L'edificio di Generali si svela ai visitatori
A Venezia aprono le Procuratie vecchie. 5 secoli di storia rivivono in un progetto firmato David Chipperfield
Procuratie Vecchie, terzo piano, la casa di The Human Safety Net | Foto: © Alessandra Chemollo
Samantha De Martin
08/04/2022
Venezia - Tra i volti simbolo di Piazza San Marco, l’edificio delle Procuratie Vecchie, con i suoi 500 anni di storia, era in origine l’abitazione e il luogo di lavoro dei Procuratori di San Marco, la carica più prestigiosa dopo quella del Doge, una sorta di premio frutto di un cursus honorum brillante.
Questi funzionari della città, responsabili dell'amministrazione della basilica, come anche dell'esecuzione dei testamenti e della cura dei poveri e degli orfani, pur non avendo diritto a percepire uno stipendio, godevano del privilegio (non da poco) di vivere per sempre in Piazza San Marco.
A distanza di cinque secoli, questo iconico palazzo ritrova parte della missione originaria dei suoi ospiti, aprendo al pubblico dopo un complesso lavoro di recupero durato cinque anni ad opera dello studio David Chipperfield Architects Milan, per valorizzare il patrimonio dell’edificio attraverso nuova missione sociale di respiro internazionale.
Qui trova casa l’iniziativa di Generali The Human Safety Net, che ha l’obiettivo di “liberare il potenziale delle persone che vivono in condizioni di vulnerabilità affinché possano migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e comunità".
Questo spazio aperto a tutti, come ha spiegato il Group CEO di Generali, Philippe Donnet, “supporta anche pienamente il progetto di rendere Venezia la capitale mondiale della sostenibilità”.
Procuratie Vecchie, The Hub | Foto: © Alessandra Chemollo
Dall’incendio alla “renovatio urbis”
Quando furono costruite, nel XII secolo, le Procuratie Vecchie erano una struttura a un piano adagiata sopra una lunga arcata al piano terra. Nel 1512 un incendio provocò il crollo di parte della facciata che i funzionari della città decisero di ricostruire nell’ambito di un ambizioso programma di rinnovamento urbano noto come “renovatio urbis”. Quel progetto, sotto la supervisione dell’architetto Bartolomeo Bon e di Jacopo Sansovino, trasformò Piazza San Marco da centro medievale a foro cittadino rinascimentale in stile classico.
Gli spazi delle Procuratie Vecchie, con le loro decorazioni e affreschi storici, accolsero la sede italiana di Generali fino al 1989. Adesso il loro restauro, oltre a restituire ai visitatori lo splendore originario di uno dei più bei palazzi di Venezia, riporta il gruppo assicurativo nella sede veneziana.
“Innestare architettura contemporanea su quella antica”
“Il progetto delle nuove Procuratie a piazza San Marco - ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini - dimostra come si possano conservare, tutelare e valorizzare con successo i beni culturali innestando architettura contemporanea di qualità. Questo è uno dei tabu che più dobbiamo superare in Italia. Riconoscere che parte della bellezza dei nostri luoghi d’arte sta nella sovrapposizione di stili tra loro: il Medioevo sull’Impero Romano, il Rinascimento sul Medioevo, il Barocco sul Rinascimento. Nei secoli in Italia tutto s’è mescolato e sovrapposto ed è evidente dall’architettura delle nostre Chiese e palazzi”.
Procuratie Vecchie, The Hall, auditorium | Foto: © Alessandra Chemollo
Le Procuratie Vecchie e l’arte contemporanea
Al terzo piano delle Procuratie Vecchie l’esposizione "A World of Potential", curata da Orna Cohen di Dialogue Social Enterprise, offre ai visitatori un'esperienza personalizzata di The Human Safety Net, del suo scopo e del suo lavoro a favore delle persone svantaggiate in 23 Paesi. All’interno dell’Art Studio, invece, dal 13 aprile aprirà al pubblico la mostra Chutzpah, Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali, il progetto espositivo del collettivo artistico Atelier dell’Errore BIG, a cura di Gabi Scardi, che inaugura la nuova area dedicata all’arte contemporanea all’interno delle Procuratie Vecchie. Le opere allestite si avvalgono del particolare linguaggio sviluppato negli ultimi anni da Atelier dell’Errore (AdE), fondato nel 2002 a Reggio Emilia da Luca Santiago Mora con l’intento di porre la pratica artistica al servizio della neuropsichiatria infantile.
CHUTZPAH - che dà il titolo alla mostra - è un termine yiddish per designare la sfacciataggine di chi crede eccessivamente in se stesso, assunto negli ultimi anni nel linguaggio anglosassone con riferimento alla fiducia personale, alla spinta temeraria che permette di compiere azioni per altri impossibili. Le opere di CHUTZPAH risplendono di luce. Pater, il Sovra-Vissuto e Tenda-Mater sono le due grandi e primordiali figure dorate che campeggiano rispettivamente sul rosso monocromo del pannello e della tenda, trasfigurate dal potere immaginifico dell’arte.
Procuratie vecchie, Chutzpah. Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali, The Art Studio | Courtesy AdE BIG
A rendere ancora più suggestiva l’esperienza di visita delle Procuratie è l’installazione di Edoardo Tresoldi dal titolo Monumento, realizzata in collaborazione con Carlotta Franco per lo sviluppo del concept architettonico e con il supporto progettuale di GICO Studio. Una monumentale colonna si innalza in mezzo allo scalone delle Procuratie Vecchie. Le sue proporzioni dialogano con quelle del vano e il visitatore è invitato a una visione ravvicinata che sovverte la tradizionale retorica del monumento. Salendo la scala è possibile vedere la colonna nella sua interezza, dalla base all’estremità, in un cambio di prospettiva che innesca a sua volta un ribaltamento concettuale.
“L’architettura monumentale - spiega l’artista - è un canto che tralascia la funzione per ritualizzare un pensiero attraverso un atto plastico. Con Monumento utilizzo il linguaggio retorico della colonna monumentale come riflessione sul nostro tempo e sulla retorica dei valori a cui ambisce la nostra società; una società che ribadisce la necessità di ridefinire il concetto di forza, di rileggere il ruolo della fragilità e che propone l’ascolto e il dialogo al centro delle relazioni interculturali”.
Artigianato e avanguardia: l’intervento di David Chipperfield Architects
Un approccio flessibile, al fine di interpretare e dare un senso alle modifiche storiche e agli adattamenti pratici delle Procuratie Vecchie. È l’idea sviluppata da David Chipperfield Architects Milan per il progetto di restauro delle Procuratie vecchie. Non un singolo gesto architettonico, ma una serie di interventi che tengono conto delle tecniche costruttive antiche, locali e tradizionali, cercando non di imporre ma di ereditare, in modo da recuperare l'integrità di ciò che, per centinaia di anni, è stato presente nel luogo più rappresentativo di Venezia.
Edoardo Tresoldi, Monumento, Venezia, Procuratie Vecchie | Foto: © Roberto Conte
“Riparare, riunificare e adattare i molti strati di questa storica struttura - spiega Sir David Chipperfield, David Chipperfield Architects - è stata una sfida complessa e gratificante che ci riconnette con il potere dell'architettura sia come sostanza fisica sia come processo di collaborazione. Non vediamo l'ora di vedere l'edificio reintegrarsi nella città e sostenere Venezia come luogo vivo di attività e innovazione”.
Il restauro di questo edificio carbon neutral nel cuore di Venezia ha tenuto in grande considerazione il materiale riciclato e la conservazione, dove possibile, di elementi originali connessi alla sua storia, come il recupero del legno esistente e il riutilizzo dei coppi in terracotta per la realizzazione dei pavimenti a terrazzo veneziano. L’intervento di riqualificazione ha interessato anche il primo ed il secondo piano, con la realizzazione di uffici di rappresentanza e spazi espositivi dotati di apparecchiature di ultima generazione e di avanzate tecnologie smart.
The Hall, il nuovo auditorium all'avanguardia, accoglierà simposi internazionali, congressi ed eventi che hanno come missione obiettivi di sostenibilità, affiancato da The Hub, lo spazio di co-working, e il Café, aperto anche al pubblico.
Come visitare le Procuratie Vecchie
Le Procuratie Vecchie saranno aperte al pubblico da mercoledì a lunedì dalle 10 alle 19 con ultimo ingresso alle 18. Metà del costo di ogni biglietto andrà a sostegno del programma di The Human Safety Net a scelta del visitatore.
Leggi anche:
• La magia del Surrealismo si svela alla Collezione Peggy Guggenheim
Questi funzionari della città, responsabili dell'amministrazione della basilica, come anche dell'esecuzione dei testamenti e della cura dei poveri e degli orfani, pur non avendo diritto a percepire uno stipendio, godevano del privilegio (non da poco) di vivere per sempre in Piazza San Marco.
A distanza di cinque secoli, questo iconico palazzo ritrova parte della missione originaria dei suoi ospiti, aprendo al pubblico dopo un complesso lavoro di recupero durato cinque anni ad opera dello studio David Chipperfield Architects Milan, per valorizzare il patrimonio dell’edificio attraverso nuova missione sociale di respiro internazionale.
Qui trova casa l’iniziativa di Generali The Human Safety Net, che ha l’obiettivo di “liberare il potenziale delle persone che vivono in condizioni di vulnerabilità affinché possano migliorare le condizioni di vita delle loro famiglie e comunità".
Questo spazio aperto a tutti, come ha spiegato il Group CEO di Generali, Philippe Donnet, “supporta anche pienamente il progetto di rendere Venezia la capitale mondiale della sostenibilità”.
Procuratie Vecchie, The Hub | Foto: © Alessandra Chemollo
Dall’incendio alla “renovatio urbis”
Quando furono costruite, nel XII secolo, le Procuratie Vecchie erano una struttura a un piano adagiata sopra una lunga arcata al piano terra. Nel 1512 un incendio provocò il crollo di parte della facciata che i funzionari della città decisero di ricostruire nell’ambito di un ambizioso programma di rinnovamento urbano noto come “renovatio urbis”. Quel progetto, sotto la supervisione dell’architetto Bartolomeo Bon e di Jacopo Sansovino, trasformò Piazza San Marco da centro medievale a foro cittadino rinascimentale in stile classico.
Gli spazi delle Procuratie Vecchie, con le loro decorazioni e affreschi storici, accolsero la sede italiana di Generali fino al 1989. Adesso il loro restauro, oltre a restituire ai visitatori lo splendore originario di uno dei più bei palazzi di Venezia, riporta il gruppo assicurativo nella sede veneziana.
“Innestare architettura contemporanea su quella antica”
“Il progetto delle nuove Procuratie a piazza San Marco - ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini - dimostra come si possano conservare, tutelare e valorizzare con successo i beni culturali innestando architettura contemporanea di qualità. Questo è uno dei tabu che più dobbiamo superare in Italia. Riconoscere che parte della bellezza dei nostri luoghi d’arte sta nella sovrapposizione di stili tra loro: il Medioevo sull’Impero Romano, il Rinascimento sul Medioevo, il Barocco sul Rinascimento. Nei secoli in Italia tutto s’è mescolato e sovrapposto ed è evidente dall’architettura delle nostre Chiese e palazzi”.
Procuratie Vecchie, The Hall, auditorium | Foto: © Alessandra Chemollo
Le Procuratie Vecchie e l’arte contemporanea
Al terzo piano delle Procuratie Vecchie l’esposizione "A World of Potential", curata da Orna Cohen di Dialogue Social Enterprise, offre ai visitatori un'esperienza personalizzata di The Human Safety Net, del suo scopo e del suo lavoro a favore delle persone svantaggiate in 23 Paesi. All’interno dell’Art Studio, invece, dal 13 aprile aprirà al pubblico la mostra Chutzpah, Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali, il progetto espositivo del collettivo artistico Atelier dell’Errore BIG, a cura di Gabi Scardi, che inaugura la nuova area dedicata all’arte contemporanea all’interno delle Procuratie Vecchie. Le opere allestite si avvalgono del particolare linguaggio sviluppato negli ultimi anni da Atelier dell’Errore (AdE), fondato nel 2002 a Reggio Emilia da Luca Santiago Mora con l’intento di porre la pratica artistica al servizio della neuropsichiatria infantile.
CHUTZPAH - che dà il titolo alla mostra - è un termine yiddish per designare la sfacciataggine di chi crede eccessivamente in se stesso, assunto negli ultimi anni nel linguaggio anglosassone con riferimento alla fiducia personale, alla spinta temeraria che permette di compiere azioni per altri impossibili. Le opere di CHUTZPAH risplendono di luce. Pater, il Sovra-Vissuto e Tenda-Mater sono le due grandi e primordiali figure dorate che campeggiano rispettivamente sul rosso monocromo del pannello e della tenda, trasfigurate dal potere immaginifico dell’arte.
Procuratie vecchie, Chutzpah. Una tenda che non è una tenda, animali che non sono animali, The Art Studio | Courtesy AdE BIG
A rendere ancora più suggestiva l’esperienza di visita delle Procuratie è l’installazione di Edoardo Tresoldi dal titolo Monumento, realizzata in collaborazione con Carlotta Franco per lo sviluppo del concept architettonico e con il supporto progettuale di GICO Studio. Una monumentale colonna si innalza in mezzo allo scalone delle Procuratie Vecchie. Le sue proporzioni dialogano con quelle del vano e il visitatore è invitato a una visione ravvicinata che sovverte la tradizionale retorica del monumento. Salendo la scala è possibile vedere la colonna nella sua interezza, dalla base all’estremità, in un cambio di prospettiva che innesca a sua volta un ribaltamento concettuale.
“L’architettura monumentale - spiega l’artista - è un canto che tralascia la funzione per ritualizzare un pensiero attraverso un atto plastico. Con Monumento utilizzo il linguaggio retorico della colonna monumentale come riflessione sul nostro tempo e sulla retorica dei valori a cui ambisce la nostra società; una società che ribadisce la necessità di ridefinire il concetto di forza, di rileggere il ruolo della fragilità e che propone l’ascolto e il dialogo al centro delle relazioni interculturali”.
Artigianato e avanguardia: l’intervento di David Chipperfield Architects
Un approccio flessibile, al fine di interpretare e dare un senso alle modifiche storiche e agli adattamenti pratici delle Procuratie Vecchie. È l’idea sviluppata da David Chipperfield Architects Milan per il progetto di restauro delle Procuratie vecchie. Non un singolo gesto architettonico, ma una serie di interventi che tengono conto delle tecniche costruttive antiche, locali e tradizionali, cercando non di imporre ma di ereditare, in modo da recuperare l'integrità di ciò che, per centinaia di anni, è stato presente nel luogo più rappresentativo di Venezia.
Edoardo Tresoldi, Monumento, Venezia, Procuratie Vecchie | Foto: © Roberto Conte
“Riparare, riunificare e adattare i molti strati di questa storica struttura - spiega Sir David Chipperfield, David Chipperfield Architects - è stata una sfida complessa e gratificante che ci riconnette con il potere dell'architettura sia come sostanza fisica sia come processo di collaborazione. Non vediamo l'ora di vedere l'edificio reintegrarsi nella città e sostenere Venezia come luogo vivo di attività e innovazione”.
Il restauro di questo edificio carbon neutral nel cuore di Venezia ha tenuto in grande considerazione il materiale riciclato e la conservazione, dove possibile, di elementi originali connessi alla sua storia, come il recupero del legno esistente e il riutilizzo dei coppi in terracotta per la realizzazione dei pavimenti a terrazzo veneziano. L’intervento di riqualificazione ha interessato anche il primo ed il secondo piano, con la realizzazione di uffici di rappresentanza e spazi espositivi dotati di apparecchiature di ultima generazione e di avanzate tecnologie smart.
The Hall, il nuovo auditorium all'avanguardia, accoglierà simposi internazionali, congressi ed eventi che hanno come missione obiettivi di sostenibilità, affiancato da The Hub, lo spazio di co-working, e il Café, aperto anche al pubblico.
Come visitare le Procuratie Vecchie
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