La vita e i capolavori del Divino
Michelangelo. Amore e morte. La vita del maestro sul grande schermo. La nostra recensione
Michelangelo Buonarroti, La Pietà, 1498-1499, marmo, Basilica di San Pietro in Vaticano, Città del Vaticano. Immagine dal film "Michelangelo. Amore e Morte" del regista David Bickerstaff. Courtesy of Nexo Digital, 2017.
Samantha De Martin
15/06/2017
Roma - Polvere e marmo, colpi cadenzati di scalpello intenti a svelare tutta la bellezza imprigionata nel blocco di pietra, muscoli e corpi statuari modellati dall'inimitabile “genio in erba” che ha lasciato la sua immortale impronta nella scultura, nell'architettura, nella pittura, nella poesia italiana.
La viscerale passione di Michelangelo per l'arte, il lavoro maniacale, la sua esistenza poliedrica e tormentata, il suo carattere solitario, burbero, l'anima passionale e appassionata del genio del Rinascimento, emergono con fermezza dalle prime scene del docu-film diretto da David Bickerstaff e prodotto da Phil Grabsky. L'artista protagonista di "Michelangelo. Amore e morte" che sarà nelle sale il 19, 20 e 21 giugno, per la stagione 2017 della Grande Arte al cinema - distribuita in esclusiva per l'Italia da Nexo Digital con i media partner Sky Arte HD e Mymovies.it - è l'artista “divino” raccontato da Giorgio Vasari e Ascanio Condivi.
È il geniale autore del David, della Pietà, del Giudizio Universale, ma anche l'illustre mano che ha ordito i bronzi Rothschild, l'unico esempio giunto fino a noi di opere in bronzo di Michelangelo.
Ed è in questo inedito sguardo, spalancato sulle due figure virili a cavallo di pantere, custodite al Fitzwilliam di Cambridge e visibili verso la fine del docu-film, che è racchiuso l'elemento più sorprendente e interessante della grande trasposizione cinematorafica di David Bickerstaff. Un fulmen in clausula che stupisce e impressiona.
Contrariamente a quanto accadeva nella realtà, dal momento che Michelangelo stava attento a lavorare ben protetto da tende che impedissero a sguardi indiscreti di curiosare tra le sue creazioni, gli spettatori entreranno nella bottega dell'artista, sentiranno i colpi dei ferri, assistendo al miracolo del marmo di Carrara che partorisce l'opera d'arte.
Rapide pennellate descrivono, tra Caprese, Settignano, Firenze, Roma, di nuovo Firenze e ancora la Città del Vaticano, i luoghi di Michelangelo, ritratti nella loro veste moderna, con i tram a Roma e il viavai turisti in piazza della Signoria, quasi a voler rendere immortale l'atemporale maestá di questo personaggio immenso.
Dagli anni dell'apprendistato presso la bottega del Ghirlandaio all'incontro con Lorenzo il Magnifico nel giardino di San Marco, e con i giovani dell'Accademia guidata da Bertoldo, allievo di Donatello, fino ai rapporti con i nomi più illustri del suo tempo, da quelli conosciuti quando era ospite in casa di Lorenzo, a quelli che in seguito sarebbero divenuti i suoi committenti, le scene restitusicono i frammenti più significativi dell'ascesa del maestro.
La straordinaria conoscenza che Michelangelo ha dell'anatomia, la profonda passione per le forme del corpo umano che acquista vigore e tensione grazie allla padronanza della materia, emerge attraverso diverse opere al centro del docu-film e si accompagna ad alcuni interventi di Peter Abrahams, docente di anatomia.
Dalla Battaglia dei Centauri realizzata quando l'artista aveva tra i 15 e i 17 anni - dove lo studio del nudo inizia a mostrare quei risultati che troveranno nel David e nel Giudizio Universale la loro più alta e sublime rappresentazione - al Crocifisso ligneo del Santo Spirito - in cui la particolare anatomia, la presenza del sangue e di significativi dettagli rimandano all'accurato studio, anche dei cadaveri, che l'artista ebbe modo di effettuare - l'elenco delle opere è ampio.
C'è poi lo straordinario volto di un Bacco travolto da una sensuale ebbrezza, c'è la sublime naturalezza della Pietà, in quell'intenso lavoro di miracolosa sbozzatura, durante il quale l'artista, nella sua continua e incessante opera di rimozione della materia, aveva perfettamente scolpito in mente il suo progetto ultimo.
Ma è forse il Michelangelo poeta la presenza più sorprendente che emerge dal grande schermo, in cui “prende musica” l'indole romantica di un uomo capace di amare di un amore quasi adolescenziale, affidando ai versi i propri sentimenti.
Il genio dell'artista travalica i confini dell'Italia per approdare in Gran Bretagna e in Russia. Gli spettatori entreranno al Victoria & Albert Museum di Londra per ammirare la copia in gesso realizzata da Clemente Papi e destinata alla formazione degli studenti d'arte.
E ancora, potranno ammirare Il ragazzo accovacciato, la scultura in marmo custodita all'Ermitage e attribuita solo recentemente a Michelangelo.
Un viaggio, intenso, dunque, in cui le parole del maestro accompagnano lo spettatore, come quando, ad esempio, il Buonarroti descrive la posizione scomoda, tutto piegato e rattrappito sul ponteggio, nella quale era costretto a lavorare durante la decorazione della volta della Sistina.
Un percorso interessante, quindi, che regala al grande schermo l'anima, le opere, i versi, di uno dei giganti dell'arte.
Leggi anche:
• Michelangelo. Amore e morte. Il gigante del Rinascimento al cinema
La viscerale passione di Michelangelo per l'arte, il lavoro maniacale, la sua esistenza poliedrica e tormentata, il suo carattere solitario, burbero, l'anima passionale e appassionata del genio del Rinascimento, emergono con fermezza dalle prime scene del docu-film diretto da David Bickerstaff e prodotto da Phil Grabsky. L'artista protagonista di "Michelangelo. Amore e morte" che sarà nelle sale il 19, 20 e 21 giugno, per la stagione 2017 della Grande Arte al cinema - distribuita in esclusiva per l'Italia da Nexo Digital con i media partner Sky Arte HD e Mymovies.it - è l'artista “divino” raccontato da Giorgio Vasari e Ascanio Condivi.
È il geniale autore del David, della Pietà, del Giudizio Universale, ma anche l'illustre mano che ha ordito i bronzi Rothschild, l'unico esempio giunto fino a noi di opere in bronzo di Michelangelo.
Ed è in questo inedito sguardo, spalancato sulle due figure virili a cavallo di pantere, custodite al Fitzwilliam di Cambridge e visibili verso la fine del docu-film, che è racchiuso l'elemento più sorprendente e interessante della grande trasposizione cinematorafica di David Bickerstaff. Un fulmen in clausula che stupisce e impressiona.
Contrariamente a quanto accadeva nella realtà, dal momento che Michelangelo stava attento a lavorare ben protetto da tende che impedissero a sguardi indiscreti di curiosare tra le sue creazioni, gli spettatori entreranno nella bottega dell'artista, sentiranno i colpi dei ferri, assistendo al miracolo del marmo di Carrara che partorisce l'opera d'arte.
Rapide pennellate descrivono, tra Caprese, Settignano, Firenze, Roma, di nuovo Firenze e ancora la Città del Vaticano, i luoghi di Michelangelo, ritratti nella loro veste moderna, con i tram a Roma e il viavai turisti in piazza della Signoria, quasi a voler rendere immortale l'atemporale maestá di questo personaggio immenso.
Dagli anni dell'apprendistato presso la bottega del Ghirlandaio all'incontro con Lorenzo il Magnifico nel giardino di San Marco, e con i giovani dell'Accademia guidata da Bertoldo, allievo di Donatello, fino ai rapporti con i nomi più illustri del suo tempo, da quelli conosciuti quando era ospite in casa di Lorenzo, a quelli che in seguito sarebbero divenuti i suoi committenti, le scene restitusicono i frammenti più significativi dell'ascesa del maestro.
La straordinaria conoscenza che Michelangelo ha dell'anatomia, la profonda passione per le forme del corpo umano che acquista vigore e tensione grazie allla padronanza della materia, emerge attraverso diverse opere al centro del docu-film e si accompagna ad alcuni interventi di Peter Abrahams, docente di anatomia.
Dalla Battaglia dei Centauri realizzata quando l'artista aveva tra i 15 e i 17 anni - dove lo studio del nudo inizia a mostrare quei risultati che troveranno nel David e nel Giudizio Universale la loro più alta e sublime rappresentazione - al Crocifisso ligneo del Santo Spirito - in cui la particolare anatomia, la presenza del sangue e di significativi dettagli rimandano all'accurato studio, anche dei cadaveri, che l'artista ebbe modo di effettuare - l'elenco delle opere è ampio.
C'è poi lo straordinario volto di un Bacco travolto da una sensuale ebbrezza, c'è la sublime naturalezza della Pietà, in quell'intenso lavoro di miracolosa sbozzatura, durante il quale l'artista, nella sua continua e incessante opera di rimozione della materia, aveva perfettamente scolpito in mente il suo progetto ultimo.
Ma è forse il Michelangelo poeta la presenza più sorprendente che emerge dal grande schermo, in cui “prende musica” l'indole romantica di un uomo capace di amare di un amore quasi adolescenziale, affidando ai versi i propri sentimenti.
Il genio dell'artista travalica i confini dell'Italia per approdare in Gran Bretagna e in Russia. Gli spettatori entreranno al Victoria & Albert Museum di Londra per ammirare la copia in gesso realizzata da Clemente Papi e destinata alla formazione degli studenti d'arte.
E ancora, potranno ammirare Il ragazzo accovacciato, la scultura in marmo custodita all'Ermitage e attribuita solo recentemente a Michelangelo.
Un viaggio, intenso, dunque, in cui le parole del maestro accompagnano lo spettatore, come quando, ad esempio, il Buonarroti descrive la posizione scomoda, tutto piegato e rattrappito sul ponteggio, nella quale era costretto a lavorare durante la decorazione della volta della Sistina.
Un percorso interessante, quindi, che regala al grande schermo l'anima, le opere, i versi, di uno dei giganti dell'arte.
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