Cristo benedicente

Giovanni Bellini

Museo del Louvre

 
DESCRIZIONE:

Il Cristo benedicente è un dipinto tempera su tavola (58x44 cm) di Giovanni Bellini, databile al 1460 circa e conservato nel Museo del Louvre a Parigi.

L'opera è probabilmente quella citata come "Effigie del Salvatore" nel 1648 dallo storico Ridolfi nel convento agostiniano di Santo Stefano a Venezia. Solo Morassi identifica quella menzione con una tavola databile intorno al 1500, oggi in una collezione privata svizzera.

La tavola viene in genere fatta risalire ai primi anni sessanta del Quattrocento, nel pieno della fase "mantegnesca" del Bellini, che ne era cognato.

Si tratta della tipologia dell'"Uomo dei dolori", con il Cristo che mostra le ferite della Passione per suscitare la compassione del fedele e alleviare i suoi dolori tramite il confronto con le sue pene. Cristo è rappresentato gracile e sofferente, con una mano alzata in segno di benedizione e l'altra che tiene, non senza una certa sensazione di sforzo, un libro, simbolo dell'avverarsi ineluttabile della Scritture. La sua tunica si apre in corrispondenza delle ferita del costato e le mani recano gli evidenti segni dei chiodi, con il sangue ben visibile. La mano sinistra mostra sapientemente la scia che esce dalla ferita che prosegue verso destra, la direzione che cioè era il basso durante la crocifissione. Inoltre sulla testa ha la corona di spine, che gli ha ferito la fronte.

Il paesaggio di sfondo è lontano e con un orizzonte piuttosto basso, che lascia spazio al terso cielo azzurrino dove la figura del Salvatore si staglia con forza.

Il sentimento patetico, così raro nelle opere successive dell'artista, è qui dominante. Importantissimo è il ruolo della luce, che impregna la figura facendo risaltare la scultorea veste bianca e soffermandosi sui dettagli, come le striature delle nuvole, in modo da generare una tensione percepibile, legata al peso psicologico del drammatico episodio.

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