Dal 28 settembre al 12 gennaio al Museo Storico della Fanteria
Ligabue, il bronzo, gli animali, la natura. A Roma il diario di vita dell'artista in 73 opere
Antonio Ligabue – I misteri di una mente, Allestimento
Samantha De Martin
27/09/2024
Roma - “Questo è il premio che mi do quando un quadro mi soddisfa più degli altri”.
Il premio è una piccola farfalla che campeggia anche nel celebre Autoritratto dipinto da Antonio Ligabue nel 1957. Il pittore era solito inserire questo simbolo sugli autoritratti più riusciti, ed è certo che quell’opera nella quale il maestro italo-svizzero posa in giacca - il volto dominato da rughe volutamente accentuate, sullo sfondo un paesaggio semplice tutto cielo, alberi e terra - al pittore sensibile innamorato degli animali e schivo con le persone era piaciuto non poco.
Ed eccolo il volto di Ligabue, con accanto la farfalla, chiudere la mostra Antonio Ligabue – I misteri di una mente, un’esposizione interessante e ben costruita, in programma dal 28 settembre al 12 gennaio al Museo Storico della Fanteria di Roma.
La mostra diventa il diario intimo e riservato del pittore, una figura considerata spesso controversa, etichettato come artista naïf che, pur non essendo mai entrato attivamente in contatto con il mondo dell’arte del suo tempo, ci permette di riscontrare diverse similitudini con la realtà artistiche che lo circondavano.
Entriamo nel'anima del ragazzo inserito in classi scolastiche speciali a causa delle sue difficoltà di apprendimento, allontanato per bestemmie dall'istituto che frequentava, scarso in matematica e ortografia, brillante nel disegno.
Le sue rappresentazioni vivide, quasi allucinatorie, di animali in stati di aggressione o tensione, catturano l'essenza del movimento espressionista, focalizzato sulla trasmissione delle esperienze emotive piuttosto che sulle rappresentazioni realistiche.
Antonio Ligabue – I misteri di una mente, Allestimento
Il percorso, curato da Micol Di Veroli, Dominique Lora e Vittoria Mainoldi, diventa un viaggio all’interno di un ego-sistema che si legge attraverso un eco sistema.
“Con questa mostra - ha spiegato Micol Di Veroli - vogliamo dare una chiave di lettura diversa dove Ligabue presenta il suo mondo fantastico, in cui l’elemento naturale e l’elemento animale si fondono in un unico microcosmo”.
Scopriamo così non soltanto il pittore autodidatta che abbiamo imparato a conoscere curiosando tra le sue tigri e gli animali da cortile, “Al matt”, (il matto) come lo chiamavano nel dialetto locale gli abitanti di Gualtieri. Compiamo un viaggio, come ha spiegato Dominique Lora, "all’interno dell’uomo e della natura attraverso tematiche come la vita e la morte, come la comparazione tra il mondo animale e il mondo degli esseri umani per una lettura più organica della vita e dell’esistenza umana”.
Prodotto da Navigare Srl con il patrocinio di Regione Lazio e di Città di Roma, da una iniziativa di Difesa Servizi SpA, il progetto ci accoglie con una sintetica, ma efficace, cronologia a tappe che ripercorre la vita dell’artista, per accompagnarci tra 73 opere in cinque sezioni, datate tra la fine degli anni Venti e i primi anni Sessanta del Novecento, provenienti da tre collezioni private di Reggio Emilia, di Parma e di Roma.
Antonio Ligabue – I misteri di una mente, Allestimento
Stupisce la straordinaria fattura delle 31 sculture in bronzo che raffigurano cani (il grande amore di Ligabue), caprioli, capre, cerbiatti, leoni e pantere, galli e galline in fase di accoppiamento. E ancora cavalli, scimpanzé, teste di tigri.
L’esplosione di colore avviene di fronte ai 18 dipinti a olio dai colori vivaci e lo stile inconfondibile, tra i quali anche il celebre Autoritratto del 1957, mentre i tre disegni e le 21 puntesecche si soffermano su condor, tigri, leoni, gnu attraverso una resa tutta naïf, frutto dell’immaginazione del pittore che lascia subito spazio alla realtà vissuta dall’artista durante le battute di caccia alle quali partecipava nei boschi. Ed ecco apparire in mostra lavori come La lotta dei galli, una scena coloratissima dove la drammaticità vibrante diventa un percorso di frame quasi cinematografici.
Più che la mente è la natura, con i suoi animali, i suoi fiori, la campagna, le attività legate alla terra e al lavoro nei campi, la protagonista assoluta di questo viaggio, dell’opera di un artista che, a 60 anni dalla morte, non ha ancora trovato una esatta collocazione all’interno di stili, correnti, o movimenti artistici, sospeso tra definizioni di arte Naïf e di Outsider. È evidente come questo mondo animale rappresentato ossessivamente diventi lo specchio del suo tumulto interiore, della fragilità, della brutalità di una condizione umana, così simile a quella animale proprio per la sua natura violenta, finalizzata alla sopravvivenza. Per questo l’istintiva raffigurazione dell’uomo e dell’animale nell’arte di Ligabue diventa fusione, richiamo costante a significati profondi, emozioni e riflessioni, e a una forza simbolica primordiale.
Antonio Ligabue – I misteri di una mente, Allestimento
La mostra si avvale anche di interessanti contributi video come un filmato che si sofferma sull’attenzione di Ligabue per Cesarina. E pioi un passaggio di grande tenerezza racchiuso nella richiesta del pittore alla donna: solo un bacio in cambio di un disegno.
La mostra è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30. Ingresso con “Promo doppio biglietto” riservato ai visitatori della mostra Mirò - Il costruttore di sogni, in corso al Museo della Fanteria sino al 23 febbraio 2025.
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• A Roma arriva Miròjavascript:mctmp(0);
Il premio è una piccola farfalla che campeggia anche nel celebre Autoritratto dipinto da Antonio Ligabue nel 1957. Il pittore era solito inserire questo simbolo sugli autoritratti più riusciti, ed è certo che quell’opera nella quale il maestro italo-svizzero posa in giacca - il volto dominato da rughe volutamente accentuate, sullo sfondo un paesaggio semplice tutto cielo, alberi e terra - al pittore sensibile innamorato degli animali e schivo con le persone era piaciuto non poco.
Ed eccolo il volto di Ligabue, con accanto la farfalla, chiudere la mostra Antonio Ligabue – I misteri di una mente, un’esposizione interessante e ben costruita, in programma dal 28 settembre al 12 gennaio al Museo Storico della Fanteria di Roma.
La mostra diventa il diario intimo e riservato del pittore, una figura considerata spesso controversa, etichettato come artista naïf che, pur non essendo mai entrato attivamente in contatto con il mondo dell’arte del suo tempo, ci permette di riscontrare diverse similitudini con la realtà artistiche che lo circondavano.
Entriamo nel'anima del ragazzo inserito in classi scolastiche speciali a causa delle sue difficoltà di apprendimento, allontanato per bestemmie dall'istituto che frequentava, scarso in matematica e ortografia, brillante nel disegno.
Le sue rappresentazioni vivide, quasi allucinatorie, di animali in stati di aggressione o tensione, catturano l'essenza del movimento espressionista, focalizzato sulla trasmissione delle esperienze emotive piuttosto che sulle rappresentazioni realistiche.
Antonio Ligabue – I misteri di una mente, Allestimento
Il percorso, curato da Micol Di Veroli, Dominique Lora e Vittoria Mainoldi, diventa un viaggio all’interno di un ego-sistema che si legge attraverso un eco sistema.
“Con questa mostra - ha spiegato Micol Di Veroli - vogliamo dare una chiave di lettura diversa dove Ligabue presenta il suo mondo fantastico, in cui l’elemento naturale e l’elemento animale si fondono in un unico microcosmo”.
Scopriamo così non soltanto il pittore autodidatta che abbiamo imparato a conoscere curiosando tra le sue tigri e gli animali da cortile, “Al matt”, (il matto) come lo chiamavano nel dialetto locale gli abitanti di Gualtieri. Compiamo un viaggio, come ha spiegato Dominique Lora, "all’interno dell’uomo e della natura attraverso tematiche come la vita e la morte, come la comparazione tra il mondo animale e il mondo degli esseri umani per una lettura più organica della vita e dell’esistenza umana”.
Prodotto da Navigare Srl con il patrocinio di Regione Lazio e di Città di Roma, da una iniziativa di Difesa Servizi SpA, il progetto ci accoglie con una sintetica, ma efficace, cronologia a tappe che ripercorre la vita dell’artista, per accompagnarci tra 73 opere in cinque sezioni, datate tra la fine degli anni Venti e i primi anni Sessanta del Novecento, provenienti da tre collezioni private di Reggio Emilia, di Parma e di Roma.
Antonio Ligabue – I misteri di una mente, Allestimento
Stupisce la straordinaria fattura delle 31 sculture in bronzo che raffigurano cani (il grande amore di Ligabue), caprioli, capre, cerbiatti, leoni e pantere, galli e galline in fase di accoppiamento. E ancora cavalli, scimpanzé, teste di tigri.
L’esplosione di colore avviene di fronte ai 18 dipinti a olio dai colori vivaci e lo stile inconfondibile, tra i quali anche il celebre Autoritratto del 1957, mentre i tre disegni e le 21 puntesecche si soffermano su condor, tigri, leoni, gnu attraverso una resa tutta naïf, frutto dell’immaginazione del pittore che lascia subito spazio alla realtà vissuta dall’artista durante le battute di caccia alle quali partecipava nei boschi. Ed ecco apparire in mostra lavori come La lotta dei galli, una scena coloratissima dove la drammaticità vibrante diventa un percorso di frame quasi cinematografici.
Più che la mente è la natura, con i suoi animali, i suoi fiori, la campagna, le attività legate alla terra e al lavoro nei campi, la protagonista assoluta di questo viaggio, dell’opera di un artista che, a 60 anni dalla morte, non ha ancora trovato una esatta collocazione all’interno di stili, correnti, o movimenti artistici, sospeso tra definizioni di arte Naïf e di Outsider. È evidente come questo mondo animale rappresentato ossessivamente diventi lo specchio del suo tumulto interiore, della fragilità, della brutalità di una condizione umana, così simile a quella animale proprio per la sua natura violenta, finalizzata alla sopravvivenza. Per questo l’istintiva raffigurazione dell’uomo e dell’animale nell’arte di Ligabue diventa fusione, richiamo costante a significati profondi, emozioni e riflessioni, e a una forza simbolica primordiale.
Antonio Ligabue – I misteri di una mente, Allestimento
La mostra si avvale anche di interessanti contributi video come un filmato che si sofferma sull’attenzione di Ligabue per Cesarina. E pioi un passaggio di grande tenerezza racchiuso nella richiesta del pittore alla donna: solo un bacio in cambio di un disegno.
La mostra è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30. Ingresso con “Promo doppio biglietto” riservato ai visitatori della mostra Mirò - Il costruttore di sogni, in corso al Museo della Fanteria sino al 23 febbraio 2025.
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