La grandiosa residenza sul Palatino torna visitabile
Un gioiello della Roma imperiale. Dopo 50 anni torna visibile la Domus Tiberiana
Il cosiddetto Clivo della Vittoria visto dagli archi della via Tecta | Foto: © Stefano Castellani
Samantha De Martin
21/09/2023
Roma - C’è la statua di un attore comico travestito da Papposileno, il personaggio anziano, talvolta ebbro, al quale, nel racconto del mito, è affidato Dioniso fanciullo. E ci sono due ali spiegate, di età augustea o di prima età giulio claudia, appartenenti a due statue della dea Vittoria raffigurata sul punto di planare sulla terra.
E ancora un corteo di teste di satiri, l’atelier del maestro dello stupor dove un sapiente gioco di marmi bianchi e colorati restituisce gli antichi giochi di luce che aggiungevano magnificenza alla monumentalità dell’ordine architettonico.
Ed ecco una lastra di marmo Africano rosso dall’isola di Theos, in Grecia, una fascia di breccia dorata da Siena, il porfido rosso egiziano e il pavonazzetto della Frigia, il serpentino e la Breccia corallina. E poi scalpello, gradina, subbia, gli attrezzi del mestiere per lavorare il marmo, quindi statue in terracotta, copie di originali greci o rielaborazioni romane.
È lo straordinario tesoro custodito nella Domus Tiberiana, un autentico scrigno museale più che un semplice palazzo, straordinaria testimonianza della Roma imperiale, che torna alla vista del pubblico dopo mezzo secolo.
Particolare della figura di un gladiatore dagli affreschi della cosiddetta “latrina del gladiatore” di età neroniana | Foto: © Stefano Castellani
Il Parco archeologico del Colosseo apre ai visitatori la Domus Tiberiana, il primo vero e proprio palazzo imperiale, eretto sul versante nord-occidentale del colle Palatino nel I secolo d.C. Oltre alla parte residenziale la domus abbracciava ampie aree e il giardino, luoghi di culto, ambienti destinati alla guardia pretoriana e un autentico quartiere di servizi affacciato verso il foro romano. Abbellita da importanti interventi di restauro, la grandiosa residenza imperiale, estesa per circa quattro ettari sul colle Palatino, affacciata sulla valle del Foro Romano con poderose arcate su più livelli, riapre a 50 anni di distanza dall’insorgere dei gravi problemi strutturali che ne avevano determinato la chiusura.
La prima fase della Domus attestata dalle indagini archeologiche è quella neroniana, databile all’indomani dell’incendio del 64d.C. Se la denominazione Domus Tiberiana rimanda all’imperatore Tiberio, che ha guidato l’impero dopo la morte di Augusto, le indagini archeologiche hanno dimostrato che a gettare le fondamenta del palazzo è stato Nerone.
“Il Parco archeologico del Colosseo – ha spiegato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – prosegue con l’obiettivo di restituire al pubblico spazi precedentemente preclusi alla visita. Ai nuovi e diversificati percorsi aperti negli ultimi anni, oggi si aggiunge un risultato storico, ovvero l’apertura al pubblico della Domus Tiberiana: viene così finalmente restituito il percorso circolare tra il Foro Romano e il Palatino attraverso i suggestivi spazi del Palazzo Imperiale. Un risultato raggiunto con un forte impegno di squadra durante lunghi lavori di restauro e riqualificazione funzionale del monumento”.
Particolare dell’allestimento della sala 3: proplasmata e vasellame relativo alle fasi precedenti la Domus Tiberiana, età cesariana e proto-augustea | Foto: © Stefano Castellani
Il palazzo ha subito nel tempo diversi ampliamenti e ristrutturazioni. La lunga fase di abbandono è rappresentata da un potente immondezzaio di V secolo, che ha restituito straordinari reperti riferibili ai consumi di pregiate derrate provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, oltre a numerosi resti animali. La presenza di umili sepolture segna invece l’abbandono messo in atto dopo la fine del XIII secolo. L’utilizzo della domus tiberiana continua fino al VII secolo quando con Giovanni VII diventa sede pontificia. Dopo secoli di abbandono la famiglia Farnese realizzerà sulle terrazze scenografiche della Domus Tiberiana gli Horti Farnesiani, giardino di delizie e meraviglia destinato ad accogliere una nuova corte.
Adesso, con l’apertura del palazzo, viene ripristinata la circolarità dei percorsi tra Foro Romano e Palatino, attraverso la rampa di Domiziano e gli horti farnesiani. Percorrendo la via coperta, conosciuta come Clivo della Vittoria, si ha come la percezione di immergersi nell’antico cammino battuto dall’imperatore e dalla corte per raggiungere la grandiosa residenza privata che, dal colle Palatino, ha dato origine al moderno significato della parola “palazzo”.
Il nuovo percorso di visita è emozionante. Imago imperii è il titolo dell’allestimento museale, a cura di Alfonsina Russo, Maria Grazia Filetici, Martina Almonte e Fulvio Coletti, con l’organizzazione di Electa, che si snoda tra tredici ambienti che si aprono lungo il percorso, con l’ambizione di raccontare la storia del monumento nei secoli. E vi riesce. Perché il nuovo percorso di visita, che si sviluppa nelle viscere del palazzo imperiale, incastonato nelle sostruzioni cave del fronte nord, offre una vista privilegiata sul Foro Romano, facendo entrare Roma in questo immenso scrigno che fonde architettura, riti, usanze, economia della città che fu.
Lastra campana proveniente dagli scavi relativi alle fasi precedenti la Domus Tiberiana | Foto: © Stefano Castellani
Due sale multimediali ospitano un documentario e la ricostruzione olografica del monumento. Un percorso tattile accompagna il visitatore. Degne di nota sono le architetture, restaurate di recente, dei servizi con le terme imperiali e le infrastrutture connesse, delle superfici decorate a stucco che impreziosiscono il cosiddetto ponte di Caligola, con le pitture che ritraggono soggetti della vita di corte a fare da sfondo.
“Questo – ha detto il direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo – è un altro passo importante verso la piena fruizione dell’area archeologica centrale di Roma, la più grande al mondo in un contesto urbano straordinario. Grazie all’incessante operosità del Parco archeologico del Colosseo e alle ingenti risorse che continuano a essere investite nella valorizzazione del sito, da oggi cittadini e visitatori provenienti da tutto il mondo potranno godere di un ambiente che riapre al pubblico dopo quasi mezzo secolo dalla sua chiusura”.
Il racconto della vita nella reggia è affidato a una selezione di reperti in ceramica, vetro, metallo, statue e e decorazioni fittili emerse dagli scavi degli ultimi 30 anni. Non manca il riferimento ai culti misterici del Palazzo, da Dioniso a Mitra, e agli egizi Iside e Serapide.
Aggirarsi tra gli spazi suggestivamente illuminati tanto all’interno quanto all’esterno, così da essere visibili dalla città anche di notte, grazie alla sponsorizzazione tecnica di ACEA, è un’esperienza che commuove, da non perdere.
Per info e biglietti www.colosseo.it
E ancora un corteo di teste di satiri, l’atelier del maestro dello stupor dove un sapiente gioco di marmi bianchi e colorati restituisce gli antichi giochi di luce che aggiungevano magnificenza alla monumentalità dell’ordine architettonico.
Ed ecco una lastra di marmo Africano rosso dall’isola di Theos, in Grecia, una fascia di breccia dorata da Siena, il porfido rosso egiziano e il pavonazzetto della Frigia, il serpentino e la Breccia corallina. E poi scalpello, gradina, subbia, gli attrezzi del mestiere per lavorare il marmo, quindi statue in terracotta, copie di originali greci o rielaborazioni romane.
È lo straordinario tesoro custodito nella Domus Tiberiana, un autentico scrigno museale più che un semplice palazzo, straordinaria testimonianza della Roma imperiale, che torna alla vista del pubblico dopo mezzo secolo.
Particolare della figura di un gladiatore dagli affreschi della cosiddetta “latrina del gladiatore” di età neroniana | Foto: © Stefano Castellani
Il Parco archeologico del Colosseo apre ai visitatori la Domus Tiberiana, il primo vero e proprio palazzo imperiale, eretto sul versante nord-occidentale del colle Palatino nel I secolo d.C. Oltre alla parte residenziale la domus abbracciava ampie aree e il giardino, luoghi di culto, ambienti destinati alla guardia pretoriana e un autentico quartiere di servizi affacciato verso il foro romano. Abbellita da importanti interventi di restauro, la grandiosa residenza imperiale, estesa per circa quattro ettari sul colle Palatino, affacciata sulla valle del Foro Romano con poderose arcate su più livelli, riapre a 50 anni di distanza dall’insorgere dei gravi problemi strutturali che ne avevano determinato la chiusura.
La prima fase della Domus attestata dalle indagini archeologiche è quella neroniana, databile all’indomani dell’incendio del 64d.C. Se la denominazione Domus Tiberiana rimanda all’imperatore Tiberio, che ha guidato l’impero dopo la morte di Augusto, le indagini archeologiche hanno dimostrato che a gettare le fondamenta del palazzo è stato Nerone.
“Il Parco archeologico del Colosseo – ha spiegato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – prosegue con l’obiettivo di restituire al pubblico spazi precedentemente preclusi alla visita. Ai nuovi e diversificati percorsi aperti negli ultimi anni, oggi si aggiunge un risultato storico, ovvero l’apertura al pubblico della Domus Tiberiana: viene così finalmente restituito il percorso circolare tra il Foro Romano e il Palatino attraverso i suggestivi spazi del Palazzo Imperiale. Un risultato raggiunto con un forte impegno di squadra durante lunghi lavori di restauro e riqualificazione funzionale del monumento”.
Particolare dell’allestimento della sala 3: proplasmata e vasellame relativo alle fasi precedenti la Domus Tiberiana, età cesariana e proto-augustea | Foto: © Stefano Castellani
Il palazzo ha subito nel tempo diversi ampliamenti e ristrutturazioni. La lunga fase di abbandono è rappresentata da un potente immondezzaio di V secolo, che ha restituito straordinari reperti riferibili ai consumi di pregiate derrate provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo, oltre a numerosi resti animali. La presenza di umili sepolture segna invece l’abbandono messo in atto dopo la fine del XIII secolo. L’utilizzo della domus tiberiana continua fino al VII secolo quando con Giovanni VII diventa sede pontificia. Dopo secoli di abbandono la famiglia Farnese realizzerà sulle terrazze scenografiche della Domus Tiberiana gli Horti Farnesiani, giardino di delizie e meraviglia destinato ad accogliere una nuova corte.
Adesso, con l’apertura del palazzo, viene ripristinata la circolarità dei percorsi tra Foro Romano e Palatino, attraverso la rampa di Domiziano e gli horti farnesiani. Percorrendo la via coperta, conosciuta come Clivo della Vittoria, si ha come la percezione di immergersi nell’antico cammino battuto dall’imperatore e dalla corte per raggiungere la grandiosa residenza privata che, dal colle Palatino, ha dato origine al moderno significato della parola “palazzo”.
Il nuovo percorso di visita è emozionante. Imago imperii è il titolo dell’allestimento museale, a cura di Alfonsina Russo, Maria Grazia Filetici, Martina Almonte e Fulvio Coletti, con l’organizzazione di Electa, che si snoda tra tredici ambienti che si aprono lungo il percorso, con l’ambizione di raccontare la storia del monumento nei secoli. E vi riesce. Perché il nuovo percorso di visita, che si sviluppa nelle viscere del palazzo imperiale, incastonato nelle sostruzioni cave del fronte nord, offre una vista privilegiata sul Foro Romano, facendo entrare Roma in questo immenso scrigno che fonde architettura, riti, usanze, economia della città che fu.
Lastra campana proveniente dagli scavi relativi alle fasi precedenti la Domus Tiberiana | Foto: © Stefano Castellani
Due sale multimediali ospitano un documentario e la ricostruzione olografica del monumento. Un percorso tattile accompagna il visitatore. Degne di nota sono le architetture, restaurate di recente, dei servizi con le terme imperiali e le infrastrutture connesse, delle superfici decorate a stucco che impreziosiscono il cosiddetto ponte di Caligola, con le pitture che ritraggono soggetti della vita di corte a fare da sfondo.
“Questo – ha detto il direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo – è un altro passo importante verso la piena fruizione dell’area archeologica centrale di Roma, la più grande al mondo in un contesto urbano straordinario. Grazie all’incessante operosità del Parco archeologico del Colosseo e alle ingenti risorse che continuano a essere investite nella valorizzazione del sito, da oggi cittadini e visitatori provenienti da tutto il mondo potranno godere di un ambiente che riapre al pubblico dopo quasi mezzo secolo dalla sua chiusura”.
Il racconto della vita nella reggia è affidato a una selezione di reperti in ceramica, vetro, metallo, statue e e decorazioni fittili emerse dagli scavi degli ultimi 30 anni. Non manca il riferimento ai culti misterici del Palazzo, da Dioniso a Mitra, e agli egizi Iside e Serapide.
Aggirarsi tra gli spazi suggestivamente illuminati tanto all’interno quanto all’esterno, così da essere visibili dalla città anche di notte, grazie alla sponsorizzazione tecnica di ACEA, è un’esperienza che commuove, da non perdere.
Per info e biglietti www.colosseo.it
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