How will we live together ?
Si sposta ad agosto la Biennale di Architettura
Venezia, Piazza San Marco, Marzo 2020 | Foto: © ARTE.it
Piero Muscarà e Francesca Grego
04/03/2020
Venezia - How we will live together? Per rispondere a questa cruciale domanda per il momento la Biennale di Archiettura di Venezia ha deciso di prendersi un po' più di tempo.
Come informa un comunicato stampa diramato dall'Ufficio Stampa della La Biennale di Venezia, la nuova edizione di Biennale Architettura 2020 torna alle origini e aprirà i battenti di Giardini e Arsenale a partire da sabato 29 agosto, con il consueto pre-opeing di giovedì 27 e venerdì 28 agosto, per concludere la manifestazione come da programma il 29 novembre prossimo.
Le nuove date sono state stabilite in conseguenza delle recenti misure precauzionali dovute all'emergenza sanitaria in corso in Italia e in tante parti del mondo: "non volendo aprire una mostra incompleta, La Biennale, sentito anche il curatore Hashim Sarkis e nel rispetto delle difficoltà dei Paesi partecipanti e degli architetti invitati, ha deciso di posticipare l’inaugurazione al 29 agosto, riportando l’edizione di quest’anno della Biennale Architettura alla durata trimestrale, da fine agosto a fine novembre" quasi in coincidenza con la successiva apertura della 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica diretta da Alberto Barbera che si svolgerà dal 2 al 12 settembre.
How will we live toghether?
Come vivremo insieme? È questo il tema della XVII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia.
Come ha spiegato in conferenza stampa il curatore Hashim Sarkis: “Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale in un contesto caratterizzato da divergenze politiche sempre più ampie e da sempre maggiori diseguaglianze economiche, chiediamo agli architetti di immaginare degli spazi nei quali vivere generosamente insieme”. Se è vero che l’architettura può orientare le forme della socialità, i progettisti chiamati a partecipare alla Biennale 2020 hanno lavorato in stretta collaborazione con artisti, costruttori, artigiani, ma anche politici, giornalisti, sociologi e cittadini comuni, alla ricerca di risposte il più possibile partecipate.
Il succo di questa edizione, ha spiegato Sarkis, è già tutto nel titolo: “How ci parla di approcci pratici e soluzioni concrete, evidenziando il primato della risoluzione dei problemi nel pensiero architettonico. Will segnala uno sguardo rivolto verso il futuro. We è un termine inclusivo - di altri popoli, di altre specie - e richiama una comprensione empatica dell’architettura. Live significa non solo esistere, ma anche prosperare, fiorire, abitare ed esprimere la vita. Together implica azioni collettive, beni comuni, valori universali, evidenziando come l’architettura sia una forma collettiva ma anche una forma di espressione”. Il punto interrogativo, infine, “indica una domanda aperta, non retorica, che cerca molte risposte celebrando la pluralità dei valori attraverso l’architettura e nell’architettura stessa”.
Come prenderà forma tutto questo a Venezia? Tra i Giardini, l’Arsenale e Forte Marghera, scopriremo le proposte di 114 partecipanti provenienti da 46 Paesi, con una rappresentanza crescente di Africa, Asia e America Latina e tre stati presenti per la prima volta (Grenada, Iraq e Uzbekistan). A queste si aggiungono le ricerche fuori concorso di Stations e Cohabitats, frutto di esperienze realizzate nelle università di tutto il mondo. Cinque scale scandiranno l’allestimento negli spazi esterni dei Giardini e dell’Arsenale, ciascuna collegata ad una grande installazione. Tra i temi da esplorare, i rapporti dell’architettura con il corpo umano e il futuro della casa in relazione alle nuove tecnologie, al boom demografico globale e alle nuove forme di famiglia. Parchi, scuole, megalopoli e campi di rifugiati si reinventano nella sezione dedicata all’architettura delle comunità, per poi lasciare spazio alle indagini sull’idea di confine e sull’ambiente, tra la Terra e il Cosmo.
Forte Marghera, invece, accoglierà il progetto How will we play together?, dedicato al gioco da cinque architetti e un fotografo. E se il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate ci invita a viaggiare nelle più insolite moschee di Londra in collaborazione con il Victoria and Albert Museum, alle Tese delle Vergini all'Arsenale conosceremo le proposte selezionate dal curatore Alessandro Melis per il Padiglione Italia.
Incontri pubblici con architetti e professionisti di tutto il mondo, iniziative didattiche rivolte a ogni fascia di pubblico e iniziative editoriali arricchiranno come di consueto l’offerta della Biennale.
Leggi anche:
• La Biennale di architettura 2020 all'insegna del vivere insieme contro la paura
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Le nuove date sono state stabilite in conseguenza delle recenti misure precauzionali dovute all'emergenza sanitaria in corso in Italia e in tante parti del mondo: "non volendo aprire una mostra incompleta, La Biennale, sentito anche il curatore Hashim Sarkis e nel rispetto delle difficoltà dei Paesi partecipanti e degli architetti invitati, ha deciso di posticipare l’inaugurazione al 29 agosto, riportando l’edizione di quest’anno della Biennale Architettura alla durata trimestrale, da fine agosto a fine novembre" quasi in coincidenza con la successiva apertura della 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica diretta da Alberto Barbera che si svolgerà dal 2 al 12 settembre.
How will we live toghether?
Come vivremo insieme? È questo il tema della XVII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia.
Come ha spiegato in conferenza stampa il curatore Hashim Sarkis: “Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale in un contesto caratterizzato da divergenze politiche sempre più ampie e da sempre maggiori diseguaglianze economiche, chiediamo agli architetti di immaginare degli spazi nei quali vivere generosamente insieme”. Se è vero che l’architettura può orientare le forme della socialità, i progettisti chiamati a partecipare alla Biennale 2020 hanno lavorato in stretta collaborazione con artisti, costruttori, artigiani, ma anche politici, giornalisti, sociologi e cittadini comuni, alla ricerca di risposte il più possibile partecipate.
Il succo di questa edizione, ha spiegato Sarkis, è già tutto nel titolo: “How ci parla di approcci pratici e soluzioni concrete, evidenziando il primato della risoluzione dei problemi nel pensiero architettonico. Will segnala uno sguardo rivolto verso il futuro. We è un termine inclusivo - di altri popoli, di altre specie - e richiama una comprensione empatica dell’architettura. Live significa non solo esistere, ma anche prosperare, fiorire, abitare ed esprimere la vita. Together implica azioni collettive, beni comuni, valori universali, evidenziando come l’architettura sia una forma collettiva ma anche una forma di espressione”. Il punto interrogativo, infine, “indica una domanda aperta, non retorica, che cerca molte risposte celebrando la pluralità dei valori attraverso l’architettura e nell’architettura stessa”.
Come prenderà forma tutto questo a Venezia? Tra i Giardini, l’Arsenale e Forte Marghera, scopriremo le proposte di 114 partecipanti provenienti da 46 Paesi, con una rappresentanza crescente di Africa, Asia e America Latina e tre stati presenti per la prima volta (Grenada, Iraq e Uzbekistan). A queste si aggiungono le ricerche fuori concorso di Stations e Cohabitats, frutto di esperienze realizzate nelle università di tutto il mondo. Cinque scale scandiranno l’allestimento negli spazi esterni dei Giardini e dell’Arsenale, ciascuna collegata ad una grande installazione. Tra i temi da esplorare, i rapporti dell’architettura con il corpo umano e il futuro della casa in relazione alle nuove tecnologie, al boom demografico globale e alle nuove forme di famiglia. Parchi, scuole, megalopoli e campi di rifugiati si reinventano nella sezione dedicata all’architettura delle comunità, per poi lasciare spazio alle indagini sull’idea di confine e sull’ambiente, tra la Terra e il Cosmo.
Forte Marghera, invece, accoglierà il progetto How will we play together?, dedicato al gioco da cinque architetti e un fotografo. E se il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate ci invita a viaggiare nelle più insolite moschee di Londra in collaborazione con il Victoria and Albert Museum, alle Tese delle Vergini all'Arsenale conosceremo le proposte selezionate dal curatore Alessandro Melis per il Padiglione Italia.
Incontri pubblici con architetti e professionisti di tutto il mondo, iniziative didattiche rivolte a ogni fascia di pubblico e iniziative editoriali arricchiranno come di consueto l’offerta della Biennale.
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