Dal 14 ottobre alla Collezione Peggy Guggenheim
La rivoluzione di Duchamp va in scena a Venezia
Marcel Duchamp, L.H.O.O.Q., settembre 1964 (particolare). Graffite e guazzo su stampa offset a colori su carta. Edizione 3 di 35. Collezione Attilio Codognato, Venezia © Marcel Duchamp, by SIAE 2023.
Francesca Grego
12/10/2023
Venezia - “Distinguere il vero dal falso, così come l'imitazione dalla copia, è una questione tecnica del tutto idiota”, dichiara Marcel Duchamp in un’intervista del 1967, sfidando l’assioma su cui si regge l’intero sistema dell’arte. Dopo oltre 50 anni, il dibattito sull’unicità dell’opera è ancora sul tappeto e si estende ai nuovi mondi aperti dal digitale. Questo basta a mostrare la portata profetica della ricerca di Duchamp, che iniziò a lavorare sul tema già negli anni Dieci del Novecento, dando vita a opere che sono pietre miliari dell’arte moderna.
Dal 14 ottobre al 18 marzo 2024, presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia Marcel Duchamp e la seduzione della copia racconterà l’ossessione del maestro per la replica come espressione artistica, in un percorso che ne attraversa la carriera per intero, dal 1911 al 1968. Un’occasione per conoscere meglio un personaggio che ha cambiato la storia dell’arte, mettendo in discussione tutto ciò che prima di lui era assoluta certezza. Ironico, provocatorio, enigmatico, Duchamp ha messo i baffi alla Gioconda, ha insistito per esporre un orinatoio al Grand Central Palace, ha giocato con le parole e con le immagini, con il sesso e con il genere, con l’originale e con la copia, e ha privato di ogni sacralità la figura dell’artista. Come nessun altro prima, Duchamp ha portato lo spettatore nel cuore del processo creativo, riconoscendogli il diritto di attivare l’opera con il proprio sguardo, di decretarne l’appartenenza o l’estraneità alla sfera artistica. Senza di lui buona parte dell’arte degli ultimi cent’anni non sarebbe esistita. Perfino la pubblicità gli è debitrice. Eppure molti lo considerano un artista difficile, o almeno non immediato. Insomma, anche se non lo sappiamo, abbiamo un gran bisogno di comprendere meglio Marcel Duchamp. Oltre le etichette, oltre le icone che tutti - più o meno - abbiamo in mente.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 - 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Ph. Matteo De Fina © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023
Sono circa 60 le opere selezionate per la mostra veneziana dal curatore Paul B. Franklin, studioso indipendente e tra i massimi esperti dell’artista: pezzi celeberrimi come Nudo (schizzo), Giovane triste in treno, Il re e la regina circondati da nudi veloci, provenienti da grandi musei come il MoMa e il Guggenheim di New York, il Philadelphia Museum of Art, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, ma anche lavori poco noti al grande pubblico appartenenti al lascito di Duchamp o a collezioni private. In particolare sarà esposto per la prima volta un ampio nucleo di opere arrivato dalla collezione veneziana di Attilio Codognato, che con notevole lungimiranza si interessò alla produzione dell’artista già dai primi anni Settanta.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 - 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Ph. Matteo De Fina © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023
Ma il fulcro della mostra è un altro e appartiene proprio alla Collezione Peggy Guggenheim. Si tratta della Boîte-en-valise (Scatola in una valigia), recentemente restaurata presso l’Opificio delle Pietre Dure: un sorprendente museo portatile contenente 69 repliche e riproduzioni in miniatura delle opere di Duchamp, parodia estrema dell’arte che colpisce al cuore l’idea stessa di museo. “Tutto quello che ho fatto di importante potrebbe stare in una piccola valigia”, osservò l’artista quando, nel 1941, consegnò l’esemplare numero uno dell’opera all’amica Peggy, la prima di una serie deluxe di venti valigette da viaggio, tra cui alcuni modelli – come questo – firmati Louis Vuitton.
Marcel Duchamp, Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise), 1935-1941. Valigia di pelle contenente copie in miniatura, riproduzioni a colori e una fotografia delle opere dell'artista con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York) © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023. Photo Matteo De Fina
Ai rapporti tra Duchamp e la padrona di casa la mostra riserva un capitolo speciale: fotografie, documenti d’archivio e pubblicazioni ripercorrono il legame tra due personalità molto diverse ma altrettanto vivaci, rivelando il posto occupato dall’artista nella collezione che Peggy raccoglie grazie ai suoi consigli. “Duchamp è stato una figura fondamentale per la carriera di Guggenheim nell’ambito dell’arte moderna”, ricorda Karole P. B. Vail, direttrice del museo veneziano e nipote della collezionista: “Si conoscono a Parigi, intorno al 1923, mentre Guggenheim sta ancora scoprendo quella che allora era la capitale mondiale dell’arte, e l’Europa, ma solo più avanti diventerà suo amico e consigliere di fiducia”. Quando, nel ’38, la collezionista americana apre a Londra la sua prima galleria, Duchamp non le fa mancare il suo aiuto: è lui a presentarle gli artisti e a insegnarle, come lei stessa riferirà, “la differenza tra l'arte astratta e surrealista”. Nell’autobiografia Una vita per l’arte (Rizzoli, 1998), a proposito della Boîte-en-Valise Peggy racconta: “Spesso pensavo che sarebbe stato molto divertente andare a trascorrere un fine settimana portandosi dietro quella valigia invece della solita borsa che si riteneva indispensabile”.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 - 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Ph. Matteo De Fina © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023
Da non perdere, infine, è la sezione scientifica dedicata al restauro della Scatola in una valigia. Realizzata dal dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim e dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” svela le scelte tecniche e i materiali che l'artista usò per creare un'icona della storia dell'arte del XX secolo, nonché le tecniche di indagine utilizzate oggi per approfondirne la conoscenza e le soluzioni scelte per assicurare all'opera una migliore conservazione. Installazioni video e touch-screen invitano a visionare virtualmente l’opera come lavoro unitario e a leggerla nel suo complesso, così come nelle intenzioni dell’artista, ma anche a esaminare uno per volta ciascuno dei 69 elementi che la compongono, per comprenderne il complesso sistema di costruzione.
Marcel Duchamp con l’esemplare non ancora completato di "da o di Marcel Duchamp o Rrose Sélavy (Scatola in una valigia)", 1935-41, in casa di Peggy Guggenheim, 440 East Fifty-first Street, New York, agosto 1942. La fotografia è in origine pubblicata in Time, 7 settembre 1942 I Courtesy Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
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• "Le Avanguardie. Capolavori dal Philadelphia Museum of Art" - La grande mostra raccontata da Stefano Zuffi
Dal 14 ottobre al 18 marzo 2024, presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia Marcel Duchamp e la seduzione della copia racconterà l’ossessione del maestro per la replica come espressione artistica, in un percorso che ne attraversa la carriera per intero, dal 1911 al 1968. Un’occasione per conoscere meglio un personaggio che ha cambiato la storia dell’arte, mettendo in discussione tutto ciò che prima di lui era assoluta certezza. Ironico, provocatorio, enigmatico, Duchamp ha messo i baffi alla Gioconda, ha insistito per esporre un orinatoio al Grand Central Palace, ha giocato con le parole e con le immagini, con il sesso e con il genere, con l’originale e con la copia, e ha privato di ogni sacralità la figura dell’artista. Come nessun altro prima, Duchamp ha portato lo spettatore nel cuore del processo creativo, riconoscendogli il diritto di attivare l’opera con il proprio sguardo, di decretarne l’appartenenza o l’estraneità alla sfera artistica. Senza di lui buona parte dell’arte degli ultimi cent’anni non sarebbe esistita. Perfino la pubblicità gli è debitrice. Eppure molti lo considerano un artista difficile, o almeno non immediato. Insomma, anche se non lo sappiamo, abbiamo un gran bisogno di comprendere meglio Marcel Duchamp. Oltre le etichette, oltre le icone che tutti - più o meno - abbiamo in mente.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 - 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Ph. Matteo De Fina © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023
Sono circa 60 le opere selezionate per la mostra veneziana dal curatore Paul B. Franklin, studioso indipendente e tra i massimi esperti dell’artista: pezzi celeberrimi come Nudo (schizzo), Giovane triste in treno, Il re e la regina circondati da nudi veloci, provenienti da grandi musei come il MoMa e il Guggenheim di New York, il Philadelphia Museum of Art, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, ma anche lavori poco noti al grande pubblico appartenenti al lascito di Duchamp o a collezioni private. In particolare sarà esposto per la prima volta un ampio nucleo di opere arrivato dalla collezione veneziana di Attilio Codognato, che con notevole lungimiranza si interessò alla produzione dell’artista già dai primi anni Settanta.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 - 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Ph. Matteo De Fina © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023
Ma il fulcro della mostra è un altro e appartiene proprio alla Collezione Peggy Guggenheim. Si tratta della Boîte-en-valise (Scatola in una valigia), recentemente restaurata presso l’Opificio delle Pietre Dure: un sorprendente museo portatile contenente 69 repliche e riproduzioni in miniatura delle opere di Duchamp, parodia estrema dell’arte che colpisce al cuore l’idea stessa di museo. “Tutto quello che ho fatto di importante potrebbe stare in una piccola valigia”, osservò l’artista quando, nel 1941, consegnò l’esemplare numero uno dell’opera all’amica Peggy, la prima di una serie deluxe di venti valigette da viaggio, tra cui alcuni modelli – come questo – firmati Louis Vuitton.
Marcel Duchamp, Scatola in una valigia (Boîte-en-Valise), 1935-1941. Valigia di pelle contenente copie in miniatura, riproduzioni a colori e una fotografia delle opere dell'artista con aggiunte a matita, acquerello e inchiostro. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York) © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023. Photo Matteo De Fina
Ai rapporti tra Duchamp e la padrona di casa la mostra riserva un capitolo speciale: fotografie, documenti d’archivio e pubblicazioni ripercorrono il legame tra due personalità molto diverse ma altrettanto vivaci, rivelando il posto occupato dall’artista nella collezione che Peggy raccoglie grazie ai suoi consigli. “Duchamp è stato una figura fondamentale per la carriera di Guggenheim nell’ambito dell’arte moderna”, ricorda Karole P. B. Vail, direttrice del museo veneziano e nipote della collezionista: “Si conoscono a Parigi, intorno al 1923, mentre Guggenheim sta ancora scoprendo quella che allora era la capitale mondiale dell’arte, e l’Europa, ma solo più avanti diventerà suo amico e consigliere di fiducia”. Quando, nel ’38, la collezionista americana apre a Londra la sua prima galleria, Duchamp non le fa mancare il suo aiuto: è lui a presentarle gli artisti e a insegnarle, come lei stessa riferirà, “la differenza tra l'arte astratta e surrealista”. Nell’autobiografia Una vita per l’arte (Rizzoli, 1998), a proposito della Boîte-en-Valise Peggy racconta: “Spesso pensavo che sarebbe stato molto divertente andare a trascorrere un fine settimana portandosi dietro quella valigia invece della solita borsa che si riteneva indispensabile”.
Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 - 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Ph. Matteo De Fina © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023
Da non perdere, infine, è la sezione scientifica dedicata al restauro della Scatola in una valigia. Realizzata dal dipartimento di conservazione della Collezione Peggy Guggenheim e dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Marcel Duchamp: un viaggio nella “Scatola in una valigia” svela le scelte tecniche e i materiali che l'artista usò per creare un'icona della storia dell'arte del XX secolo, nonché le tecniche di indagine utilizzate oggi per approfondirne la conoscenza e le soluzioni scelte per assicurare all'opera una migliore conservazione. Installazioni video e touch-screen invitano a visionare virtualmente l’opera come lavoro unitario e a leggerla nel suo complesso, così come nelle intenzioni dell’artista, ma anche a esaminare uno per volta ciascuno dei 69 elementi che la compongono, per comprenderne il complesso sistema di costruzione.
Marcel Duchamp con l’esemplare non ancora completato di "da o di Marcel Duchamp o Rrose Sélavy (Scatola in una valigia)", 1935-41, in casa di Peggy Guggenheim, 440 East Fifty-first Street, New York, agosto 1942. La fotografia è in origine pubblicata in Time, 7 settembre 1942 I Courtesy Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
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