A Palazzo delle Esposizioni dal 30 ottobre al 17 gennaio
Quadriennale d'arte 2020: uno sguardo Fuori dagli schemi, dagli anni Sessanta ai giovani artisti
Quadriennale d’arte 2020 FUORI, veduta dell’allestimento. In primo piano Chiara Camoni, sul pavimento Raffaela Naldi Rossano, alle pareti Diego Gualandris | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
Samantha De Martin
29/10/2020
Roma - “Dove ci incontreremo la prossima volta? Cosa vorresti vedere? Oggi ti chiedo solo di colmare questa distanza con le tue parole, così che diventi un coro di voci desideranti”.
Nella Sala 15, su cartoni della pizza impilati, la scrittura di Giulia Crispiani rievoca stralci di una lettera che l’artista spedisce a 60 destinatari diversi, utilizzando le risposte come punto di partenza per il suo manifesto poetico.
Tremila di questi cartoni verranno distribuiti a pizzerie di Roma e utilizzati come consegne a domicilio, uno dei pochi sistemi di comunicazione permessi durante il lockdown.
Incontri in luoghi straordinari 2020 nasce infatti durante l’emergenza sanitaria del Covid19, in risposta all’impossibilità di abitare lo spazio pubblico.
Non lontano dall’intervento di Crispiani, in una delle 35 sale di Palazzo delle Esposizioni, che accolgono fino al 17 gennaio le 300 opere dei 43 artisti in mostra alla Quadriennale d’arte 2020, la materialità e il movimento si fondono nella pratica artistica del danzatore e coreografo Michele Rizzo.
• Nelle sculture di Michele Rizzo la danza incontra la materia
In REST 2020 quattro sculture adagiate su portantine tessono un’installazione immersa in un paesaggio di luce e suoni. La coreografia indugia sull’aspetto rituale del clubbing, che entra in contatto con le processioni religiose della cultura mediterranea. L’idea di riposo, alla base dell’opera, condizione condivisa dai rever dopo aver ballato tutta la notte, si confronta con le restrizioni imposte dal lockdown, ma anche con le rivolte sociali, a sostegno del movimento Black Lives Matter, facendosi invito ad avere a cuore la protezione dell’altro.
Michele Rizzo, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
Man mano che ci si addentra negli oltre 4mila metri quadri di Palazzo delle Esposizioni, il titolo di questa Quadriennale, FUORI, proposto dai curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, risuona come un mantra, svelando lentamente il suo significato.
FUORI si presenta da subito come una mostra transgenerazionale e multidisciplinare, fortemente legata alla storia della Quadriennale di Roma, alla sua missione di documentare le ricerche artistiche italiane e al tempo stesso dare spazio a percorsi alternativi, favorendo una visione polifonica. E lo spettatore cede da subito a questo invito a uscire dagli schemi, a ridiscutere l’idea stessa di canone artistico nella visione polifonica di menti, voci e discipline artistiche, dalla danza al teatro, dalla moda al design, che lo costringono ad adottare uno sguardo obliquo, di mutua relazione con l’altro da sé.
Costruita su tre diverse linee di ricerca - il Palazzo come metafora della relazione tra arte e potere, il Desiderio, l’Incommesurabile, che porta gli artisti ad abbracciare fino in fondo le proprie ossessioni - FUORI diventa lo spazio della multidisciplinarità che si fa ora moda ora teatro, ora movimento, come nella screenless animation di Anna Franceschini, dove una serie di parrucche utilizzate per gli spettacoli di drag queen, ci trascinano nel loro movimento vorticoso.
• Negli universi paralleli della designer Nanda Vigo
Ci ritroviamo nell’abbraccio di specchi e neon di Nanda Vigo, che scompongono la realtà per trascinarci in una nuova condizione percettiva. L’intervento della designer milanese è una sorta di apertura ai sensi di dimensioni spazio-temporali alternative a quelle percepite quotidianamente. Anche questo ambiente di Vigo ci si presenta come un altrove sospeso dove si aprono paesaggi che conducono verso uno spazio-tempo relativo immaginato dall’artista. Ispirato a un lungo viaggio nella culla delle più antiche civiltà, Exoteric Gate (1976) trasforma forme essenziali e multiculturali come il quadrato e il triangolo in semi di sintagmi più complessi, al fine di generare un alfabeto universale e cosmico.
Nanda Vigo, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• Il parto secondo Lisetta Carmi
La serie Il parto di Lisetta Carmi, restituendo l’eterno circuito della generazione, colpisce, e forse disturba, con la sua cruda corporalità. Per questo lavoro del 1968, frutto di una commissione dell’ospedale di Genova, l’artista sceglie di allontanarsi dalla narrazione retorica della nascita per costringere lo spettatore a confrontarsi con la corporalità del parto e con i suoi fluidi.
• Valerio Nicolai: Capitan Fragolone
Dalle fessure di una grande fragola in cartapesta i visitatori osservano un pirata, impersonato da un performer, che, seduto all’interno di una nave, guarda il pubblico. La costruzione di un meccanismo, simile a una matrioska, permette a mondi inaspettati di fondersi l’uno nell’altro, attivando l’effetto di una serie di scatole cinesi che il visitatore è chiamato ad aprire per riscoprire una realtà completamente trasfigurata.
Valerio Nicolai, veduta dell’installazione, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• In un bouquet di fiori l'amore "oltre" di Petrit Halilaj e Alvaro Urbano
Il giglio regalato per la proposta di matrimonio (che avrebbe dovuto tenersi quest’anno in Spagna) i Non ti scordar di me e il fiore della mela cotogna regalati durante la quarantena.
Il bouquet di fiori di Petrit Halilaj (naturalizzato italiano ma originario del Kosovo, Paese che non riconosce le unioni gay) e Alvaro Urbano (nato in Spagna, paese che non riconosce l’indipendenza del Kosovo) visibile avvicinandosi allo scalone di accesso al secondo piano di Palazzo delle Esposizioni, racconta la storia d’amore dei due artisti.
L’intervento è una delicata celebrazione dell’amore, in tutte le sue forme, e di una nuova modalità di essere famiglia, oltre i limiti della riconoscibilità identitaria e nazionale.
Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• L’Anima di Benni Bosetto
In una stanza apparentemente abbandonata, dove i piedi inciampano in cocci di ceramica, tra polvere e rifiuti, carta da parati strappata che lascia intravedere disegni sul muro, Benni Bosetto inserisce suoni e rumori che evocano, in assenza, la presenza umana, rimandando a miti e a narrazioni quantiche.
Con Anima 2020 l’artista, classe 1987, rilegge la smaterializzazione del corpo, il suo trascendere il continuo spazio-temporale e il farsi immagine di un perenne divenire.
Benni Bosetto, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• Sarah Cosulich: "Ecco come nasce Fuori"
Abbiamo chiesto a Sarah Cosulich, curatrice della Quadriennale d'arte 2020, assieme a Stefano Collicelli Cagol, di svelarci com'è nata l'idea di "Fuori" e di indicarci i criteri che hanno guidato la selezione degli artisti in mostra.
“Fuori è un percorso di ricerca che portiamo avanti da tre anni. Con questa mostra abbiamo voluto guardare a cosa si poteva dire rispetto all’arte italiana. Ma abbiamo soprattutto provato a raccontare i giovani, creando un contesto e una narrazione del passato, partendo dagli anni Sessanta e andando a riconoscere quei pionieri dell’avanguardia che non sempre hanno avuto il giusto riconoscimento nel corso della loro carriera. Ci siamo chiesti perché questo non sia avvenuto ed è emerso che spesso alcuni artisti - che lavoravano a stretto contatto con la musica, la danza, la moda, il teatro - sono rimasti un po’ fuori in quanto non inquadrabili in categorie canoniche, di disciplina, ma anche di genere.
La ricchezza dell’arte italiana è data soprattutto dalla sua grande capacità di incrociare stimoli provenienti da discipline diverse. Con questa mostra abbiamo voluto guardare alle tante identità, alle tante figure di donne non sempre valorizzate, approfondendo la riflessione su chi sia l’artista italiano. Abbiamo voluto dare spazio ai giovani che lavorano con l’incommensurabile, l’indicibile, con immaginari un po’ grotteschi, paralleli all’immaginario della tecnologia e al tempo stesso connessi alla storia dell’arte. Oggi avanguardia è l’aggiungere qualcosa alla realtà che prima non c’era, è il permettere di guardare al presente in modo nuovo. Il nuovo talvolta comporta fatica, un mettersi in gioco che viene richiesto anche al pubblico. Da questo punto di vista l’arte è sempre stata forza motrice, energia, nutrimento anche in un’epoca così complessa. Oggi, più che mai, il ruolo dell’arte è quello di far sognare, di nutrire anche la nostra speranza per il futuro”.
Sylvano Bussotti, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI,| Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
Il talento under 28 è "DOMANI QUI OGGI”
Nella Sala Fontana, all’interno di Palazzo delle Esposizioni, in concomitanza con la Quadriennale, il pubblico è invitato a entrare a tu per tu con la creatività dei dieci artisti under 28 provenienti dalle Accademie di Belle Arti, selezionati nell’ambito del Premio AccaddeMibact, e che hanno ricevuto un contributo di diecimila euro per dare forme alla loro opera d’arte.
Una riflessione sulla tradizione popolare e mitologica, tra opere capaci di attivare profondi meccanismi percettivi e sensoriali è il fil rouge che guida la mostra DOMANI QUI OGGI, il percorso a cura di Ilaria Gianni, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT e realizzato in collaborazione con Fondazione La Quadriennale di Roma.
La Quadriennale e l’omaggio a Giacomo Balla
In occasione della Quadriennale d’arte 2020 la Banca d’Italia effettuerà un’apertura straordinaria della sala che ospitava l’ingresso al Bal Tic-Tac, il locale futurista decorato da Giacomo Balla e inaugurato nel 1921 in via Milano, proprio accanto al Palazzo delle Esposizioni.
La sala conserva il dipinto murale di Balla (artista, tra l’altro protagonista della VII Quadriennale), scoperto nel 2017, e restaurato con la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma. Vi si potrà accedere esclusivamente su prenotazione tramite il sito ufficiale.
La Quadriennale d'arte 2020 si potrà visitare gratuitamente grazie all’impegno del main partner GUCCI. Gli ingressi sono consentiti solo previa prenotazione e fino al raggiungimento del numero massimo previsto per le singole fasce orarie di visita. Tutte le informazioni sul sito ufficiale di Palazzo delle Esposizioni.
Un dettaglio del soffitto del Bal Tic Tac. Foto: © Romano D’Agostini e Luca Zizi
Leggi anche:
• Quadriennale d'arte 2020 - FUORI
• Tra i colori del Bal Tic Tac, il cabaret futurista dipinto da Giacomo Balla
Nella Sala 15, su cartoni della pizza impilati, la scrittura di Giulia Crispiani rievoca stralci di una lettera che l’artista spedisce a 60 destinatari diversi, utilizzando le risposte come punto di partenza per il suo manifesto poetico.
Tremila di questi cartoni verranno distribuiti a pizzerie di Roma e utilizzati come consegne a domicilio, uno dei pochi sistemi di comunicazione permessi durante il lockdown.
Incontri in luoghi straordinari 2020 nasce infatti durante l’emergenza sanitaria del Covid19, in risposta all’impossibilità di abitare lo spazio pubblico.
Non lontano dall’intervento di Crispiani, in una delle 35 sale di Palazzo delle Esposizioni, che accolgono fino al 17 gennaio le 300 opere dei 43 artisti in mostra alla Quadriennale d’arte 2020, la materialità e il movimento si fondono nella pratica artistica del danzatore e coreografo Michele Rizzo.
• Nelle sculture di Michele Rizzo la danza incontra la materia
In REST 2020 quattro sculture adagiate su portantine tessono un’installazione immersa in un paesaggio di luce e suoni. La coreografia indugia sull’aspetto rituale del clubbing, che entra in contatto con le processioni religiose della cultura mediterranea. L’idea di riposo, alla base dell’opera, condizione condivisa dai rever dopo aver ballato tutta la notte, si confronta con le restrizioni imposte dal lockdown, ma anche con le rivolte sociali, a sostegno del movimento Black Lives Matter, facendosi invito ad avere a cuore la protezione dell’altro.
Michele Rizzo, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
Man mano che ci si addentra negli oltre 4mila metri quadri di Palazzo delle Esposizioni, il titolo di questa Quadriennale, FUORI, proposto dai curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, risuona come un mantra, svelando lentamente il suo significato.
FUORI si presenta da subito come una mostra transgenerazionale e multidisciplinare, fortemente legata alla storia della Quadriennale di Roma, alla sua missione di documentare le ricerche artistiche italiane e al tempo stesso dare spazio a percorsi alternativi, favorendo una visione polifonica. E lo spettatore cede da subito a questo invito a uscire dagli schemi, a ridiscutere l’idea stessa di canone artistico nella visione polifonica di menti, voci e discipline artistiche, dalla danza al teatro, dalla moda al design, che lo costringono ad adottare uno sguardo obliquo, di mutua relazione con l’altro da sé.
Costruita su tre diverse linee di ricerca - il Palazzo come metafora della relazione tra arte e potere, il Desiderio, l’Incommesurabile, che porta gli artisti ad abbracciare fino in fondo le proprie ossessioni - FUORI diventa lo spazio della multidisciplinarità che si fa ora moda ora teatro, ora movimento, come nella screenless animation di Anna Franceschini, dove una serie di parrucche utilizzate per gli spettacoli di drag queen, ci trascinano nel loro movimento vorticoso.
• Negli universi paralleli della designer Nanda Vigo
Ci ritroviamo nell’abbraccio di specchi e neon di Nanda Vigo, che scompongono la realtà per trascinarci in una nuova condizione percettiva. L’intervento della designer milanese è una sorta di apertura ai sensi di dimensioni spazio-temporali alternative a quelle percepite quotidianamente. Anche questo ambiente di Vigo ci si presenta come un altrove sospeso dove si aprono paesaggi che conducono verso uno spazio-tempo relativo immaginato dall’artista. Ispirato a un lungo viaggio nella culla delle più antiche civiltà, Exoteric Gate (1976) trasforma forme essenziali e multiculturali come il quadrato e il triangolo in semi di sintagmi più complessi, al fine di generare un alfabeto universale e cosmico.
Nanda Vigo, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• Il parto secondo Lisetta Carmi
La serie Il parto di Lisetta Carmi, restituendo l’eterno circuito della generazione, colpisce, e forse disturba, con la sua cruda corporalità. Per questo lavoro del 1968, frutto di una commissione dell’ospedale di Genova, l’artista sceglie di allontanarsi dalla narrazione retorica della nascita per costringere lo spettatore a confrontarsi con la corporalità del parto e con i suoi fluidi.
• Valerio Nicolai: Capitan Fragolone
Dalle fessure di una grande fragola in cartapesta i visitatori osservano un pirata, impersonato da un performer, che, seduto all’interno di una nave, guarda il pubblico. La costruzione di un meccanismo, simile a una matrioska, permette a mondi inaspettati di fondersi l’uno nell’altro, attivando l’effetto di una serie di scatole cinesi che il visitatore è chiamato ad aprire per riscoprire una realtà completamente trasfigurata.
Valerio Nicolai, veduta dell’installazione, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• In un bouquet di fiori l'amore "oltre" di Petrit Halilaj e Alvaro Urbano
Il giglio regalato per la proposta di matrimonio (che avrebbe dovuto tenersi quest’anno in Spagna) i Non ti scordar di me e il fiore della mela cotogna regalati durante la quarantena.
Il bouquet di fiori di Petrit Halilaj (naturalizzato italiano ma originario del Kosovo, Paese che non riconosce le unioni gay) e Alvaro Urbano (nato in Spagna, paese che non riconosce l’indipendenza del Kosovo) visibile avvicinandosi allo scalone di accesso al secondo piano di Palazzo delle Esposizioni, racconta la storia d’amore dei due artisti.
L’intervento è una delicata celebrazione dell’amore, in tutte le sue forme, e di una nuova modalità di essere famiglia, oltre i limiti della riconoscibilità identitaria e nazionale.
Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• L’Anima di Benni Bosetto
In una stanza apparentemente abbandonata, dove i piedi inciampano in cocci di ceramica, tra polvere e rifiuti, carta da parati strappata che lascia intravedere disegni sul muro, Benni Bosetto inserisce suoni e rumori che evocano, in assenza, la presenza umana, rimandando a miti e a narrazioni quantiche.
Con Anima 2020 l’artista, classe 1987, rilegge la smaterializzazione del corpo, il suo trascendere il continuo spazio-temporale e il farsi immagine di un perenne divenire.
Benni Bosetto, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI | Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
• Sarah Cosulich: "Ecco come nasce Fuori"
Abbiamo chiesto a Sarah Cosulich, curatrice della Quadriennale d'arte 2020, assieme a Stefano Collicelli Cagol, di svelarci com'è nata l'idea di "Fuori" e di indicarci i criteri che hanno guidato la selezione degli artisti in mostra.
“Fuori è un percorso di ricerca che portiamo avanti da tre anni. Con questa mostra abbiamo voluto guardare a cosa si poteva dire rispetto all’arte italiana. Ma abbiamo soprattutto provato a raccontare i giovani, creando un contesto e una narrazione del passato, partendo dagli anni Sessanta e andando a riconoscere quei pionieri dell’avanguardia che non sempre hanno avuto il giusto riconoscimento nel corso della loro carriera. Ci siamo chiesti perché questo non sia avvenuto ed è emerso che spesso alcuni artisti - che lavoravano a stretto contatto con la musica, la danza, la moda, il teatro - sono rimasti un po’ fuori in quanto non inquadrabili in categorie canoniche, di disciplina, ma anche di genere.
La ricchezza dell’arte italiana è data soprattutto dalla sua grande capacità di incrociare stimoli provenienti da discipline diverse. Con questa mostra abbiamo voluto guardare alle tante identità, alle tante figure di donne non sempre valorizzate, approfondendo la riflessione su chi sia l’artista italiano. Abbiamo voluto dare spazio ai giovani che lavorano con l’incommensurabile, l’indicibile, con immaginari un po’ grotteschi, paralleli all’immaginario della tecnologia e al tempo stesso connessi alla storia dell’arte. Oggi avanguardia è l’aggiungere qualcosa alla realtà che prima non c’era, è il permettere di guardare al presente in modo nuovo. Il nuovo talvolta comporta fatica, un mettersi in gioco che viene richiesto anche al pubblico. Da questo punto di vista l’arte è sempre stata forza motrice, energia, nutrimento anche in un’epoca così complessa. Oggi, più che mai, il ruolo dell’arte è quello di far sognare, di nutrire anche la nostra speranza per il futuro”.
Sylvano Bussotti, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI,| Foto: © DSL Studio | Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma
Il talento under 28 è "DOMANI QUI OGGI”
Nella Sala Fontana, all’interno di Palazzo delle Esposizioni, in concomitanza con la Quadriennale, il pubblico è invitato a entrare a tu per tu con la creatività dei dieci artisti under 28 provenienti dalle Accademie di Belle Arti, selezionati nell’ambito del Premio AccaddeMibact, e che hanno ricevuto un contributo di diecimila euro per dare forme alla loro opera d’arte.
Una riflessione sulla tradizione popolare e mitologica, tra opere capaci di attivare profondi meccanismi percettivi e sensoriali è il fil rouge che guida la mostra DOMANI QUI OGGI, il percorso a cura di Ilaria Gianni, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT e realizzato in collaborazione con Fondazione La Quadriennale di Roma.
La Quadriennale e l’omaggio a Giacomo Balla
In occasione della Quadriennale d’arte 2020 la Banca d’Italia effettuerà un’apertura straordinaria della sala che ospitava l’ingresso al Bal Tic-Tac, il locale futurista decorato da Giacomo Balla e inaugurato nel 1921 in via Milano, proprio accanto al Palazzo delle Esposizioni.
La sala conserva il dipinto murale di Balla (artista, tra l’altro protagonista della VII Quadriennale), scoperto nel 2017, e restaurato con la supervisione della Soprintendenza Speciale di Roma. Vi si potrà accedere esclusivamente su prenotazione tramite il sito ufficiale.
La Quadriennale d'arte 2020 si potrà visitare gratuitamente grazie all’impegno del main partner GUCCI. Gli ingressi sono consentiti solo previa prenotazione e fino al raggiungimento del numero massimo previsto per le singole fasce orarie di visita. Tutte le informazioni sul sito ufficiale di Palazzo delle Esposizioni.
Un dettaglio del soffitto del Bal Tic Tac. Foto: © Romano D’Agostini e Luca Zizi
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