Cenni biografici
Benozzo Gozzoli
01/08/2002
Nato nel 1420 da una famiglia toscana, Benozzo di Lese, deve l’appellativo di Benozzo Gozzoli al famoso biografo e pittore Giorgio Vasari, che ribattezza l’artista toscano nella sua seconda edizione delle Vite (1568).
Incerti e sono gli esordi della formazione del Gozzoli e sconosciuta è la data in cui si iscrive alla Corporazione dei Pittori, anche se molti studiosi hanno accettato la tesi del Vasari secondo la quale Benozzo fu “discepolo dell’Angelico Fra’ Giovanni”.
Certamente il giovane artista dovette beneficiare del clima fervido per l’arte del primo Rinascimento italiano costituitosi a Firenze negli anni fra il 1430 e il 1440; proprio nella città dei Medici si distinguevano gli artisti più noti e creativi come Fra’ Angelico, Filippo Lippi, Domenico Veneziano, Piero della Francesca.
Il primo lavoro dovette arrivare quando all’Angelico, nel 1438, venne commissionata la decorazione della chiesa convento di San Marco a Firenze; probabilmente questo per Benozzo fu l’avvio del connubio professionale con il maestro, durato per oltre dieci anni.
Fra il 1447 e il 1450 infatti, il Gozzoli viene ricordato come primo collaboratore dell’Angelico chiamato a Roma da papa Eugenio IV per decorare la cappella di San Pietro, oggi perduta, e la cappella di papa Niccolò V, nei Palazzi Vaticani.
Il sodalizio artistico con l’Angelico si conclude nel 1449, quando Benozzo porta a termine gli affreschi delle volte della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto; ad appena un anno di distanza il pittore si trasferisce in Umbria, dove i Francescani gli commissionano importanti opere come la decorazione del monastero di San Fortunato a Montefalco e, sempre nella stessa piccola comunità, gli affreschi con storie di San Francesco per l’abside dell’omonima chiesa.
Il lavoro del pittore e della sua fiorente bottega si sposta a Viterbo, dove nel 1453 viene realizzato il perduto ciclo pittorico della Vita di Santa Rosa, nella chiesa dellle Clarisse a Viterbo.
Ma l’apice della carriera dell’artista e forse il punto più alto anche della sua pittura arriva nel 1459, quando su incarico di Cosimo de Medici inizia la decorazione della Cappella di Palazzo Medici, dove la raffigurazione del corteo dei Magi prende vita in un paesaggio sospeso fra realtà e fantasia, nel quale si inseriscono come gemme i preziosi ritratti della celebre famiglia fiorentina.
A questo grande capolavoro ne segue un altro nel 1461: la Pala della Purificazione, sempre commissionata dalla famiglia Medici.
Nel 1467 Benozzo è a San Gimignano dove nella chiesa di Sant’Agostino affresca l’unico ciclo conosciuto della vita del santo, mentre fra il 1468 e il 1494 è impegnato assieme alla sua bottega con l’Opera della Cattedrale di Pisa, ormai residenza e centro della sua attività divenuta ormai più imprenditoriale che d’artista.
Forse è a Pistoia, fra il 1495 e il 1497 che il Gozzoli lascia la sua ultima opera, la sinopia per la Maestà nella Sala Ghibellina del Palazzo Comunale; il 4 ottobre del 1497 morirà infatti all’età di settantasette anni.
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