Dall’11 ottobre a Conegliano
"Metafisica continua": De Chirico prima e dopo il Surrealismo
Giorgio De Chirico, Il calcolatore misterioso, 1975. Acquerello con tracce di pittura a olio. Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, © GIORGIO DE CHIRICO, by SIAE 2023
Francesca Grego
10/08/2023
Treviso - Mentre il mondo dell’arte si prepara a festeggiare il centenario del Surrealismo (1924-2024), una mostra invita a ricordare l’artista italiano che ispirò il movimento: si tratta di Giorgio De Chirico, eletto a sua insaputa capostipite dell’avanguardia surrealista dal fondatore André Breton. Per lui, come per Max Ernst, René Magritte, Yves Tanguy e Salvador Dalì, la prima pittura metafisica (1910-1918) svolse un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo del movimento.
Dal prossimo 11 ottobre Palazzo Sarcinelli di Conegliano ospiterà oltre 70 opere del pittore novecentesco, in un evento realizzato in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico. In mostra troveremo i soggetti più amati da De Chirico, dai Manichini senza volto ai Trovatori, dalle Piazze d’Italia alle Torri, fino agli “Interni ferraresi”, i Trofei, i Gladiatori, gli Archeologi, i Soli accesi e spenti, i Bagni misteriosi (serie Mythologie del 1934).
Giorgio De Chirico, Le muse inquietanti, 1974, olio su tela, 50x65 cm, provenienza Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, © GIORGIO DE CHIRICO, by SIAE 2023-02-02
Lungi dal restare confinata in un’unica seppur feconda stagione, la Metafisica percorre da cima a fondo la carriera del maestro fino agli anni Settanta del Novecento, sostiene con forza la curatrice del progetto Victoria Noel-Johnson. Giorgio De Chirico. Metafisica continua riserverà perciò un ampio focus al periodo neometafisico - di cui La Fondazione De Chirico possiede la più importante e completa collezione al mondo – quando, tra il 1965 e il 1978, l’artista tornò a elaborare i temi delle origini.
Le opere in mostra presenteranno poi l’ampia gamma di tecniche in cui il maestro si è cimentato: pittura, disegno, acquerello, scultura e litografia, in cui leggiamo il costante interesse di de Chirico per i concetti nietzschiani dell’eterno ritorno e del dualismo apollineo-dionisiaco.
Considerato una figura di primo piano nell’arte del primo Novecento, De Chirico non ha ispirato soltanto i surrealisti: studi recenti hanno rilevato come la sua influenza abbia toccato il Dadaismo, il Realismo magico, la Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), la Pop Art, la Transavanguardia e perfino il Postmodernismo. Merito della spiccata attitudine alla sperimentazione di un artista che in settant’anni di carriera non ha mai smesso di mettersi alla prova con nuovi stili, tecniche e soggetti.
“Elaborando un sistema pittorico di precisione matematica che distorce la realtà attraverso l’uso illogico della prospettiva e della luce, unito all’accostamento irrazionale di oggetti comuni e fantastici in ambienti alterati e insoliti, l’artista produce scene di enigmatico isolamento o inquietante costrizione”, spiega la curatrice Noel-Johnson: “Pervasa da un angoscioso presagio, l’atmosfera - o Stimmung, secondo Nietzsche - della sua pittura mira a suscitare un senso di sorpresa, scoperta e rivelazione”.
Dal prossimo 11 ottobre Palazzo Sarcinelli di Conegliano ospiterà oltre 70 opere del pittore novecentesco, in un evento realizzato in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico. In mostra troveremo i soggetti più amati da De Chirico, dai Manichini senza volto ai Trovatori, dalle Piazze d’Italia alle Torri, fino agli “Interni ferraresi”, i Trofei, i Gladiatori, gli Archeologi, i Soli accesi e spenti, i Bagni misteriosi (serie Mythologie del 1934).
Giorgio De Chirico, Le muse inquietanti, 1974, olio su tela, 50x65 cm, provenienza Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, © GIORGIO DE CHIRICO, by SIAE 2023-02-02
Lungi dal restare confinata in un’unica seppur feconda stagione, la Metafisica percorre da cima a fondo la carriera del maestro fino agli anni Settanta del Novecento, sostiene con forza la curatrice del progetto Victoria Noel-Johnson. Giorgio De Chirico. Metafisica continua riserverà perciò un ampio focus al periodo neometafisico - di cui La Fondazione De Chirico possiede la più importante e completa collezione al mondo – quando, tra il 1965 e il 1978, l’artista tornò a elaborare i temi delle origini.
Le opere in mostra presenteranno poi l’ampia gamma di tecniche in cui il maestro si è cimentato: pittura, disegno, acquerello, scultura e litografia, in cui leggiamo il costante interesse di de Chirico per i concetti nietzschiani dell’eterno ritorno e del dualismo apollineo-dionisiaco.
Considerato una figura di primo piano nell’arte del primo Novecento, De Chirico non ha ispirato soltanto i surrealisti: studi recenti hanno rilevato come la sua influenza abbia toccato il Dadaismo, il Realismo magico, la Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività), la Pop Art, la Transavanguardia e perfino il Postmodernismo. Merito della spiccata attitudine alla sperimentazione di un artista che in settant’anni di carriera non ha mai smesso di mettersi alla prova con nuovi stili, tecniche e soggetti.
“Elaborando un sistema pittorico di precisione matematica che distorce la realtà attraverso l’uso illogico della prospettiva e della luce, unito all’accostamento irrazionale di oggetti comuni e fantastici in ambienti alterati e insoliti, l’artista produce scene di enigmatico isolamento o inquietante costrizione”, spiega la curatrice Noel-Johnson: “Pervasa da un angoscioso presagio, l’atmosfera - o Stimmung, secondo Nietzsche - della sua pittura mira a suscitare un senso di sorpresa, scoperta e rivelazione”.
LA MAPPA
NOTIZIE
VEDI ANCHE
-
Milano | Dal 15 febbraio a Palazzo Reale
A Milano tutto Casorati in 100 opere
-
Roma | A Roma dal 6 dicembre al 16 febbraio
Un ritrattista alla corte romana. Carlo Maratti in mostra a Palazzo Barberini
-
Milano | A Milano dall’8 dicembre
Apre Palazzo Citterio. La Grande Brera diventa realtà
-
Roma | Dal 7 dicembre a Palazzo Chigi di Ariccia
Bernini e la pittura del Seicento, una storia da riscoprire
-
Torino | A Torino fino al 12 gennaio 2025
Gentileschi e Van Dyck, alle Gallerie d’Italia un confronto tra capolavori
-
Aosta | Un maestro del contemporaneo tra le montagne della Valle d’Aosta
Questa è pittura: Emilio Vedova al Forte di Bard