Tomba dell’Aryballos sospeso
A Tarquinia torna alla luce una tomba etrusca di 2600 anni
Necropoli della Doganaccia, Tarquinia
L.S.
23/09/2013
Viterbo - Nel corso della sesta campagna di scavi condotta nella necropoli della Doganaccia a Tarquinia da un’equipe dell’Università di Torino insieme alla Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Etruria meridionale, è emerso un monumento rimasto chiuso per 2600 anni. La rimozione di un lastrone ha infatti riportato alla luce una tomba a tumulo intatta e affrescata del VI secolo a.C., che custodisce le ossa di un principe, alcuni ornamenti, un cofanetto cilindrico in bronzo che probabilmente nasconde dei gioielli, vasi, ceramiche etrusco corinzie a impasto e un’unguentario ancora appeso a un chiodo che ha spinto la soprintendente Alfonsina Russo a ribattezzare il sepolcro “Tomba dell'Aryballos sospeso".
“La scoperta rappresenta un’eccezione per la datazione e l’integrità, soprattutto se si tiene presente che sorge in un’area soggetta a scavi clandestini”, ha sottolineato la professoressa. E le sorprese potrebbero non finire qui perchè tutto lascia presupporre che le deposizioni siano due. A cominciare dalla natura degli oggetti maschili e femminili finora rinvenuti.
“La scoperta rappresenta un’eccezione per la datazione e l’integrità, soprattutto se si tiene presente che sorge in un’area soggetta a scavi clandestini”, ha sottolineato la professoressa. E le sorprese potrebbero non finire qui perchè tutto lascia presupporre che le deposizioni siano due. A cominciare dalla natura degli oggetti maschili e femminili finora rinvenuti.
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