anche:
• Brera guarda al 2021 "con coraggio": da Picasso a Mafai gli appuntamenti in vista della ripartenza
COMMENTI
LA MAPPA
NOTIZIE